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Autore: Black_Eyeliner    14/11/2009    8 recensioni
Perchè piove, Sebastian?
SebastianxCiel
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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English   Summer Rain

 

ªSeems to last for agesª

 

 

 

 

 

 

E’ fresca, frizzante; eppur intrisa di un’incommensurabile dolcezza questa delicata pioggia estiva.

Tra squarci di nubi, addensatesi in sbuffi biancastri come impalpabile spuma d’onde di un oceano lontano, infinito, il riverbero mielato del crepuscolo filtra di sbieco, rifratto in una miriade di tenui e iridescenti sfumature.

 

E’ armonioso il flebile scroscio di questa delicata pioggia estiva; solo e melanconico sottofondo allo spettacolo di colori che tinge d’arcobaleno l’angolino azzurro di cielo, laddove le nuvole già cominciano a diradarsi.

Tra fili d’erba alta e fradicia, l’effervescente fragranza della terra bagnata effonde, spargendosi nell’aria brumosa e fosca di un romantico, dorato meriggio inglese.

 

E’ fresca, frizzante; eppur intrisa di un’incommensurabile amarezza questa delicata pioggia estiva.

Tra battiti di un cuore intrepido e fremiti di lunghe ciglia nere, l’acqua diluisce ogni tracotanza, sciogliendola in una tenerissima, commovente fragilità; sembrano schegge di un prezioso topazio in frantumi, queste minute stille di pioggia, trapassate di luce color albicocca del sole calante.

 

 

 

 

E’ fresca, frizzante;

è dolceamara questa pioggia estiva inglese:

sembra quasi trafiggere l’anima.   

 

 

 

 

 

-Bocchan…

E’ bellissimo il signorino, sotto la pioggia; la sua esile figura, prostrata dall’improvviso acquazzone d’estate, sembra ancor più gracile: eterea, quasi.

-… Si ammalerà di nuovo se si ostina a rimanere in giardino, con questo temporale…

La voce di Sebastian è sommessa, venata da un’ambigua sfumatura di apprensione; l’attesa di una replica, che tarda a giungere, si consuma inesorabilmente nel sibilo di un venticello, profumato di ciliegie, a cullare amabilmente le foglie dei platani grondanti.

-… E inoltre, le rammento che tra poco più di un’ora avrà lezione di Francese con Mrs. Rodkin. Non sarebbe decoroso, per un giovane nobile come lei, farla attendere.

 

E’ deliziosa, assolutamente adorabile la testardaggine del signorino; oltremodo squisito il seguitare a dare la schiena al suo devotissimo maggiordomo che, riverente, attende alle sue spalle, con gli occhi umilmente rivolti al prato umido e una mano posata sul petto, all’altezza del cuore.

 

-Bocchan…

-Sebastian!

 

 

Ha un suono infinitamente più dolce, quel nome, proferito arrogantemente dalle labbra coralline del signorino; ed ha un suono infinitamente più amaro, quel nome, quando è sussurrato fievolmente, morendo sulla bocca del signorino in un sospiro appena percettibile.

 

-Sebastian…

-Si, mio signore?

 

Non accenna minimamente a voltarsi, il signorino; macchie di luce amaranto e ametista giocano sul suo soprabito blu oltremare, ormai inzuppato di pioggia, adombrando la piccola schiena e seguendone la fugace scrollata di spalle che accompagna nuove parole, insolitamente innocenti, così teneramente infantili.

 

-… Perché piove?

Sembrano due pregiati rubini, adesso, le iridi ferine di Sebastian; sfavillano vermiglie nell’aria caliginosa e densa, punte di spillo arroventate che trafiggono il fragile corpo del signorino: penetrano fin nelle profondità convesse dell’anima, marchiandola a fuoco, così come lo è già stata la morbida e nivea carne che la racchiude.

-Temo non sia una domanda poi di così difficile risoluzione. Diciamo pure che quando l’acqua evapora si condensa sottoforma di nubi.

-E poi… ?

-E poi quando l’umidità aumenta, le gocce d’acqua pesanti d’acqua precipitano e-

 

 

-Smettila!

