Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Fuffy91    15/11/2009    1 recensioni
Come Bella aveva supposto, era una motocicletta da corsa, ultimo modello, nera e lucente, con fiamme rosse sul parabrezza, molto caratteristica. Alla guida, c’era un vampiro, a giudicare dalla leggiadra con cui smontò, il cuore muto e l’odore dolciastro che emanava. Aveva il viso coperto da un casco rosso da corsa e il corpo sottile e sinuoso, nonostante l’altezza, sottolineata da stivali a spillo dodici centimetri, superflui, a dir poco, fasciato da un’aderente tuta in pelle nera lucida, con la zip sul davanti che evidenziava un abbondante decoltè. Togliendosi il casco inutile, una cascata di ricci stretti, color rosso brace cadde sulle sue spalle e sulla schiena, incorniciando un viso dai tratti delicati, con una bocca di rosa che rivelò un sorriso abbagliante, non appena i suoi occhi neri come la pece e grandi incontrarono i loro dorati e crucciati. “ Salve!” Questa è la mia nuova storia su Twilight, con un nuovo personaggio uno stravolgere la vita tranquilla della famiglia Cullen! Che succederà? Scopritelo, cliccando sul titolo! Baci baci Fuffy91! ^__________________^
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Storie di donne...di vampire!^^'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo12

Celine.

 

 

Appoggiata al tronco di un faggio, osservavo ammirata Alex gustare il sangue di un grizzly intontito e ormai morente, per poi mollare la sua carcassa al suolo erboso, i cui fili d’erba brillavano dei riflessi argentati della luna piena nascente, nel cielo buio della prima sera, dove alcune stelle diamantine cercavano di risplendere, per superare la coltre di nubi che le celavano, dispettose. Ma queste si diradarono, al cospetto del viso perlaceo della loro sovrana notturna, i cui raggi argentei investirono il volto di Alex, una volta voltatosi nella mia direzione, travolgendomi con quel sorrisino beffardo che mi faceva fremere incontrollata, ogni qualvolta nasceva sulle sue labbra vermiglie. I suoi capelli color cioccolato a latte sembrarono ricoperti da strisce di brillanti e la sua pelle risplendeva di una luce evanescente, conferendogli un’aria quasi eterea, risaltata dai suoi abiti scuri, che intensificavano quel pizzico di mistero che lo caratterizzava, unito al suo fascino indiscusso di “bello e dannato”.

Ma la cosa che mi sconvolse di più, furono il colore particolare che assunsero le iridi dei suoi occhi dal taglio particolare. Di un castano scuro che si avvicinava al nero, con le prime pagliuzze dorate a contornarne gli angoli, in piccoli frammenti preziosi. Aprii la bocca piacevolmente meravigliata: erano bellissimi, tanto da apparire reali, quasi umani. Lo immaginai per un attimo con le iridi completamente dorate, e mi accorsi che il risultato sarebbe stato ancora più abbagliante. Sorrisi. Di questo passo, l’attesa di una tale magnificenza non sarebbe stata tanto lunga. Un paio di mesi, e sarebbe diventato un vampiro vegetariano fatto e finito.

Risi tra me e me, al ricordo del suo primo assaggio ad un alce malcapitato sotto ai loro sguardi predatori. Aveva distorto la bocca in una smorfia buffissima, a metà tra lo stupore e il disgusto, facendomi ridere a squarcia gola. Il sapore del sangue animale era più primitivo di quello umano, meno fragrante ed appetitoso, lo sapevo bene. Ma col tempo, lo avevo tranquillizzato, si sarebbe abituato al loro nettare, apprezzandone maggiormente la qualità. Almeno riusciva a mantenerlo in forze, e questo avrebbe dovuto servirgli per rincuorarsi. Infatti, mi sorrise annuendo alle mie parole, per passare ad un cervo poco lontano da un aggregato di rocce morbide di muschio, poi, a ben tre grizzly destati dal loro sonno. Di questi, ne era stato molto più compiaciuto, e li aveva gustati a pieno, fino all’ultima goccia. Era davvero molto affamato.

Persa nei miei recenti ricordi, non mi accorsi immediatamente della vicinanza di quello che, finalmente, potevo definire a pieno il mio compagno, fin a quando non avvertii il tocco morbido e caldo, per l’appetito appena saziato, delle sue labbra sulle mie, che mi causò un sussulto sorpreso, per poi, con un sorriso interiore sbocciato nel mio animo gioioso, circondargli il collo con le braccia, ricambiando con ardore la sua tenera attenzione.

Fu lui ad interrompere il nostro bacio, accarezzandomi la guancia con il dorso delle dita, con un’espressione nuova ad illuminargli gli occhi: sembravano, si, davvero trasparire amore.

Gli sorrisi felice, e lui fece lo stesso, baciandomi dispettoso la fronte con le labbra socchiuse, marchiandola con il loro tiepido tepore.

“ Mi sono accorto, che ti estranei molte volte dal resto del mondo, chiudendoti nei tuoi pensieri. Come mai?”

Io scrollai le spalle, disinvolta.

“ Non lo so. Immagino, faccia parte di me, conferendomi un fascino particolare.”

Lui rise squillante, facendo vibrare la foresta con il suo tintinnio di campane festose, come anche il mio cuore, che sobbalzò, per poi ritornare alla sua naturale quiete.

“ Si, si, fascino…diciamo pure che sei svampita.”

Rise ancora e, a malincuore, mentre mi discostavo da lui, tempestandogli il petto di pugni, irritata, non potei fare a meno di unirmi alla sua risata.

Ancora scossa dagli ultimi sussulti di riso incontrollato, avvertii nuovamente le sue braccia intorno al mio corpo, accarezzandomi la schiena languidamente con l’intero palmo delle sue mani, e infrangendo il proprio respiro fresco e dolciastro sul mio orecchio destro, soffiando sui ricci che lo ricoprivano, facendomi vibrare di piacere e delizia. Mi strinsi al suo petto scolpito, solleticandogli il collo con la punta dei ricci selvaggi, affondando il viso sorridente e beato, nel triangolo di pelle scoperto dai lembi della camicia, giocherellando con la croce argentata della sua catenina, facendola tintinnare fra le mie dita di marmo, mentre il mio olfatto si riempiva del profumo dolce-amaro della sua pelle levigata e di quello di pelle della sua giacca.

Sospirai lenta, socchiudendo gli occhi. Il paradiso non poteva essere tanto diverso dal venire stretta in un abbraccio di Alex. Sembrava come se i nostri corpi fossero stato creati per completarsi a vicenda, legandosi in una maniera perfetta ed indissolubile.

“ Non lo sono.”

Dissi in un mormorio, dopo attimi eterni.

“ Uhm?”

Mugugnò lui, rapito, come me, da chissà quali indefiniti pensieri.

“ Non sono svampita.”

Lui rise sommessamente, facendo vibrare anche il mio petto, talmente era incollato al suo.

“ No, non lo sei.”

Mormorò con quel tono proibito che mi causò una scarica di brividi lungo la schiena, che continuava ad accarezzare, instancabile o forse, incapace di trovare la forza per smettere.

“ Però…” una pausa, in cui mi baciò passionale la tempia destra, continuando il suo discorso, soffiandomi ogni parola sul lobo dell’orecchio, sfiorandolo con le labbra: “ …un po’ strana, lo sei.”

Disse, sorridendo e solleticandomi la pelle del collo, che era sceso ad adulare in tanti piccoli baci, come per distrarmi o, più semplicemente, per portarmi, a poco a poco, sull’orlo della pazzia, con i suoi denti perfetti.

