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Autore: Maggie_Lullaby    25/11/2009    15 recensioni
Lexi è una sedicenne testarda e dalla lingua affilata che vive in un mondo tutto suo pieno di ideali e stili di vita.
Maggie è una ragazza timida a innocente, incapace di dire di no e di vivere tranquillamente la sua vita.
Maryl è una ventenne che aspira a una grande carriera, ma è bloccata da un padre testardo e da due sorelle che hanno bisogno di lei.
La vita di tre sorelle si mescola a quella dei Jonas Brothers
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
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E' finita. Mi sono decisa ad aggiornare oggi, altrimenti non l'avrei fatto più.

Trentanovesimo capitolo, la fine di una fanfic, la fine del mio sogno, ma il primo capitolo è in lavorazione, ho già deciso quando posterò il sequel (ma dato che sono cattiva non ve lo dico!!).

Un grazie speciale a tutte le persone che hanno messo questa storia nei preferiti, nelle seguite, chi ha messo me fra i preferiti, chi ha recensito e anche chi ha semplicemente letto, perchè avete sopportato i miei scleri, i miei capitoli schifosi e siete arrivate (o chissà, magari c'è anche qualche arrivato xD) fin qui. Questo capitolo è per voi.

Fanfic dedicata a:

Quelle anime che ho avuto il piacere di conoscere più profondamente: Mon Amour, Marija, Pia, Chiara, Donatella, Elisa, Loredana, Greta, Claudia, Diletta. Grazie <3

La mia playlist, che mi ha salvato dalle crisi da pagina bianca.

Loro. I tre protagonisti di questa storia, quegli angeli, i Jonas Brothers. Sono loro la mia eterna voglia di scrivere e sono sempre loro che mi fanno venire l'ispirazione, per tutto. Grazie di tutto, Jonas 4ever <3

Capitolo 39. Epilogo


- Maryl! Maggie! Siamo in ritardo! Avevamo detto che saremmo state lì per le undici e mezza! - strillò Lexi dal salotto di casa sua, prendendo in mano la sua sacca da mare.

Maggie scese le scale in fretta, un paio di occhiali da sole sulla testa e una borsa in mano piena di asciugamani. Sorrise alla gemella, imbarazzata.

- Scusa – disse, - non trovavo la crema solare...

- Ma se tanto non stai mai al sole e te ne resterai all'ombra a sbaciucchiarti con Nick! - sbottò la rossa, con una scrollata di spalle.

Al solo pensiero la mora sorrise, mentre gli occhi le si illuminavano di gioia.

Lexi scosse la testa, divertita.

- Certo, se Maryl non si muove non arriveremo mai... - sbottò. - Maryl!

- Arrivo! Arrivo! - disse una voce trafelata. - Datemi ancora una mezz'ora, devo decidere quale costume indossare... mi consigliate quello blu o quello rosso?

La rossa fece un verso esasperato.

- Maryl non me ne importa niente del tuo cavolo di costume! Dovevamo già essere dai ragazzi e ci si impiega mezz'ora ad arrivare al porto!

Maggie sbadigliò, mettendosi una mano davanti alla faccia e iniziando ad armeggiare con le chiavi della porta di casa.

La rossa guardava le scale con aria omicida. Avrebbe volentieri ammazzato sua sorella in quel momento.

- Ti lasciamo qui, Maryl, te lo giuro! - urlò.

- Ci sono! - Maryl, in una gonna bianca e una canottiera chiara, comparve alla cime delle scale, un paio di occhiali da sole Gucci in una mano e una borsa nell'altra, le scese con eleganza. - Certo che tu fai venire l'ansia, Lexi...

- E di chi è la colpa se il novantanove percento delle volte che dobbiamo uscire facciamo tardi?

- Dettagli... - sbuffò la bionda, - una di voi ha visto le chiavi della mia auto?

Maggie gliele lanciò e aprì la porta di casa per poi uscire, le labbra incurvate in un sorriso. Nessun ombra di rossore sul suo volto.

Maryl aprì la macchina e vi salì, dandosi un'ultima attenta occhiata nello specchietto retrovisore.

Lexi si accomodò sul sedile posteriore, senza preoccuparsi di allacciarsi la cintura e cercò nella sua borsa da mare il suo cellulare, passandosi una mano fra i capelli.

- Ah, non potevo immaginare che Los Angeles mi potesse mancare così tanto... - commentò stiracchiandosi e appoggiando la testa sulle gambe della gemella, seduta accanto a lei.

Maryl sorrise e annuì e mise in moto il motore, facendo retromarcia e per poi imboccare la strada che portava fino al molo dove la famiglia Jonas le stava aspettando.

