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Autore: memi    10/11/2009    17 recensioni
“McLaggen è in infermeria, perciò tu Rose farai la ronda con...
...Scorpius Malfoy.”
Merda.

Può una serata prospettatasi già difficile, diventare un incubo? E se ci si aggiunge un certo Serpeverde a peggiorarla? Tra cugini scapestrati, rospi da cercare e baci rubati con l'inganno, Rose Weasley si ritroverà a vivere la notte più lunga della sua vita.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Hugo Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Extra ~ Along Came Albus

 

 

Dormitorio di Serpeverde, un giorno prima della ronda.

 

Scorpius era infuriato.

Era molto, molto infuriato.

Era così infuriato che avrebbe potuto buttare giù un intero muro con la sola forza dei suoi cazzotti.

Ma farlo avrebbe significato sporcarsi i vestiti e dopotutto Scorpius non era così infuriato, perciò anziché dedicarsi ad un’insana attività fisica, optò per un ragionevole andirivieni nella sua stanza. Doveva solo calmarsi – si disse in uno sprazzo di lucidità – e poi avrebbe potuto architettare la sua degna vendetta ai danni di quell’invertebrato con la puzza sotto al naso e la parlantina facile sennonché pure terribilmente pedante. Meglio ancora doveva calmarsi, elaborare un piano ed attuarlo a strettissimo giro di modo da scacciare via tutto il malumore che il semplice incontrare quella sottospecie di piattola gracchiante gli aveva messo addosso.

“Per la barba di Merlino, vuoi smetterla di fare avanti e indietro, Scorpius?” Sbottò ad un tratto la voce del suo migliore amico dal letto giù in fondo, sul quale si era buttato con molta poca grazia. “Mi sta venendo il mal di testa.”

“Non guardarmi allora!” Berciò inacidito il biondo, le braccia conserte e il mento poggiato su una mano con aria truce.

“Magari...! Ma purtroppo occupi tutta la mia visuale.” Ribatté prontamente l’altro, puntellandosi sui gomiti per scrutarlo con i suoi sarcastici occhi smeraldini. “Allora, qual è il problema?”

“Chi ti dice che ci sia?”

“Ehm...il fatto che continui a camminare in tondo da quasi un’ora?” Alzò un sopracciglio Albus, l’aria di chi ne sapeva molto di più di quanto non dicesse. “Vediamo, c’entra per caso McLaggen e una certa Grifondoro di nostra conoscenza col tuo malumore?”

Alla domanda Scorpius si bloccò a metà passo, al centro preciso della stanza, e con gli occhi grigi andò per un attimo a cercare quelli verdi dell’amico. Poi, così come era arrivata, la sensazione di stupore scivolò via, estromessa da una nuova ondata d’indignazione.

“Quell’Avvincino...” Borbottò, di nuovo imbufalito, mentre riprendeva la sua folle camminata per tutto il perimetro della stanza. “Ma comunque ti sbagli di grosso. Rose Weasley non c’entra niente con il mio malumore. Né lei né quell’altro mezzo Troll del suo ragazzo.”

Al per tutta risposta sogghignò, sbarazzino. “E chi ha parlato di Rose?!” Domandò, con l’espressione più ingenua e allo stesso tempo impertinente del suo repertorio.

Accortosi del fallo in cui si era cacciato da solo, Scorpius mandò tra sé e sé invettive non troppo ortodosse verso i folletti della Cornovaglia e la barba bianca di mago Merlino. –Ecco, vedi?- Avrebbe voluto obiettare se solo avesse avuto la tal Grifondoro tra le mani. –Mi sto rincitrullendo per colpa tua e dei tuoi pessimi, inammissibili gusti.-

“A parte il fatto che McLaggen non è e non sarà mai il ragazzo di Rosie.” Stava nel frattempo dicendo il secondogenito di casa Potter, messosi seduto compostamente sul letto per poter osservare il suo migliore amico in viso. “Penso seriamente che devi fare qualcosa per questa storia.”

“Tipo incantare McLaggen?” Propose subito Scorpius, particolarmente malefico.

“Sì. Cioè no.” Albus prese un profondo respiro e si sforzò di rimanere concentrato. “Intendevo con Rosie. Dovresti parlarle. Tanto l’hanno capito pure i muri che ti piace, eccetto lei, ma mia cugina non fa testo in questo campo.”

