Extra
~ Along Came Albus
Dormitorio di Serpeverde,
un giorno prima della ronda.
Scorpius
era infuriato.
Era
molto, molto infuriato.
Era
così infuriato che avrebbe potuto buttare giù un intero muro con la sola forza
dei suoi cazzotti.
Ma
farlo avrebbe significato sporcarsi i vestiti e dopotutto Scorpius non era così infuriato, perciò anziché dedicarsi
ad un’insana attività fisica, optò per un ragionevole andirivieni nella sua
stanza. Doveva solo calmarsi – si disse in uno sprazzo di lucidità – e poi
avrebbe potuto architettare la sua degna vendetta ai danni di
quell’invertebrato con la puzza sotto al naso e la parlantina facile sennonché
pure terribilmente pedante. Meglio ancora doveva calmarsi, elaborare un piano
ed attuarlo a strettissimo giro di modo da scacciare via tutto il malumore che
il semplice incontrare quella sottospecie di piattola gracchiante gli aveva
messo addosso.
“Per
la barba di Merlino, vuoi smetterla di fare avanti e indietro, Scorpius?”
Sbottò ad un tratto la voce del suo migliore amico dal letto giù in fondo, sul
quale si era buttato con molta poca grazia. “Mi sta venendo il mal di testa.”
“Non
guardarmi allora!” Berciò inacidito il biondo, le braccia conserte e il mento
poggiato su una mano con aria truce.
“Magari...!
Ma purtroppo occupi tutta la mia visuale.” Ribatté prontamente l’altro, puntellandosi
sui gomiti per scrutarlo con i suoi sarcastici occhi smeraldini. “Allora, qual
è il problema?”
“Chi
ti dice che ci sia?”
“Ehm...il
fatto che continui a camminare in tondo da quasi un’ora?” Alzò un sopracciglio
Albus, l’aria di chi ne sapeva molto di più di quanto non dicesse. “Vediamo,
c’entra per caso McLaggen e una certa Grifondoro di nostra conoscenza col tuo
malumore?”
Alla
domanda Scorpius si bloccò a metà passo, al centro preciso della stanza, e con
gli occhi grigi andò per un attimo a cercare quelli verdi dell’amico. Poi, così
come era arrivata, la sensazione di stupore scivolò via, estromessa da una
nuova ondata d’indignazione.
“Quell’Avvincino...”
Borbottò, di nuovo imbufalito, mentre riprendeva la sua folle camminata per
tutto il perimetro della stanza. “Ma comunque ti sbagli di grosso. Rose Weasley
non c’entra niente con il mio malumore. Né lei né quell’altro mezzo Troll del
suo ragazzo.”
Al
per tutta risposta sogghignò, sbarazzino. “E chi ha parlato di Rose?!” Domandò,
con l’espressione più ingenua e allo stesso tempo impertinente del suo
repertorio.
Accortosi
del fallo in cui si era cacciato da solo, Scorpius mandò tra sé e sé invettive
non troppo ortodosse verso i folletti della Cornovaglia e la barba bianca di
mago Merlino. –Ecco, vedi?- Avrebbe
voluto obiettare se solo avesse avuto la tal Grifondoro tra le mani. –Mi sto rincitrullendo per colpa tua e dei
tuoi pessimi, inammissibili gusti.-
“A
parte il fatto che McLaggen non è e non sarà mai il ragazzo di Rosie.” Stava nel frattempo dicendo il
secondogenito di casa Potter, messosi seduto compostamente sul letto per poter
osservare il suo migliore amico in viso. “Penso seriamente che devi fare qualcosa
per questa storia.”
“Tipo
incantare McLaggen?” Propose subito Scorpius, particolarmente malefico.
“Sì.
Cioè no.” Albus prese un profondo respiro e si sforzò di rimanere concentrato.
“Intendevo con Rosie. Dovresti parlarle. Tanto l’hanno capito pure i muri che
ti piace, eccetto lei, ma mia cugina non fa testo in questo campo.”
Parlarle...
Scorpius fece una smorfia di disappunto a quella parola. Sì, come no, e magari
farsi ridere in faccia da lei! Perché si dava il caso che era altamente
improbabile, se non addirittura impossibile, che Rose Weasley credesse ad una
cosa tanto surreale da sconvolgere lui per primo. No, aveva altri piani e a tal
proposito...
“Io
credo che dovremo pensare a McLaggen prima.” Sentenziò, con uno sguardo che non
prometteva nulla di buono a conoscerlo.