E’ grave ora, lapidario e intransigente il tono con cui la voce del signorino stempra le parole del suo maggiordomo sbigottito, soverchiando il melodioso suono della pioggia, sempre più rada; si volta lentamente: l’iride sinistra, ottenebrata da un velo di mera follia, scruta con fare altezzoso il suo servitore, con il capo chino e un’espressione incredula dipinta sul bel volto pallido ed elegante.

  

-Bocchan… ?

-Smettila, Sebastian, basta!

Sono inconsapevolmente sensuali i tremiti che scuotono le dita minute e affusolate del signorino quando, nell’impeto di un inesperto fervore, si avviluppano alla cravatta di Sebastian; ed è ancora più provocante quel seducente contrasto d’arroganza e dolcezza con cui il signorino attira, per quel pregiato lembo di stoffa, l’uomo a sé, muovendo pochi passi a ritroso e lasciandosi poi andare contro il tronco umido e gocciante del platano alle sue spalle.

 

Sono davvero morbide, vellutate come la patina rosata di una pesca matura, le piccole labbra del signorino; si muovono dapprima lente e voluttuose contro le labbra del maggiordomo proteso verso di lui, poi sempre più veloci, rapite dall’inconfutabile e passionale trasporto di un bacio umido e rovinosamente bagnato, come la delicata pioggia estiva che intinge d’infernale incanto questo malinconico pomeriggio inglese.

Ed è succosa, pregna dello stesso sapore zuccherino della polpa di un frutto deliziosamente proibito, la lingua del signorino che, con l’avidità tipica di un fanciullo dispettoso e impudente, esplora famelica la bocca di Sebastian.

Ansimi sommessi piano si spengono, soffocati nell’intreccio di lingue alla ricerca spasmodica l’una dell’altra, solo per sciogliersi e riprovare l’ebbrezza di intrecciarsi ancora; manca il respiro, la porpora inizia a sfumare bellamente l’incarnato di porcellana del signorino: ed ancora goccioloni di pioggia si districano dalle ciocche zuppe dei capelli, incollati allo splendido volto del ragazzino, indugiando sul suo mento affilato e mescolandosi al fiotto di saliva che cola sulla pelle nivea.

 

-Te lo ordino, Sebastian… Smettila. Smetti di rovinare la mia immaginazione.

E’ affannoso il respiro del signorino; il filo di saliva che unisce le sue labbra screpolate e gonfie per l’irruente bacio appena consumato, progressivamente si assottiglia, spezzandosi quando un sorriso beffardo arriccia le labbra di Sebastian.

-Le chiedo umilmente di perdonare la mia sfrontatezza, mio signore. Ma, sebbene gli esseri umani siano, per così dire, affezionati alle loro illusioni, mi permetta, bocchan, di mostrarle quanto sia completamente diversa, la realtà.

 

 

 

 

 

Mera illusione;

amara.

 

Spietata realtà;

dolce, dolcissima, come non mai.

 

E’ fresca, frizzante;

è dolceamara questa pioggia estiva inglese:

sembra quasi trafiggere l’anima.   

 

 

 

 

 

 

Sono belli, i capelli del signorino; teneramente scomposti: le ciocche bagnate color antracite più lunghe si sono avviluppate alle escrescenze spiraliformi della corteccia dietro il suo capo, strappandogli, di tanto in tanto, un fievole gemito di dolore quando una spinta più poderosa lo fa sobbalzare, costringendolo a mordersi le labbra per non urlare.

 

Sono belle, le gambe del signorino; teneramente scoperte, squassate da tremori sempre più convulsi: dolcemente tentano di divincolarsi dalla stretta delle forti braccia di Sebastian a reggerle; sono gambe sottili e snelle, che si ostinano a rifiutare quell’unico appiglio, tentando di avvinghiarsi al bacino dell’uomo che, in preda a spasimi di piacere sempre più incontrollati, ritmicamente ondeggia, imperterrito ad anelare il delizioso compenso concessogli nel mezzo.

 

 

-Ahhh! Seba… Sebastian!