“ No.”

Biascicai, riportando la testa all’indietro, per dargli un maggiore accesso, lungo il corso della mia gola.

“ Non è vero.”

Alex continuò la sua opera di seduzione, tenendomi avvinta a lui, e portando le sue mani a stringere saldamente la mia vita, portandomi ad inarcare il mio corpo verso il suo, febbricitante e splendido, nella sua virilità.

“ Non è vero, cosa?”

Mi chiese, in seguito, con voce velata da un desiderio malamente celato, baciandomi l’incavo tra i seni, coperto, a mala pena, dalla scollatura del top.

Ansimai, in preda alle fiamme che, con ogni suo tocco, appiccava dentro di me. Mi sentii trascinare giù, in un universo buio che minacciava di inghiottirmi in un vortice di irrazionalità, strascicato da un manto rosso di sensi voluttuosi, come i baci sapienti che le sue labbra erano in grado di produrre, aggrappandomi ai suoi capelli, stringendoli tra le dita, come unica ancora di salvezza.

“ Non sono strana.”

Lui sorrise, risalendo sul mio petto, che baciò tre volte, seguendo una linea immaginaria, che portava direttamente alle mie labbra, passando dalla gola, che mordicchiò delicato, e la punta del mento, che sfiorò appena, inondandola con la dolcezza del suo respiro.

“ No.”

Convenne con me, assecondandomi nel poco barlume di razionalità che mi teneva con i piedi lontani dalle nuvole d’oro che sembravano annebbiarmi i sensi.

Ma queste si intensificarono quando aprii gli occhi serrati, per assaporare meglio le esaltanti sensazioni che lui sapeva scatenare nel mio essere, ad incontrare i suoi accesi di una intensità insostenibile. Era passione mescolata ad amore. Un mix esplosivo, a cui non avrei potuto resistere a lungo, ne ero pienamente cosciente.

Mi riportò in posizione eretta, scostandomi appena da lui, solo per attraversare il mio corpo con uno sguardo infuocato, che avrebbe fuso anche l’acciaio più resistente. Che speranze avrebbe potuto avere il sottile strato di gelo che avvolgeva, senza volerlo, il mio cuore muto da anni?

La risposta era superflua, ma arrivò lo stesso, quando la sua bocca catturò la mia in un bacio affamato ed esigente, ma tanto, tanto dolce, in un ossimoro contraddittorio.

“ Sei bellissima. No, che dico? Sei più che bellissima. Sei una dea. Una splendida dea, scesa sulla terra per rapirmi il cuore, la mente, l’anima dannata…tutto me stesso. Ma non m’importa. È quello che ho sempre desiderato. Essere tuo, solamente tuo.”

Mi rivelò in un soffio rovente, con quella nota proibita nella voce vibrante di desiderio, che minacciò di destabilizzarmi definitivamente.

“ E tu, sei mia. Mia. Oh, Celine, mia Celine. Ti amo così perdutamente, che farei qualsiasi cosa per te. Ti amo, ti amo e ti desidero immensamente.”

Lo abbracciai, per tranquillizzarlo, per placare il tornado di emozioni che minacciava di travolgerlo.

In quell’istante, mi sembrò così vulnerabile, così dolce, così appassionato, così splendido da farmi credere di essere finita in un sogno irrealizzabile. Mai, mai avevo visto Alex così bello, così perfetto, e né tanto meno lo avevo sentito…così…mio.

Mi sconvolsi per quel pensiero egoista e possessivo, ma in seguito mi ricredetti. In fondo, cosa c’era di male nel volere appartenere e concedersi completamente alla persona amata? E, allo stesso tempo, se questa, a sua volta, volesse appartenere a te, senza riserve, senza problemi di sorta, senza alcuna inibizione, solo ed unicamente per amarti a pieno, con tutto il suo essere, era forse da rifiutare o condannare? No di certo. Amare significava donare. E io volevo donare tutta me stessa ad Alex, e ricevere in ugual modo tutto sé stesso, come lui così generosamente e così devotamente stava affermando, stretto in un mio, un suo, un nostro abbraccio.

Perché? Beh, la risposta era così ovvia da risultare quasi inutile.

“ Ti amo, Alex.”

Sussurrai, lo stesso, in un sussurro che solo lui avrebbe potuto udire.

Lo sentii sussultare e guardarmi stupito, per ricambiare il mio sorriso.

“ Ti amo anch’io, Celine.”

Mi baciò ancora, questa volta con meno ardore, ma con così tanta tenerezza da costringermi a commuovermi, se solo avessi potuto. Ma al momento, solo il mio cuore sembrava lacrimare di felicità, la stessa che mi costrinse a stringermi a lui con un nuovo impeto, accarezzandogli i capelli e le spalle, mentre lui imitava i miei gesti, avvolti nel cuore di una notte buia e senza stelle.

 

 

Bella.

 

Erano trascorse più di due ore, da quando avevamo lasciato Celine nel bosco, per avventurarsi da sola verso il suo destino, che l’avrebbe condotta dritta dritta nelle braccia di Alex, almeno a detta di Alice, l’improvvisato Cupido, disposto a tutto pur di vedere una nuova coppia sbocciare come un fiore di primavera, dopo il freddo inverno.

Mi dondolai sul morbido dondolo che Esme aveva comprato per Renesmee, durante i suoi pisolini pomeridiani, all’aria frizzante dell’estate, tamburellando agitata ed accigliata le dita sul bracciolo in ferro grigio e battuto, facendolo scricchiolare, forse per l’impeto mal celato.

Accanto a me c’era ovviamente Edward, intento a leggere un libro che, sapevo, conosceva a memoria, parola per parola, con l’interesse della prima volta, sorridendo rilassato, con le gambe incrociate in una posa tipicamente maschile, ma elegante, come quella di un aristocratico in un salotto vittoriano, i capelli ramati, folti e naturalmente disordinati, smossi dal venticello serale, e illuminati dalla luce giallastra della lanterna appesa mollemente sopra la sua testa, alle travi in legno bianco del portico. Ai nostri piedi c’era Nessie, intenta a suonare Per Elisa di Beethoven, su una tastiera elettronica, arrangiata da suo padre, che le aveva insegnato a suonare quel brano a soli tre anni. Era il suo preferito, oltre a quello della mia ninna nanna, che preferiva ascoltare tra le mie braccia, mentre Edward gli dava vita con le sue dita che scivolavano invisibili, sui tasti bianchi e neri del suo adorato piano.

“ Papà, nella seconda strofa c’è un do forte o debole? Non lo ricordo.”

Gli chiese, attirando la sua attenzione, tirando un lembo del suo pantalone grigio perla con la mano sinistra.

“ Debole, tesoro.”

Le disse, accarezzandole la mano con cui lo avevo stretto, ricambiando il suo sorriso di gratitudine, senza guardarla.

Ma Nessie non se la prese, e continuò a deliziarci con le note di quella dolce musica. Sospirai, cercando di rilassarmi, ma non ci riuscii. Guardai nuovamente Edward, l’immagine della perfezione e della tranquillità, mentre sfogliava un’altra pagina di quel libro antico, dalle pagine consunte dal tempo, passando alla lettura di quella destra che doveva essere la centesima.

Sospirai nuovamente, portando il capo verso il morbido schienale del dondolo, dai giochi a fiori bianchi e rossi, e nel vedere quel colore così acceso, la mia mente navigò nel ricordo dei ricci ribelli e di brace di Celine. Sospirai ancora, preoccupata per la sua sorte. Chissà come stava? Perché non tornava? Più queste domande si affollavano dentro di me, e più la mia ansia cresceva.

