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Autore: Shainareth    19/11/2009    5 recensioni
[Gundam SEED] Ruotò gli occhi verso i suoi momentanei compagni di stanza. Ognuno di loro era impegnato ad evitare lo sguardo degli altri. Bell’inizio per una squadra.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Athrun Zala, Dearka Elthman, Nicol Amarfi, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Provocazioni




Ruotò gli occhi verso i suoi momentanei compagni di stanza. Ognuno di loro era impegnato ad evitare lo sguardo degli altri. Bell’inizio per una squadra. Sospirò, ringraziando il cielo all’idea che in futuro, fuori dall’accademia, le cose sarebbero cambiate e magari non avrebbe più rivisto tanto spesso quei brutti musi. Separarsi da Athrun, però, lo rattristava. Perché lui gli piaceva davvero. Ovviamente Nicol non intendeva in quel senso su cui tanto malignavano i loro compagni, ma poco se ne curava. Temeva tuttavia che quel tipo di voci avessero raggiunto anche le orecchie di Athrun, e magari era proprio per questa ragione per cui nell’ultimo periodo gli era parso che lui lo evitasse. Forse essere oggetto di ammirazione di un ragazzo lo infastidiva. Nicol lo trovava ingiusto. E frustrante. Perché non c’era niente di male e gli altri non lo capivano.

   Innervosito da questo pensiero, iniziò a slacciare i bottoni dell’uniforme. Un fischio si levò alle sue spalle e tutti si voltarono in direzione di Dearka. Questi alzò le spalle. «Scusate. È solo che fino all’ultimo ho sperato che il nostro amico dalla chioma soffice come una nuvola fosse in realtà una lei.»

   Paonazzo per la rabbia, Nicol continuò imperterrito a svestirsi. «E hai accettato di entrare in questa stanza col proposito di scoprirlo? Che passatempi discutibili.»

   Dovendo dargli atto dell’ottima risposta, il biondo rise. «Per lo meno non ti sei portato dietro la ceretta, questa volta», fu invece il commento acido di Yzak, impegnato a riordinare diligentemente la propria roba prima di andare a letto.

   «Ti ripeto che quella cera serviva per lucidare il cuoio degli stivali», non si perse d’animo il più giovane del gruppo, decidendo di non curarsi di loro. Di certo non si sarebbe lasciato insultare in quel modo da uno che sembrava appena uscito da un parrucchiere. Per signore.

   Nicol tornò a prestare attenzione all’unico della squadra che non aveva ancora aperto bocca. Sapeva che Athrun gli era affezionato, nonostante tutto, per cui se lui non fosse stato in grado di difendersi da solo, forse il suo amico sarebbe intervenuto. Forse.

   Provò a coinvolgerlo in una discussione. «Qual è il programma di domani?», domandò, cadendo a sedere sui talloni, accanto a lui.

   «L’appello sarà alle sei, mentre l’esercitazione comincerà alle sei e trenta.»

   «Così presto?», si lagnò Dearka, sprofondando anche lui sui sacchi a pelo, seppur in modo poco delicato. «Ma perché non ci fanno dormire fino a tardi almeno in queste occasioni?»

   «Non siamo in gita scolastica, idiota», lo rimproverò Yzak, innervosito dall’indolenza dell’amico. I suoi occhi di ghiaccio si posarono sulla figura di Athrun: quell’esercitazione all’aria aperta sarebbe stata una buona, anzi ottima occasione per testare ancora una volta le rispettive capacità e stabilire chi fra loro fosse il vero numero uno dell’accademia.

   Nessuno si curò del suo silenzioso meditare, perché Nicol era troppo impegnato a scrutare la muscolatura delle gambe di Dearka, sentendosi di colpo mortificato per la consistenza quasi fanciullesca delle proprie. D’accordo, aveva solo quattordici anni e Dearka ne aveva due di più, ma doveva davvero essere così abissale la differenza fra loro? S’incaponì a cercare similitudini almeno in quelle di Athrun. Pessima trovata.

   «Ohi, ragazzino.» La voce del biondo lo fece sobbalzare. «Non sono quelle che dovresti guardare, sai?»

