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Autore: EclipseOfHeart    16/11/2009    1 recensioni
Si può amare una persona e trovarsi ugualmente a desiderarne un’altra con tutta l’anima? Ritrovarsi a volerla, a pensarla anche nei momenti meno opportuni, a sobbalzare ad ogni minimo contatto fisico e accorgersi che la persona che amiamo non occupa più neanche un pensiero nella nostra testa.
Questo Nami si chiedeva mentre gustava un ghiacciato succo di frutta, tentando di trovare un po’ di fresco all’ombra di uno dei suoi adorati mandarini.
One-shot Runami ^^, spero che vi piaccia.
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tu mi entri nella pelle

 

 

Perdiamoci

 

 

Si può amare una persona e trovarsi ugualmente a desiderarne un’altra con tutta l’anima? Ritrovarsi a volerla, a pensarla anche nei momenti meno opportuni, a sobbalzare ad ogni minimo contatto fisico e accorgersi che la persona che amiamo non occupa più neanche un pensiero nella nostra testa.

Questo Nami si chiedeva mentre gustava un ghiacciato succo di frutta, tentando di trovare un po’ di fresco all’ombra di uno dei suoi adorati mandarini.

Era semplice desiderio il suo? Solo un desiderio fisico?

E qual era il modo per resistere da questa fantasia che la stava facendo impazzire?

Nami guardò il ponte della nave e lo vide. Osservò con lo sguardo il fisico, a dir poco, perfetto del suo fidanzato. Si stava allenando e Zoro non si allenava mai con la maglietta addosso quindi Nami ebbe modo di osservare a fondo nonostante avesse già una conoscenza abbastanza vasta. Ovviamente una visione del genere scatenava desiderio, ma era naturale ed umano. Si sarebbe preoccupata del contrario. Però non riusciva a fare a meno di chiedersi: se la vista di Zoro che si allenava scatenava quel così piccolo brivido, come poteva il solo sguardo di lui scatenare una reazione molto più intensa?

Finì la sua bibita in un borbottio soffocato, ma che le stava capitando?! Scese nella cucina badando bene di non passare vicino a Zoro.

- Buonasera, Nami. – la salutò una voce appena lei ebbe varcato la soglia.

- ‘Sera Robin. – rispose al saluto borbottando mentalmente, di bene in meglio!

- Cosa ti turba? – le chiese indagatrice.

Ecco una delle cose che odiava di Robin, il suo essere così tanto sensibile cui non si poteva nascondere nulla. E, per giunta, a lei non poteva rivelare la vera natura del suo problema, a lei no.

- Non ho nulla, sul serio. – tentò di troncare subito la conversazione. Sapeva che con lei non riuscivi a mentire a lungo.

- E’ una bugia ma se non vuoi parlarmene non posso costringerti. – concluse calma Robin.

Detta da altre persone quella frase poteva suonare una presa in giro o un modo per farti dire quello che volevi, ma per Robin tutto ciò non valeva. Era la verità, senza sottotesti di alcun genere. Nami non rispose, era troppo imbarazzata.

Uscì dalla cucina per evitarla. Il suo essere così sincera e accomodante la metteva a disagio, a volte.

Fece pochi passi finché la persona dei suoi desideri, la persona che le stava scuotendo l’anima le comparve davanti.

 

 

 

Eccola lì davanti a lui. Bella. Era quello il suo primo pensiero quando la vedeva e non era riferito ad un livello prettamente fisico. Lui la trovava semplicemente bella, qualunque cosa stesse facendo anche quando cercava di imbrogliare gli altri o quando lo picchiava.

Amaramente pensò che alla sua fidanzata non aveva mai rivolto pensieri del genere. Robin era bella senza alcuna ombra di dubbio. Era splendida. Eppure con lei non era quello il primo pensiero che le veniva in mente. Anzi, non v’era proprio un pensiero fisso.

E dopo la prima impressione arrivava la tempesta che bruciava più di un fuoco. Una tempesta cui aveva dato un nome grazie a Robin: passione, desiderio.