Avvertii qualcosa di morbido e tiepido avvolgere la mia mano sinistra, abbandonata mollemente sui cuscini del dondolo. Non abbassai lo sguardo per controllare cosa fosse, ma strinsi la mano di Edward nella mia, cercando di smorzare la mia tensione nell’intreccio delle nostre dita.

Mi voltai per incontrare i suoi occhi di topazio che si accesero di tenerezza, mentre mi baciava con un tocco delicato il dorso della mano che aveva catturato nella sua, senza alcuna difficoltà, sorridendomi sghembo mentre mi attirava al suo petto marmoreo e ricoperto da una leggera camicia color oltremare, accarezzandomi la schiena in un movimento lento ed ipnotico. Mi abbandonai alle sue carezze, cercando di rilassare i muscoli tesi che lui, così generosamente, cercava di sciogliermi, sospirando con gli occhi socchiusi.

“ Stai tranquilla. Non c’è alcun motivo di preoccuparsi.”

Le sue parole, pronunciate con quel tono suadente, ebbero l’effetto di una doccia fredda sul calore che a poco a poco si stava insinuando dentro di me, grazie anche al suo contributo, attanagliando nuovamente il mio animo, in una nuvola di ritrovata preoccupazione.

“ Lo dici tu. Ma, non vorrei che Celine fosse costretta a subire una nuova delusione, da parte di Alex. So che ne soffrirebbe ancora di più delle altre volte.”

Ero convinta delle mie parole. Nonostante la forza d’animo che Celine aveva sempre dimostrato, non poteva nascondere quel velo di fragilità che sembrava ricoprirla con una pellicola sottile ed indelebile, mascherata dal suo sorriso smagliante e birichino. E il suo potere Specchio ne era la prova più tangibile. Uno scudo impenetrabile quanto delicato, che la proteggeva dagli attacchi mentali di qualsiasi genere. Ma mi domandavo se potesse trarla in salvo anche dalla potenza travolgente della sensualità che quel vampiro dagli occhi di rubino e i capelli color cioccolato a latte, sembrava emanare ad ogni suo lieve sorrisino beffardo. Guardai Edward di sottecchi, mentre lui continuava a leggere il suo libro, imperturbabile e rilassato, intento ancora a rincuorarmi con i suoi tocchi teneri, lungo il corpo in tensione, e mi chiesi se fosse stato lui al posto di Alex ed io a quello di Celine, sarei riuscita a resistergli?

Sorrisi e scossi la testa, assaporando l’odore traspirato dalla sua pelle liscia come la seta. No, sicuramente no.

Anche se diverse, sia nel carattere che nel fisico, sentivo che io e Celine non eravamo poi così incompatibili. Proprio le nostre palesi diversità, ci avevano permesso di istaurare un legame d’amicizia ed un’ empatia così forte, ed ero convinta che avrei sofferto con lei se Alex avesse tramutato la sua frizzante felicità in un dolore lancinante che l’avrebbe divisa in mille frammenti.

Sospirai ancora, ansiosa ed affranta.

“ Bella, rilassati. Andrà tutto bene.”

Mi mormorò Edward dolcemente, baciandomi il centro della testa e la tempia che gli porgevo inconsapevole, continuando a ricoprirmi di carezze il busto.

“ Come fai ad esserne sicuro?”

Biascicai, ricambiando le sue attenzioni, quasi automaticamente, accarezzandogli a mia volta il petto lievemente e baciandogli il collo con le labbra socchiuse.

“ Alice lo è, ed io mi fido delle sue visioni.”

Lo osservai, ancora scettica.

“ Le sue visioni sono labili, lo sai benissimo quanto e più di me.”

Costretto, con un sospiro, a riporre il libro sul tavolino in ferro battuto e di forma ovale, abbinato al dondolo, mi strinse con entrambe le braccia la schiena, attirandomi ancora di più a sé, baciandomi tenero e rassicurante le labbra contratte, finché non le rese molli ed abbandonate alle sue, così delicate e calde nella loro morbidezza. Con un nuovo sospiro flebile, fuoriuscito dalla mia bocca direttamente dal mio petto, ora più illanguidito dal benessere che solo Edward poteva trasmettermi, con i suoi baci da maestro e i suoi sorrisi che mi facevano fremere lungo tutte le mie terminazione nervose, tenendomi ancora incollata al suo petto, mi disse, con le labbra attaccate alla mia guancia:

“ Si, ma questa volta la piccola peste ha ragione. I pensieri di Alex non erano mai stati più determinati ed irremovibili da quando ho avuto la possibilità di udirli, e quelli di Celine erano fiduciosi e sereni, quando l’abbiamo lasciata nel bosco.”

Continuò, accarezzandomi il viso con l’intero palmo della mano destra, infondendomi positività e fiducia attraverso il suo sguardo intenso e brillante di acque dagli abissi dorati, dove era sempre un piacere affondare, perdendomi in universi di pura dolcezza.

“ Quindi basta essere così pessimista. Vedrai, sono sicuro che presto li vedremmo sbucare ridenti ed abbracciati dal folto della foresta, più uniti che mai.”

Concluse, con un guizzo divertito negli occhi, che si increspò in un sorriso sulle sue labbra, illuminando anche il mio.

Ma si, aveva ragione lui. Non c’era alcun motivo di essere così drastica nel dare giudizi negativi. Dopotutto, nello sguardo sia di Alex che di Celine, non avevo mai visto davvero disprezzo e disgusto, ma solo un sentimento passionale e represso, mascherato dal loro orgoglio.

All’improvviso, prima che potessi dare voce ai miei pensieri, invalicabili per la mente acuta e brillante di Edward, Alice si volatilizzò dal nulla, mentre la porta a vetri del portico, sbatté con un tonfo sordo, dietro di sé, si gettò su di lui, arruffandogli i capelli con aria impertinente.

“ Piccola peste a chi, eh? Guarda che io sono un genio, in fatto di dichiarazioni d’amore e nel combinare incontri improvvisi.”

Edward si scrollò le sue braccia di dosso, scostandomi gentilmente da sé, con un sorriso, che investì anche Alice, mentre se la trascinava sulle sue ginocchia, torturandole i capelli come lei aveva fatto prima con lui. Il risultato fu delizioso per entrambi.

“ Smettila subito!”

Gli intimò, mentre entrambi ridevano contenti, istaurando una lotta a suon di cuscini e capelli da scompigliare ancora il più possibile. Venni coinvolta anche io in quella lotta fra bambini mai cresciuti, mentre Nessie, ridendo contenta, era corsa sul prato, in direzione di due sagome che si intravedevano tra due abeti imponenti, nascosti da cespugli di bacche profumate.

“ Ssssh, ferme, per favore.”

Ci intimò Edward attento, con i capelli completamente sparati da tutte le parti, la mano destra a bloccare il polso di Alice, pronta a colpirlo in pieno viso con un cuscino, quella sinistra sulla mia spalla, per trattenermi dal costringerlo a reclinare il capo, tirandolo per i capelli, per renderlo maggiormente mira della sua prossima cuscinata.

Lo vidi concentrarsi sul punto in cui Renesmee stava correndo veloce, per poi fermarsi, le guance rosse per il piacere della scoperta e il sorriso sfavillare alla luce della luna nascente.

Il sorriso di Alice, mentre si ricomponeva, gettando il cuscino sul dondolo, che rotolò verso l’angolo opposto, con un balzo aggraziato, atterrò sul pavimento in parche bianco, la gonnellina del suo vestitino rosso svolazzante, le mani dietro la schiena, intrecciate in una posa da bambolina  di porcellana, trovò un’eco sibillino in quello di Edward, che investì prevalentemente me.