“Vuoi
minacciare McLaggen?” Albus, difatti, chissà perché iniziava a nutrire tetre
visioni in merito alla questione.
“Sarebbe
un’idea, ma no. Pensavo più a qualcosa per togliermelo dalle scatole.” Lo
corresse Scorpius, pensieroso, che chiaramente stava decidendo le pedine
migliori da utilizzare e le modalità per muoverle al fine di raggiungere il suo
obiettivo.
“E
cioè? Vuoi affatturarlo?” Al sembrava davvero molto scettico in merito ma,
senza saperlo, la sua obiezione era riuscita a far venire un’idea al compagno
di Casa.
“Tuo
cugino possiede sempre quella scorta di Merendine Marinare, vero?” Gli occhi
grigi di Scorpius scintillarono di malvagità per un istante e Al, che di solito
era abbastanza sfrontato da non preoccuparsi di niente, stavolta se ne vide
bene dal sottovalutarlo.
“Chi,
Hugo? E che vuoi farci?”
L’altro
ghignò. “Soltanto pensare a McLaggen.”
And I wanna build Build it high for you
But the cost like other costs I can't afford you
But I always take the wrong way
This is why this love can't stay
And I wanna change, change the way we always have
And to make different plans and try not to make desire
But I always choose another way
This is why this love can't stay
Corridoi di Hogwarts, un
giorno prima della ronda.
“Continuo
a pensare che sia un’idea assolutamente folle.” Non poté fare a meno di
ripetere, forse per la ventesima volta, Albus mentre lui e il suo migliore
amico, nascosti sotto al Mantello dell’Invisibilità, si dirigevano verso la
Torre di Grifondoro. “Non puoi parlarle e basta?”
Per
tutta risposta Scorpius alzò gli occhi al cielo con aria scocciata. “E tu pensi
davvero che mi crederebbe?”
L’altro
non dovette pensarci poi molto per sapere quale fosse la naturale risposta.
Sospirò.
“Siete assurdi. Tutti e due.” Precisò, sfibrato. “Perciò qual è il piano?
Mettiamo fuori gioco McLaggen e poi...?”
“Te
l’ho già detto.” Sbuffò contrariato Scorpius, che odiava doversi ripetere due
volte. “Prima ci sbarazziamo di McLaggen, poi provvederemo a Scamander.”
Albus
a quel punto sembrava sinceramente confuso. “Fammi capire bene, che intendi per
provvedere a Scamander? Vuoi mettere
fuori gioco Lysander per la partita di domani? E che c’entra questo con Rosie,
poi?”
“Ma
quanto sei stupido?” Non era una domanda, solo una constatazione amichevole. “La
partita non c’entra niente. Domani vinciamo con o senza Lysander Scamander.”
“Per
forza, con un Battitore come me!” Pompò il torace Albus, dimentico di essere
nascosto sotto un mantello che a stento riusciva a contenerli entrambe.
“Certo,
come no...!” Roteò gli occhi solamente Scorpius, dando così voce ai propri
dubbi in merito.
“Però
questo non spiega che c’entra Lysander con Rosie.” Puntualizzò allora il moro,
sempre più confuso.
Okay
stregare McLaggen. Sì pure al rivolgersi a Hugo per questo. Ma che c’entrava
Lysander? Non gli risultava che andasse dietro a sua cugina Rosie, anzi, non
gli pareva fosse interessato a nessuna delle sue cugine e basta. Beh, magari
c’era un certo feeling con Dominique, visto il modo con cui continuava a sbirciarla
di nascosto, credendo di non essere visto e-
No,
stava degenerando. –Concentrato Al!
Rimani concentrato!- Si ammonì.
Dunque,
ricapitolando, se Lysander non era interessato a Rosie, si poteva escludere la
gelosia a suo sfavore. Ma se si escludeva la vendetta passionale... Perché
cavolo dovevano avercela con lui, allora?!
“Infatti
non c’entra.” Statuì in quel frangente Scorpius, attirando le sue complete
attenzioni.
“Ah,
bene. Volevo dire...! Ma allora...”
“Al,
stavo parlando dell’altro Scamander.”
Sbuffò esasperato il biondo, che a quel punto della sua vita iniziava
seriamente a chiedersi chi cavolo gliel’avesse fatto fare di diventare amico
con quell’ingenuo di un Potter.
Poi
però, scansando un paio di ragazzine che giusto quella mattina gli avevano fatto
andare di traverso la colazione con tutti quei baci mandati per aria, le quali
non parevano aver affatto notato la sua presenza, si ricordò del Mantello e con
questo anche del perché fosse ancora suo amico.