Diventava sempre più difficile soffocarla e continuare a trattenerla, ma d’altronde non poteva fare altro.

- Ehi, Nami! – la salutò scuotendo le mani. Quei modi infantili lo aiutavano, gli mettevano una maschera di innocenza che non aveva più.

- Ciao Rufy. – ricambiò il saluto debolmente smorzando tutto l’entusiasmo di Rufy.

- Qualche problema? – voleva prenderle la mano ma si trattenne.

- Sto bene, ora scusami, vado nella mia cabina. Ci vediamo a cena. –

Nami andò via lasciando nell’aria il profumo di mandarini, addirittura il suo odore trovava bello e al contempo maledettamente soffocante.

 

 

Quella situazione era diventata insostenibile. Diamine, era soltanto Rufy! Il ragazzo di gomma. Il suo migliore amico. Il ragazzo in cui nella sua testa non aveva mai affibbiato nemmeno un carino. Come poteva provocarle quelle reazioni e quelle stramaledette sensazioni?

Le stava venendo il mal di testa. Poi sentì la porta aprirsi e percepì la, seppur brevissima, speranza che fosse Rufy. Okay, era da manicomio.

In ogni caso ad aprire era stato Zoro. Un senso di colpa l’avvolse: da quanto tempo non pensava più a lui, non ci riusciva. Eppure lo amava.

Qualche mese fa gliel’aveva persino detto. Gli aveva detto “Ti amo” e lei non era una che esternava i suoi sentimenti facilmente, a meno che non ne fosse completamente convinta.

Zoro si avvicinò per baciarla e lei, sentendosi uno schifo, ricambiò con maggiore intensità.

- Ehi, ehi calma. – scherzò Zoro sogghignando.

Lo baciò ancora, e ancora. Voleva dimenticare per un po’ tutti i suoi pensieri.

Zoro non si fece pregare, la prese in braccio spingendola verso il letto.

 

 

 

Rufy entrò nella cucina fischiettando. Aveva fame, quella era una cosa che non sarebbe mai cambiata. Vide Robin intenta a leggere un libro e Sanji che trafficava ai fornelli.

- Gli altri dove sono? – stava per arrivare l’ora di cena e solitamente tutti scendevano, soprattutto Usopp, Chopper e Franky.

- Sono nella Factory di Franky. – rispose Sanji girando una padella.

- Anche Brook? –

- Sì, non so che razza di esperimento stanno facendo quegli squinternati e Brook, curioso, è voluto restare a vedere. Ma ora scendono. –

Rufy annuì e si avvicinò a Robin.

- ‘Seraaa! – la salutò calorosamente avvicinando il suo viso a quello di lei.

- Ci siamo visti dieci minuti fa. – rispose Robin sorridendo.

- Davvero così pochi? – chiese baciandola.

Quelle parole gli suonavano così false e il salutarla in quel modo stava diventando non più una cosa che desiderava fare, quanto un gesto che doveva fare. Non che non fosse piacevole, anzi.

L’amore per Robin l’aveva cambiato. Oppure l’aveva semplicemente fatto crescere. Non era più il ragazzino ingenuo che era anche se, un po’, era riuscito a preservare il suo carattere allegro e un po’ infantile.

Sorrise a Robin tentando di nascondere il suo turbamento. Non era semplice, per niente. Non era facile baciarla, toccarla, fare l’amore con lei pensando costantemente a Nami. Pensò che sarebbe stato, in un certo senso, sollevato nel pensarla solo in quei momenti. Avrebbe significato che per lei nutriva solo desiderio fisico. Invece lei lo perseguitava continuamente, e in modo più intenso al tramonto quando guardava il colore del sole facendo il paragone con quello dei suoi capelli. Quando fissava le stelle e il suo sorriso le compariva davanti.