Parlarle... Scorpius fece una smorfia di disappunto a quella parola. Sì, come no, e magari farsi ridere in faccia da lei! Perché si dava il caso che era altamente improbabile, se non addirittura impossibile, che Rose Weasley credesse ad una cosa tanto surreale da sconvolgere lui per primo. No, aveva altri piani e a tal proposito...

“Io credo che dovremo pensare a McLaggen prima.” Sentenziò, con uno sguardo che non prometteva nulla di buono a conoscerlo.

“Vuoi minacciare McLaggen?” Albus, difatti, chissà perché iniziava a nutrire tetre visioni in merito alla questione.

“Sarebbe un’idea, ma no. Pensavo più a qualcosa per togliermelo dalle scatole.” Lo corresse Scorpius, pensieroso, che chiaramente stava decidendo le pedine migliori da utilizzare e le modalità per muoverle al fine di raggiungere il suo obiettivo.

“E cioè? Vuoi affatturarlo?” Al sembrava davvero molto scettico in merito ma, senza saperlo, la sua obiezione era riuscita a far venire un’idea al compagno di Casa.

“Tuo cugino possiede sempre quella scorta di Merendine Marinare, vero?” Gli occhi grigi di Scorpius scintillarono di malvagità per un istante e Al, che di solito era abbastanza sfrontato da non preoccuparsi di niente, stavolta se ne vide bene dal sottovalutarlo.

“Chi, Hugo? E che vuoi farci?”

L’altro ghignò. “Soltanto pensare a McLaggen.”

 

 

And I wanna build Build it high for you
But the cost like other costs I can't afford you
But I always take the wrong way
This is why this love can't stay

 

And I wanna change, change the way we always have
And to make different plans and try not to make desire
But I always choose another way
This is why this love can't stay

 

 

Corridoi di Hogwarts, un giorno prima della ronda.

 

“Continuo a pensare che sia un’idea assolutamente folle.” Non poté fare a meno di ripetere, forse per la ventesima volta, Albus mentre lui e il suo migliore amico, nascosti sotto al Mantello dell’Invisibilità, si dirigevano verso la Torre di Grifondoro. “Non puoi parlarle e basta?”

Per tutta risposta Scorpius alzò gli occhi al cielo con aria scocciata. “E tu pensi davvero che mi crederebbe?”

L’altro non dovette pensarci poi molto per sapere quale fosse la naturale risposta.

Sospirò. “Siete assurdi. Tutti e due.” Precisò, sfibrato. “Perciò qual è il piano? Mettiamo fuori gioco McLaggen e poi...?”

“Te l’ho già detto.” Sbuffò contrariato Scorpius, che odiava doversi ripetere due volte. “Prima ci sbarazziamo di McLaggen, poi provvederemo a Scamander.”

Albus a quel punto sembrava sinceramente confuso. “Fammi capire bene, che intendi per provvedere a Scamander? Vuoi mettere fuori gioco Lysander per la partita di domani? E che c’entra questo con Rosie, poi?”

“Ma quanto sei stupido?” Non era una domanda, solo una constatazione amichevole. “La partita non c’entra niente. Domani vinciamo con o senza Lysander Scamander.”

“Per forza, con un Battitore come me!” Pompò il torace Albus, dimentico di essere nascosto sotto un mantello che a stento riusciva a contenerli entrambe.

“Certo, come no...!” Roteò gli occhi solamente Scorpius, dando così voce ai propri dubbi in merito.

“Però questo non spiega che c’entra Lysander con Rosie.” Puntualizzò allora il moro, sempre più confuso.

Okay stregare McLaggen. Sì pure al rivolgersi a Hugo per questo. Ma che c’entrava Lysander? Non gli risultava che andasse dietro a sua cugina Rosie, anzi, non gli pareva fosse interessato a nessuna delle sue cugine e basta. Beh, magari c’era un certo feeling con Dominique, visto il modo con cui continuava a sbirciarla di nascosto, credendo di non essere visto e-

No, stava degenerando. –Concentrato Al! Rimani concentrato!- Si ammonì.

Dunque, ricapitolando, se Lysander non era interessato a Rosie, si poteva escludere la gelosia a suo sfavore. Ma se si escludeva la vendetta passionale... Perché cavolo dovevano avercela con lui, allora?!

“Infatti non c’entra.” Statuì in quel frangente Scorpius, attirando le sue complete attenzioni.

“Ah, bene. Volevo dire...! Ma allora...”