Beh,
no. In verità era una bugia. Per quanto snervante ed esasperante potesse
risultare, delle volte, Albus Severus Potter poteva considerarsi davvero un
ottimo amico. Era sardonico quanto bastava a cancellare la noia, brillante più
di quanto lui stesso si impegnasse a mostrare e aveva anche il singolare dono
di saper capire le cose senza che queste gli venissero dette, il che,
considerando il carattere estremamente riservato del suo migliore amico, era
una gran qualità per lui.
“Lorcan?”
“Esatto.”
Confermò Scorpius serissimo.
“Che
dobbiamo farci con Lorcan?” Domandò incuriosito Al, salvo capirlo da solo
appena l’attimo dopo. “Per le mutande di Merlino, ma dove le vai a pescare
certe idee?”
Sarebbe
dovuto essere un rimprovero il suo, eppure per una strana ragione non poteva
fare a meno di sorridere, concitato. Oh, se non era diabolico quel dannato
Malfoy! Se lo sentiva: sarebbero andati d’accordo per sempre!
“Finalmente...!”
Alzò gli occhi al cielo di rimando l’altro, con un sorrisetto che voleva
significare molto un ci sei arrivato, era
ora.
“D’accordo, Scorpius. Facciamolo!”
Little by little
You gonna hear me cry (Hear me cry)
Why
But I wanna smell, smell the way you do
And to wear those clothes, the clothes your friends do
But I always choose another way
This is why this love can't stay
Serre, un giorno prima
della ronda.
“Voi
volete che io faccia cosa?” Dire che
Hugo Weasley era allibito, incredulo e scettico, sarebbe stato minimizzare.
Hugo
era esterrefatto, il che, per uno come lui che non si lasciava sorprendere mai
da niente, equivaleva ad una bella conquista.
Dinanzi
a lui suo cugino Albus mostrava l’espressione più sicura e convincente di cui
era dotato, all’apparenza estremamente consapevole di quanto stava facendo per
sospettare una qualche forma di Maledizione Imperius ai suoi danni.
“Tu
hai la scorta di Merendine Marinare che ti ha lasciato Freddie, giusto?” Chiese
instancabile, mentre accanto a lui Scorpius scrutava il Grifondoro con un tale
accanimento da far pensare che volesse ipnotizzarlo e farlo collaborare con la
sola forza del suo sguardo.
“Sssì.”
Abbassò lentamente la testa Hugo, esitante come se a fargli la domanda fosse
stata la McGranitt in persona.
“E
sei anche compagno di Casa di Rufus McLaggen, no?”
“Da
che ne sappia...” Annuì ancora il rosso, che non ci stava capendo davvero più
niente.
Aveva
appena finito una lezione di Erbologia, quando si era sentito trascinare da una
forza invisibile ed essere catapultato nella serra più vicina, per ritrovarsi
Al davanti senza il minimo preavviso, celato fino a qualche secondo prima dal
Mantello dell’Invisibilità e accompagnato da un decisissimo Malfoy. Dopodiché,
neppure lasciata a presagire dal minimo cenno, si era sbottonato nella
complicata spiegazione di un piano dove lui, nel suo sbigottimento, era
riuscito a recepire solo sporadiche parole. McLaggen, Merendine Marinare e
qualcos’altro di indefinito, che non aveva avuto la prontezza di afferrare lì
per lì.
“Quello
che ti stiamo chiedendo, è di far ingoiare del tutto casualmente una delle tue Merendine a McLaggen per poter avere la
serata libera domani.”
“Ehm,
libera da cosa?” Chiese con maggiore insistenza Hugo, saettando come una
pallina da pingpong ora sul cugino ora su Malfoy, come inebetito.
“Dalla
ronda!” Chiocciò rapido Albus, un sorrisetto furbesco ad illuminargli il viso.
“In
altre parole, io dovrei stregare Brufulus per-”
“Aspetta...come
l’hai chiamato?” Il moro sgranò gli occhi, subito imitato da un più rigido
Scorpius.
“Brufulus.”
Ripeté con una scrollata di spalle Hugo. “Perché?”
“Questa
è buona!” Scoppiò a ridere in risposta Al, sinceramente divertito. “Hai sentito
Scorpius? Brufulus!” E giù a ridere
di nuovo, mentre il suo amico si limitava a discreti sghignazzi.
