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Autore: eliala    11/11/2009    2 recensioni
Come ogni volta che tiravo fuori quell’argomento, s’innervosì e mi voltò le spalle, cominciando a prendere a calci e pugni, sempre in modo incredibilmente elegante, il sopracitato manichino. «Sei. Un. Idiota.» concluse senza smettere di picchiare quello che, temevo, nella sua mente avesse la mia faccia.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga, Shikamaru Nara
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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IV Capitolo




Non pensavo avrei mai potuto fare qualcosa del genere, non pensavo sarei mai riuscita a guardare negli occhi uno come Shikamaru Nara e a parlare con lui del modo migliore per recuperare e salvare la relazione che era nata alle mie spalle tra lui e Neji, il mio fratello adottivo.
Eppure lo avevo appena fatto, avevo appena trovato il modo di salvarli. Sorrisi tra me e me, soddisfatta di aver fatto qualcosa di buono per loro… e per me. Ero ancora sconvolta all’idea di quello che stavo facendo, disubbidire volontariamente a mio padre, e la cosa mi riempiva di gioia.
Sapevo che era sbagliato, ma lui aveva sempre fatto di me lo sfogo per tutte le sue frustrazioni, per tutte le sue crudeltà… no, non era così sbagliato aiutare qualcuno ad essere felice, anche se lo facevo alle sue spalle. Domani… dovevo solo aspettare un altro giorno.


Quella notte non riuscii a chiudere occhio.
Continuavo a pensare a Neji e Shikamaru e non sapevo se quella storia mi facesse più schifo o piacere: in fondo si trattava di due maschi, che però avevano dovuto superare tutta una serie enorme di ostacoli, avevano continuato a stare insieme, anche se era tutto contro di loro…
improvvisamente provai uno strano senso di protezione nei loro confronti, soprattutto perché ero l’unica sulla quale potessero contare, anche se non pensavo sul serio che si sarebbero fidati completamente. Eppure potevo aiutarli… potevo e lo avrei fatto.
Solo qualche ora… solo qualche ora e qualcuno sarebbe stato felice… solo qualche ora e avrei avuto la conferma che gli ordini di mio padre non potevano nulla se il destino non li condivideva.
Avevo davvero bisogno che tutto andasse bene il giorno successivo, mi serviva per andare avanti.
Tenten credeva che tutto si sarebbe sistemato. In realtà era stata lei a spronarmi a fare qualcosa e le ero profondamente grata per questo. “Magari gioverà alla tua autostima” aveva detto. La faceva facile lei… ancora non mi era esattamente chiaro come avesse fatto a diventare amica di Neji, lei così allegra ed estroversa con lui così… così Neji, uno Hyuuga fin dentro le viscere.
Non potei che arrossire pensando a Neji e Shikamaru.
Basta, dovevo smetterla, dovevo dormire. O almeno dovevo fingere di provarci.