“Al, stavo parlando dell’altro Scamander.” Sbuffò esasperato il biondo, che a quel punto della sua vita iniziava seriamente a chiedersi chi cavolo gliel’avesse fatto fare di diventare amico con quell’ingenuo di un Potter.

Poi però, scansando un paio di ragazzine che giusto quella mattina gli avevano fatto andare di traverso la colazione con tutti quei baci mandati per aria, le quali non parevano aver affatto notato la sua presenza, si ricordò del Mantello e con questo anche del perché fosse ancora suo amico.

Beh, no. In verità era una bugia. Per quanto snervante ed esasperante potesse risultare, delle volte, Albus Severus Potter poteva considerarsi davvero un ottimo amico. Era sardonico quanto bastava a cancellare la noia, brillante più di quanto lui stesso si impegnasse a mostrare e aveva anche il singolare dono di saper capire le cose senza che queste gli venissero dette, il che, considerando il carattere estremamente riservato del suo migliore amico, era una gran qualità per lui.

“Lorcan?”

“Esatto.” Confermò Scorpius serissimo.

“Che dobbiamo farci con Lorcan?” Domandò incuriosito Al, salvo capirlo da solo appena l’attimo dopo. “Per le mutande di Merlino, ma dove le vai a pescare certe idee?”

Sarebbe dovuto essere un rimprovero il suo, eppure per una strana ragione non poteva fare a meno di sorridere, concitato. Oh, se non era diabolico quel dannato Malfoy! Se lo sentiva: sarebbero andati d’accordo per sempre!

“Finalmente...!” Alzò gli occhi al cielo di rimando l’altro, con un sorrisetto che voleva significare molto un ci sei arrivato, era ora.

“D’accordo, Scorpius. Facciamolo!”

 

 

Little by little
You gonna hear me cry (Hear me cry)
Why

 

But I wanna smell, smell the way you do
And to wear those clothes, the clothes your friends do
But I always choose another way
This is why this love can't stay

 

 

Serre, un giorno prima della ronda.

 

“Voi volete che io faccia cosa?” Dire che Hugo Weasley era allibito, incredulo e scettico, sarebbe stato minimizzare.

Hugo era esterrefatto, il che, per uno come lui che non si lasciava sorprendere mai da niente, equivaleva ad una bella conquista.

Dinanzi a lui suo cugino Albus mostrava l’espressione più sicura e convincente di cui era dotato, all’apparenza estremamente consapevole di quanto stava facendo per sospettare una qualche forma di Maledizione Imperius ai suoi danni.

“Tu hai la scorta di Merendine Marinare che ti ha lasciato Freddie, giusto?” Chiese instancabile, mentre accanto a lui Scorpius scrutava il Grifondoro con un tale accanimento da far pensare che volesse ipnotizzarlo e farlo collaborare con la sola forza del suo sguardo.

“Sssì.” Abbassò lentamente la testa Hugo, esitante come se a fargli la domanda fosse stata la McGranitt in persona.

“E sei anche compagno di Casa di Rufus McLaggen, no?”

“Da che ne sappia...” Annuì ancora il rosso, che non ci stava capendo davvero più niente.

Aveva appena finito una lezione di Erbologia, quando si era sentito trascinare da una forza invisibile ed essere catapultato nella serra più vicina, per ritrovarsi Al davanti senza il minimo preavviso, celato fino a qualche secondo prima dal Mantello dell’Invisibilità e accompagnato da un decisissimo Malfoy. Dopodiché, neppure lasciata a presagire dal minimo cenno, si era sbottonato nella complicata spiegazione di un piano dove lui, nel suo sbigottimento, era riuscito a recepire solo sporadiche parole. McLaggen, Merendine Marinare e qualcos’altro di indefinito, che non aveva avuto la prontezza di afferrare lì per lì.

“Quello che ti stiamo chiedendo, è di far ingoiare del tutto casualmente una delle tue Merendine a McLaggen per poter avere la serata libera domani.”

“Ehm, libera da cosa?” Chiese con maggiore insistenza Hugo, saettando come una pallina da pingpong ora sul cugino ora su Malfoy, come inebetito.

“Dalla ronda!” Chiocciò rapido Albus, un sorrisetto furbesco ad illuminargli il viso.

“In altre parole, io dovrei stregare Brufulus per-”

“Aspetta...come l’hai chiamato?” Il moro sgranò gli occhi, subito imitato da un più rigido Scorpius.

