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Autore: nes95    19/11/2009    8 recensioni
“Quello è cotto di te!” disse ridendo. “Che dici…” “Si ti dico! Anzi, scommetto che se gli dai corda lascia quella tipa e si mette con te” disse convinto. “Balle, si amano” lo contraddisse Chiara. “Amare alla vostra età? Cazzo dici… e poi quello è uno di quei tipo che dice ti amo manco fossero buon giorno. Te lo dico io…” aggiuse Davide. “Ok, sei ubraco” decretò lei, Davide rise. “No, anzi, sarei pronto a scommettere qualsiasi cosa” disse convinto. Chiara sorrise. “Qualsiasi cosa?” chiese.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bene, ed ecco a voi l’ultimo capitolo. Entro Natale pubblicherò un mini sequel della storia, un solo capitolo. Ma solo ed esclusivamente se la storia piace.

Tengo a specificare che la fic è opera della mia fantasia, che non intendo offendere Nicholas Jonas o gli altri artisti citati nella storia che non ha fini di lucro.

Grazie a tutte le persone che hanno letto e recensito la storia, a chi l’ha tenuta tra preferiti e seguyite ma specialmente a:

Greta, che mi ha aiutata con le splendide scelte di style, per le chiaccherate al telefono e per la sua amicizia.

Chiara, per le messaggiate in classe, per le risate quando sono giù e per sopportarmi quando divento “Uffa!”

Ma soprattutto a Gabriel, per essere l’unico ragazzo fan di Chiara, per avermi dato utilissimi consigli, e semplicemente per essere mio amico.

Ragazzi, vi voglio tantissimo bene.

 

 

“Quando hai cominciato a fumare?” chiese Nick.
“Un paio d’anni fa…” rispose Chiara spegnendo la sigaretta con un tacco, Nicholas sospirò.
“E perchè?” chiese nuovamente.
“Così, per gioco.” fu la risposta di Chiara. Passeggiavano mano nella mano nel piccolo centro del paese che gli ospitava, Chiara guardava le vetrine dei negozi, Nicholas guardava lei.
“Qui non è possibile comprare le sigarette senza mostrare un documento” la informò il cantante.
“Lo so, qui le compra Davide per me” rispose la modella con un sorriso, prima di stampargli un bacio sulle labbra.
“Qui? Perchè in Italia?” chiese lui, Chiara rise e gli spiegò che era tutto diverso dalle sue parti.
“Ed è meglio?” chiese il ragazzo, sembrava un bambino in prima elementare, con un sorriso Chiara rispose.
“Dipende. Da noi è possibile fumare da minorenni perché nessuno controlla quanti anni hai. E bere a diciott’anni…”
“Tu ne hai sedici e bevi già” la interruppe il ragazzo.
“Che c’entra, io sono un altra cosa” rispose sapientemente la ragazza facendo ridere Nicholas. La attirò a sè con un braccio.
“Ah si?” chiese sulle sue labbra ancora sorridendo.
“Si” confermò lei prima i posare le labbra sulle sue. Per un bacio, un altro, e un altro ancora.
“Cos’altro è diverso?” chiese il ragazzo interrompendo il bacio, Chiara ripoggiò le labbra su quelle del ragazzo. Ancora.
“E che ne so… tutto” rispose senza smettere di baciarlo.
“Tipo?” chiese ancora lui, Chiara sbuffando si allontanò da lui e si sedette su una panchina. Nicholas la raggiunse e le sedette accanto.
“Mhm… la patente la puoi prendere solo a diciotto anni” disse per fare un esempio. Nicholas rise, e la sfottè per un po’.
“E poi?” chiese ancora. Chiara alzò le spalle.
“E che ne so, mica ci vivo qui, non so come sono le cose da queste parti. L’unica fonte di informazione sono i telefilm americani.” rispose.
“O.c.?” chiese lui ridendo.
“E gossip girl” puntualizzò la modella ridendo.
“E cosa ti insegnano?” chiese curioso il cantante. Chiara ci pensò su per qualche momento.
“Mhm… che a scuola si va solo per fornicare nei bagni, che ci sono ragazze pon pon e che….. Uh, avete gli armadietti!” elencò lei facendo ridere Nicholas.
“Giusto, e che altro?” chiese.
“Che… gli adolescenti dalle vostre parti sono tutti sfigati e che i pranzi che servono alla mensa fanno schifo” aggiunse ridendo, Nicholas annuì trattenendo le risate.
“Giusto anche questo… credo. Io a scuola non vado. Seguo privatamente” spiegò, Chiara gli baciò la punta del naso.
“Beato te, odio svegliarmi alle sette, e poi il pomeriggio a lavorare” rispose Chiara “e poi ancora con la mia professoressa bastarda di greco, Quella mi odia te lo dico io!”
Nicholas rimase u attimo in silenzio “Greco?” chiese poi, sicuro di essersi sbagliato.
“Si… greco” rispose semplicemente Chiara, poi guardò la faccia sconvolta del ragazzo e scoppiò a ridere.
“No un attimo. Tu fai greco?” chiese scandalizzato il cantante.
“E latino, si. Al classico è normale” rispose Chiara candidamente, Nicholas boccheggiò un paio di volte e provò ad immaginarsi a fare greco. Scosse la testa e tornò alla realtà.
“Wow… bè, se ti piace” rispose.
“Ma anche no!” disse a sua volta Chiara ridendo. Nicholas la guardò e pensò a quanto fosse bella, con i jeans neri e la camicetta scura. Deglutì sfiorando con lo sguardo la pelle che si intravedeva dalla scollatura e avvicinò la mano al viso della ragazza. Poi il viso per un bacio, e un altro e un altro ancora, e ancora. La mano accarezzò il volto e la spalla della ragazza, poi passò al fianco, l’altra mano cominciò a solleticarle il collo.
“Non credo sia il posto opportuno” sussurrò Chiara senza nemmeno troppa convinzione, poi si allontanò dal ragazzo e lo prese per mano, tirandolo verso una vetrina di fronte alla panchina.
“Che fai?… Chiara!” urlò ridendo il ragazzo mentre la seguiva. Chiara ridendo e ansimando leggermente si fermò e mostrò al ragazzo il negozio. Era una gioielleria, la vetrina sui toni del giallo e una commessa di colore all’interno.
“Entriamo?” chiese la ragazza ad uno sconvolto Nicholas.
“Ok ma…. perché?” chiese lui a sua volta.
“Il primo settembre è il mio compleanno. Devo scegliere il regalo che mi farai!” spiegò lei con semplicità facendolo ridere. Poi suonò il campanello e la commessa fece scattare il portoncino blindato.