“E
scusa, tu come lo chiameresti un tipo del genere? È irritante peggio di
svegliarsi la mattina e scoprire di avere un brufolo sul naso!”
“Questa
è bella.” Se l’appunto divertito Scorpius, ricordandosi di mostrare molta più
deferenza verso quel Grifone di quanto non avesse mai fatto in tutta la sua
vita.
Conosceva
poco il ragazzo e già gli era sembrato un tipo sveglio, ma adesso ne aveva
addirittura la certezza. Sarebbero potuti andare veramente d’accordo, loro due,
il che era un bene considerati i suoi piani per il futuro, no?
“Comunque.”
Tagliò corto lo stesso Hugo poco dopo, vagamente innervosito dall’orario che
torreggiava sulla sua testa.
Dopo
l’ultima rimpatriata a casa, Rose aveva preso il vizio di controllargli lo
stato dei compiti tutte le sere, prima di andare a dormire, di modo da avere
un’idea generale su quanto lunga dovesse essere la strigliata stavolta.
Ovviamente era stata la mamma a dirle di farlo e, altrettanto chiaramente, sua
sorella non si era fatta pregare poi molto per assolvere ai suoi doveri con la
rigidità di un caporale in piena guerriglia. Il risultato di tale diabolico
accordo era stato uno solo, ad ogni modo: giocare sulla sua povera pazienza e
sui suoi stremati nervi con la brutalità di un serial killer.
“Mi
spiegate perché volete liberarvi di Brufulus? Che avete in mente?” S’infervorò,
entusiasta alla prospettiva di poter unirsi alla combriccola se ce ne fosse
stato bisogno.
D’altro
canto non era certo una novità che dove c’erano i guai, c’era anche Hugo
Weasley.
Alla
domanda, stranamente, Al anziché rispondergli si limitò a fissare con intensità
il suo amico Serpeverde, quasi volesse passargli una serie di informazioni
direttamente con lo sguardo. Cosa che, alla fine, sembrò avvenire giacché, con
uno sbuffo seccato, fu Scorpius a parlare per entrambe.
“Mi
serve il suo turno di ronda.” Borbottò, telegrafico come sempre.
Hugo
aggrottò la fronte. “Vuoi lavorare in più?” Era chiaro che non riusciva proprio
a comprendere il motivo di una simile iniziativa, ma di nuovo dovette rimanere
spiazzato dall’inaspettata reazione dell’altro.
Scorpius,
difatti, contravvenendo al suo carattere arrossì lievemente sulle guance,
andando perciò ad assumere un incarnato appena più colorito di quello pallido e
latteo che aveva di solito. Quindi farfugliò qualcosa di assolutamente
incomprensibile, che neppure se avesse avuto le Orecchie Oblunghe Hugo avrebbe
potuto udire, tanto era stata massa la tonalità di voce utilizzata. A salvare
la situazione, comunque, ci pensò grazie al cielo Al, rinsavito dal suo stato
di estasi totale dinanzi all’imbarazzo dell’amico.
“Andiamo
Hugo, ti sembra il tipo che si spacchi la schiena di fatica?” Roteò gli occhi,
guadagnandosi all’istante uno sguardo di fuoco da parte dell’interessato.
“E
allora perché?” Hugo, comunque, sembrava capirci sempre meno di tutta quella
storia.
“Chi fa la ronda con Brufulus?” Lo incitò
dunque Al, che aveva trovato il soprannome troppo divertente per non usufruirne
a sua volta alla prima buona occasione.
“Beh,
di solito lui e Rose, se non è cambiato niente.” Sgranò gli occhi. “Per i
calzini puzzolenti di Salazar!”
“Ehi,
attento alle tue ingiurie, ragazzo!” Lo apostrofò fintamente offeso il cugino,
salvo poi scoppiare a ridere di gusto nel constatare l’espressione basita di
Hugo e quella ostinatamente indifferente che Scorpius si sforzava di sfoggiare.
“Allora, ci aiuterai?” Domandò quindi di nuovo alla carica, dopo aver atteso
solo il tempo necessario per fargli assimilare la notizia.
Alla
richiesta, dimentico di tutto il sommo stupore provato, Hugo si rianimò seduta
stante e nel fondo dei suoi occhi azzurri scintillò brillante una luce
malandrina.
“Dipende.
Che ci guadagno io?” Volle difatti
sapere, stoicamente serio anche dinanzi all’aria stupita che i due Serpeverde
gli rivolsero in cambio.
“Come?”