- Sapete quale barca dobbiamo cercare? - domandò le ventenne.

Maggie alzò le spalle.

- Nick mi ha detto che la riconosceremo – disse, - e non oso immaginare cosa intendesse con queste parole.

Lexi ridacchiò.

- Quei ragazzi mi spaventano, a volte – commentò. - Ricordatemi perchè abbiamo accettato di andare a fare una gita in barca con loro, per favore.

Maryl le lanciò un'occhiataccia.

- Perchè il tour è finito la settimana scorsa, non siamo riuscite a vederli da allora e questa era una buona occasione – rispose laconica, poi si riprese e iniziò a parlare con rinnovato entusiasmo, - e anche perchè muoio dalla voglia di vedere il loro yacht privato!

Le due gemelle si scambiarono un'occhiataccia prima di alzare gli occhi al cielo pregando tutti i Santi del Paradiso spiegarli perchè loro sorella fosse così.

Los Angeles, come al solito, era affollata e trafficata. Le strade erano piene di auto nuove e costose che passavano dall'ultimo modello della Merecedes a delle Porsche dai tettucci scoperti, con a bordo finte bionde con un chiuauha infilato nella borsa con tanto di vestitino rosa.

Maryl, invece, guidava la sua amata Ipsilon della Lancia, il finestrino abbassato e i capelli al vento, gli occhiali da sole posati sul naso.

- Ah, beneamata Los Angeles – mormorò una volta fermatasi a un semaforo rosso.

Maggie e Lexi sorrisero. Quella città, d'altronde, era stata lo sfondo delle loro crisi esistenziali, primi baci, incontri, odi, e amori sbocciati, le erano affezionate, soprattutto da quasi cinque mesi di assenza durante i quali avevano girato il mondo in un tour mondiale con i loro ragazzi.

- Ho avvertito Joe che siamo in ritardo – disse Lexi, - e non ti preoccupare, Maryl, mi sono premurata di darti la colpa.

La bionda le fece il verso girandosi verso di lei per pochi istanti, ma quando tornò a guardare la strada stava sorridendo, divertita.

Maggie teneva gli occhi bassi, nascosti dalla chioma mora, l'unica che riusciva a vederle il volto era Lexi, ancora stesa sulle sue gambe.

- Ehi, Maggie, che hai? - chiese.

Lei la fissò sorridendo.

- Niente, penso...

Ed eccome se pensava. Aveva passato gli ultimi sette giorni a mandarsi degli sms con il suo ragazzo, organizzando ora e data del loro prossimo incontro. Nick aveva proposto una gita in barca, una piccola festa sullo yacht privato dei Jonas Brothers con le sorelle Campbell e da quando l'aveva detto lui e Maggie non parlavano d'altro.

Mentre si erano sentiti al telefono non facevano altro che parlare di loro, della gita, di quanto mancassero l'uno all'altra, tant'è che avevano fatto venire una mezza crisi isterica a Joe e Lexi.

Dal canto loro il diciannovenne continuava ad insistere che lei gli facesse vedere il quaderno su cui stava scrivendo quella sera di un mese prima, e lei ribatteva che un giorno l'avrebbe fatto, ma che se non avesse smesso di chiederglielo avrebbe fuso la sua piastra nel forno di casa sua. Questo aveva senza ombra di dubbio insegnato a Joseph Adam Jonas di non sfidare mai Alexandra Campbell.

Maryl e Kevin, invece, si erano fatti da parte ai problemi dei fratelli minori e, qualche giorno prima della fine del tour, in un week-end libero della band, avevano fatto i bagagli e avevano passato da soli un paio di giorni a New York, facendosi trovare da fotografi e paparazzi facendo le più enormi cavolate della loro vita, per esempio il bandi jamping che Maryl aveva insistito per fare.

Quando arrivarono al porto girarono per il parcheggio alla disperata ricerca di un posto libero, e quando lo trovarono scesero dalla macchina, guardandosi intorno.

- Io ho quasi paura – disse Lexi. - Ma ho detto quasi, ricordatevelo!

Maggie sorrise e la prese sottobraccio, per poi dirigersi vero il molo, guardando tutte le barche che vi erano armeggiate con apprensione.

- Ma voi avete più o meno idea come sia la loro barca? - chiese Maryl, che camminava accanto alle sorelle.

Non appena finì di parlare uno yacht enorme si parò davanti a loro. Era tirato a lucido e su un fianco era inciso il nome: Living the dream.

Ma ciò che più era incredibile, o spaventoso a detta di Lexi, era un gigantesco striscione di mille colori che vi era appeso con scritto “Benvenute sorelle Campbell!” con tanto di palloncini a forma di cuore.