Guardò Robin cercando di ricordarsi quando si era accorto di amarla. Era stato semplice, allora. Sentiva un affetto diverso verso di lei ed era stato facile avvicinarsi e dirglielo. Ancora di più ricambiare il suo bacio e il suo amore. Sapeva quanto Robin l’amasse e lui sapeva quanto amava lei.

E i suoi pensieri verso Nami erano solo passeggeri, doveva ignorarli e sarebbero andati via.

Sì, avrebbe fatto così.

Poco dopo entrarono nella cucina Franky, Usopp, Chopper e Brook. I primi tre avevano un muso che arrivava a terra mentre Brook aveva un’aria solamente imbronciata.

- Cos’è successo ragazzi? – si preoccupò Rufy.

- Preferiamo non parlarne, grazie. – rispose mogio mogio Chopper sedendosi a tavola, seguito da Usopp e Franky.

- Il loro esperimento è stato un fiasco. – sussurrò Brook in direzione di Rufy, per poi sedersi.

- Ah. Vabbè, dai mangiamo! – esclamò contento Rufy.

- Un attimo! La mia dea e quel buzzurro non sono ancora arrivati! – gridò Sanji.

- Non credo arriveranno, saranno impegnati in attività parecchio piacevoli. – disse Robin con sorrisetto furbo.

Sanji fumò di rabbia ma cominciò ugualmente a servire il cibo. Rufy aveva sentito una stretta allo stomaco a quella battuta ma l’aveva ignorata attribuendola al fatto che avesse fame.

 

 

Nami e Zoro avevano appena finito di fare l’amore e Nami si sentiva uno schifo totale, nonostante fosse stato, come al solito, meraviglioso. Ricordava benissimo il suo ultimo pensiero prima che la sua mente si offuscasse.

Dimenticare per un po’ tutti i suoi pensieri.

Ecco. Aveva fatto l’amore perché il piacere la inebriasse lasciandole la mente vuota. Era orribile. Quello era sesso ed invece con Zoro, fin dalla prima volta, era stato amore.

Le salirono le lacrime, che le stava capitando?

Dov’era finita la scintilla che l’univa al suo amato spadaccino? Dov’era finita la voglia di lui?

Si alzò e guardò l’orologio, era l’1:00. Avevano saltato la cena ed era notte. Probabilmente si era addormentata.

Un borbottio partì dal suo stomaco: aveva fame.

Uscì dalla cabina, andando verso la cucina.

 

 

Dopo cena, mentre Sanji imprecava lavando i piatti contro lo spadaccino idiota, Robin si era avvicinata a Rufy baciandolo e augurandogli la buona notte. Mentre usciva gli rivolse un sorriso… provocante. Rufy non ci mise molto a lasciare la cucina per seguire Robin.

La beccò prima che entrasse nella stanza e cominciò a baciarla. Non era più il ragazzino ingenuo di prima, decisamente no.

Si svegliò poche ore dopo. Fissò Robin al suo fianco che dormiva. Era bella da togliere il fiato.

E poi le venne in mente Nami, come le era venuta in mente mentre baciava Robin. Per questo si odiava, come poteva pensare a Nami mentre baciava il suo amore? Come si sarebbe potuta sentire lei se mai avesse scoperto una cosa del genere?

Scosse la testa e si alzò. Tutto quell’esercizio fisico gli aveva messo fame.

 

 

Tu mi entri nella pelle
altro io non so
e se è giusto o se è sbagliato
non me lo chiederò

 

Nami entrò nella cucina e lo vide. Il tormento dei suoi pensieri. Si morse il labbro, si sentiva travolta. Lo vedeva davanti a lei, erano soli ed era notte. Il desiderio la colpì con forza e smise di dirsi che era sbagliato, lui la coinvolgeva troppo.

 

l’attrazione non si spiega
ma dagli sguardi che mi dai
si capisce che qualcosa in mente hai

 

Alzò lo sguardo dal frigo e vide Nami venirgli incontro. L’attrazione verso di lei si accese nuovamente, anche se non riusciva proprio a spiegarsela. Osservò i suoi occhi nocciola e notò qualcosa di diverso nel suo sguardo, qualcosa che gli era familiare.

