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Autore: Iria    21/11/2009    4 recensioni
"È bello, quell’angelo strambo dagli occhi persi nel vuoto.
Tinte di blu, le sue labbra semiaperte in un’espressione di eterea sorpresa disegnano l’unicità dell’efebico viso.
[...]
Rabbrividisce, il Vampiro.
La sua Lady per un istante è ferma sulla superficie, e l’acqua penetra tra i rari petali di rosa delle sue labbra.
Rabbrividisce, il Vampiro."
E' una piccola one-shot che ho scritto di getto, probabilmente non ha molto senso, ma l'ispirazione ha voluto così cantarmi XD.
Il primo lavoro originale che pubblico, spero sia di vostro gradimento.
Iria.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Plainte Du Vampire

Giacendo immobile, tace, trasportato gentilmente dalla corrente che lo culla tra le ninfee.
I petali candidi sfiorano le sue braccia gelide e morte, offrendo quella tenera carezza che il tatto non può più avvertire.
Ed anche le sue vesti bagnate, oramai, non pesano più sull’arrendevole corpo che fasciano con premura.
È bello, quell’angelo strambo dagli occhi persi nel vuoto.
Tinte di blu, le sue labbra semiaperte in un’espressione di eterea sorpresa disegnano l’unicità dell’efebico viso.
Sanguina ancora, lasciando dietro di sé la traccia di un’inutile vita mortale… E nel riflesso dell’acqua, è la luna a tingersi di rosso.

Lo osserva, l’ombra oscura nascosta tra i rami d’un salice piangente.
Ed il suo sguardo non trova pace.
Vorrebbe distogliere gli occhi da quel cruento spettacolo, ma cuore e vendetta sono ben più forti della futile volontà.
Ma cos’è che brucia nei ricordi del tormentato spettatore?
Labbra rosse, ora illividite, che divorano il suo ego.
Il gelo notturno non brucia sul marmo dei suoi lineamenti, non lo scuote il vento che s’è alzato… Ed è allora che in lui si risveglia il ricordo del caldo respiro che lo fece tremare tutto.
Rabbrividisce, il Vampiro.
La sua Lady per un istante è ferma sulla superficie, e l’acqua penetra tra i rari petali di rosa delle sue labbra.
Rabbrividisce, il Vampiro.
Ricorda un fluido di tutt’altro genere perdersi nell’immensità di quella calda gola… Ed è stato in momenti come quelli, che lui, Demone Immortale, desiderò la mortalità.
Difatti, il bel corpo che è tornato a scorrere sull’acqua, ebbe il piacere d’essere considerato come la principale attrazione d’un bordello.
Ed il Vampiro l’amò da subito.
Al primo sguardo posatosi sulle nude membra, vittime del sopruso sessuale cui quella condizione le costrinse, il suo cuore immobile pulsò per un solo e misero istante.
Quale meravigliosa sensazione!
Molto più estatica del sanguinoso atto che continua a nutrire la sua vita.
Meravigliosa puttana.
Come alghe, le crine dorate del cadavere s’avvolgono tra di loro, fluttuando sullo specchio oscuro dell’acqua.
Muove un passo insicuro, il Vampiro.
Brucia il sangue mortale sulle sue labbra e s’asciuga, imprimendo la deliziosa aroma sulla bocca del cacciatore.
Sospira, il Vampiro.
Rivolge le spalle al segreto funerale, ed una lacrima di sangue cade tra le ninfee bianche…
Un fiore si tinge di macabro rosso.
Il corpo s’accosta al nuovo bocciolo e, tra le dita insensibili, questo ne è intrappolato, sporcando di carminio la pelle del bel giovane, ormai tendente al blu.

Vola, il Vampiro.
Le guglie d’una cattedrale sono il suo rifugio.
Geme, il Vampiro.
Non c’è più nell’aria della città il profumo del suo malvagio amante.

