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Autore: sheswanderlust    08/11/2009    9 recensioni
L'intervista proseguiva,ma a Randy non importava. Il significato di quelle parole si susseguiva nella sua mente; non riusciva a crederci. Non riusciva a credere a ciò che aveva davanti agli occhi. Si aspettava di svegliarsi da un momento all'altro, ma l'aria fredda continuava a pungergli il viso, il giornale rimaneva fra le sue mani e le braccia di Gale erano ancora attorno alla sua vita. Una goccia cadde sull'inchiostro del titolo; si accorse solo in quel momento che le lacrime gli rigavano il viso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A little surprise.

 Questa one-shot è un piccolo sequel della mia fic "There's nought so Queer As Folk", ma può essere letta anche da sola, senza aver letto l'altra. E' mielosa, lo so, non so come ha fatto a venire fuori così romantica... me lo chiedo da quando l'ho finita. Però beh, spero vi piaccia, sia alle vecchie lettrici della precedente che alle nuove che la leggeranno! =) 

Lasciatemi un commento, sia positivo che negativo!

Buona Lettura, Mars Freiheit

A little surprise. 

<< Allora? >>

L'uomo dai capelli castani al volante non si prese nemmeno la briga di voltarsi verso il suo compagno, seduto sul sedile del passeggero.

<< Allora cosa? >> chiese solamente, sorridendo con lo sguardo fisso nel traffico newyorkese oltre il parabrezza.

<< Dove stiamo andando? >> ripetè per l'ennesima volta il biondo, voltandosi esasperato verso l'altro. La curiosità lo stava divorando da quando, mezz'ora prima, era stato trascinato a forza in auto.

Il moro ridacchiò appena. << Vedrai >>

<< Vedrai?? No, per favore, Gale! >> si lamentò il ragazzo, sporgendosi con occhi da cucciolo bastonato verso il moro e accarezzandogli la spalla fissandolo insistentemente.

Gale si sentì cedere a quello sguardo limpido e tenero, ma si impose di resistere ancora per un po'. Non poteva assolutamente rivelargli niente.

Randy tentò ancora per qualche secondo di impietosirlo con i propri occhioni azzurri ma, non ottenendo nessun risultato, tornò composto sul proprio sedile, sbuffando.

<< Tu mi odi. >> mugugnò.

Gale si voltò e sempre con un sorriso criptico sul volto gli prese la mano nella sua, baciandola dolcemente.

<< Io ti amo >> gli sussurrò.

L'espressione di Randy si raddolcì appena e le sue guance si tinsero di una leggera tonalità di rosso, facendo sorridere il compagno.

<< Se mi ami perchè mi torturi così? >> chiese il biondo.

<< Perchè dopo sarai ancora più felice >> rispose Gale, svoltando in una strada affollata. << Dai, manca poco >>

Randy sospirò, guardando davanti a se. Auto e taxi gialli si muovevano lenti accanto a loro, gente di tutti i tipi camminava sui marciapiedi, fermandosi di tanto in tanto ad osservare le vetrine luccicanti. Il cielo buio delle nove di sera era illuminato dalle luci dei palazzi e dei grattacieli che sfrecciavano verso l'alto, illudendosi di poter toccare la volta misteriosa. Brooklyn Heights era assolutamente il quartiere che più amava di New York; mischiava perfettamente moderno e antico, città e natura, caos e tranquillità; vi si poteva trovare qualunque cosa, da negozi eleganti dei più importanti stilisti a piccole e affascinanti botteghe. Ma non capiva perchè il suo compagno lo avesse portato qui.

<< Stiamo andando in un ristorante? >> tentò.

Gale scosse la testa, senza cancellare dal proprio viso quel sorriso quasi.. irritante.