Prendendomi fluidamente fra le braccia, mi aiutò a mettermi in piedi e anche il mio sorriso si allargò, quando vidi Celine ed Alex attraversare i cespugli di more e bacche, avvinti in un abbraccio intenso, sorridenti e ridenti. Una parola per descriverli: innamorati.

Renesmee si gettò letteralmente fra le braccia di Celine, che distaccatasi da Alex, la fece roteare in aria, ridendo con lei.

“ Ciao, zolletta di zucchero. Ti sono mancata?”

Le chiese, negli occhi una luce di pura felicità.

Nessie annuì sorridente, affermando gioiosa.

“ Si, tantissimo.”

Detto questo, le circondò il collo con le sue braccia piccole ed esili, almeno solo in apparenza, i capelli raccolti in una coda alta, che scendeva in mille boccoli ramati, più scuri rispetto al colore acceso dei ricci stretti ed indomabili di Celine, che ricambiò la stretta sincera.

Poi, il suo sguardo dorato si concentrò sul nostro trio e facendo discendere Renesmee dalle sue braccia, ma tenendola per mano, ci salutò sorridendo birichina. Quel sorriso sciolse tutti i residui della mia infondata ansia. Aveva ragione Edward, non c’era nulla di cui preoccuparsi.

“ Ecco i tre cherubini. Avete riposto arco e frecce, piccole canaglie?”

Ci chiese ironica, causando un risolino in ognuno di noi.

“ Come se ne fossi rimasta scontenta.”

Disse sbuffando, falsamente offesa, Alice.

Celine, cingendo la vita di Alex e perdendosi in uno dei loro sguardi intensi e roventi, ora condivisi da entrambi, ancora sorridente, disse:

“ No, non posso affermarlo. Suonerebbe falso.”

Alex, quasi incapace di resistere a quella vicinanza, senza dire nulla, la baciò con passione e dolcezza, distaccandosi quasi subito, di malavoglia, forse per rispetto alla presenza di Nessie, che corse da me, abbracciandomi contenta.

Poi, osservandoci di nuovo con quello sguardo spumeggiante di felicità, ci disse in un sussurro che, grazie al nostro udito ipersensibile, riuscimmo pienamente a cogliere, mentre abbracciava ancora Alex, amorevole.

“ Grazie.”

“ Figurati.”

Disse Alice, sventolando una mano in segno evidente di ironica spavalderia.

“ Allora? Ora cosa facciamo?”

Domandò, guardando sia me che Edward, che sorrise a chissà quale suo pensiero diabolico ed imprevedibile.

“ Io direi di festeggiare.”

Risuonò la voce entusiasta di Emmett, che cingeva la vita di Rosalie, davanti a lui, appoggiata al suo petto vigoroso, annuendo convinta alla sua proposta. Entrambi erano seduti sui gradini del portico e sopra di loro c’erano anche Esme, che sorrideva felice e Carlisle, che le cingeva le spalle con un braccio, anche lui sorridente di una ritrovata e semplice serenità.

Jasper scese con un movimento leonino i gradini del portico, superando la coppia posta su di essi, per poi raggiungere Alice e baciarle una guancia, mentre lei ricambiò la sua attenzione, baciandogli un braccio, poche spanne sotto la spalla,  dove riusciva ad arrivare. Lui le sorrise e le cinse le spalle con entrambe le braccia, cullandola per un attimo eterno, solo loro.

“ Si, è un’ottima idea!”

Esclamò entusiasta Celine, gli occhi dorati brillanti di entusiasmo.

“ Andiamo a ballare.”

Propose subito Alice, raggelando automaticamente il mio sorriso. Edward emise un risolino divertito, in risposta alla mia reazione spontanea. E la cosa peggiore fu vedere il sorriso eccitato e luminoso di Celine allargarsi ancora di più in modo delizioso ma, per me, fonte dell’inevitabile catastrofe.

“ Si, splendido. Facciamolo!”

Emisi un involontario sospiro di rassegnazione, mentre Edward mi cingeva la vita da dietro, cullandomi e baciandomi il collo, sorridendomi comprensivo. Ricambiai debolmente e lui rise nel mio orecchio.

Proprio allora, Nessie sbadigliò sonoramente, strofinando il viso sulla mia maglietta, stringendomi le gambe fasciate dal jeans scuro. Tutti, me inclusa, sorridemmo e la guardammo inteneriti.

“ Credo che la piccola abbia sonno.”

Disse Esme, il tono della sua voce come miele caldo.

“ è stata una lunga giornata.”

Aggiunse Rosalie, appoggiando il viso sul braccio di Emmett, che le scostò una ciocca di capelli biondi dal collo, per poi accarezzarglielo.

“ Vieni, tesoro.”

Le mormorai, afferrandola per le braccia e lasciando che si aggrappasse a me, come una scimmietta assonnata e bisognosa di coccole.

“ Ora la mamma ti porta a nanna.”

Le dissi, mentre lei protestava debolmente, già ad occhi chiusi.

“ Papà.”

Sussurrò, implorandolo ed afferrandogli il colletto della camicia, toccandogli una guancia con una mano, trasmettendogli i suoi desideri. Edward le sorrise dolce e comprensivo.

“ No, sei troppo stanca. Domani, magari.”

Le disse, baciandole la guancia visibile al di sopra della mia spalla, accarezzandogliela, poi, con le dita della mano sinistra.

“ Sogni d’oro, angelo mio.”

Lei gli sorrise e mugugnò una risposta, per poi crollare in un sonno profondo.

Sorridendo, la portai in camera di Edward, e prima di richiudermi la porta alle spalle, aspettai di vederla stringersi nelle coperte dorate del letto a due piazze, sorridendo appagata, le guance tinte di un rossore di piacere infantile.

Appena lasciai che l’anta in legno di ciliegio si chiudesse con un tonfo sordo, fui afferrata da Alice che corse come un tornado nella camera di Celine, che, non appena varcata la soglia, la vidi indossare un pantalone in pelle nera lucida, una fascia con scollo a cuore aderente rossa, con una giacca in pelle abbinata al pantalone e degli stivali vertiginosi a ricoprirle metà gamba. Era davvero molto bella e seducente.

“ Ah, brava bambolina. Sei riuscita a rapirla.”

Disse, indossando degli orecchini lunghi e a goccia neri.

Alice rise divertita.

“ Si, è la mia specialità.”

Osservandola meglio, notai che anche Alice si era cambiata. Era avvolta in un vestito verde scuro, i capelli sbarazzini arricciati sulle punte e delle ballerine argentate, come gli accessori che indossava, a coronare il quadro delizioso.

“ Su, forza Bella. Devi cambiarti.”

Mi intimò, spingendomi verso il letto e cominciando a sfilarmi la maglietta.

“ Alice! Insomma, so vestirmi da sola!”

Le dissi, cercando di non essere troppo brusca.

“ Si, ma sbrigati, gli altri ci stanno già aspettando.”

Mi disse, prima di chiudersi la porta della camera alle spalle, per poi riapparire prima che questa si chiudesse definitivamente.

“ Ah, e indossa quello, mi raccomando.”

La sentii discendere la rampa di scale ed urlare qualcosa ad Edward.

Quello era un vestito di pagliette blu notte, a bradelle sottili e scollo a V. Decisamente lo stile marcato Alice Cullen.

Lo indossai alla svelta, senza oppormi, anche perché ero convinta- non solo perché immaginavo che Alice lo avesse già previsto- che ad Edward sarebbe piaciuto molto.