Fu Scorpius il primo a parlare, il tono strascicato di sempre ma un
sopracciglio ben alzato a sottolineare la propria incredulità circa le parole
appena udite.
“Ipotizziamo
che io vi aiuti, che lo faccia insomma. Voglio sapere che ci guadagno.” Spiegò
conciso il Grifondoro, perfettamente a proprio agio nonostante il sostanziale
ricatto appena formulato.
Al
era atterrito. “Lo sapevo che tutto quel tempo passato con mio fratello non
poteva farti bene!” Esclamò in un tono stridulo, inorridito al pensiero di
chissà quali sparate era stato in grado di partorire quel gran genio di James
per convincere Hugo a comportarsi allo stesso modo.
“Beh,
non si fa niente per niente, giusto?” Non era una domanda, era una semplice
constatazione.
A
quel punto Albus stava già per mettersi in marcia alla ricerca del fratello per
fargli una bella ramanzina quando, stupendo tutti per l’ennesima volta,
sopraggiunse la voce calma di Scorpius, il quale – ne dedusse il moro in un
misto di scetticismo e invidia – non doveva aver afferrato appieno la gravità
della situazione per essere così tranquillo.
“Okay.
Cosa vuoi in cambio?”
Hugo,
che era il primo a non credere alle sue orecchie, dovette sforzarsi non poco
per ritrovare la concentrazione necessaria per portare avanti la trattativa.
“La
nuova Firebolt.”
“Eh?”
Albus era interdetto, ma Hugo non dava segni di cedimento sulla sua proposta.
Prendere o lasciare,
sembravano voler dire i suoi occhi e il guizzo di vittoria impresso in essi.
-Che razza di truffatore!-
Si ritrovò a pensare invece Scorpius, nonostante una punta d’orgoglio malcelata
nelle iridi grigie. Quel ragazzino gli piaceva di minuto in minuto, avrebbero
potuto fare grandi cose insieme se rivolte verso un comune rivale.
“D’accordo.”
Acconsentì dopo un lungo istante di silenzio Scorpius. “Avrai la tua scopa.”
Ribadì, sorridendo compiaciuto.
“Affare
fatto, allora.” Per quanto fosse evidente lo stupor di Hugo, che proprio non si
era aspettato di vedersi accettare la propria richiesta, si mostrò molto
professionale nell’allungargli una mano, ultimo atto a concludere l’insolita
collaborazione.
Accanto
a loro, Albus era semplicemente sconcertato. Beh, forse poteva pure sforzarsi
di capire Hugo e la sua indole opportunista quando ci voleva, ma Scorpius?!
Doveva essersi del tutto rincitrullito per accondiscendere ad una cosa del
genere, perché l’amore non poteva ridurre le persone in quello stato...giusto?
“Dopotutto
non sei così male, Malfoy.”
“Già,
neanche tu per essere un Grifondoro, Weasley.”
Little by little
You gonna hear me cry (Hear me cry)
Why
And I know that it started somewhere
And I really like it now, Yes I really like it now
Like it now
I got a plan
A plan to get us out of here
If we only can use your money we can defiantly get get out of here
But I always screw it up some way
This is why this love can't stay
Entrata alla Sala Comune
di Corvonero, qualche ora prima della ronda.
“Non
pensate di fregarmi tanto facilmente, so perfettamente che siete stati voi a
stregare McLaggen.”
Lorcan
Scamander mostrava un cipiglio piuttosto severo quel giorno a due seccati Albus
Potter e Scorpius Malfoy che, armati di una gran bella faccia tosta, avevano
osato rivolgersi a lui con quei toni fintamente noncuranti per proporgli un aiuto del tutto disinteressato con il
turno di ronda di quella sera. Turno di ronda dove, con un tempismo che aveva
dell’incredibile, Rufus McLaggen si era visto costretto a declinare per un
improvviso attacco di vomito inarrestabile, tanto simile alla reazione
post-Merendina Marinara.
“Noi?!”
Albus intanto era scoppiato in una risatina isterica che sarebbe dovuta essere
convincente ad indurlo a credergli sulla loro innocenza in merito, ma che
piuttosto contribuì a fomentare ogni sospetto. “Ma dai! Ti sembriamo forse i
tipi da fare una cosa del genere?”
“Sinceramente?”
“Non
hai le prove per accusarci!”
“Per
favore Al, conosco Freddie da una vita e a memoria il catalogo del suo negozio.
Pensi che io non sappia in cosa consista una Pasticca Vomitosa?”