Per la gioia di Randy dopo qualche minuto Gale accostò al marciapiede e fermò l'auto. Entrambi scesero e il ragazzo più giovane si guardò attorno. Erano in un bel viale alberato; da un lato il fiume Hudson si gettava ormai nell'Oceano Atlantico, mentre dall'altro erano situati alcuni edifici. Gale prese per mano Randy e lo portò verso l'ingresso di uno dei palazzi. Era alto, circa nove piani; la struttura sembrava antica, di un tranquillo color panna, ma era sopraffatta dalle enormi vetrate che fungevano da finestre. Alcuni scalini portavano al portone d'ingresso di legno scuro già aperto. Randy, sempre più confuso, seguì il compagno nell'interno bello ma non eccessivamente sfarzoso. Un portiere in giacca elegante li salutò sorridendo gentile.

<< Gale, cosa...? >>

<< Sssh >> sussurrò Gale, carezzando i capelli di Randy, come a tranquillizzarlo.

Lo condusse in un'ascensore e premette il tasto '9'. Le porte si chiusero silenziosamente e il mezzo cominciò a salire.

A quel punto Gale non resistette più; prese tra le mani il volto di Randy e baciò le sue labbra. Da dolce il bacio diventò più passionale; i moro infilò una mano sotto la felpa e la maglietta dell'altro, accarezzandogli la schiena liscia; con l'altra gli andò a stringere e scompigliare i capelli biondo scuro, tenuti lunghi fino a sotto le orecchie.

Dal canto suo Randy aveva decisamente accantonato le numerose domande che gli frullavano in testa per lasciarsi andare a quel bacio appassionato. Proprio quando l'aria cominciava a scaldarsi le porte dell'ascensore si aprirono su un largo corridoio. I due si staccarono e Gale guardò Randy con un sorriso di scuse.

<< Ciò che vedrai ora ti piacerà ancora di più >> gli disse,accompagnandolo fuori.

<< Impossibile >> ribattè subito Randy, sistemandosi alla bell'e meglio i i vestiti e passandosi una mano fra i capelli spettinati. Operazione inutile visto che Gale,mentre con una mano infilava la chiave nella toppa di una delle due porte del piano, li scompigliò nuovamente. Ma infondo, pensò Randy, non gli dispiaceva così tanto.

La porta si aprì con un debole scatto. Randy fece per entrare, ma Gale lo bloccò appena prima della soglia.

<< Che...? >> le parole del biondo vennero interrotte da un altro bacio, questa volta più dolce e lento.

<< Adesso possiamo entrare >> disse appena si staccarono.

Gale accese la luce. L'ingresso era un'ampia stanza spoglia, la cui parete sinistra era completamente occupata da due grandi vetrate. Sulla parete in fondo si apriva una porta, su quella a destra due.

Randy non capiva. Che ci facevano in quella bellissima casa? Di chi era? Era tentato di chiederlo a Gale, ma aveva paura di rompere quella strana e magica atmosfera che si era creata da quando avevano varcato la soglia dell'appartamento.

Accanto a lui il moro sorrise nel vedere la sua espressione affascinata e confusa; lo prese per mano e lentamente lo accompagnò verso la porta al fondo dell'ingresso; qui si apriva un'altra stanza, probabilmente una cucina, anch'essa vuota ed anch'essa dominata da una finestra sul lato sinistro. Prima che Randy potesse anche solo dire una parola, Gale lo riportò nell'ingresso e gli fece visitare le altre due stanze; erano entrambe illuminate dalla luce dei grattacieli proveniente delle vetrate. Successivamente Gale gli fece salire una scala a chiocciola in ferro battuto che prima non aveva notato. Sbucarono su un corridoio sul quale si aprivano tre stanze; una, lo sin intuiva dalla porta semiaperta, era il bagno. Un'altra era una bella stanza con una grande vetrata; l'ultima porta era chiusa. Gale si avvicinò e la aprì. Al contrario delle altre, questa stanza aveva un pezzo d'arredamento. Era un grande letto matrimoniale, identico a quello situato nel loft di Brian Kinney. Sulla parete di fronte alla porta c'era un'enorme vetrata come quelle dei piani inferiori, dalla quale era possibile avere un magnifica vista della città. Randy sentì uno strano groppo in gola osservando il letto e la stanza in penombra; la mano di Gale afferrò gentilmente la sua e lo portò infondo al corridoio. Gli fece segno di alzare la testa. Randy obbedì e vide una scala di corda pendere per metà sotto una botola in legno. Gale abbassò ulteriormente la scala.