"Infantile prostituta o angelo dalle ali tranciate? T'ho visto ed assaporato, piccolo diavolo immerso nel sesso! Mi hai ingannato, mi hai mentito... Ed ho captato la bramosia del sangue nei tuoi occhi.
Carezzavi le mie labbra, mordendole, come tu solo eri in grado di fare, trasmettendo l'erotico desiderio persino al mio corpo morto!  Ma come potevo io,
misero e cieco succhiasangue, giudicare la tua innocente disponibilità come avaro desiderio corrotto? Volevi vedere le mie labbra tingersi del tuo sangue, ninfa perversa, solo per berlo fondendolo col mio! Ma io ti amavo! Io ti amavo, mio Cherubino! E quanta gioia, quanto ardore scorreva tra le mie vene vuote, sostituendo il sangue di innocenti vittime. Mi nutrivo di te, della tua sola presenza... Del corpo che mi offrivi.
Oh, Dio mio! Eri splendido quando, nudo, lasciavi che ti accarezzassi curioso, solo per osservare l’effetto di quei tocchi, anche invadenti, sul tuo angelico viso!
E poi?
Che delusione! Che delusione!
Eri furioso!
Mi detestavi!
Volevi l'immortalità.
Volevi restare giovane per sempre.
Volevi restare
bello per sempre.
La vecchiaia ti spaventava: quanti uomini flaccidi e rugosi t'avevano posseduto! E ti disgustavano quelle sembianze: temevi il giorno in cui si sarebbero impresse sul tuo corpo tonico.
Lanciavi contro il mio rifiuto crudeli maledizioni.
Oh, ma io sapevo che ti avrei ucciso, se solo avessi osato toccare coi fatali canini la tua carne.
Lo sapevo.
Eppure, accettai il tuo invito.
E,
il Signore mi perdoni, quale assoluta beatitudine raggiunsi nel morderti!
Così tenero...
Così soffice...
Così
squisito.
Un nobile banchetto!
Nessuna vittima era mai riuscita a saziarmi dopo tre soli sorsi.
Un'estasi assoluta, che s'accompagnò alle lacrime consapevoli della tua morte.

Così fragile...
Ed il sangue si raffreddò immediatamente, nell'attimo in cui il tuo cuore smise di battere.
Sciocco, amore mio crudele.
Desideravi ingannarmi con le tue lusinghe..!
Ma non ti rendesti conto che, dopotutto, son
io il  famelico Vampiro."

Piange nella notte, l’ Oscura Creatura.
Le sue lacrime purpuree si perdono tra le folate di vento.
Odorano di vita, le tenebre.
Ma non c’è profumo degno di stuzzicare l’appetito del Vampiro.

Giacendo immobile, tace, lo spirito afflitto.
S’è risvegliato sulle sponde fangose, offrendo ai rami d’un salice piangente il piacere di sfiorare il proprio riflesso in amorevoli carezze.
C’è sangue a tingere la sua mano bianca come la luna…
Le sue candide vesti asciutte sembrano immuni al lordume del terriccio sul quale è posato…
Non sente freddo, lo strambo angelo senz’ali.
Tinte di rosso, le sue labbra semiaperte in un’espressione di silenzioso orrore, mutano i lineamenti dell’efebico viso.
Non sanguina più, ed intravede di fronte a sé la testimonianza della sua vita mortale… Sulla calma corrente, è il suo corpo ad essere meravigliosamente illuminato dalla luce rossa della luna.

Fin.

So che questo racconto non ha molto senso, ma l’ho buttato giù in un momento di ispirazione… Ed ecco il risultato.
Spero che, nonostante tutto, abbiate trovato la lettura piacevole!
Grazie in anticipo a chi mi lascerà una traccia del suo passaggio, anche criticando quanto scritto! E grazie anche a chi si limiterà a leggere, donandomi, comunque, il suo tempo.
Iria.

   
 
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