“Brufulus.” Ripeté con una scrollata di spalle Hugo. “Perché?”

“Questa è buona!” Scoppiò a ridere in risposta Al, sinceramente divertito. “Hai sentito Scorpius? Brufulus!” E giù a ridere di nuovo, mentre il suo amico si limitava a discreti sghignazzi.

“E scusa, tu come lo chiameresti un tipo del genere? È irritante peggio di svegliarsi la mattina e scoprire di avere un brufolo sul naso!”

“Questa è bella.” Se l’appunto divertito Scorpius, ricordandosi di mostrare molta più deferenza verso quel Grifone di quanto non avesse mai fatto in tutta la sua vita.

Conosceva poco il ragazzo e già gli era sembrato un tipo sveglio, ma adesso ne aveva addirittura la certezza. Sarebbero potuti andare veramente d’accordo, loro due, il che era un bene considerati i suoi piani per il futuro, no?

“Comunque.” Tagliò corto lo stesso Hugo poco dopo, vagamente innervosito dall’orario che torreggiava sulla sua testa.

Dopo l’ultima rimpatriata a casa, Rose aveva preso il vizio di controllargli lo stato dei compiti tutte le sere, prima di andare a dormire, di modo da avere un’idea generale su quanto lunga dovesse essere la strigliata stavolta. Ovviamente era stata la mamma a dirle di farlo e, altrettanto chiaramente, sua sorella non si era fatta pregare poi molto per assolvere ai suoi doveri con la rigidità di un caporale in piena guerriglia. Il risultato di tale diabolico accordo era stato uno solo, ad ogni modo: giocare sulla sua povera pazienza e sui suoi stremati nervi con la brutalità di un serial killer.

“Mi spiegate perché volete liberarvi di Brufulus? Che avete in mente?” S’infervorò, entusiasta alla prospettiva di poter unirsi alla combriccola se ce ne fosse stato bisogno.

D’altro canto non era certo una novità che dove c’erano i guai, c’era anche Hugo Weasley.

Alla domanda, stranamente, Al anziché rispondergli si limitò a fissare con intensità il suo amico Serpeverde, quasi volesse passargli una serie di informazioni direttamente con lo sguardo. Cosa che, alla fine, sembrò avvenire giacché, con uno sbuffo seccato, fu Scorpius a parlare per entrambe.

“Mi serve il suo turno di ronda.” Borbottò, telegrafico come sempre.

Hugo aggrottò la fronte. “Vuoi lavorare in più?” Era chiaro che non riusciva proprio a comprendere il motivo di una simile iniziativa, ma di nuovo dovette rimanere spiazzato dall’inaspettata reazione dell’altro.

Scorpius, difatti, contravvenendo al suo carattere arrossì lievemente sulle guance, andando perciò ad assumere un incarnato appena più colorito di quello pallido e latteo che aveva di solito. Quindi farfugliò qualcosa di assolutamente incomprensibile, che neppure se avesse avuto le Orecchie Oblunghe Hugo avrebbe potuto udire, tanto era stata massa la tonalità di voce utilizzata. A salvare la situazione, comunque, ci pensò grazie al cielo Al, rinsavito dal suo stato di estasi totale dinanzi all’imbarazzo dell’amico.

“Andiamo Hugo, ti sembra il tipo che si spacchi la schiena di fatica?” Roteò gli occhi, guadagnandosi all’istante uno sguardo di fuoco da parte dell’interessato.

“E allora perché?” Hugo, comunque, sembrava capirci sempre meno di tutta quella storia.

Chi fa la ronda con Brufulus?” Lo incitò dunque Al, che aveva trovato il soprannome troppo divertente per non usufruirne a sua volta alla prima buona occasione.

“Beh, di solito lui e Rose, se non è cambiato niente.” Sgranò gli occhi. “Per i calzini puzzolenti di Salazar!”

“Ehi, attento alle tue ingiurie, ragazzo!” Lo apostrofò fintamente offeso il cugino, salvo poi scoppiare a ridere di gusto nel constatare l’espressione basita di Hugo e quella ostinatamente indifferente che Scorpius si sforzava di sfoggiare. “Allora, ci aiuterai?” Domandò quindi di nuovo alla carica, dopo aver atteso solo il tempo necessario per fargli assimilare la notizia.

Alla richiesta, dimentico di tutto il sommo stupore provato, Hugo si rianimò seduta stante e nel fondo dei suoi occhi azzurri scintillò brillante una luce malandrina.