 

 


“Salve” salutò cortesemente la commessa “come posso aiutarvi?” chiese poi avvicinandosi alla coppia, Chiara sorrise e prese la mano che Nicholas le porgeva.
“La mia ragazza vuole scegliere un anello” rispose. Chiara si girò verso di lui. Anello?!
“Certo, se volete seguirmi da questa parte…” cominciò la commessa pratica, Chiara si perse nelle spiegazioni su diamanti e tarature mentre Nicholas le cingeva la vita con le braccia annoiato, poggiandole il mento sulla spalla.
“Carino questo” disse Chiara indicandone uno, Nicholas annuì e ne indicò un altro. La commessa sorridente mostrava questo e quell’anello, indicava prezzi e spiegava le caratteristiche delle pietre che gli ornavano.
“Quelli?” chiese a certo punto il ragazzo, sia la commessa che Chiara guardarono quello che Nicholas indicava. Erano due fedine d’oro bianco, molto semplici ma… solenni.
“Molto belle vero?” disse la commessa “è possibile inciderle, lo fanno molte coppie” spiegò.
“Davvero belle” si ritrovò a dire Chiara, Nicholas annuì sorridendo.
“Bene, allora queste?” chiese la commessa.
“Si queste” rispose Chiara, quella annuì e le portò nel retro, dopo qualche minuto si ritrovarono fuori, nell’aria calda di fine Agosto.

 


Passeggiarono un po’ in silenzio, Nicholas le teneva saldamente la mano mentre Chiara con un senso di nausea continuava a camminare al suo fianco. Anelli, anelli, anelli. E aveva detto di si. Oddio, ma era stupida o cosa?
”Chiara?” chiese Nicholas.
“Anelli” mormorò lei in risposta.
“Cosa? Chiara?” chiese nuovamente Nick senza capire.
“Sono una stupida” disse. Nicholas la guardò senza capire. Erano solo due anelli, era stata lei a volerli.
“Chiara stai bene?” chiese.
“No! Io… sono… faccio schifo” mormorò ancora, il ragazzo non riusciva a collegare il tutto. Chiara era pazza, ecco, quella era l’unica ragione plausibile.
“Chiara mi dici che succede per favore?”
“Solo una scommessa… non merito di stare con te” mormorò ancora. Scommessa? Ma cosa…?
Erano fermi in mezzo alla strada, l’uno di fronte all’altra.
“Chiara. Dimmi. Subito. Cosa. Sta. Succedendo.” ordinò il ragazzo, stanco.
“Tu mi ami giusto?” chiese in vece lei “si certo, mi sono comportata bene, devi per forza esserti innamorato di me. Mi dispiace Nick” disse.
“Cosa…?” chiese lui per l’ennesima volta. Odiava i sotterfugi e i giri di parole.