«Buongiorno Hinata-chan!» La signora Nara, e dietro di lei, Shikamaru. Sorrisi: era riuscito a venire, l’idea mi confortava, anche se non avevo mai dubitato che ci sarebbe riuscito.
«Nara-sama, Nara-san» salutai con un cenno della testa. La donna mi guardò tutta sorridente, mentre il figlio dietro di lei aveva abbandonato quell’espressione annoiata che lo caratterizzava.
Non posso portarti subito da lui devi avere ancora un po’ di pazienza, avrei voluto tanto che sentisse quei pensieri! Però non era possibile, ovviamente.
Io stessa fremevo per l’attesa, non osavo immaginare cosa potesse provare lui… aspettare il momento opportuno, poter vedere una persona cara… e finalmente quel momento arrivò.
«Hinata-chan, credo sarebbe una bella idea far vedere qualcosa del palazzo a Shikamaru-san, ho bisogno di parlare con la signora Nara da sola…» ecco, lo sapevo, era arrivato il momento della discussione finale sulla dote. Annui a testa bassa e precedetti Shikamaru fuori dalla stanza e richiusi accuratamente la porta scorrevole. «Seguimi in silenzio, un passo alle mie spalle» dissi sbrigativa iniziando a camminare con passo spedito. Le stanze di Neji erano ad uno dei piani alti, così iniziammo a salire.
Dietro di me sentivo la sua impazienza e non potevo che sentirmi felice. Alcuni mi definivano ingenua per quel mio modo di prendere la vita, altri semplicemente mi ritenevano una sprovveduta da prendere per i fondelli, ma che male c’era a sentirsi felici per qualcosa di buono che accadeva ad un altro? Soprattutto riflettendo sulla mia ormai totale rassegnazione a essere un eterno fallimento a cui non sarebbe mai stato concesso qualcosa di simile.
«Hinata-chan...» Shikamaru, Shikamaru Nara mi aveva chiamata per nome. Mi voltai di scatto, decisamente allibita. «Hinata-chan io… io volevo ringraziarti per quello che stai facendo. Non è stato giusto da parte mia fare questo alle tue spalle, non avrei dovuto, ma… ma non sapevo proprio che persona fossi davvero. Spero sinceramente che riuscirai a trovare qualcosa per la quale varrà la pena togliere quella maschera di debolezza e timidezza che non ti rende affatto giustizia» avvampai rapidamente, e non fui in grado di fare nulla se non di balbettare frasi sconnesse che volevano essere dei ringraziamenti, o qualcosa che minimizzasse quei complimenti, o semplicemente qualcosa di utile a riempire il silenzio che si era fatto troppo insistente.
Lui sorrise e spostò lo sguardo, evidentemente era imbarazzato anche lui per quel che aveva detto. Con un sospiro feci strada ancora, fino ad arrivare alla porta della stanza di Neji, quella sul fondo del corridoio. Ci fermammo un ostante e poi aprii.
«Nee-chan? Nee-chan, è permesso?» domandai. Ricevetti in risposta solo qualche grugnito sconnesso, risposta decisamente nello stile di Neji. Feci cenno a Shikamaru di seguirmi in silenzio, e lui così fece. «Nee-chan, sono venuta solo per portarti una cosa… sei presentabile?» per tutta risposta lui esclamò: «Che vuoi? Non mi serve nulla! E poi che cosa credi? Che normalmente vada in giro nudo?» non diedi peso a quelle parole, e mi feci avanti nella stanza. Aveva diversi paraventi aperti per la stanza, che era decisamente in disordine rispetto al suo solito. «Ho… ho pensato che magari avresti avuto voglia di parlare con qualcuno» mormorai. Nonostante tutto mi metteva ancora in soggezione, il mio Nee-chan.
Era sdraiato sul suo futon, e quando ci vide, sobbalzò e scatto in piedi. «C… cosa— che ci fai qui?» chiese con un filo di voce. Praticamente era come se fossi già scomparsa. Shikamaru gli si avvicinò e lo abbracciò forte mentre gli sussurrava qualcosa che non potevo sentire. Mi feci indietro, nascondendomi dietro uno dei paraventi mentre erano troppo increduli per far caso a me. Sentivo che Neji chiedeva di me, chiedeva come Shikamaru avesse fatto ad arrivare lì e Shikamaru rispondeva semplicemente che era tutto apposto, e che presto sarebbe riuscito a portarlo via da lì. Non potei trattenere la curiosità dallo sbirciare nel momento in cui sentii il silenzio, ma la mia occhiata durò giusto una frazione di secondo, giusto il tempo necessario perché il mio cervello immagazzinasse l’immagine che si stavano baciando, il tempo sufficiente perché comprendessi di aver appena visto due uomini baciarsi. E non due qualsiasi, mio fratello e il mio fidanzato che si stavano baciando dentro la mia casa e soprattutto a due passi da me…
Non c’era niente da dire, ero sconvolta. Fino a quel momento era rimasto tutto un concetto astratto, qualcosa di molto simile ai racconti d’amore che ogni tanto mi era capitato di leggere, ma dopo aver visto con i miei occhi che era tutto vero… quella non era più una storia di fantasia, quello era qualcosa di concreto, e i personaggi soffrivano e amavano davvero.
Dopo l’esitazione iniziale compresi che ero ancora più decisa ad aiutarli.
«M… mi dispiace, ma… Nara-san, tra poco dovremo tornare di sotto, quindi credo sia bene decidere… cos fare…» proposi esitante.
«Neji, dobbiamo scappare. Lo sai che non ci sono più alternative ormai… se restiamo qui potrebbe accadere qualunque cosa… senza dubbio Hyuuga-sama non accetterà di buon grado l’idea che il suo pupillo ha una relazione con il futuro marito della figlia… ti prego, ti prego, sii ragionevole» supplicò Shikamaru. «Ha ragione Nee-chan. Mio padre ti adora, ma piuttosto che subire un’onta del genere vi ucciderebbe con le sue mani…» aggiunsi seriamente preoccupata. Neji chiuse gli occhi, indeciso sul da farsi. «C’è anche un momento perfetto Neji, ma devi decidere subito, si tratta di partire questa sera stessa. Hyuuga-sama sarà a caccia con Uchiha-sama, noi avremmo qualche ora prima che si accorgano di qualsiasi cosa. Se tu, Hinata, vorrai aiutarci ancora qualche ora… lo so che per te è pericoloso quanto noi, se non addirittura di più, ma se chiedessi a tua madre di farti accompagnare dalla tua amica a un appuntamento con me, lei probabilmente chiederebbe a Neji di accompagnarvi, di scortarvi. Lei ritiene che la decisione di tuo padre sia eccessiva, l’ho visto da come si comportava, lo lascerà uscire. In quel caso, come ho già detto, riusciremmo anche a guadagnare qualche ora per allontanarci a cavallo.» Neji non parlava, comprendevo la sua indecisione e temevo che avrebbe persino rifiutato, poi però, inaspettatamente, guardò prima me poi Shikamaru e annuì. «D’accordo. Allora prenderò qualcosa con me prima di partire. Avremo bisogno di soldi, di qualcosa da mangiare, di un’arma almeno. Dei cavalli dovrai occuparti tu. Sarò fuori alle mura della città al tramonto, spero di riuscire a farlo senza coinvolgere ulteriormente Nii-chan, non voglio che passi guai seri. Hinata, dovrai fingere di non sapere nulla, non dovresti venire anche tu…» era strano, non credevo di stare così a cuore a Neji.
Sorrisi abbassando lo sguardo. «Sinceramente non credo che il vostro piano funzionerebbe… senza… senza di me…» non poteva essere vero, non era possibile che davvero qualcuno avesse bisogno di me per fare qualcosa…