“Dipende. Che ci guadagno io?” Volle difatti sapere, stoicamente serio anche dinanzi all’aria stupita che i due Serpeverde gli rivolsero in cambio.

“Come?” Fu Scorpius il primo a parlare, il tono strascicato di sempre ma un sopracciglio ben alzato a sottolineare la propria incredulità circa le parole appena udite.

“Ipotizziamo che io vi aiuti, che lo faccia insomma. Voglio sapere che ci guadagno.” Spiegò conciso il Grifondoro, perfettamente a proprio agio nonostante il sostanziale ricatto appena formulato.

Al era atterrito. “Lo sapevo che tutto quel tempo passato con mio fratello non poteva farti bene!” Esclamò in un tono stridulo, inorridito al pensiero di chissà quali sparate era stato in grado di partorire quel gran genio di James per convincere Hugo a comportarsi allo stesso modo.

“Beh, non si fa niente per niente, giusto?” Non era una domanda, era una semplice constatazione.

A quel punto Albus stava già per mettersi in marcia alla ricerca del fratello per fargli una bella ramanzina quando, stupendo tutti per l’ennesima volta, sopraggiunse la voce calma di Scorpius, il quale – ne dedusse il moro in un misto di scetticismo e invidia – non doveva aver afferrato appieno la gravità della situazione per essere così tranquillo.

“Okay. Cosa vuoi in cambio?”

Hugo, che era il primo a non credere alle sue orecchie, dovette sforzarsi non poco per ritrovare la concentrazione necessaria per portare avanti la trattativa.

“La nuova Firebolt.”

“Eh?” Albus era interdetto, ma Hugo non dava segni di cedimento sulla sua proposta.

Prendere o lasciare, sembravano voler dire i suoi occhi e il guizzo di vittoria impresso in essi.

-Che razza di truffatore!- Si ritrovò a pensare invece Scorpius, nonostante una punta d’orgoglio malcelata nelle iridi grigie. Quel ragazzino gli piaceva di minuto in minuto, avrebbero potuto fare grandi cose insieme se rivolte verso un comune rivale.

“D’accordo.” Acconsentì dopo un lungo istante di silenzio Scorpius. “Avrai la tua scopa.” Ribadì, sorridendo compiaciuto.

“Affare fatto, allora.” Per quanto fosse evidente lo stupor di Hugo, che proprio non si era aspettato di vedersi accettare la propria richiesta, si mostrò molto professionale nell’allungargli una mano, ultimo atto a concludere l’insolita collaborazione.

Accanto a loro, Albus era semplicemente sconcertato. Beh, forse poteva pure sforzarsi di capire Hugo e la sua indole opportunista quando ci voleva, ma Scorpius?! Doveva essersi del tutto rincitrullito per accondiscendere ad una cosa del genere, perché l’amore non poteva ridurre le persone in quello stato...giusto?

“Dopotutto non sei così male, Malfoy.”

“Già, neanche tu per essere un Grifondoro, Weasley.”

 

 

Little by little
You gonna hear me cry (Hear me cry)
Why
And I know that it started somewhere
And I really like it now, Yes I really like it now
Like it now

 

I got a plan
A plan to get us out of here
If we only can use your money we can defiantly get get out of here
But I always screw it up some way
This is why this love can't stay

 

 

Entrata alla Sala Comune di Corvonero, qualche ora prima della ronda.

 

“Non pensate di fregarmi tanto facilmente, so perfettamente che siete stati voi a stregare McLaggen.”

Lorcan Scamander mostrava un cipiglio piuttosto severo quel giorno a due seccati Albus Potter e Scorpius Malfoy che, armati di una gran bella faccia tosta, avevano osato rivolgersi a lui con quei toni fintamente noncuranti per proporgli un aiuto del tutto disinteressato con il turno di ronda di quella sera. Turno di ronda dove, con un tempismo che aveva dell’incredibile, Rufus McLaggen si era visto costretto a declinare per un improvviso attacco di vomito inarrestabile, tanto simile alla reazione post-Merendina Marinara.

“Noi?!” Albus intanto era scoppiato in una risatina isterica che sarebbe dovuta essere convincente ad indurlo a credergli sulla loro innocenza in merito, ma che piuttosto contribuì a fomentare ogni sospetto. “Ma dai! Ti sembriamo forse i tipi da fare una cosa del genere?”

“Sinceramente?”

“Non hai le prove per accusarci!”