<< Prego >> fece a Randy, facendogli segno di salire. Il biondo lo guardò sempre più sgomento e confuso.

Gale ridacchiò. << Vai amore >> ripetè.

Fidandosi Randy salì la scala ed aprì la botola. L'aria fresca della sera lo colpì e avrebbe tirato su la zip della felpa, se non fosse stato completamente assorto ad ammirare il panorama più mozzafiato che avesse mai visto.

Oltre la ringhiera del tetto piatto su cui erano, New York si stagliava in tutta la sua forza. I grattacieli illuminati e le strade colme di auto e persone lottavano contro il nero della notte ormai scesa, che sembrava divorare qualunque cosa trovasse, tranne quella conca di luce accecante che era la città, dal cuore al neon e dagli occhi fluorescenti. Il fiume Hudson che si gettava nell'Oceano Atlantico divideva Brooklyn dalla terra ferma e il traffico si trascinava sul famoso Ponte.

E li,a metri e metri da terra, c'erano loro. Solo loro. Ad osservare milioni di persone camminare, parlare, disperarsi, ridere, vivere. Ognuno perso nella propria vita, così tanto da non riuscire a fermarsi un attimo ed osservare tutto dall'alto. Dall'origine e dall'unione, da ciò che tutte quelle vite diverse avevano inconsapevolmente creato. Solamente loro, li sopra, insieme. Insieme.

Le braccia forti di Gale lo distolsero da quella contemplazione che si era fatta sfocata a causa delle lacrime che premevano per uscire. Le ricacciò indietro.

Gale lo fece girare e mise fra le mani qualcosa. Randy abbassò lo sguardo. Era una copia di una famosa rivista newyorkese. Guardò gli occhi del moro senza capire.

<< Pagina 21. >> disse solo lui.

Randy sfogliò il giornale, con il cuore in gola. Alla pagina 21 una foto del suo fidanzato riempiva mezza pagina. L'altra metà era coperta da un titolo in grassetto.

Outing!”

Il respiro di Randy si bloccò. Outing. Cominciò voracemente a leggere l'articolo di pagina 22.


L'attore americano Gale Harold, noto al grande pubblico soprattutto per avere interpretato il cinico Brian Kinney nella serie gay “Queer As Folk”, ha rivelato con una breve intervista esclusiva al nostro giornale la propria bisessualità.

Già da anni i fan si dividevano su questo argomento, mormorando anche di una presunta love story con il suo collega (e co-protagonista del telefilm), il giovane Randy Harrison. Nonostante la dichiarazione di eterosessualità di Harold, questi pettegolezzi non si sono fermati. Giustamente.

<< Dopo aver riflettuto molto sulla questione ho deciso di rivelare senza problemi il mio orientamento sessuale. Sono bisessuale. Trovo non ci sia nulla di male, anzi, so di aver sbagliato a tenerlo nascosto per tanto tempo. >> confessa Gale Harold. << Sono bisessuale e fottutamente innamorato del mio compagno, Randy. A quanto pare, chi parlava di una nostra relazione ci ha visto giusto. Lo amo più della mia stessa vita e spero presto di andare a convivere con lui>>


L'intervista proseguiva,ma a Randy non importava. Il significato di quelle parole si susseguiva nella sua mente; non riusciva a crederci. Non riusciva a credere a ciò che aveva davanti agli occhi. Si aspettava di svegliarsi da un momento all'altro, ma l'aria fredda continuava a pungergli il viso, il giornale rimaneva fra le sue mani e le braccia di Gale erano ancora attorno alla sua vita. Una goccia cadde sull'inchiostro del titolo; si accorse solo in quel momento che le lacrime gli rigavano il viso.

<< Se lo vuoi, questa potrebbe essere la nostra... casa. >> sentì la voce di Gale sussurrargli all'orecchio.

Lo colpì come un pugno in pancia, ma un dolce, dolcissimo pugno. Un pugno che non credeva avrebbe mai ricevuto.

