Anime & Manga > The Gentlemen Alliance Cross
Ricorda la storia  |      
Autore: Selene Silver    15/11/2009    2 recensioni
Cosa succede fra Ushio e Senri dopo la "liberazione" di Takanari?
Ecco una piccola shot per i loro fan (fra cui me, insomma...) ed Enjoy!
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

— Concepita in provetta… Tu non potrai mai conoscere l’amore.—



L’andatura del medico è lenta, flemmatica, ed i passi echeggiano fra le pareti bianche, semplici. Il corridoio che porta all‘infermeria è sempre stato spoglio, e di un candore che fa quasi male agli occhi.
Per un attimo, i ricordi lo bloccano. Sembrano farsi più vividi ultimamente. Sarà perché ha incontrato lei.
Scuote la testa e poggia la mano sulla maniglia della porta davanti alla quale si è fermato. L’abbassa. Ma la porta non si apre.
Senri ghigna. Lui non ha chiuso l‘aveva chiusa, ed è l’unico in tutta la scuola - eccetto Takanari-sama, certo - ad avere la chiave.
Unico? Quasi. Ce n’è un’altra copia, Senri lo sa.
<< Per la regina dell’infermeria >>commenta, infilando la mano nella tasca del camice e chiudendo le dita sul metallo freddo della sua chiave.
La tira fuori dalla tasca e la infila nella toppa. La serratura scatta con un colpo deciso.

Davvero io non posso amare? Davvero sono vuota, poiché il mio concepimento è privo di qualunque forma d’amore?



Senri si avvicina alla sua scrivania - bianca, immacolata - e vi poggia sopra la chiave. Si toglie con un sospiro il camice da medico, scoprendo una camicia anch’essa bianca con cravatta a righe bianche e rosse, e pantaloni a sigaretta neri.
È ancora giovane. È ancora bello e bramato dalle donne. Se ne compiace un po’ fra se e se, prima di voltarsi a osservare la corsia placida e silenziosa.
Le tendine color pastello - verde, rosa, azzurro, giallo ed arancio, e di nuovo daccapo - ai lati dei letti sono tirate, e lasciano vedere letti perfettamente rifatti col copriletto verde e lenzuola bianche, più cuscini sprimacciati che hanno un’aria comoda solo a vederli.
Ma non tutte le tende sono tirate. Senri ridacchia fra sé.
Una tendina - rosa, il colore dell’amore… - è chiusa, e non lascia vedere chi - di sicuro - è sdraiato sul letto dietro di essa.
Ai piedi del letto ci sono un paio di scarpette della divisa scolastica femminile, gettate scompostamente come se fossero state tolte di fretta.
L’angolo corto della tendina scopre il copriletto che, sgualcito, ricade sul linoleum azzurrino, come un serpente che sfiora il terreno dal ramo cui è ancorato.
Senri si avvicina. Sorridendo, scosta la tendina.
Gli anellini di metallo tintinnano lievemente sulla barra di ferro.

Davvero io non posso innamorarmi? Credevo di esserci riuscita, credevo di amare Haine. Sciocca.
Ma lei era stata l’unica ad essere gentile con me… le voglio bene, e lei ne vuole a me. Ma non è amore. È un’altra cosa.
A volte vorrei avere gusti facili e amare Yukimitsu. Ma… io posso amare? Posso, proprio come gli altri? Ne ho la capacità?



È stesa lì con quell’aria lontana negli occhi azzurri come il cielo d’estate, ed i capelli di platino sparsi sul cuscino.
Gli abiti scomposti, il gilet aperto e i primi bottoni della camicia sbottonati, la cravatta senza fiocco attorno al collo, le calze abbassate e la gonna che scopre molto delle sue belle gambe.
Un angelo dannato, steso lì sul lettino di un’infermeria.
Non si volta a guardarlo. Finge che non ci sia. Ma Senri sa che, per quanto non lo mostri, per quanto forse non lo dica nemmeno a lei, qualcosa sta cambiando.

Credo che con l’inseminazione artificiale il bambino nato mostri difetti agli organi. Io, per esempio, al cuore.
Il mio cuore… dov’è? Non lo trovo, qualcuno mi aiuti!



<< Ma guarda, Lady Ortensia >>la canzona Senri, con aria saccente.
Lei volta appena gli occhi. Gli concede uno sguardo, con quelle iridi fredde che non si accendono.
Sono come zaffiri. Brillano, preziosi e fatali.
Solo di una luce leggermente diversa.

Però… Forse qualcosa ho sentito? Un battito? Da qualche parte, nell’oscurità della mia anima, c’è stata una pulsazione, vero?
È per quest’uomo qui, sì? L’unico che faccia battere il mio cuore, che mi aiuta a ritrovarlo.
Ma io, a lui, non lo dirò mai.
Perché… Dici che io posso amare? Lo credi davvero?



<< Come la bella addormentata, non si sveglia. Qui ci vuole un bacio! >>
Si china su di lei, una luce birichina negli occhi, allentando il nodo della cravatta.
Lei non mostra emozioni. Forse, solo, un minuscolo sorriso che le increspa l’angolo della bocca a forma di bocciolo.
È un attimo, ma lui lo vede.
Perché qualcosa sta cambiando dentro di te, vero… Ushio?

Mi dici che posso, con questi tuoi occhi furbetti.
Mi dici che sono libera di amare chiunque e qualunque cosa.
Posso mostrare emozioni; commuovermi per quell’uccellino che impara a volare, divertimento per una battuta di quello scemo di Maguri, posso amarti?
Con quegli occhi furbi e profondi, e molto più seri di quanto non sembri, mi dici di sì.