Colpito
e affondato.
“Vabbè,
comunque il punto è un altro.” Tagliò corto il moro, che già aveva annusato
l’aria di disdetta se avesse continuato di quel passo. “Casualità o meno,
McLaggen è in infermeria, no? Perciò a conti fatti sei rimasto senza un
Prefetto per la ronda di stasera.”
“Il
che non dovrebbe interessarti.”
“Sì,
ma-”
“Qual
è il tuo prezzo?” La domanda inopportuna di Scorpius, buttata lì di punto in
bianco, riuscì ad azzittire Albus e ad attrarre, per la prima volta dall’inizio
del discorso, le attenzioni vive di Lorcan.
“Scorpius,
sei impazzito?” Gli sussurrò subito all’orecchio il suo migliore amico, che
stava iniziando a sudare sette camice per la riuscita di quel folle piano. “Se
non te ne fossi accorto, lui è il Caposcuola! Il Caposcuola!”
“Respira
Al, stai andando in iperventilazione.” Lo mise in guardia il biondo, pacato
neanche avesse appena bevuto una pozione rilassante.
“Io...sì.
Respiro. Respiro.”
“Allora?”
Insistette quindi di nuovo Scorpius, che non aveva certo tutto quel tempo da
perdere con Scamander.
Tanto
più che la ronda ci sarebbe stata proprio quella sera e, dunque, doveva pure
sbrigarsi se voleva che il suo piano andasse in porto. C’aveva già rimesso un
bel po’ di galeoni il giorno prima dietro a quel calcolatore di Hugo Weasley,
non aveva proprio voglia adesso di veder vanificare le sue finanze per nessun
motivo. Neanche per il Caposcuola.
“Un
appuntamento.” Anziché schiaffeggiarlo come aveva pensato Al, comunque, Lorcan
si dimostrò piuttosto pratico nell’esternare il suo costo.
“Un
appuntamento?” Si riprese in un nano secondo il secondogenito di casa Potter.
“Davvero, non offenderti Lorcan, ma non sei affatto il mio tipo. Cioè, se un
giorno cambio idea sei il primo a cui lo faccio sapere, eh, però per adesso-”
“Grazie
mille per l’interessamento, ma neanche tu sei il mio tipo. Né lui.” Si affrettò
ad aggiungere il Corvonero, intercettando l’occhiata partecipe che Albus aveva
rivolto a Scorpius.
“Okay.”
Ridacchiò incontrollabile Al. “Meglio così, allora, no?”
“Voglio
un appuntamento con Roxanne.” Sciorinò dunque Lorcan, rapido e conciso come
sempre, le sue qualità migliori.
“Roxanne?
Parliamo della stessa Roxanne? Mia cugina
Roxanne?”
“Quella
Roxanne.” Confermò tranquillo l’altro, mentre Scorpius scrutava la scena
soprapensiero.
“Lorcan,
tu ti rendi conto che mia cugina non dirà mai di sì, vero? Ti odia.” A quel punto Albus sembrava sul
punto di una nuova crisi di nervi, che andò ad aumentare in modo sproporzionato
all’uscita del ragazzo.
“È
quello che si ostina a ripetere. Ma d’altro canto...” E accennò con il capo al
giovane rampollo dei Malfoy. “...le vie del destino sono infinite.”
“Io...tu...pensavo
che neanche tu la sopportassi!” Al non voleva proprio capire quel giorno.
“Mera
apparenza.” Si limitò tuttavia a scrollare le spalle Lorcan, con un sorrisetto
sibillino che ben si adattava al suo viso furbesco.
“Fantastico...c’è
qualcos’altro che non so?”
“Perciò.”
Intervenne a quel punto Scorpius, riscuotendosi dai propri pensieri per mettere
fine alla trattativa. “Se ti procuro un appuntamento con Roxanne Weasley tu
farai in modo che fortuitamente io
prenda il posto di McLaggen per la ronda?”
“Esatto.”
Malfoy
ci pensò su solo un attimo, sotto lo sguardo sempre più confuso di Albus, prima
di annuire.
“Intesi, allora.”
Little by little
You gonna hear me cry (Hear me cry)
Why
And I know that it started somewhere
And I really like it now, Yes I really like it now
Like it now
And we know it started yet, it started right there
And you were very loud yes you were very loud
But I really like that, very loud, like that yeah you were very loud
Entrata alla Sala Comune
di Corvonero, la ronda.