“Per favore Al, conosco Freddie da una vita e a memoria il catalogo del suo negozio. Pensi che io non sappia in cosa consista una Pasticca Vomitosa?”

Colpito e affondato.

“Vabbè, comunque il punto è un altro.” Tagliò corto il moro, che già aveva annusato l’aria di disdetta se avesse continuato di quel passo. “Casualità o meno, McLaggen è in infermeria, no? Perciò a conti fatti sei rimasto senza un Prefetto per la ronda di stasera.”

“Il che non dovrebbe interessarti.”

“Sì, ma-”

“Qual è il tuo prezzo?” La domanda inopportuna di Scorpius, buttata lì di punto in bianco, riuscì ad azzittire Albus e ad attrarre, per la prima volta dall’inizio del discorso, le attenzioni vive di Lorcan.

“Scorpius, sei impazzito?” Gli sussurrò subito all’orecchio il suo migliore amico, che stava iniziando a sudare sette camice per la riuscita di quel folle piano. “Se non te ne fossi accorto, lui è il Caposcuola! Il Caposcuola!”

“Respira Al, stai andando in iperventilazione.” Lo mise in guardia il biondo, pacato neanche avesse appena bevuto una pozione rilassante.

“Io...sì. Respiro. Respiro.”

“Allora?” Insistette quindi di nuovo Scorpius, che non aveva certo tutto quel tempo da perdere con Scamander.

Tanto più che la ronda ci sarebbe stata proprio quella sera e, dunque, doveva pure sbrigarsi se voleva che il suo piano andasse in porto. C’aveva già rimesso un bel po’ di galeoni il giorno prima dietro a quel calcolatore di Hugo Weasley, non aveva proprio voglia adesso di veder vanificare le sue finanze per nessun motivo. Neanche per il Caposcuola.

“Un appuntamento.” Anziché schiaffeggiarlo come aveva pensato Al, comunque, Lorcan si dimostrò piuttosto pratico nell’esternare il suo costo.

“Un appuntamento?” Si riprese in un nano secondo il secondogenito di casa Potter. “Davvero, non offenderti Lorcan, ma non sei affatto il mio tipo. Cioè, se un giorno cambio idea sei il primo a cui lo faccio sapere, eh, però per adesso-”

“Grazie mille per l’interessamento, ma neanche tu sei il mio tipo. Né lui.” Si affrettò ad aggiungere il Corvonero, intercettando l’occhiata partecipe che Albus aveva rivolto a Scorpius.

“Okay.” Ridacchiò incontrollabile Al. “Meglio così, allora, no?”

“Voglio un appuntamento con Roxanne.” Sciorinò dunque Lorcan, rapido e conciso come sempre, le sue qualità migliori.

“Roxanne? Parliamo della stessa Roxanne? Mia cugina Roxanne?”

“Quella Roxanne.” Confermò tranquillo l’altro, mentre Scorpius scrutava la scena soprapensiero.

“Lorcan, tu ti rendi conto che mia cugina non dirà mai di sì, vero? Ti odia.” A quel punto Albus sembrava sul punto di una nuova crisi di nervi, che andò ad aumentare in modo sproporzionato all’uscita del ragazzo.

“È quello che si ostina a ripetere. Ma d’altro canto...” E accennò con il capo al giovane rampollo dei Malfoy. “...le vie del destino sono infinite.”

“Io...tu...pensavo che neanche tu la sopportassi!” Al non voleva proprio capire quel giorno.

“Mera apparenza.” Si limitò tuttavia a scrollare le spalle Lorcan, con un sorrisetto sibillino che ben si adattava al suo viso furbesco.

“Fantastico...c’è qualcos’altro che non so?”

“Perciò.” Intervenne a quel punto Scorpius, riscuotendosi dai propri pensieri per mettere fine alla trattativa. “Se ti procuro un appuntamento con Roxanne Weasley tu farai in modo che fortuitamente io prenda il posto di McLaggen per la ronda?”

“Esatto.”

Malfoy ci pensò su solo un attimo, sotto lo sguardo sempre più confuso di Albus, prima di annuire.

“Intesi, allora.”

 

 

Little by little
You gonna hear me cry (Hear me cry)
Why
And I know that it started somewhere
And I really like it now, Yes I really like it now
Like it now

 

And we know it started yet, it started right there
And you were very loud yes you were very loud
But I really like that, very loud, like that yeah you were very loud

 

 

Entrata alla Sala Comune di Corvonero, la ronda.