Mentre mi truccavo leggera, accanto ad una Celine dai capelli ricci e rosso brace vaporosi, lei mi squadrò dalla testa ai piedi, sorridendo soddisfatta dopo il suo esame.

“ Sei bellissima, zuccherino.”

Io sghignazzai, divertita dal nomignolo scherzoso.

“ Grazie, Celine. Anche tu sei splendida.”

“ Soltanto? In realtà, zucchero, ti confesso che non mi sono mai sentita più da sballo.”

Disse trasognata, sorridendo sorniona e facendomi ridere spontanea. Beh, non si poteva dire che fosse modesta.

“ Sai, voglio essere al massimo per Alex. Da sta sera, siamo ufficialmente fidanzati.”

Cantilenò suadente e sorridendo gioiosa.

“ Si, ti capisco. Anch’io sarei euforica.”

Lei mi guardò seria, quasi pensosa e mi chiesi a cosa stesse pensando. Ma poi la vidi ritornare alla realtà, prima che io la potessi richiamare, sorridendo ammaliante.

“ Vieni, ti aggiusto i capelli.”

Quando scendemmo le scale, vidi Edward sbarrare per un attimo gli occhi e poi sorridermi ammirato. Mi prese per mano e mi abbracciò come un fiore delicato e non potei fare a meno di fremere al tocco delle sue labbra sulle mie, dolci e carezzevoli.

“ Sei bellissima, amore.”

Mi sussurrò, scostandomi un boccolo castano dalla spalla, sfiorando i ferretti che me li trattenevano ai lati del capo, in un’acconciatura semplice, opera di Celine, che si era gettata tra le braccia di Alex, vestito con camicia e pantalone di raso nero, baciandola appassionato.

“ Grazie, anche tu.”

Gli sussurrai, ed in effetti la camicia immacolata e il pantalone color champagne che aveva indossato per l’occasione, risaltavano ancora di più il colorito pallido della sua pelle, le sue iridi dorate ed il ramato dei suoi capelli folti e naturalmente disordinati.

Mi sorrise sghembo e mi baciò ancora, prolungando di poco il tocco delle nostre labbra, desiderose le une delle altre.

“ Allora, andiamo?”

Chiese Emmett impaziente ma sorridente, vestito con toni bianchi, che si accostavano perfettamente al rosato pallido di Rosalie, che aveva raccolto i suoi capelli color del grano in una morbida treccia lungo la spalla destra, lasciando scoperta quella sinistra, dallo scollo a barca del vestito corto fino a metà coscia.

“ Se siamo tutti pronti, si. Carlisle, prendiamo la tua macchina, va bene?”

Disse Alice, trascinando Jasper colorato d’azzurro e di bianco, in toni alterni tra camicia, pantaloni e giacca, con una mano intrecciata alla sua, mentre prendeva la borsetta in pagliette nera e lanciava le chiavi dell’auto ad Edward, spingendolo verso la porta con un braccio.

“ Certo. Basta che non mi consumate tutto il pieno di benzina.”

Disse ironico, mentre raggiungeva Esme sul divano, intenta ad osservare i titoli di coda di un film che aveva inserito nel lettore DVD. Forse avevano deciso di passare una serata insieme. Non indagai più di ciò che si evinceva al primo sguardo, rispettando la loro intimità.

“ Divertitevi e fate i bravi.”

Ci raccomandò Esme, salutandoci con una mano e sorridendoci dolce.

“ Era ora. Forza, sbrigatevi. Oh, siete sempre gli ultimi.”

Ci rimproverò Alice, correndo verso il garage, affiancata da Jasper.

“ Finiscila di borbottare o brucio tutti i vestiti nuovi che mi hai regalato.”

La minacciò Edward, sorridente, mentre mi apriva lo sportello del passeggero, accanto al suo, quello del guidatore.

“ Non lo faresti mai, perché sai che ti toglierei la parola e convincerei tua moglie a fare lo stesso.”

Disse Alice dolcemente e sicura, tirandogli una ciocca di capelli, affacciandosi tra me e lui, che sghignazzò della sua risposta.

“ Celine ed Alex?”

Chiesi, una volta notato la loro assenza.

“ Vengono con la moto di Alex.”

Sorrisi, nel vedere la moto da corsa rombare e Celine mandarci un bacio ridendo entusiasta ed aggrappandosi alla schiena di Alex.

“ Tipico di Celine.”

Aggiunsi fra me e me.

“ Muoviamoci, altrimenti arriveranno prima di noi.”

Disse Alice, mentre Edward metteva in moto, calmo e disinvolto.

“ Non preoccuparti, non succederà.”

Disse pacato, immettendo la quarta e sgommando deciso verso di loro, sorpassandoli e lasciandoli stupiti.

Alice lanciò un urlo di approvazione, accompagnata da una risata spontanea e contagiosa di Emmett.

“ Nessuno può battere il nostro fratellino, mago della corsa.”

Aggiunse, facendo sorridere Rosalie, stretta a lui.

Sorrisi insieme ad Edward, guardando la strada notturna snodarsi come un nastro di seta.

 

 

                                                                                                                                           §

 

Il disco pub in cui Alice ci aveva trascinato era uno dei più rinomato di Olimpia. Il bancone nero, illuminato da luci multicolore, era gremito di ragazzi di tutte le età, che smisero di ridere e di scherzare tra di loro, non appena varcammo la soglia del locale, assumendo la classica ed abituale espressione sbalordita, incredula  ed affascinata al tempo stesso. Ma come tutte le cose, anche questa sparì quando il caos e la musica assordante e movimentata, li tentarono in maniera irresistibile.

Alice sprofondò immediatamente in uno dei divanetti in pelle scura ad angolo, invitando gli altri a raggiungerla. Celine era l’unica ad aver declinato il suo invito, immettendosi subito nella mischia, ridendo e volteggiando aggraziata su se stessa, come un cigno in uno stagno di smarriti anatroccoli.

Con la coda nell’occhio, osservai Alex rilassarsi sui morbidi cuscini del divanetto, sorridendo nel contemplarla ammaliato da ogni suo singolo movimento, come quel lontano giorno, nella raduna.

Celine non aveva occhi che per lui, e all’improvviso cominciò a tentarlo, sfilandosi la giacca in pelle e lanciandola nella sua direzione. Un ragazzo che ballava accanto a lei, con un gruppo di amici, le riservò un’occhiata languida, ma Celine, ignara di tutto o forse poco interessata al suo nuovo silenzioso corteggiatore, corse leggiadra tra le braccia del suo compagno, baciandolo fuggevolmente sulle labbra, mentre si accomodava sulle sue ginocchia e lui le accarezzava, quasi distratto, il fianco sinistro. Il brillio di desiderio scomparve dagli occhi del ragazzo, che distolse lo sguardo da quella scena amorevole, palesemente deluso.

“ Balli?”

Gli chiese, tra una risata e l’altra, felice.

Alex ci pensò su, mugugnando, e poi, scoccando la lingua, scosse la testa in segno di diniego.

Celine non si scompose, forse già veterana di quel gioco di sguardi e sorrisi, tanto che, molto lentamente, sciolse la presa dal suo collo, si alzò e sorridendo, disse allegra, ma con un pizzico di sfida:

“ Vorrà dire che ballerò da sola.”

Alex sostenne il suo sguardo, scrollando le spalle, fingendo indifferenza, per poi vederla volteggiare nuovamente in pista, già pronta ad un nuovo ballo.

“ Vuole ballare, signorina?”