Le sue labbra si avvicinano, veloci.
La mano della ragazza scatta, lo colpisce con un secco “pack!” sulla guancia.
Ma non gli fa male. La mano diafana che si è posata sulla sua pelle è fredda, e morbida. Non si ritrae una volta che l’ha colpito, né Senri si allontana.
Sono così vicini che sentono i corrispettivi respiri sulla pelle.

Cos’è questa emozione che mi nasce nel petto quando tu sei vicino?
Dolce strazio, felice tormento. Sei tu che provochi questo controsenso, dentro di me.
Oramai, le mie labbra sono ti appartengono. Le hai toccate con le tue. E così anche il mio cuore e me stessa.
Ma tu appartieni ancora ad un’altra donna, vero?
Eppure, grazie a te, ho imparato a provare emozioni. A riconoscere le mie sensazioni e ad aprire il mio cuore alla gente. A sorridere.
Sì, sono cambiata molto. Da circondata a persone nemiche, che non mi amavano, sono stata improvvisamente affiancata da amici sinceri, che hanno bisogno di me e di cui io ho bisogno.
Mi hanno aiutato anche loro, ma tu più di tutti. Eppure, quegli occhiali che ancora ti pendono sul naso… Io lo so che tu appartieni ancora a lei. Però, ti posso chiedere un favore?



Si guardano, in silenzio. Muto messaggio che passa fra i loro occhi. Le lenti di Senri sono in bilico sul suo naso dritto, la mano di Ushio ancora sulla sua guancia.

Posso fidarmi di te? Per ora, per sempre? Perché tu mi hai cambiato. E anche se sono io ad assomigliare ad un angelo, sei tu il custode della mia vita.
E se mai il campanello legato al filo che ci lega suonerà, tu accorrerai per me. Lo so. Anche se appartieni ancora a lei. Perché lei è morta.
Posso fidarmi di te? Posso,senza dover aver paura di sprofondare di nuovo nel nero e nel buio indotto dalle pasticche del mio suicidio, a soli dieci anni?
Allora, mi hanno salvata. E io non voglio ripetere l’errore. Non voglio più morire.
Posso fidarmi di te?



La mano di Ushio scivola sul retro del collo di lui, sotto i capelli, neri come inchiostro.
Senri prova un brivido, al contatto con quella pelle fresca, liscia e morbida.
Si fida. Si fidano.

Posso aprirti questo mio cuore di tenebra, perché tu vi possa portare la luce?
Io lo so che appartieni a lei… Però appartieni anche a me. Appartienimi, per questa volta. Per sempre. Ti aspetterò, aspetterò che tu smetta di appartenere tanto a lei. A Shoka. La invidio, sai? Ma lo so, che tu mi vuoi bene. Che tu mi vuoi più che bene.
Mi hai cambiato. Posso fidarmi di te.



I visi si avvicinano sempre di più.
Le labbra si toccano. Sapore di miele. Di cioccolato. Di latte alla fragola e di lucidalabbra alla ciliegia. Sapore dolce, infantile, che sa di antico, che sa di nuovo. Che sa di tutto, che sa di te.
Questo, forse, è il sapore dell’amore.
Si baciano ad occhi aperti, guardando l‘altro. Guardando il proprio angelo, che li ha salvati.

Concepita in provetta, sì. Ma chi l’ha mai detto che io non posso amare?





Ooookay. Questa è la mia prima ff su “Shinishi doumei Cross”, il primo manga che ho iniziato a seguire seriamente.
All’inizio pensavo che non avrei mai scritto fan fiction su questa serie, perché insomma, c’è già tutto. Ma l’altro giorno, mentre mi facevo la doccia, mi sono chiesta “Cosa facevano Senri ed Ushio prima che lui si togliesse gli occhiali?” e subito la mia testolina malata ha iniziato ad ideare.
Non so perché proprio Senri ed Ushio. So solo che, dopo la coppia Maguri/Maora, sono i miei preferiti.
Bene. Dopo questo bel preambolo, vi spiego.
1) Questa shottina è ambientata durante gli anni in cui i fab five hanno frequentato gli ultimi anni all’Accademia Imperiale.
2) Non so se Ushio è proprio come l’ho descritta (occhi azzurri, capelli biondo platino - come i giapponesi non saranno mai… -), ma è così che la vedo: “un angelo dannato”... finché non cambierà, certo.
3) I dialoghi e i gesti sono un po’ scopiazzati dal manga, fra episodi ed extra. Non me ne abbiate a male, è solo che mi piacciono molto.
4) Riguardo a “sprofondare di nuovo nel nero e nel buio indotto dalle pasticche del mio suicidio, a soli dieci anni”. Mi ricordo che in un episodio si vedeva Ushio da piccola sdraiata sul pavimento della sua casa come morta, e le ancelle che urlavano “la signorina è stata avvelenata, c’erano dei medicinali nel suo cibo”, o giù di lì. Non so se aveva dieci anni, né se aveva proprio tentato di suicidarsi (è una cosa poco chiara anche se ho riletto il manga, prima di scriverla). In ogni caso, non si sa molto di Ushio da bambina, tranne che era cresciuta in una famiglia di bastardi che continuavano a dirle “tu non puoi conoscere l’amore”.
Spero che la mia fantasia non abbia fatto troppo le bizze…
Bene, credo di aver finito. Suppongo che prima o poi scriverò anche qualcosa su Takanari. O su Toya. O su Maora e Maguri. Non lo so, quindi preparatevi al peggio. Si vedrà.
Quindi, alla prossima!

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > The Gentlemen Alliance Cross / Vai alla pagina dell'autore: Selene Silver