 

Convincere Roxanne ad uscire con Lorcan si era rivelato molto più difficile del previsto ma alla fine, dinanzi alla prospettiva di poter essere d’aiuto alla nascita di una nuova coppia (perché sì, checché ne desse a vedere, era una romantica anche lei quando voleva, anche se come puntualizzato più di una volta lo faceva solo per il bene di Rose). Unica postilla, quella di saltare l’appuntamento con quell’idiota di un Corvonero qualora il piano non avesse funzionato. Scorpius non se l’era sentito di negarle questo diritto e, pertanto, avevano concluso l’accordo.

Tracciando il bilancio dei costi apportati dal suo piano e tirando poi una linea netta, era chiaro che fino a quel momento le cose non stavano andando a suo vantaggio.

Aveva sborsato un botto di galeoni per comprare l’ultimo modello di Firebolt in circolazione a quello stronzetto di un Grifondoro.

Aveva ceduto ai ricatti di un Corvonero, mettendosi a fare da cupido tra lui e una rossa piuttosto ostinata.

Aveva sfibrato tutto quello che c’era da sfibrare nel tentativo di convincere Albus a rimanersene in camera sua per quella sera, visto che dove c’era lui, succedevano sempre le peggio catastrofi e anche i migliori piani andavano a farsi benedire.

Adesso, o la Weasley si decideva ad ascoltarlo una buona volta, o si vedeva costretto ad utilizzare le maniere forti per costringerla a capire che no, non era pazzo e che , si era giocato anche l’ultimo neurone per essere caduto tanto in basso da orchestrare un simile piano solo perché si era malauguratamente innamorato di lei.

Come accidenti fosse potuto accadere, non ne aveva la benché minima idea.

Insomma, Rose Weasley c’era sempre stata nella sua vita da che ricordava e, con lei, le liti furiose in cui si accanivano. Ma come dal trovarla insopportabile fosse passato al reputarla carina e poi brillante, intelligente e tremendamente sensuale...oh, a quello non sapeva proprio dare una risposta. Fatto stava che un giorno si era alzato e si era accorto che la cugina sbadata di Al non era poi tanto male, infondo, e che lui era cascato nella trappola dell’amore proprio come un babbeo.

Comunque al momento quello che importava era di farle capire che era davvero innamorato di lei senza doversi veder rivolgere un sorriso di scherno poi. Cosa molto più a semplice a dirsi che a farsi, tra l’altro. Chi non conosceva la totale tendenza della ragazza a sminuirsi e a rifiutare categoricamente qualsiasi forma di complimento, per non parlare poi della sua reazione scettica dinanzi a qualsivoglia dichiarazione d’amore?

Figurarsi se a fargliela era niente di meno che lui, Scorpius Malfoy, la sua nemesi per eccellenza!

Ecco perché era stato necessario adottare un piano efficace. Un piano che gli permettesse di poter stare con lei da solo il tempo necessario a farle capire una volta per tutte che lei era degna del suo cuore. Era molto, molto più che degna.

D’altro canto Scorpius aveva capito sin dal loro primo incontro che Rose Weasley era una ragazza completamente diversa dalle altre, che era singolare, speciale. Probabilmente se ne era innamorato proprio per questo. Oltre al modo in cui riusciva a trovare sempre una risposta pronta per tutto, per come si spostava i capelli dalla fronte quando le ricadevano ribelli, o anche per come arrossiva impietosamente, vuoi per l’imbarazzo vuoi per la collera.

In effetti era anche troppo collerica.

Era abbastanza sicuro che se l’avesse fermata dicendole di trovarla irresistibile, lei l’avrebbe affatturato, per questo si era sempre guardato bene dal farlo.

E poi era un Malfoy, perbacco, non si prodigava a simili parate esplicite quando poteva ricorrere a mezzucci loschi e non proprio corretti...

-Ma dove si è andata a cacciare?!- Stava iniziando ad innervosirsi sul serio. Erano già dieci minuti buoni che la cercava invano, se non la trovava nel giro di poco avrebbe dovuto rispondere anche per quello!

Poi gli venne l’idea.

Conoscendola, Rose non doveva essersi arresa tanto facilmente all’idea di fare la ronda con lui – fece una smorfia di disappunto al pensiero – e quindi doveva essere ritornata alla carica con Lorcan per questo.

Sì, decise che ripartire la ricerca dalla Torre di Corvonero era un buon punto di partenza.