Chiese Emmett a Rose, che subito rispose al suo sorriso smagliante e al suo tono ironico, afferrando la mano che le tendeva invitante e volteggiando verso Celine, che rise di una battuta scherzosa di Emmett, che a sorpresa, fece fare un cache alla sua compagna, degno di un ballerino professionista.

Rose lo rimbeccò tra l’irato e il divertito, e la risata squillante di Emmett sovrastò per un attimo la musica ad alto volume.

“ Vieni, Bella!”

Mi intimò Celine, poco dopo, cercando di trascinarmi su quello, che per me, era il patibolo.

“ No, ti prego, Celine. Tutto, ma non questo.”

La implorai, mentre Edward, accanto a me, sghignazzava.

“ Coraggio. Siamo qui per ballare, non per restare seduti. Dai, per favore!”

Mi incoraggiò e pregò al tempo stesso, congiungendo le mani in preghiera e facendo gli occhi dolci. Maledizione, superava addirittura Alice! Sospirando affranta, afferrai la sua mano e ricambiando, senza freno, il suo sorriso contagioso, con un ultimo sguardo sofferente ad un Edward bellissimo e divertito, raggiunsi Emmett e Rose, che stavano ballando ad un ritmo degno di Dirty Dancing ed Alice e Jasper, intenti a ridere e a volteggiare, improvvisando un balletto classico unito ad un latino americano. Per fortuna, Celine non cominciò con passi troppo difficili, limitandosi ad accompagnarmi in ondeggiamenti e piccoli movimenti. Dopo l’impaccio e l’indecisione iniziale, mi lasciai trasportare dal ritmo incalzante di quella melodia elettrica, cominciando ad assecondare il mio corpo desideroso di sciogliersi e di lasciarsi andare.

“ Allora, che ti avevo detto? Ti stai divertendo, vero?”

Mi chiese all’improvviso Celine, ruotando intorno a me, con mosse carezzevoli.

“ Si, molto. Grazie.”

Le dissi, consapevole che mi avrebbe sentito ugualmente, anche con il volume pacato della mia voce.

“ Non devi ringraziarmi, zuccherino. Ed ora…”

Nel momento in cui mi afferrò la mano e mi fece roteare su me stessa, mi ritrovai fra le braccia di Edward che mi tenne ferma per le spalle, per poi scivolare il palmo della mani affusolate lungo le braccia e portando la mia mano destra ad afferrare la sua, e l’altra a stringere la sua spalla sinistra, ampia e forte.

Ammaliata dallo sguardo brillante di topazio di Edward, sentii distintamente Celine ridere divertita ed esclamare soddisfatta:

“ Balla con il tuo principe!”

Edward rise sommesso alla sua battuta e le sue labbra rosse e modellate si curvarono in quel classico sorriso sghembo che mi causava sempre un brivido di eccitazione.

“ Cosa dici? La prendiamo in parola?”

Mi sussurrò vellutato, causando un mio risolino divertito. Finsi di pensarci e mugugnando appena, gli risposi con gli occhi lucidi di felicità.

“ Uhm, perché no. Ormai, sono diventata una ballerina provetta.”

Lui sorrise e serrando il mio corpo al suo, mi trascinò in un lento dolcissimo, in dissonanza con la massa di corpi palpitanti e frenetici che saltavano e si scatenavano al ritmo di una disco dance attuale.

Ma il dj, quasi affascinato dal nostro modo di alienarci da tutto e da tutti, annunciò a tutte le coppie in sala di farsi avanti e di unirsi in un lento romantico. Fu così che le note di una romantica canzone d’amore cullarono molti innamorati, che si abbracciavano come se volessero divenire una sola cosa, e tra questi, intorno a noi, c’erano anche Emmett e Rosalie, Jasper ed Alice…e Celine?

Alzai il volto dal petto d Edward solo il tempo di vederla correre verso l’entrata del locale, sbracciandosi ed urlando:

“ Sei venuto! Bravo!”

Edward rise vicino al mio orecchio e a quel punto alzai gli occhi ad incontrare i suoi, cercando in lui una soluzione alla mia espressione interrogativa.

Il suo volto, abbagliato da una tenue luce giallastra, si illuminò di ilarità.

“ Credo che qualcuno, questa sera, sarà torturato a morte dalla nostra stravagante amica.”

Incuriosita dalla sua enigmatica affermazione, mi costrinsi a rivolgere l’attenzione a Celine che, sorridente, si stava avvicinando al nostro gruppo, trascinando a braccetto…a quel punto, la risata che sgorgò direttamente dal cuore sovrastò, come l’eco di mille campanelli, le note melodiose della canzone, ancora vibrante nell’aria.

“ Jacob! Cosa ci fai qui?”

Chiesi ad uno scontento Jake, ancora con il braccio muscoloso incatenato a quello di Celine.

“ Chiedilo a lei.”

La indicò con un gesto secco del capo, la voce roca incrinata da un velo di irritazione.

“ Mi ha costretto a venire qui con l’inganno.”

Celine, ridente, lo rimbeccò con un’amichevole pacca sulla spalla sinistra, coperta da un’aderente t-shirt color grigio fumo che gli donava molto.

“ Esagerato. Quando ti ho chiamato all’andata, ho pensato ti avesse fatto piacere festeggiare con noi.”

Gli disse sorridendo ammaliante, mentre lo lasciava andare dalla morsa del suo braccio, per poi volare tra quelle di Alex, avvicinatosi impercettibilmente al nostro gruppo, incuriosito dal nuovo arrivo. Subito Celine venne avvolta dal suo delicato abbraccio, baciandogli un braccio, il molto immerso nel suo petto.

“ Io ed Alex ora stiamo insieme.”

Sussurrò, gli occhi brillanti in quelli più chiari di Alex.

“ Oh, che bello!”

Esclamò sarcastico Jacob, alzando gli occhi al cielo.

“ Ora, se non vi dispiace, me ne torno a casa, visto che non ci sono vampiri assassini da uccidere.”

“ Come? Vampiri assassini?”

Chiesi, tra l’incredulo e il divertito.

“ Domandalo a lei. È stata la tua amichetta svampita ad urlarmi per telefono che eravate in grave pericolo, che altri seguaci di quella pazza omicida erano tornati per vendicarsi, che Nessie era sta catturata…Dio, hai coinvolto anche una bambina pur di trascinarmi qui. Ed io stupido a crederti.”

Si insultò da solo, incrociando le braccia risentito.

“ Beh, io vado. Divertitevi e fammi un favore, Bella, sequestrale il telefono.”

Mi disse ancora accigliato, per poi dirigersi a grandi passi verso l’uscita. Cercai di fermarlo, anche se condividevo la sua irritazione, ma Celine fu più veloce di me. Si gettò dietro di lui, in un gesto che, con tutta la buona volontà, nemmeno Alice, così espansiva, avrebbe mai fatto con lui, racchiudendolo nella presa salda delle sue braccia. Sperai che Jacob non si arrabbiasse troppo.

“ Dai, cucciolotto, scusami. È che non sapevo come farti venire, tutto qui. Pensavo che avresti declinato l’invito, se ti avessi detto la verità. Ed io non volevo, perché mi sei tanto simpatico.”

Gli rivelò quasi mortificata e sciogliendo la sua presa lentamente, per non irritarlo maggiormente.

Vidi Jacob, nonostante tutto, sospirare per rilassare i muscoli e ritrovare un po’ della sua calma. Sorrisi, quando si voltò verso di lei, che attendeva un suo verdetto.

Lui si passò una mano fra i capelli color carbone e corti, sorridendo conciliante.