Convincere
Roxanne ad uscire con Lorcan si era rivelato molto più difficile del previsto
ma alla fine, dinanzi alla prospettiva di poter essere d’aiuto alla nascita di
una nuova coppia (perché sì, checché ne desse a vedere, era una romantica anche
lei quando voleva, anche se come puntualizzato più di una volta lo faceva solo per il bene di Rose). Unica
postilla, quella di saltare l’appuntamento con quell’idiota di un Corvonero
qualora il piano non avesse funzionato. Scorpius non se l’era sentito di
negarle questo diritto e, pertanto, avevano concluso l’accordo.
Tracciando
il bilancio dei costi apportati dal suo piano e tirando poi una linea netta,
era chiaro che fino a quel momento le cose non stavano andando a suo vantaggio.
Aveva
sborsato un botto di galeoni per comprare l’ultimo modello di Firebolt in
circolazione a quello stronzetto di un Grifondoro.
Aveva
ceduto ai ricatti di un Corvonero, mettendosi a fare da cupido tra lui e una
rossa piuttosto ostinata.
Aveva
sfibrato tutto quello che c’era da sfibrare nel tentativo di convincere Albus a
rimanersene in camera sua per quella sera, visto che dove c’era lui,
succedevano sempre le peggio catastrofi e anche i migliori piani andavano a
farsi benedire.
Adesso,
o la Weasley si decideva ad ascoltarlo una buona volta, o si vedeva costretto
ad utilizzare le maniere forti per costringerla a capire che no, non era pazzo e che sì, si era giocato anche l’ultimo
neurone per essere caduto tanto in basso da orchestrare un simile piano solo
perché si era malauguratamente innamorato di lei.
Come
accidenti fosse potuto accadere, non ne aveva la benché minima idea.
Insomma,
Rose Weasley c’era sempre stata nella sua vita da che ricordava e, con lei, le
liti furiose in cui si accanivano. Ma come dal trovarla insopportabile fosse
passato al reputarla carina e poi brillante, intelligente e tremendamente
sensuale...oh, a quello non sapeva proprio dare una risposta. Fatto stava che
un giorno si era alzato e si era accorto che la cugina sbadata di Al non era
poi tanto male, infondo, e che lui era cascato nella trappola dell’amore
proprio come un babbeo.
Comunque
al momento quello che importava era di farle capire che era davvero innamorato
di lei senza doversi veder rivolgere un sorriso di scherno poi. Cosa molto più
a semplice a dirsi che a farsi, tra l’altro. Chi non conosceva la totale
tendenza della ragazza a sminuirsi e a rifiutare categoricamente qualsiasi
forma di complimento, per non parlare poi della sua reazione scettica dinanzi a
qualsivoglia dichiarazione d’amore?
Figurarsi
se a fargliela era niente di meno che lui, Scorpius Malfoy, la sua nemesi per
eccellenza!
Ecco
perché era stato necessario adottare un piano efficace. Un piano che gli
permettesse di poter stare con lei da solo il tempo necessario a farle capire
una volta per tutte che lei era degna del suo cuore. Era molto, molto più che
degna.
D’altro
canto Scorpius aveva capito sin dal loro primo incontro che Rose Weasley era
una ragazza completamente diversa dalle altre, che era singolare, speciale. Probabilmente se ne era
innamorato proprio per questo. Oltre al modo in cui riusciva a trovare sempre
una risposta pronta per tutto, per come si spostava i capelli dalla fronte
quando le ricadevano ribelli, o anche per come arrossiva impietosamente, vuoi
per l’imbarazzo vuoi per la collera.
In
effetti era anche troppo collerica.
Era
abbastanza sicuro che se l’avesse fermata dicendole di trovarla irresistibile,
lei l’avrebbe affatturato, per questo si era sempre guardato bene dal farlo.
E
poi era un Malfoy, perbacco, non si prodigava a simili parate esplicite quando
poteva ricorrere a mezzucci loschi e non proprio corretti...
-Ma dove si è andata a cacciare?!-
Stava iniziando ad innervosirsi sul serio. Erano già dieci minuti buoni che la
cercava invano, se non la trovava nel giro di poco avrebbe dovuto rispondere
anche per quello!
Poi
gli venne l’idea.
Conoscendola,
Rose non doveva essersi arresa tanto facilmente all’idea di fare la ronda con
lui – fece una smorfia di disappunto al pensiero – e quindi doveva essere
ritornata alla carica con Lorcan per questo.
Sì,
decise che ripartire la ricerca dalla Torre di Corvonero era un buon punto di
partenza.
