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Autore: ste13    09/11/2009    0 recensioni
salve a tutti! questa storia anche parla di una giovane giornalista spagnola. la perdita di una lontana zia sarà l'innesco di una serie di eventi (casuali?) che cambieranno il corso della sua vita. spero vi piaccia. ogni critica è ben accetta. ciau
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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bip bip
Ho sempre odiato l’allarme della sveglia, l’ideale sarebbe essere svegliati dall’odore di un bel caffè forte. Il sole fa capolino tra le tende verdi, regalando alla stanza un po’ di freschezza primaverile. Ѐ trascorso un anno dal funerale di zia Giulie, un anno di cambiamenti. Il direttore del giornale per cui lavoro mi ha affidato articoli sempre più impegnativi. Ho sempre amato viaggiare, ma purtroppo i miei non potevano permettersi delle vacanze all’estero. Per questo dopo il diploma scelsi di tuffarmi nel giornalismo, per poter visitare il mondo. Ma la realtà è stata ben diversa. Tutti gli articoli di cui mi sono occupata non hanno necessitato il benché minimo spostamento dalla Spagna.Come sempre sono in ritardo, mi conviene sbrigarmi. Il traffico alle 7:30 del mattino sembra un lungo drago giapponese da parata, variopinto e con gli occhi fiammeggianti. Dalle sue narici escono i fumi pungenti dei gas di scarico, e dalla sua enorme bocca una melodia stridente,come concepita da un pazzo. Alla radio trasmettono una canzone commerciale, ma preferisco il ruggito del traffico. È questo che amo di Leòn, il suo caos. Finalmente arrivo. Corro su per le scale, entro di nascosto nell’ ufficio e mi siedo alla mia scrivania. Carla mi lancia uno sguardo complice e mi sorride. Per me lei non è una semplice collega, ma una cara amica. Mi guardo allo specchio. I lunghi capelli ricci sono in disordine, gli occhi nocciola arrossati.
«Lola? Il capo vuole parlarti».
Ecco,penso, adesso si arrabbierà a morte. Prima di entrare, mi soffermo a leggere la placchetta sulla porta. “ Miguel Delmar : Director ” . Mi domando se un giorno potrà esserci il mio nome qui su. Busso alla porta ed entro. Delmar è al telefono, mi guarda con la coda dei suoi occhi neri e termina la telefonata dicendo:«…omicidio? Va bene, manderò Casild sul posto». Il suo volto duro è ancora più teso del solito. I capelli neri e le sopracciglia folte marcano la sua ira.
«C’è stato un omicidio a Plaza del Sol. Vacci e spera di ricavarne un articolo decente. E per quanto riguarda il ritardo di stamattina, ti detrarrò una settimana di paga dallo stipendio. E se ci tieni alla tua sedia non fare la furba con me! Hai capito?» la sua voce tuonava.
«Si, señor Delmar.» Vado via il prima possibile. Dovevo aspettarmi una reazione simile da parte sua, con stamattina sono otto volte che sono in ritardo. Mi domando come mai non mi abbia ancora licenziata. Saluto Carla, e scendo. Prendo la metropolitana, altrimenti il traffico mi imbottiglierebbe. Nonostante sia appena primavera nell’aria c’è un’aria quasi soffocante, apro il finestrino e sembra che col calore volino via anche i miei pensieri. Come vorrei fare una vacanza, staccare un po’ la spina. C’è sempre la vecchia casa di zia Giulie, potrei passarci una settimana. Senza che me ne accorda in 10 minuti sono a Plaza del Sol. C’è un po’ di folla accanto ad una casa. Due poliziotti stanno farfugliando qualcosa tra loro, uno si sventola col cappello. Mi avvicino, dico loro chi sono e chiedo qualche informazione.
«oh,no señorita. Per fortuna non c’è stato nessun omicidio. Una donna che abita qui vicino ha sentito due coniugi litigare, e impaurita ci ha chiamati. Ma la moglie ha decido di denunciare il marito per percosse». Ringrazio i due agenti e mi giro verso il gruppetto di curiosi. Un uomo dal naso rosso e la fronte imperlata di sudore discute con una donna impertinente. Gli altri esprimono le proprie opinioni circa l’accaduto. Tra loro c’è anche una donna anziana, dai capelli argentei e i lineamenti morbidi. È molto bella. Mi sorprendo a fissarla, sembra che abbia qualcosa di familiare. Scambia qualche parola con un ragazzino. Gli sorride, e si allontana nella via affollata. I rintocchi del campanile irrompono nell’aria calda. Ripenso alle parole del poliziotto. Bene, non è accaduto niente di grave, ma adesso cosa dirò a Delmar?
  
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