“ D’accordo, ti perdono.”

Lei saltellò e sorridendo, in un impeto di contentezza, lo abbracciò con slancio, incurante della puzza quasi canina che emanava.

Jacob sbarrò gli occhi e guardò apprensivo sia me che Alex, che li guardava sorridendo appena. Allora si rivolse, come ultima risorsa ad Edward, che sorrise ed annuì, come per dirgli di non preoccuparsi. Allora Jacob si rilassò e ricambiò la stretta, un po’ impacciato. Ma risi quando lo vidi, in un gesto istintivo, arricciare il naso all’odore dolce e gelato, per lui, emanato dai ricci che gli solleticavano la guancia.

Quando Celine si distaccò ridendo, lo trascinò in pista insieme agli altri, in un divertente ballo di gruppo.

“ Ma non è geloso?”

Chiesi inaspettatamente ed Edward, mentre eravamo seduto entrambi sul divanetto, uniti in un tenero abbraccio, scambiandoci carezze a vicenda, io sul petto e sulle spalle e lui sul volto, sulla spalla destra scoperta, e fra i capelli, i cui boccoli lo ricoprivano come una morbida coperta.

“ Chi?”

Mi chiese, strappandosi per un momento a quel attimo solo nostro.

“ Alex. Non è nemmeno un tantino geloso di Celine?”

Edward mi guardò sorridendo, per poi baciarmi le labbra, come se ne fosse attratto irresistibilmente.

Indugiò per un po’, accarezzandole con le sue e segnandone i contorni con la lingua, facendomi sospirare deliziata dalle sue attenzioni. Chiusi gli occhi, assaporando il suo sapore ed inebriandomi del sapore afrodisiaco del suo respiro, che inondò il mio cervello, scollegandolo per un attimo eterno, e quando si staccò, baciando uno dopo l’altro gli angoli della mia bocca, aprii gli occhi, resi sicuramente lucidi per l’emozione, dovetti faticare molto per ricordarmi anche solo il mio nome e il sorriso sghembo con cui mi investì non fu molto d’aiuto.

“ Si, come io potrei esserlo di te o tu di me. Ma cerca di non darlo a vedere, di reprimere l’impulso di staccare la testa a chiunque uomo, umano, vampiro o licantropo che le si avvicina.”

Mi scostò una ciocca di capelli dal volto, ricoprendo di piccoli baci la guancia sinistra, per poi scendere lungo la linea del collo. Lo strinsi a me, affondando entrambe le mani nei suoi capelli ramati.

“ Sai, è geloso soprattutto di me.”

Mi rivelò, mentre era ancora intento a baciarmi la mandibola, seguendone la linea morbida fino al mento.

“ Di te?”

Chiesi incredula.

“ Uhm, uhm.”

Rispose mugugnando, baciandomi il labbro inferiore e mordicchiandolo delicatamente.

“ E…come mai?”

“ Vede troppa affinità fra di noi.”

Ci pensai su, mentre lo baciavo ancora le sue labbra socchiuse e così maledettamente succose.

“ In effetti, siete molto compatibili, nonostante siate così diversi.”

Lui sorrise sulla mia pelle, scivolando verso la base del petto e posarvi un bacio.

“ Forse, un tempo, eravamo destinati a stare insieme, chissà.”

Mi raggelai a quelle parole. Celine ed Edward…no, impossibile. Lui era mio, e di nessun altra.

Lo costrinsi a guardarmi negli occhi, accigliata.

“ Non dirlo mai più. Tu sei mio, io sono tua.  Sempre.”

Lo sentii trasalire alle mie parole ed improvvisamente provai un moto di vergogna per il mio moto di possesso, tanto da costringermi ad abbassare lo sguardo, imbarazzata.

Ma Edward mi catturò il mento fra le sue dita e senza darmi il tempo necessario a capire le sue mosse, mi baciò, quasi affamato delle mie labbra. Dopo un momento di smarrimento, mi riscossi e, stringendolo a me, lasciai che mi trascinasse con lui sui cuscini morbidi del divanetto, mentre mi donava carezze esaltanti ma dolci su tutto il corpo.

“ Tu sei il mio universo, Bella. Ti amerò per tutta la mia eternità, ed oltre. Non dubitarne mai, amore, mai.”

Mi sussurrò all’orecchio, caldo e vellutato.

“ Mai.”

Ripetei, la voce roca e i sensi in fiamme per i suoi baci carezzevoli.

Quando ci staccammo, ridemmo entrambi, tramortiti dalla nostra stessa passione.

“ Sei adorabile quando sei gelosa.”

Mi disse, sorridendo ed osservandomi adorante.

Io risi con lui.

“ Edward!”

Esclamò Celine, staccandosi dolcemente dall’abbraccio di Alex, superando la coppia Alice e  Jasper, per poi volare tra le braccia di Edward, ma stranamente, non mi irritai.

“ Vieni, pasticcino, balla con me.”

Gli disse, prendendolo per mano e trascinandolo in pista. Edward mi rivolse uno sguardo preoccupato, ma io gli sorrisi rassicurante ed annuii.

Lui ricambiò il mio sorriso e, scherzoso, strinse Celine fra le braccia, facendola volteggiare e ridere contenta.

“ Vuoi ballare, Bella?”

Mi sentii chiedere inaspettatamente da Alex, chino su di me, un sorriso rassicurante ad illuminargli gli occhi marrone scuro, una mano tesa verso di me. Sembrava un cortigiano di altri tempi ed io una dama di corte.

Titubai per un attimo, ma poi, sorridendo, afferrai la sua presa e lasciai che mi conducesse accanto alla coppia formata dai nostri rispettivi compagni.

“ Dovrai essere molto paziente. Non sono molto brava.”

Lui rise sommesso e cominciò a dondolarsi leggermente, a ritmo di musica.

“ Tranquilla. Ho visto come ballavi con Celine. Non eri tanto male.”

Risi, quasi imbarazzata.

“ Grazie, sei gentile.”

“ Di nulla. È la verità.”

Sorrise a fior di labbra, ma rilassato ed io ricambiai, sincera.

Volteggiammo per un po’ e mi sorpresi di quanto fosse rassicurante e conciliante un uomo introverso come Alex.

“ Balli molto bene anche tu. Come mai declini sempre gli inviti di Celine, allora?”

Chiesi, impulsiva e curiosa. Lui rise e mi fece roteare su me stessa.

“ Perché, non sono mai stato molto interessato ai balli. Adoro di più vedere Celine divertirsi e ballare per me che con me.”

Annuii, più cosciente del suo modo di pensare.

“ Sei una brava ragazza, Bella. Sono felice che Celine abbia trovato in te un cara amica.”

Mi sentii lusingata da quel complimento inaspettato, tanto da portare il mio sguardo al pavimento.

“ Grazie, anch’io sono felice di aver conosciuto una persona straordinaria come lei.”

Lui rise di una risata spontanea e contagiosa, che provocò la nascita di un mio sorriso inaspettato.

“ Sei davvero un tenero zuccherino, Bella.”

Mi baciò la fronte leggero e per nulla malizioso, per poi prendermi la mano ed attirare l’attenzone di Edward, intento a ridere di una battuta di Celine.

“ Cambio dama?”

Edward gli sorrise.

“ Certamente.”

Poi si rivolse ironico a Celine.

“ Signorina, è stato un piacere ballare con lei.”

Celine, cercando di trattenere le risate.

“ Il piacere è stato tutto mio, mio cavaliere.”