“Io e te…. siamo sbagliati ok? Io ti ho ingannato, non puoi regalarmi un anello!” ripetè la ragazza “era una scommessa, farti innamorare si me” disse.

Nicholas rimase in silenzio qualche secondo, prima di indietreggiare.

“Una scommessa?2 chiese allora, Chiara annuì a testa bassa.

“Una… scommessa?” chiese lui nuovamente.

“mi…”

“Non dire che ti dispiace, ti prego. Non farlo” chiese lui, Chiara abbassò la testa.

“Ti prego perdonami” sussurrò poi, Nicholas scosse la testa, poi correndo scappò via di lì.

 

LE valige erano pronte, Davide accese il cellulare e controllò i messaggi ricevuti, Chiara uscì fuori a controllare che la macchina fosse chiusa bene. Non lo sentiva da due giorni, la loro vacanza era finita e stavano per tornare in Italia, alle loro sfilate, alle loro feste e ai loro eccessi.

“Amore sei pronta?” chiese Davide dalla casa.

“Si!” urlò lei di rimando, corse dentro ed afferrò la borsa e gli occhiali, poi insieme chiusero la casa e salirono in auto, diretti all’aereo porto.

 

“I passeggeri per il volo 247 diretto a Roma sono pregati…” Davide e Chiara guardarono il tabellone e si incamminarono velocemente, Chiara si guardava intorno, sperava che lui spuntasse fuori da qualche parte, da qualche angolo sperduto. Voleva che la perdonasse, che ritornassero insieme.

“Dai che se no parte e ci lascia a terra” disse Davide con affanno, Chiara annuì ed alzò il passo.

“I passeggeri del volo 247 diretto a Roma…” i due alzarono il passo ancora. Mancavano solo pochi passi e sarebbero saliti sull’aereo, diretti alla normalità.

“Chiara!!!!!” una voce alle loro spalle li fece girare, la ragazza rimase paralizzata un istante prima di girarsi verso Nicholas, che correndo veniva verso di lei.

Aveva i capelli scompigliati e grosse occhiaie sotto gli occhi, tra le mani stringeva un cofanetto blu.

“Chiara!” disse ancora raggiungendola, lei sorrise, Davide alzò gli occhi al cielo.

“Ah l’amore!” esclamò teatralmente “ti aspetto su” disse poi, prese un borsone e salì sulla scala mobile, lasciando i due solo.

“Non mi importa ok?” chiese il ragazzo ancora col fiatone per la corsa “non me frega un cazzo. Voglio stare con te” disse ancora.

“No” si ritrovò invece a dire la ragazza, Nicholas smise di sorridere.

“Cosa?” chiese.

“No” ripetè Chiara con più calma, sorridendo tristemente “ti ho fatto soffrire, e soffriremo tutti e due poi, quando io sarò in Italia e tu qui a Los Angeles”

“ma non è vero, possiamo sentirci… vederci” provò a ribattere lui.

“Ah si? E come? prima dieci volte al giorno, poi diventerebbero un paio di volte, che si trasformano in una volta alla settimana e poi…”

“Non mi importa, posso sopportarlo” disse convinto il ragazzo.

“Io no” rispose Chiara.

“Ultima chiamata per il volo…”

“Questo è il mio” disse Chiara. Nicholas aprì la scatoletta che aveva tra le mani, mostrando le due fedine.

“Non devi farlo per forza…” provò a convincerla prendendole la mano e infilando l’anello, Chiara lo abbracciò di slancio, poi mise l’anello al dito del ragazzo.

“Non ti dimenticherò” sussurrò tra le lacrime, prima di dargli un bacio. Anche Nicholas era sul punto di piangere, fregandosene delle persone che guardavano e riprendevano la scena.

Chiara si allontanò dal ragazzo, con le lacrime che gli bagnavano il viso. Lasciò la sua mano e salì sulla scala, senza guardarsi indietro.

“Ma io ti amo!” il suo cuore mancò di un battito, si girò verso il ragazzo, che si allontanava sempre di più. La amava, e lei ricambiava il suo sentimento. Ma avrebbe fatto soffrire tutti e due.

Con un groppo in gola fissò l’anello che aveva al dito, poi raggiunse Davide per prendere l’aereo.

Fine….

  
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