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Autore: forevergiulia    15/06/2005    4 recensioni
...E se la storia proseguisse da dove era terminata?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il sole splendeva ancora alto su Nerima. Il cielo blu cobalto era privo di nuvole ed il caldo vento dell’est trasportava con sé il profumo dei fiori di ciliegio appena sbocciati. Nel parco del piccolo quartiere, madri e padri guardavano i loro piccoli giocare con gli aquiloni mentre i cani abbaiavano festosamente al loro seguito. All’ombra di qualche albero giovani coppie scambiavano i loro primi incerti baci d’amore ed in lontananza il suono di un’antica canzone popolare riecheggiava, dolcissima.

Era il primo giorno di primavera, il giorno in cui si sarebbe celebrato il matrimonio tra Akane Tendo e Ranma Saotome.

Il Tendo Dojo era allestito a festa, le sue antiche e pesanti travi erano circondate da ghirlande di fiori bianchi e profumati, gli stessi appuntati sulla giacca di lui e tra i capelli morbidi di lei.

Sarebbe stata una giornata stupenda, doveva essere così…

“Tsk’…doveva…appunto…” pensò nella sua testa Akane. Si alzò da terra e con la mano fece per strofinarsi il lungo abito bianco per liberarlo dalla polvere sottile che creava un’ombra scura sul suo colore immacolato, poi così facendo si guardò la mano; era ancora rossa e dolorante. Quella stessa mano pochi secondi prima aveva spedito Kuno Tatewaki della Sezione B detto “il Tuono Blu” direttamente su un’altra galassia. Non gli fece nemmeno finire la frase: “Akane Tendo, sposiamoci noi du…!” che il malcapitato si ritrovò in orbita accompagnato a ruota dal vecchio maestro Happosai che facendosi forte delle sue piccole fattezze non aveva esitato a nascondersi tra i mille volant del suo vestito da sposa.

La sua mano bruciava ancora, non tanto per il gesto appena compiuto quanto per la rabbia che le stava scorrendo dentro e che le faceva serrare i pugni…doveva essere il giorno più felice della sua vita, diavolo, quanto le era costato quel passo!

Ripensò a qualche settimana prima, a lei che era in bilico tra la vita e la morte e a Ranma che gridava disperato il suo nome in una grotta sperduta a Yusenkyo, in Cina. Lo stesso Ranma, quella mattina, aveva negato tutto, le aveva dato della “cretina” e l’aveva lasciata sola per cercare l’unica cosa che realmente gli interessava: l’acqua della Nan Nichuan! “Pensavo…che.. mi amasse.” sibilò a sé stessa con un filo di voce, quel tanto per farle salire un groppo in gola e farle bruciare gli occhi che volevano solo piangere…

Si girò e con amaro disgusto vide quello che la circondava. Nel disordine più totale il Dojo era stato preso in possesso da più persone di quante effettivamente ne potesse contenere quel luogo. Nabiki Tendo era stata accorta a spargere la voce del fatidico evento quanto più possibile, certa che questo avrebbe giovato ai suoi bilanci ed al suo portafoglio, come sempre, ovviamente, quando si trattava di qualcosa che riguardava Ranma e Akane.

Su di un piccolo palchetto era stata posizionata in bella vista quella che avrebbe dovuto essere la torta nuziale, un gigantesco trionfo di squisita panna montata che ora giaceva rovinosamente sul pavimento di legno corteggiata da un’affamatissima Hinako Ninomiya, la prof. della sua classe, anch’ella invitata al convivio.

I sui compagni di classe stavano intanto imprecando ad alta voce per le buste in denaro, poco prima lasciate in custodia a Nabiki come pegno per gli sposi, rivalendosi del diritto di vedersele restituite consci del fatto che quel giorno non sarebbe avvenuto ciò che era stato annunciato.

In un angolo Nodoka Saotome fissava la scena con uno sguardo attonito, in piedi accanto a Kasumi, la più grande delle tre sorelle Tendo, mentre suo marito Genma cercava di estraniarsi dal trambusto facendo roteare una palla sulle sue zampe di panda. Soun, il padre della sposa, era ridotto ad un’entità spettrale, prosciugato fino all’osso dagli eventi e dai debiti contratti per organizzare quella cerimonia. Akane lo guardò così affranto e pensò, mentre una lacrima le rotolava sulla guancia resa viva dal trucco, “Perdonami papà… anche oggi ti ho deluso”.