 

 

Sono belle, le braccia del signorino; teneramente allacciate al collo di Sebastian: gracili, eppur tanto forti, strette in un abbraccio spasmodico che non sa di salvezza, ma solo di tetra, allettante, adorabile perdizione.

 

-Si, mio signore… ?

 

 

E’ bello, il respiro del signorino; teneramente smorzato dagli ansimi: veloce, sempre più affannoso, s’infrange, condensandosi sotto il lobo di Sebastian, lungo il collo laddove il ragazzino ha rifugiato il proprio volto arrossato e sudato, in una scarica di rovente lussuria che, dalla pelle, penetra sin dentro le vene, ribollendo nel sangue.

 

-N-non… Non fermarti!

 

 

Ed è bella, l’anima del signorino; teneramente avvinta alla lusinga di un demone: dolcemente protesa verso le fiamme dell’Inferno, si dibatte, lasciandosi assaggiare.

Tra le gambe del signorino, Sebastian ne carpisce già il gusto inebriante; la assapora, tenta di raggiungerla nelle profondità recondite di quell’umana, fragile essenza, violando ancora un po’ il piccolo corpo sfinito che tiene tra le braccia, spingendo per l’ennesima volta contro la pelle lattea dei suoi morbidi glutei e premendo il viso del signorino contro il proprio petto.

 

 

Dopotutto al signorino non importa di soffocare, perlomeno non più.

 

Dopotutto il signorino ha già esalato il suo ultimo respiro.

 

Tre anni prima.

 

Su un altare sacrificale.

 

Dove non v’era pioggia, dove non v’era acqua.

 

Solo sangue.

 

 

 

 

 

 

 

 

Neanche questa delicata pioggia estiva

Può sciacquare via un marchio d’infamia dalla pelle.

Neanche questa delicata pioggia estiva

Può cancellare le impurità

Di un’anima promessa a un demone.

Mera illusione;

amara.

 

Spietata realtà;

dolce, dolcissima, come non mai.

 

E’ fresca, frizzante;

è dolceamara questa pioggia estiva inglese:

sembra quasi trafiggerla…

 

… Quell’anima.   

 

 

 

 

 

-Com’è crudele, bocchan… Adesso i miei vestiti sono completamente fradici…

-Aspetta, Sebastian. Rimani ancora un po’ così.

 

 

E’ bellissimo anche dopo un’esperienza del genere, il signorino; quando i vestiti ed ogni pudore sono solo d’intralcio.

 

-Signorino, sono desolato, ma temo che adesso la sua lezione l’attenda…

 

-Sebastian, sai perché piove? L'âme est comme un Ciel sans fin, les nuages sont le péché et la pluie sont les larmes qui sont au service du blâme.1 Portami a casa, e asciugami, Sebastian.

 

 

 

 

Neanche questa delicata pioggia estiva

Può sciacquare via un marchio d’infamia dalla pelle.

Neanche questa delicata pioggia estiva

Può cancellare le impurità

Di un’anima promessa a un demone.

Mera illusione;

amara.

 

Spietata realtà;

dolce, dolcissima, come non mai.

 

E’ fresca, frizzante;

è dolceamara questa pioggia estiva inglese:

sembra quasi trafiggerla…

 

… Quell’anima.

 

La mia anima.

 

Ma se lei me lo ordina,

rimarrò accanto a lei, e l’asciugherò…

 

Asciugherò ogni sua lacrima, signorino.

 

Fino alla fine.

 

 

 

 

-Yes, my lord.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota: 1 : “l’anima è come un cielo infinito; le nuvole sono i peccati che la sporcano e la pioggia le lacrime che derivano dalle colpe commesse.”

 

 

 

 

 

 

 

Nda: piccola nota: il titolo è preso da una canzone omonima dei Placebo, English Summer Rain. Che altro dire… Sebastian e Ciel mi hanno fatto tornare la voglia di scrivere.

 

Li adoro, li adoro… LI ADORO!

 

Spero che al di là di questo piccolo delirio fangirlistico, questa piccola shot scritta in poche ore sia di vostro gradimento.

 

Alla prossima.

 

Stè.

   
 
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