E
difatti...
Rose
se ne stava inebetita a fissare la porta senza serratura che dava alla Sala
Comune blu e bronzo, i capelli arruffati e le braccia scese lungo i fianchi.
Se
non era da togliere il fiato...!
“Weasley,
avevo capito dovessimo fare il turno insieme, non ciondolare in giro per il
castello!” Non poté tuttavia resistere, sorridendo poi compiaciuto nel vederla
voltarsi accompagnata da scintille di fuoco e sbuffi sonori.
“Per
tua informazione, non stavo ciondolando in giro per il castello, ma stavo
discutendo di alcune, ehm, questioni
con Lorcan.” Lo bacchettò di rimando lei, attenta ad ogni singola parola
utilizzata, rossa quel tanto che bastava per fargli desiderare di baciarla seduta
stante.
“Questioni
che mi riguardano?” Domandò Scorpius, inarcando un sopracciglio e assumendo
un’aria vagamente incuriosita.
La
vide sbiancare, quindi boccheggiare e infine divenire pericolosamente
inflessibile.
“Suppongo
che neppure un incontro ravvicinato con uno Schiopodo Sparacoda riuscirebbe a
sgonfiare il tuo smisurato ego, Malfoy.”
Merlino,
amava quella donna!
{Il titolo del capitolo è
un adattamento di Along Came Polly,
film con Jennifer Aniston e Ben Stiller}
{La canzone è Very Loud, dei Shout Out Louds, colonna sonora del film Nick & Norah: Tutto accadde in una notte}
A/N
Infine l’ultimo. Ultimo ultimo, per davvero stavolta. Il titolo
è un elogio ad Al, l’ultimo maschietto coinvolto nei folli piani di conquista
di Scorpius miranti al cuore di Rose.
Un po’ mi dispiace
lasciar andare questa fanfiction, mi sono divertita un mondo a scriverla e
ancora di più a giocare sulla pazienza di Rose! XD Ma personalmente non avrei
saputo trovarle altre finale se non quello che le ho dato, perciò ho dovuto
dirle addio alla fine. Non senza essermi concessa prima quest’ultima
dissertazione pre-storia, per così dire, dove appunto viene alla luce la
nascita del piano di Scorpius. Come avete avuto modo di notare, niente era
lasciato al caso, i gesti di Scorpius avevano un suo perché, così come il
sorriso sibillino di Lorcan e la scopa nuova di Hugo!
L’ultimo pezzettino
riprende parte del dialogo del primo capitolo, perché mi piaceva l’idea di
ribaltarlo dalla visuale di Scorpius.
Un’altra cosa ancora, la
canzone. Io la trovo semplicemente perfetta per questa storia in particolare e
per Scorpius e Rose in particolare. Leggendo le parole, mi sono sembrate la
giusta dichiarazione di lui che, pur sforzandosi di “costruire” per lei, alla
fine riesce a prendere solo la strada sbagliata. Perché basterebbe dirglielo e
basta, ma d’altra parte lei non è una qualsiasi, lei è Rose, il che significa che bisogna portarle la prova di tutto per
convincerla a crederti. O almeno questa è la mia personalissima visione dei
fatti.
Ritornando a noi, volevo
ringraziare tutte le fantastiche persone che hanno seguito instancabili questa
storia. Mi sto riferendo, ovviamente, a voi: Queen_of_sharinga_91, GrEEn,
B_Green, TittiGranger, Aurora_Cullen,
Sae (tex, mia tex), _EpicLoVe_,
mAd wOrLd, lolly puwerpuff girl, katia37,
ElseW, musicmylife, Tatan, maricuccia e _crazygirl. E grazie anche a chi l’ha semplicemente letta, chi l’ha
inserita tra i preferiti, chi tra i seguiti e chi eventualmente mi lascerà una
recensione, in futuro, giusto per farmi sapere se anche quest’ultimo capitolo
bonus è stato di vostro gradimento o meno.
Quando l’ho iniziata a
scrivere, avevo in mente una storia di massimo cinque, sei capitoli. E invece
ne sono venuti fuori ben nove più uno!
Incredibile... A mia discolpa posso dire che è stato troppo divertente
torturate e provare la calma di Rose! XP E poi tra Scorpius, Al, James e
Hugo...come potevo resistere?! ^.-
Detto questo levo le
tende fino alla prossima, gente, e mi raccomando: fatemi sapere cosa ne pensate
anche di quest’ultimissimo capitolo!
Baci.
memi J