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Autore: Vale3    13/06/2005    13 recensioni
Un muto soffio di vento smussò una duna di sabbia poco lontana. Un uomo. Il suo Passato e un nuovo Futuro.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Obi-Wan Kenobi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CARPE DIEM

Carpe Diem

 

 

I due Soli tramontarono dietro le dune di Tatooine, annegando tra la sabbia color porpora debolmente illuminata dagli ultimi raggi di quella che era stata  un’altra monotona giornata.

Il calore caratteristico del giorno cominciava a scemare, lasciando una particolare e sempre piacevole freschezza serale, che preannunciava al contrario, un rigido freddo notturno.

 

Nell’aria regnava il Silenzio, come cruda dimostrazione dei calamitosi eventi susseguitisi in un lasso di tempo che non lasciava spazio alla riflessione.

Un Silenzio quasi innaturale, di quelli che si possono ascoltare, di quelli che se si pone attenzione li si può udire sussurrare.

 

E proprio quel così rumoroso Silenzio spadroneggiava su quella terra priva di nome e padrone, insinuandosi tra i muri delle case, oscurando la vita al suo passaggio. Come un Flagello.

 

Tutti tacevano, i bambini dormivano, le altalene dei parchi giochi  cigolavano mosse da un leggero vento. Si udivano distintamente le lancette degli orologi, che aritmicamente scandivano il Tempo con atroce pesantezza, e il loro ticchettio si alternava con il suono di passi felpati che affondavano nella sabbia.

 

Una figura incappucciata avanzava con fatica ed evidente disagio attraverso le dune sabbiose; era avvolta in un mantello scuro, che nascondeva volto e mani.

Si dirigeva verso una piccola casupola persa nella vastità di quell’oceano di sabbia. La luce che ne filtrava attraverso le piccole finestre illuminava, di un biancore incerto, anche poco intorno a sé.

Così come la nera figura avanzava sempre più, così due altre forme comparvero sulla scena. Uscirono entrambe dal piccolo edificio, con una certa fretta. Si bloccarono, come in attesa, poi una di esse, pareva una donna, prese a camminare in direzione dell’incappucciato.

I loro piedi sprofondavano nella sabbia, rendendo le loro camminate piuttosto grottesche.

 

Qualche istante di fiato sospeso, in attesa che accadesse qualcosa, e poi di nuovo tornava un minimo di lucidità, allontanando dai pensieri tutte le teorie che affollano la mente quando si è preoccupati, ma non si sa di cosa.

 

La donna rallentò per fermarsi nuovamente a pochi passi dall’altro, che invece, continuò a camminare sempre più vicino.

Si fermò.

Per qualche istante il Silenzio attorno sembrò alzare il volume del suo tono, facendosi sentire più rumoroso, quasi battagliero.

 

La prima figura levò lentamente un braccio coperto, facendo scivolare il proprio cappuccio oltre la testa, sulle spalle.

Lineamenti disperati si univano tracciando il volto di un uomo il cui nome era conosciuto nei più remoti angoli di quella Galassia che aveva combattuto la dura Guerra dei Cloni.

 

Obi-Wan Kenobi tornò con gesto prudente a stringere ciò che aveva tra le braccia.

Contemporaneamente i suoi occhi celesti come i cieli di Naboo si posarono su quel piccolo fagottino che era avvolto insieme a lui nel saio.

 

Beru Lars, l’altra spettatrice di quell’inusuale scenario, si sporse in avanti, sostando sulla punta dei piedi, e con una delicata mano, spostò il saio tra le braccia dell’uomo, impreparata per vedere che, tra una morbida copertina bianca, un neonato dormiva profondamente.

 

Mentre tracce di confusione le apparvero sul giovane volto, alzò lo sguardo su Obi-Wan che la fissava con compassione, e sorrise.

 

    “Luke” sussurrò piano Obi-Wan, come a non voler rompere la magia del momento.

Beru lo fissò per un attimo incerta, ma il suo volto delicato si addolcì quando l’uomo continuò.

    “Luke Skywalker”.

 

La donna rimase un momento assorta, chiedendosi per quale motivo un estraneo si presentasse alla sua porta con un neonato tra le braccia che portava quel cognome a lei così vicino.