Il dojo versava nel più completo caos, tutto si poteva dire tranne che quella fosse una cerimonia di matrimonio…La palestra dei Tendo era ridotta ad un cumulo di macerie a causa dei terribili okonomiyaki speciali di Ukyo a base di polvere esplosiva. Li aveva preparati apposta per impedire che la cerimonia avesse corso, ma inavvertitamente l’esplosione aveva finito per coinvolgere il povero Ranma che finì a terra svenuto con due X al posto degli occhi.

“Brutto deficiente!”, Akane digrignò i denti mentre guardava Shan-pu ed Ukyo che cercavano di rianimarlo, lottando tra di loro per stabilire chi gli avrebbe praticato la respirazione bocca a bocca.

Agguantò il codino del povero Ranma ancora svenuto e con un “MEGATON PUNCH” lo spedì a far compagnia agli uccelli…Il pugno gli fece riprendere coscienza, ma fu questione di un attimo e “SDENG!” la testa gli si incastrò tra le tegole di un tetto, qualche isolato più in là, tramortendolo nuovamente.

“Aya, cosa hai fatto al mio povelo Lanma, dannata usulpatlice” le ringhiò contro la bella cinesina.

“Sì, cosa pensavi di fare Akane, credevi che vi avremmo lasciato fare tranquillamente come se niente fosse?Ricorda che anch’io sono la sua fidanzata….” urlò Ukyo “…e se oggi hai pensato di essere tu alla fine a vincere, ti sbagli! Non te lo permetterò mai, capito?!!”.

Akane non poteva più reggere la collera. Senti dietro di sé il forte odore delle rose nere e subito ne fu avvolta “Akane Tendo, pazza! Come hai osato rovinare il mio meraviglioso matrimonio con Ranma?!! Non ti perdonerò mai!”. Kodachi Kuno, chiamata la “Rosa Nera“ le stava puntando il dito contro mentre sfacciatamente aveva indosso anch‘ella un abito da sposa dello stesso colore delle rose che portava sempre con sé.

L’aura di Akane si fece di un colore blu acceso e sembrò che il suo corpo quasi andasse in fiamme: “Maledette avete rovinato tutto quanto!!!Sparite da casa mia immediatamenteeee!!” e con l’altra mano rispedì le tre indesiderate direttamente all’altro capo della città.

Era a testa bassa, guardava il pavimento con gli occhi velati dalla rabbia e dalla tristezza, le sue mani erano ancora strette in due pugni chiusi e tremava…si, tremava come se tutta la tensione di quella giornata le trasudasse dal corpo proprio in quell’istante…

Kasumi tentennò, poi le appoggiò delicatamente una mano sulla spalla, mentre con l’altra le scostò alcune ciocche di capelli che si erano separate dal resto dell’acconciatura creata con le sue mani sapienti e le disse: “Non preoccuparti per quello che è successo, Akane. So che tu e Ranma vi volete bene e che non sarà questo a separarvi o ad impedirvi di sposarvi. Organizzeremo nuovamente il matrimonio la prossima settimana!”. La sua voce era dolce e lieve come una carezza.

“Sì, sì, io ci sto!”disse Nabiki. “Doppio matrimonio, doppie entrate!!Ah ah ah!……ah…..A...Akane? Ti senti bene?”

Akane era fuori di sé, non una parte del suo corpo era sotto controllo ormai, tanto meno il cervello.

Scostò bruscamente la mano della sorella lasciandola nel vuoto: “Ve lo potete scordare che io commetta una seconda volta una simile pazzia! Non sposerò mai quell’idiota, MAI, avete capito? MAI!!!” e scappò via, così, tra le lacrime e portando con sé ancora i mille volant del suo vestito ed il velo ancora appuntato sul capo.

“Oh, povera Akane…non l’ho mai vista tanto sconvolta e disperata!” sibilò Kasumi.

“Akaneeeee!! Torna dal tuo papà…Akaneeeee!!”. Il povero Soun stava inondando la palestra delle sue lacrime, mentre Genma, ancora sotto forma animale estrasse dalla folta pelliccia un cartello: “Ah…sono rovinato!”……….

  
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