Il sole stava per tramontare, era tempo di avviarsi.
Neji arrivò nella mia stanza, estremamente puntuale, come forse avrei potuto immaginare data la situazione. Una cosa che mi colpì molto fu il suo viso, così concentrato, così attento ad ogni particolare che quasi non mi sembrava possibile che fosse così giovane. E poi c’era quello strano particolare negli occhi, quella luce diversa e così brillante che mi faceva ben sperare per quanto riguardava la sua decisione.
Shikamaru doveva essere già arrivato al luogo dell’appuntamento, ed ero più emozionata che mai, non riuscivo a togliermi dal viso un inopportuno sorrisino ebete.
Come aveva detto Shikamaru, mia madre non era affatto convinta delle parole di Hanabi, e di conseguenza riteneva che la punizione inflitta al figlioccio fosse decisamente eccessiva. Quando le chiesi il permesso di muovermi, quindi, fu lei a propormi di portarlo con me, in modo che potesse proteggermi da qualsiasi evenienza.
«È il momento di andare…» mi feci coraggio e iniziammo ad avviarci. Mi piaceva l’idea di poter condividere qualcosa con Neji, da quando era entrato a far parte a tutti gli effetti della mia famiglia avevo sempre cercato di fare “amicizia” con lui, e sempre senza successo. Bhe, in effetti col senno di poi potevo anche capire il suo atteggiamento… non sapevo quando fosse iniziata la relazione tra lui e Shikamaru, ma il fatto che dovessi sposare il suo amante non doveva proprio essere stata una della motivazioni che lo avrebbero indotto a volermi bene…
Comunque ormai era tutto finito, non c’era più quel segreto ad opprimerlo. Adesso, però, se ne sarebbe andato per sempre, e potenzialmente non lo avrei mai più rivisto.
«Imouto-chan io… io… sai, è difficile per me dire una cosa del genere però… però… grazie. Io… io credo di non averlo praticamente mai detto» ammise. Sorrisi dopo essere diventata rossa come un peperone, estremamente imbarazzata dalle sue parole.
Tra i balbettii senza senso riuscii anche a dirgli che non c’era bisogno di tutti quei ringraziamenti, di tutte quelle parole…
Shikamaru era già lì, com’era ovvio data l’impazienza che immaginavo provasse, e quando ci vide arrivare si avvicinò a grandi passi.
Non era difficile immaginare quanto gli sarebbe piaciuta l’idea di rimanere da solo con mio fratello, ma volevo almeno vederli partire, volevo vedere con i miei occhi che qualcuno poteva davvero sfuggire a Hiashi. Shikamaru aveva portato una coppia di cavalli, con tanto di una sacca che doveva contenere cibo o vestiti, mentre Neji, con le sue armi e la sacca sembrava un soldato che partiva per la guerra, soprattutto se si vedeva quella sua espressione decisa che gli dipingeva il viso.
Era quasi buio quando salirono a cavallo, non prima che entrambi mi avessero salutato in modo anche troppo caloroso per i miei gusti.
Continuavo a sorridere anche quando li vidi voltarsi e partire, alla volta d quell’avventura che sarebbe stata la loro vita da quel momento in poi, una vita che sarebbe stata sì piena d’incognite, ma anche aperta a qualsiasi possibilità.
Rimasi ancora qualche momento immobile, incapace di muovermi, fino a cha non sentii un suono alle mie spalle, come di un cavallo al galoppo. Feci appena in tempo a voltarmi, con un orribile presentimento che mi scuoteva l’animo, prima di sentire un dolore lancinante alla testa, finendo col viso sommerso dal fango.













*Angolo dell’autrice*
Ok, bhe, la storia è finite ^^
È stata una discreta faticaccia riuscire a scrivere tutto, anche perché non mi convinceva mai nessuno capitolo ^^ … in realtà non mi convince ancora…
a questo capitolo conclusivo tengo molto, soprattutto perché è l’unico in cui Hinata ha una vera parte xD
mi rendo conto di aver reso i personaggi eccessivamente ooc, ma in un contesto del genere non sapevo davvero come gestirli -^^-” ovviamente grazie a te Ermellino che apprezzi la mia storia e hai continuato a supportarmi durante questo esperimento che si è rivelato decisamente più lungo del previsto. Ci tengo sempre a sapere la tua opinione ^^
e grazie anche a Bruise che ha iniziato a leggere ^^ non c’è molto da dire, solo che soo contenta che ti piaccia l’incipit, che ho apprezzato taaaaantissimo °O° il fatto che ti sia loggata appositamente per recensire ù.ù comunque adesso hai tutto il tempo per metterti in pari, se vorrai, la fic è finita! Ok, detto questo me ne vado sul serio, baci, e alla prossima!!!!!!!!!!!!!!!
  
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