 

    Perché i suoi genitori non ci sono più” rispose lui dolcemente, come a leggerle le preoccupazioni scritte a chiare lettere nella sua mente.

L’uomo abbassò lo sguardo, sopraffatto da un’ondata di tristezza. Beru lo guardò, mentre il suo cuore si struggeva per cercare di comprendere quale forza misteriosa e superiore potesse lasciar accadere cose tanto disperate.

 

Il volto del giovane Maestro Jedi era contorto in una smorfia di sofferenza mentre dagli occhi chiusi e stretti, lacrime di puro dolore gli inumidivano le lunghe ciglia e le gote rosee.

Quasi involontariamente, Obi-Wan strinse di più a sé il piccolo Luke, come a volerne sentire il più stretto contatto.

 

    “Siete la sua unica speranza, come lui è la nostra…” mormorò a capo chino, quasi in un gesto di sottomissione a quel destino che non aveva avuto la forza di cambiare e di evitare.

 

Beru sospirò addolorata, facendo scorrere gli occhi sulle due figure davanti a sé. Cosa poteva essere accaduto per far sì che tanto dolore giungesse fino a loro, sperduti nel deserto di Tatooine?

 

La risposta non tardò ad arrivare.

 

    “La situazione è precipitata velocemente, ed era come sentirsi affondare nelle sabbie mobili… Non c’era modo di evitare.. trovarsi in mezzo a due fuochi e non avere una, una sola possibilità di cambiare le cose…”.

 

Beru ascoltò con attenzione, cercando di capire di cosa l’uomo stesse parlando. Intanto un muto soffio di vento smussò una duna di sabbia poco lontana da loro.

 

    “Affido Luke a voi, brava gente, perché sono sicuro che saprete crescerlo e istruirlo secondo morale e non fallire nel compito come ho fallito io…” Obi-Wan sospirò, “Anakin Skywalker non esiste più, così come Padmé Amidala, sua madre. E’ incredibile quanto ci si sente invincibili quando tutto funziona, e poi si viene puniti per la propria prepotenza nell’averlo pensato. L’Arroganza dei Jedi è stata pagata ad un prezzo altissimo… il Volere della Forza…”.

 

Obi-Wan posò il suo sguardo lucido sulla piccola figura.

    “Non ha colpa” disse, più a se stesso, che alla donna che gli era di fronte. “Non ha colpa... vi prego di non credere che lui possa essere come suo padre solo perché è suo figlio. Io so, so che è diverso. Lui ci salverà…”.

 

    “Io…” cominciò Beru, non riuscendo più a tacere, “Io non so chi tu sia, né da dove venga, ma mi fido di te. Non so quali motivi ti abbiano portato fin qui, e forse non voglio essere messa al corrente di ciò che è accaduto nella Galassia… ma credo fortemente che ognuno di noi abbia un ruolo preciso e stabilito in questa vita, e se il mio destino è legato al futuro della creatura che hai in braccio, lo accetterò… felice”.

Obi-Wan, che non avevo spostato lo sguardo da Luke mentre Beru parlava, alzò gli occhi per incontrare quelli della donna, improvvisamente lucidi e compassionevoli.

 

    “E’ necessario che voi sappiate. E’ la vostra vita che può essere messa in gioco se  accettate. E il minimo che io possa fare, è essere franco, anche se per il bene di tutti forse dovrei mentire, affinché prendiate il bambino.. La nostra Repubblica, il Senato Galattico non esistono più”.

Beru rimase in attesa, dopotutto la Repubblica non esisteva laggiù, ma la sua curiosità rimase appesa a quella voce così flebile da essere appena udita.

 

    “La situazione è crollata. Un Impero è sorto laddove noi cercavamo Democrazia. Il Male ha vinto, e si è portato dietro tutto ciò che avevamo. Crescete questo bambino, come fosse vostro figlio. E’ di Anakin… come vorrei che potesse vederlo…” terminò, la sua voce si spense in gola.

 

Con quelle ultime parole, Obi-Wan porse delicatamente il piccolo fagotto alla donna, la quale lo accolse tra le braccia con gentilezza, mentre un sorriso le si dipingeva sul volto.

 

I due rimasero qualche istante immobili.

Beru cullava la piccola meraviglia e Obi-Wan rimase a fissarla affascinato.