   Preso in contropiede per l’essere stato frainteso per l’ennesima volta, Nicol non riuscì a far altro che balbettare. «No, io stavo solo…»

   Dearka si protese verso il proprio zaino e ne tirò fuori qualcosa che poi allungò verso di loro. «È roba come questa che dovrebbe attirare la tua attenzione, sai?» Nel dirlo, passò un braccio attorno alle spalle di Athrun e gli mise sotto al naso una rivista, aperta sull’immagine di una signorina più nuda che vestita. «Non ho forse ragione? È molto più interessante, eh?»

   Intimidito da tanta sfacciataggine, il Coordinator dai capelli blu quasi si schermì la vista, tentando con un braccio di allontanare quella roba da sé. «Queste non sono cose che dovresti tenere qui… Se te le trovano…»

   «Dearka», scattò Yzak, sconvolto dalle bieche intenzioni del biondo. «Che cavolo fai?»

   «Sai, per i tempi morti», rispose lui, serafico. «Insomma, siamo pezzi di carne, non macchine da guerra.»

   «Ma cos’è?» La voce di Nicol pietrificò gli altri tre. «Da qui non riesco a vedere», spiegò il ragazzino, puntellandosi sulle ginocchia e tendendo un braccio per afferrare un angolo della rivista e spostarla verso di sé. «Cos…?» Il buio calò davanti ai suoi occhi a causa della mano di Yzak, pronto con ogni mezzo ad impedirgli di perdere l’innocenza in quel modo.

   «Metti immediatamente via quella robaccia!», stava infatti dicendo a Dearka.

   «Perché? È la volta buona che la nostra Miss dimostri di essere un uomo. Ehi, Athrun, a te piace di più la mora o la rossa?», insisteva invece il biondo.

   «Non potremmo andare a dormire?», cercava di svicolare quello, troppo imbarazzato per ragionare a mente lucida e dargli un parere sincero. «Domattina dovremo alzarci presto…»

   «Precisamente!», fu d’accordo Yzak, per una volta. Essendo più grande, in qualche modo si sentiva responsabile dell’integrità – fisica o morale che fosse – del loro compagno più giovane, benché si divertisse a bacchettarlo sulle sciocchezze e a mostrarsi ben poco simpatico nei suoi riguardi. «Dearka, via quella cosa o te la brucio!»

   «Va bene, va bene», si rassegnò lui, lasciando in pace il povero Athrun, libero così di tornare a respirare. «Andiamo a dormire, va’.»

   Deluso, non appena Yzak gli restituì la vista, Nicol esibì un’espressione contrariata. «Ma che cos’era?», chiese al suo beniamino.

   Questi evitò di guardarlo in faccia. «No… niente di che.»

   «Se dici così, non hai proprio gusto, fattelo dire», obiettò Dearka. E mentre lui e Yzak riprendevano a bisticciare su qualcosa che Nicol proprio non riusciva a capire, Athrun decideva di non impicciarsi e di stendersi per la notte.

   Ancora, pensò il più giovane, arrabbiato. Ancora una volta lo escludevano dal gruppo. Eppure, si ripromise, quando gli esami sarebbero terminati lui sarebbe figurato fra i migliori del corso e, soprattutto, quando sarebbero usciti dall’accademia, avrebbe senza dubbio dimostrato a tutti il proprio valore di uomo e di soldato. Magari arrivando ad insegnare loro cosa fosse il vero significato dello spirito di squadra.













Quasi scritta su commissione di Atlantislux, la presente nasce da un'idea non mia, ma dall'autore/autrice di questa fanart: http://wwm.moo.jp/illust/dialysp/080108zala.jpg (Il link al sito è questo: http://wwm.moo.jp/)
Dedico quindi questa shot alla fanciulla suddetta e anche a Lil_Meyer: spero di avervi trattato bene Nicol. Sì, anche se ho accennato alla ceretta. XD
Grazie a chi legge e chi commenta, qui o in privato, e grazie a chi aggiunge le mie storie fra quelle preferite. Per cui un bacio anche a Kira Yamato, kari16 e Gufo_Tave. ^^
Shainareth





  
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