 

contro le regole
contro il buon senso
perdiamoci, amiamoci
lo voglio io e lo vuoi anche tu
e lo sai, e lo sai

Nami arrivò di fronte a lui. Era contro tutte le regole: lei stava con Zoro e Rufy con Robin. Non era saggio, non era giusto. Era folle. Poggiò le sue labbra su quelle di Rufy. Non avevano neanche parlato però sapeva che lui la voleva. Lo sapeva.

 

siamo due anime, siamo due corpi
liberi stringimi
è troppo tardi per fermarsi ormai
siamo occhi e siamo mani
siamo carne d’anima
siamo l’alba di domani
che vicini ci troverà

 

Appena arrivò il suo bacio Rufy capì che era troppo tardi. Quella notte si erano spinti troppo avanti e non potevano più resistere. La baciò con passione sentendo la tensione di quei giorni svanire. La voleva. Quella notte era solo loro, almeno fino all’alba di domani.

 

 

siamo vento di passioni
quasi invincibili
per la forza che l’amore
ora ci da … aaa
contro le regole
contro il buon senso
perdiamoci, amiamoci
lo voglio io e lo vuoi anche tu
e lo sai e lo sai

 

 

Nami sentiva la passione crescere istante per istante. Erano spinti da una nuova forza che non riuscivano a contestare. Rufy la prese in braccio baciandole il collo. La poggiò sul tavolo sfilandole la maglietta. La fece sdraiare e si mise sopra di lei, tempestandola di baci. Quanto aveva sognato quei momenti, costringendosi a non pensarci. Si erano completamente staccati dal mondo esterno persi in un amore desiderato da tempo.

 

 

siamo due anime, siamo due corpi
liberi stringimi
è troppo tardi per fermarsi ormai
è una cosa naturale
ma ogni volta un po’ speciale
quella che ci spinge adesso
uno verso l’altro
uno dentro l’altro
eh, eh, eh

 

 

Rufy guardò Nami non riuscendo a descrivere le sensazioni che sentiva. Sapeva che il piacere era una cosa naturale ma quello che sentiva con lei era speciale. Non aveva mai provato una cosa del genere con Robin. Quella scintilla che rendeva il sesso un atto d’amore.

Poi le loro menti si staccarono mentre le loro anime e i loro corpi si univano.

 

contro le regole
contro il buon senso
perdiamoci, amiamoci
lo voglio io e lo vuoi anche tu
e lo sai, lo sai, lo sai
siamo due anime, siamo due corpi
liberi stringimi
è troppo tardi per fermarsi ormai, ormai

 

 

Quindi ritrovarsi a far l’amore sopra un tavolo. Ma il luogo non importava. Un atto contro le regole. Era folle, sì, ma anche per questo maledettamente meraviglioso.

 

e perdiamoci e troviamoci
e perdiamoci e troviamoci e perdiamoci

 

Trovarsi e poi perdersi. Baciarsi fino a non avere più aria. Guardarsi negli occhi per leggervi le medesime emozioni. E poi tornare alla realtà, dove la consapevolezza di aver sbagliato ti colpisce come un macigno.

Nami non voleva alzarsi, era teneramente accoccolata tra le braccia di Rufy che l’accarezzavano dolcemente. Quella carezza era così bella ed era stato così meraviglioso fare l’amore con Rufy.

Si era sentita così unita a lui, da non sapere dove finiva il suo corpo e iniziava il suo. E vedeva che per lui era lo stesso. Si erano trovati ma non potevano stare insieme.

- Rufy… -

La prima parola che si erano rivolti da quando era entrata nella cucina.

- Nami… -

Non trovava parole. Anche se continuavano a negarlo entrambi sapevano di essersi amati, desiderati da tempo.

Ma non era giusto.