Cercando di trovare un contegno, il Maestro Jedi risollevò il cappuccio sul volto, e abbassando lo sguardo, nascose le mani all’interno del saio, pronto per andare.

 

Non fece in tempo a voltarsi, che avvertì una leggerissima stretta che lo tratteneva delicatamente.

 

Si voltò, ma vide che entrambe le mani della donna erano occupate per mantenere il bambino; si accorse con grande stupore che proprio Luke, quasi inconsciamente, aveva stretto una piccola manina attorno ad un lembo di stoffa del suo saio, trattenendolo nella sua debole presa.

 

Obi-Wan non poté trattenere un sorriso, che gli fece splendere quegli occhi da così tanto tempo tristi.

Con un leggero tocco della sua mano, riuscì a sfilare la stoffa da sotto le dita del bimbo, e a rimettere il braccio minuto al sicuro, sulla piccola pancia.

 

Prima di andare, si abbassò sul neonato, e baciò timidamente la piccola fronte, facendo attenzione alla propria barba sulla pelle delicata.

 

Per l’ultima volta guardò Beru negli occhi, facendo un piccolo cenno di assenso, contraccambiato da un sorriso rassicurante.

Fece un ammicco anche in direzione di Owen Lars, rimasto in attesa su una piccola duna stagliata verso l’orizzonte.

 

A quel punto seppe che il momento di andare era davvero giunto.

 

Sospirò, poi prese a camminare, ripercorrendo lo stesso tragitto dell’andata al contrario.

L’Esilio lo attendeva… e anche un lungo addestramento.

 

Mentre marciava faticosamente, con il passo impedito dalla sabbia sotto i suoi piedi, avvertì come un dolce peso sulla spalla destra. Come se ci fosse una mano consolatoria.

 

Mentre una lacrima si riaffacciava sul suo viso, corrotto dal dolore e dalla solitudine che lacerava il suo cuore, un leggero venticello gli sfiorò le orecchie, come un timido sussurro.

 

Il Dolore che porti nel cuore sarà solo fonte di altra sofferenza ,caro Padawan.  Lascia il passato alle spalle, anche se è difficile… lascia ciò che è stato a quei giorni lontani, senza il tormento di pensare a cosa sarebbe potuto essere se fosse accaduto diversamente.

 

Io ti insegnerò le più segrete  vie della Forza Vivente, come ascoltare il Vento, come rendere il Tempo vita, come sopravvivere anche quando sembra che tutto scompaia.

 

Poni attenzione al Presente.

Non struggerti per un  Passato che non ritornerà e che non può essere cambiato...

 

Con me, il Passato non sarà più fonte di Dolore, ma quei momenti si tramuteranno in quegli stessi ricordi che credevi di aver perduto.

 

Ricorda, poni attenzione al Presente, concentrati sul Momento.

Cogli l’Attimo.

 

Obi-Wan si bloccò.

Il vento scemò, fino a far calare una muta quiete.

 

Forse l’aveva solo immaginato.

 

No, non era stato frutto della sua fantasia.

 

Era stato reale.

 

    “Qui-Gon”.

 

Con un timido sorriso sulle labbra si riavviò, pronto per affrontare un lungo cammino, pronto per affrontare quel nuovo sentimento che nel suo cuore stava prevalendo sul dolore.

 

Mentre tutto nella Galassia si rabbuiava, mentre le stelle si spegnevano e i soli tramontavano, ecco nascere l’alba di un nuovo giorno. Ecco nascere una Nuova Speranza, per tutti.

 

 

FINE

 

 

 

Ehm.. Salve a tutti!

Mi scuso per la banalità di questo breve specchio di storia, è un esperimento^^’

Era già da un po’ che avrei voluto scriverlo, e RotS mi ha chiarito di più le idee e mi ha aiutato molto^^

 

Mi renderebbe davvero felice *_* sapere come la pensate J

Mi raccomando lasciate un commentino  a questa povera pazza.

Per qualsiasi commento potete trovarmi anche QUI ßsenza scrupoli, sono una che difficilmente si offende! (spero solo di non ricevere qualche ortaggio!O.o)

 

A presto!

Valeria   (Wè, raga… che la Forza sia con voi! ^__^ )

 

P.S. Scusate per il titolo, so che all’inizio sembra che non ci azzecchi nulla con la storia… ^^

 

 

 

 

 

 

  
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