Si voltò, guardando tra le lacrime il volto di Gale farsi immediatamente preoccupato notando il suo pianto. Non gli diede nemmeno il tempo di parlare. Alzandosi in punta di piedi e aggrappandosi al suo collo, lo baciò. Profondamente e lentamente, sensualmente e dolcemente, violentemente e delicatamente. Lo baciò e gli parve di non volersi più staccare da quelle labbra perfette, quelle stesse labbra che ora lambivano le sue, dominandole.

Si aggrappò con le gambe alla vita del fidanzato (Dio, ora lo era davvero... avrebbero potuto urlarlo a tutti, andare in giro mano nella mano, baciarsi sempre ed ovunque...) in stile “koala”, cosi lo chiamava Gale, continuando a baciarlo, staccandosi solo per riprendere fiato e immergersi di nuovo tra quelle labbra invitanti.

Solo dopo svariati minuti (o ore?) i due si staccarono, rimanendo abbracciati. Sul volto di Randy splendeva un sorriso incredulo; Gale gli asciugò con i pollici le lacrime che gli brillavano sulle guance e lo baciò ancora, un bacio breve e tenero.

<< Io... io non ci credo... >> riuscì a mormorare Randy.

Era vero,aveva il terrore di svegliarsi e scoprire che questi meravigliosi momenti erano solo frutto della sua fantasia irrefrenabile.

Sorrise, continuando a guardare Gale.

<< Voglio andare a fare la spesa con te... voglio camminare abbracciato a te, voglio baciarti al ristorante, voglio prenderti per mano quando voglio e urlare davanti a tutti che ti amo... >> mormorò emozionato, mentre i momenti che da quel momento in poi avrebbero potuto condividere si susseguivano nella sua mente come immagini di un film accelerato.

<< Potremo fare tutto ciò che vogliamo d'ora in poi. Basta con questa tortura inutile del “nascondersi”... ci ha fatto troppo male,ti ha fatto troppo male. Ho sbagliato a costringerti a sopportare tutta questa farsa per una mia stupida paura >> disse Gale, sentendosi in colpa.

<< Non hai sbagliato..dovevi solo trovare la forza di non temere te stesso. Ora l'hai trovata, è questo che conta >> mormorò Randy seriamente.

Gale sorrise, baciandolo ancora una volta e poi avvicinandosi alla balaustra del terrazzino, portando con se il biondo.

<< Direi che possiamo cominciare da ora. >> esclamò, risoluto.

Randy lo guardò confuso per qualche istante, poi capì e sul suo volto si accese un sorriso.

Si strinse di più a Gale, puntando lo sguardo sulla distesa di luci accecanti che si stendeva davanti a loro.

Bagliori verdi e dorati, specchi luccicanti di un mondo meraviglioso ma spesso fin troppo finto che catturava, ammaliava, seduceva... e a volte uccideva.

Un mondo di cui ora loro due non avevano più paura.

<< SAPETE UNA COSA? >> urlò Gale alla città. << IL SOTTOSCRITTO GALE HAROLD, SI, PROPRIO QUEL GALE HAROLD, E' FOTTUTAMENTE E MERAVIGLIOSAMENTE INNAMORATO DEL QUI PRESENTE RANDY HARRISON,

SI, RANDY HARRISON, ESATTO E NON HA INTENZIONE DI RINUNCIARE A LUI PER NIENTE AL MONDO... CAPITO NEW YORK? >>

Randy sentì gli occhi farsi nuovamente lucidi mentre Gale si girava verso di lui.

<< Ti amo >> sussurrò il biondo.

<< Ti amo... e non smetterò mai di urlarlo al mondo >> rispose il moro, stringendolo forte al petto e baciando le sue labbra rosse.

Per un attimo si chiese se la propria vita fosse anche solo lontanamente come l'aveva immaginata.

Era su un grattacielo, con New York ai propri piedi, finalmente libero e con la persona più importante della propria esistenza fra le braccia.

No, non aveva mai immaginato un futuro così.

Tutto era molto, molto meglio di ogni sua aspettativa.

  
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