Non potei non sorridere a quella tenere scena e poi, congedandosi con un elegante bacio a mano da Celine, Edward afferrò la mia mano che Alex gli porgeva e mi trascinò in un nuovo indimenticabile ballo. Vidi con la coda nell’occhio Celine sorridere felice e gettarsi, per la prima volta da quella serata, tra le braccia di Alex non solo per abbracciarlo, ma per vivere con lui un romantico ed eterno lento.

Più tardi, Celine corse verso l’ala ovest del locale, sorpassando tutti i presenti umani increduli e fermarsi fuori, in giardino, nei pressi dei bordi di una capiente piscina, ricolma di un’acqua azzurrina.

Ci fissò tutti attenta e sorridente per poi gettarsi in acqua, schizzandoci tutti. Riemergendo gocciolante, disse ridendo allegra:

“ Su, venite!”

Alex fu il primo a seguirla, e a lui seguirono Alice, Jasper, Emmett, che esiguì un tuffo da nuotatore provetto, trascinando Rosalie subito dopo in braccio, facendola gridare per la sorpresa e il dispiacere evidente di bagnarsi il vestito. Ancora ridente, prendendo per mano Edward ci gettammo insieme, seguito da Jacob, che riemerse schizzandomi contento. Fu un’esperienza indimenticabile e mentre Edward, afferrandomi mi faceva volteggiare contento, sentii Alex sussurrare accorato e con quel tono proibito di sua prerogativa a Celine:

“ Ti amo, Celine.”

Lei sorrise gioiosa, abbracciandolo e scostandogli una ciocca di capelli bagnati dalla fronte, gli sussurrò emozionata:

“ Anch’io, Alex. Per sempre.”

E con un bacio suggellarono la loro promessa.

Abbracciata a Jasper, Alice, fuori dalla piscina, munita  di macchina fotografica digitale, ultimo modello, ci disse sorridendo contenta:

“ Sorridete, ragazzi.”

Tutti ci voltammo ridenti verso di lei ed io, abbracciando Edward, mentre gli altri si stringevano a noi, accolsi con piacere il flash che per un attimo mi accecò, e ancora oggi, a distanza di un anno, non seppi ancora come Alice e Jasper abbiano fatto in tempo a volare in piscina nel momento in cui la foto veniva scattata.

Sorridendo, dondolandomi appena sul dondolo del portico, con stretto l’album delle foto di famiglia, osservavo con malinconia mista a piacere quella di quel attimo memorabile, che traspirava un nuova e forte amicizia. Eravamo così felici, anche se fradici fino al midollo. Mi soffermai particolarmente sul volto sorridente di Celine e una fitta di nostalgia mi colpì il cuore fermo.

Lei ed Alex si erano sposati e aveva acquistato una villetta nel centro di New York, città amata da entrambi. Ci eravamo salutati con allegria, subito dopo il matrimonio, celebrato due mesi dopo. Io ed Edward eravamo stati scelti come testimoni e Carlisle aveva accompagnato Celine all’altare, accogliendo la sua richiesta con gioia.

Era stato una celebrazione semplice e la mia felicità si rispecchiò pienamente in quella sfavillante di Celine. Con un abito da sposa immacolato, con taglio a coda di sirena, con corpetto ricoperto di perline, mi abbracciò calorosa prima di partire insieme ad Alex verso una luna di miele meravigliosa, su un’isola caraibica deserta, in groppa alla sua moto, lanciando il suo buquet di rose e gigli bianchi, che atterrò tra le mani inerti di Jacob fra le risate innocenti di Renesmee e gli applausi di tutti noi.

Ricordo ancora il sorriso raggiante di Celine, i ricci sciolti al vento, il velo trasparente trasportato via durante la corsa, e il giglio rosso che ardeva sul candore della sua spalla destra, mentre salutava da lontano, urlando contenta:

“ Arrivederci, amici. Siete la mia famiglia. Ciao Bella, zuccherino, mi mancherai. Vi voglio bene.”

E con un ultimo bacio scherzoso e un sorriso trasognato, era sparita dalle nostre esistenze, come un tornado buono, che travolge le acque limpide e quiete di un oceano, senza far del male.

Immersa nei ricordi, sentii due braccia robuste e familiari avvolgermi da dietro, mentre richiudevo cautamente l’album di foto.

Mi abbondai sul petto scolpito di Edward, baciando la pelle scoperta della sua spalla.

“ Tutto bene, Bella?”

Lo guardai innamorata, mentre il suo sorriso amorevole dissipava tutte le mie preoccupazioni e la nostalgia sparì di colpo, lasciando dietro di sé solo tenera dolcezza.

“ Si, ora si.”

Lui accentuò il mio sorriso e mi baciò appassionato ma tenero allo stesso tempo, mentre il giglio rosso, il fiore che Celine mi aveva regalato prima di partire e conservato tra le pagine bianche di quel album, ormai essiccato, ma sempre meraviglioso, scivolò fra le mie dita, atterrando fra i fili d’erba ai piedi del portico, vorticando fra di essi, quasi sorridendo contento, come Celine il giorno in cui smontò dalla sua moto, si tolse il suo casco nero e sussurrò trasognata un accattivante “ salve”.

 

 

 

Fine.

 

Angolo dell’autrice.

 

Ebbene si, trucidatemi pure se volete, ma alla fine ce l’ho fatta!!!!^-^

Perdonatemi per l’immensi ritardo ma fra pc impallato, compiti in classe, interrogazioni, ecc. non ho avuto proprio tempo per dedicarmi alla scrittura!!! Ma alla fine,  dopo mille sacrifici, il risultato si vede, no??!!XD

Allora, vi è piaciuto l’ultimo capitolo???? Che cosa ne pensate??? Spero vivamente che sia stato di vostro gradimento!  Perdonate eventuali errori, ma nella foga del momento, possono sfuggire!!!

Adesso, passiamo ai (rullo di tamburi!XD)…

Ringraziamenti vivissimi a:

Weepsiewolf, che con la sua ironia e la sua impulsività non avrei saputo come fare!!! Sei davvero straordinaria e spero che mi seguirai anche nella mia prossima storia!!! Grazie di cuore per il tuo sostegno e la tua fiducia, sperando di non averti deluso nella fine di questo lunghissimo cap!!!XD Ti informo che non ci sarà alcun epilogo, perché penso sia bello terminarla qui!!XD Bacioni e grazie ancora da Fuffy91!! ^__^

Luisina che mi ha sostenuto anche lei con i suoi commenti e le sue critiche sempre ben accette! Grazie mille per i tuoi complimenti! Ti stimo molto, anche se non ti conosco di persona, ma soprattutto come scrittrice, perché adoro molto il tuo modo di scrivere e spero che mi farai emozionare sempre di più!!!XD Ti ringrazio moltissimo per avermi seguito e spero che continuerai a farlo anche in seguito! Io lo farò, stanne certa!XD Bacioni e alla prossima fic, Fuffy91!!!^__^

Ed ora, un ringraziamento vivissimo a tutti coloro che hanno letto la mia storia, a quelli che l’hanno messa tra i preferiti e tra i seguiti, cioè:

Preferiti:

1 - bigia
2 - chiara84
3 - fata93
4 - hale1843
5 - luisina
6 - RubyMcDoll

7 - sinead
8 - weepsiewolf
9 - youngactress

 

Seguiti:

1 - alice brendon cullen
2 - lidiacullen
3 - meryj
4 - mylifeabeautifullie
5 - nene_cullen
6 - Synie

 

Grazie mille ancora a tutti!!! Vi adoro!!! Baci baci e alla prossima, Fuffy91!!!

^_________________________________________________________________^***

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Fuffy91