E difatti...

Rose se ne stava inebetita a fissare la porta senza serratura che dava alla Sala Comune blu e bronzo, i capelli arruffati e le braccia scese lungo i fianchi.

Se non era da togliere il fiato...!

“Weasley, avevo capito dovessimo fare il turno insieme, non ciondolare in giro per il castello!” Non poté tuttavia resistere, sorridendo poi compiaciuto nel vederla voltarsi accompagnata da scintille di fuoco e sbuffi sonori.

“Per tua informazione, non stavo ciondolando in giro per il castello, ma stavo discutendo di alcune, ehm, questioni con Lorcan.” Lo bacchettò di rimando lei, attenta ad ogni singola parola utilizzata, rossa quel tanto che bastava per fargli desiderare di baciarla seduta stante.

“Questioni che mi riguardano?” Domandò Scorpius, inarcando un sopracciglio e assumendo un’aria vagamente incuriosita.

La vide sbiancare, quindi boccheggiare e infine divenire pericolosamente inflessibile.

“Suppongo che neppure un incontro ravvicinato con uno Schiopodo Sparacoda riuscirebbe a sgonfiare il tuo smisurato ego, Malfoy.”

Merlino, amava quella donna!

 

 

 

 

 

{Il titolo del capitolo è un adattamento di Along Came Polly, film con Jennifer Aniston e Ben Stiller}

{La canzone è Very Loud, dei Shout Out Louds, colonna sonora del film Nick & Norah: Tutto accadde in una notte}

 

 

A/N

Infine l’ultimo. Ultimo ultimo, per davvero stavolta. Il titolo è un elogio ad Al, l’ultimo maschietto coinvolto nei folli piani di conquista di Scorpius miranti al cuore di Rose.

Un po’ mi dispiace lasciar andare questa fanfiction, mi sono divertita un mondo a scriverla e ancora di più a giocare sulla pazienza di Rose! XD Ma personalmente non avrei saputo trovarle altre finale se non quello che le ho dato, perciò ho dovuto dirle addio alla fine. Non senza essermi concessa prima quest’ultima dissertazione pre-storia, per così dire, dove appunto viene alla luce la nascita del piano di Scorpius. Come avete avuto modo di notare, niente era lasciato al caso, i gesti di Scorpius avevano un suo perché, così come il sorriso sibillino di Lorcan e la scopa nuova di Hugo!

L’ultimo pezzettino riprende parte del dialogo del primo capitolo, perché mi piaceva l’idea di ribaltarlo dalla visuale di Scorpius.

Un’altra cosa ancora, la canzone. Io la trovo semplicemente perfetta per questa storia in particolare e per Scorpius e Rose in particolare. Leggendo le parole, mi sono sembrate la giusta dichiarazione di lui che, pur sforzandosi di “costruire” per lei, alla fine riesce a prendere solo la strada sbagliata. Perché basterebbe dirglielo e basta, ma d’altra parte lei non è una qualsiasi, lei è Rose, il che significa che bisogna portarle la prova di tutto per convincerla a crederti. O almeno questa è la mia personalissima visione dei fatti.

Ritornando a noi, volevo ringraziare tutte le fantastiche persone che hanno seguito instancabili questa storia. Mi sto riferendo, ovviamente, a voi: Queen_of_sharinga_91, GrEEn, B_Green, TittiGranger, Aurora_Cullen, Sae (tex, mia tex), _EpicLoVe_, mAd wOrLd, lolly puwerpuff girl, katia37, ElseW, musicmylife, Tatan, maricuccia e _crazygirl. E grazie anche a chi l’ha semplicemente letta, chi l’ha inserita tra i preferiti, chi tra i seguiti e chi eventualmente mi lascerà una recensione, in futuro, giusto per farmi sapere se anche quest’ultimo capitolo bonus è stato di vostro gradimento o meno.

Quando l’ho iniziata a scrivere, avevo in mente una storia di massimo cinque, sei capitoli. E invece ne sono venuti fuori ben nove più uno! Incredibile... A mia discolpa posso dire che è stato troppo divertente torturate e provare la calma di Rose! XP E poi tra Scorpius, Al, James e Hugo...come potevo resistere?! ^.-

Detto questo levo le tende fino alla prossima, gente, e mi raccomando: fatemi sapere cosa ne pensate anche di quest’ultimissimo capitolo!

Baci.

memi J

 

  
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