Rufy stava con Robin, non dovevano farla soffrire. Nami stava con Zoro e anche lui non meritava un trattamento di quel genere.

Nami era la sua donna, come avrebbe reagito sapendo che era stata con il suo migliore amico?

Per Robin la situazione era uguale, Nami era la sua migliore amica.

Si sentirono orribilmente in colpa.

- Abbiamo sbagliato. Non è giusto per Zoro, per Robin… -

- Era giusto per noi, Nami. Non potevano continuare a ignorarci. –

- E’ stato bellissimo. –

- Lo so. –

- Ma io amo Zoro. – si accorse di quanto fosse falsa quell’affermazione non appena l’aveva detta.

- E io amo Robin. –

Si fissarono, comprendendo subito che le loro erano solo bugie. Rufy la baciò. Nami però si staccò e si alzò dal tavolo.

- Torno in camera. - era l’ultima cosa che volesse fare. Si sentì salire un groppo. Sperava che dopo essere stata fisicamente con Rufy si sarebbe sentita meglio, invece era uno schifo. Il suo non era solo desiderio fisico e se n’era accorta mentre diceva di amare Zoro.

- Finisce così? – domandò Rufy forse più a se stesso che a Nami. Era tempo di dare un taglio alla loro assurda pantomima, continuando a dirsi che il loro era stato solo sesso.

- Sì, non possiamo stare insieme, non è giusto verso Zoro e Robin. –

- Ma è giusto per noi? E’ giusto negare quello che sentiamo? –

- No. – rispose semplicemente Nami.

- Io ti amo Nami. – le disse schietto Rufy.

- Anche io, anche io. Sennò non ti avrei baciato e non avrei fatto l’amore con te. Ti amo Rufy ma non possiamo stare insieme. – le rispose con le lacrime agli occhi.

- Diavolo, Nami, perché no?! E’ vero io sto con Robin e tu con Zoro… -

- Non è giusto, loro ci amano! Io ho amato Zoro! Non posso fargli questo! –

- Anche io ho amato Robin ma… - non continuò la frase. Era vero non potevano ferire così tanto le persone che avevano amato.

Nami uscì dalla cucina e Rufy si rivestì, entrambi continuavano a pensare a quello che avevano fatto.

Ma avevano mai veramente amato? Nami si fermò davanti alla sua cabina. Aveva mai veramente amato prima di amare Rufy?

Rufy si chiedeva la stessa cosa, forse l’amore per Robin era solo affetto.

Arrivò l’alba e sottili raggi di sole cominciarono ad inondare la nave e a illuminare il mare. La notte era finita, il loro tempo era finito.

Nami entrò nella cabina e si coricò guardando Zoro. Rufy fece lo stesso, stendendosi accanto a Robin.

 

 

- Io amo Zoro. -

- Io amo Robin. –

E allora perché stare vicino a loro faceva così maledettamente male? Perché non desideravano altro che baciarsi di nuovo se amavano quelle due persone?

Perché?

 

 

 

Fine.

 

 

Commenti!
Okay, sono pronta per il linciaggio xD, volete uccidermi perché la fic fa schifo, ammettetelo u.u Ma non è colpa mia, o perlomeno, non solo.

E’ colpa della canzone che è “Perdiamoci” degli Stadio. Adoro questa canzone, è davvero troppo bella sia come musica che come testo.

Comunque ascoltandola svariate volte, mi è venuta in mente questa storia Runami, perché il mio animo è Runami u.u. (ma come si sa scrivo anche Rurobin e Zonami XD)

Il rating Arancione penso che sia la scelta giusta, penso sia esagerato quello Rosso e per evitare problemi non metto quello Giallo XD

I “lieto fine” fanno raramente parte delle mie storie o_o, ma temo che io non possa farci nulla xD.

Bene, ho finito, potrei dire altre mille cose su ogni parola della storia, ma mi fermo qui.

Se commentate mi farete felicissimaaaa! =D

Bacio a tutti.

 

 

Marty De Nobili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



   
 
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