Sotto di esso vi erano loro.

Nick dietro a una batteria, che la suonava frenetico, Kevin e Joe con una chitarra in mano, che improvvisavano con degli assoli, guardando le loro ragazze con dei sorrisi felici.

Maggie e Maryl avevano la bocca semi aperta e guardavano la scena meravigliate, Lexi invece, osservava i palloncini a forma di cuore.

- Joseph! - strillò, facendo fermare i tre ragazzi e voltare lo sguardo di Denise, Paul Senior e Frankie verso di lei, che fin ora avevano rivolto ai loro figli o fratelli.

- Sì, amore? - domandò lui, vagamente terrorizzato.

- Palloncini a forma di cuore? - chiese sprezzante, ad alta voce per farsi sentire da lui.

Il diciannovenne annuì con la testa velocemente.

Per mezzo di una scaletta la rossa salì sulla barca, attirando su di sé occhiate terrorizzate.

Quando fu davanti al suo ragazzo lo guardò con gli occhi ridotti a fessure, poi con una scrollata di spalle sorrise all'improvviso e gli saltò addosso, abbracciandolo stretto.

- Oh, amore, sono bellissimi! - esclamò con gioia, facendo tirare un sospiro di sollievo al suddetto Jonas e al resto dei presenti.

- Grazie, mio fiore...

- Joe!

- Okay, okay, ci devo ancora lavorare – sorrise, accarezzandole una guancia.

Attraverso la stesse scaletta Maggie e Maryl salirono a bordo, accolte dai propri ragazzi che le presero per mano con estrema dolcezza.

- Non ci posso credere... - mormorò Maggie, una volta trovatasi fra le braccia del suo ragazzo.

Il sedicenne la strinse e le baciò la testa.

- Una sciocchezza – disse, - volevamo farvi una piccola sorpresa.

La ragazza gli sorrise raggiante e gli cinse la vita con un braccio.

- A questo proposito, ho una sorpresa per te – disse lui.

- Per me? - chiese Maggie, allucinata.

Nick annuì con un sorriso ed estrasse dalla tasca posteriore dei suoi jeans un piccolo pacchetto, fine e lungo non più di una quindicina di centimetri.

- Cos'è? - domandò la sedicenne.

- Un pensierino per noi due – commentò lui, vago, - aprilo dai!

Con mani tremanti la ragazza strappò la carta e si ritrovò in mano due biglietti aerei.

- Andiamo a Londra?! - domandò emozionata

Nick annuì, contento.

- Per una settimana, ne ho già parlato con Maryl, ha detto che puoi venire – rispose, - lei e Kevin mi hanno ispirato con il loro week-end e allora mi sono detto che ce la meritiamo pure noi due una pausa soli soletti.

Lei sorrise e si appoggiò a lui con un sorriso.

- Grazie, davvero, non dovevi... - disse.

- Ma volevo – rispose di rimando lui, dopodiché le diede un breve bacio sulle labbra.

Maryl e Kevin li osservavano dall'altra parte del ponte, vicino ai coniugi Jonas, la ventenne con Frankie in braccio.

- Grazie per averci invitato – disse con un mezzo sorriso la ventenne.

Denise minimizzò il tutto con un gesto della mano.

- Figurati, Maryl, per noi è stato un piacere – disse. Teneva una mano intrecciata a quella del marito.

La bionda sorrise. Dovevano stare insieme da almeno ventun anni, eppure ogni giorno sembravano unirsi sempre di più.

Senza volerlo la ventenne si ritrovò a pensare a suo padre. Nonostante tutto un po' le mancava, magari l'avrebbe chiamato più tardi, per fare quattro chiacchiere.

Kevin, una mano appoggiata alla schiena della fidanzata, si allontanò con lei dai genitori e si avvicinò al parapetto per osservare il mare, mentre la barca abbandonava il molo.

Maryl lo guardò a lungo negli occhi, osservandoli con attenzione.

- Mi sei mancato – ammise.

- Piccola mia, pure tu – sussurrò il ventunenne, tenendole la mano con dolcezza. - Questa settimana mi è sembrata lunghissima...

La ragazza annuì, comprensiva. Anche per lei quella settimana sembrava non voler più passare, soprattutto considerando il fatto che l'aveva non solo passata lontana da lui, ma pure a compilare i moduli per l'università di Moda&Design.

- Hai finito di iscriverti all'università? - domandò lui, a un certo punto.

Lei annuì.

- Ho spedito la domanda di ammissione, ma non credo che mi accetteranno, per lo meno a settembre, ho perso tantissime scadenze, vedremo quando mi risponderanno... - disse. - Il problema dei soldi, fortunatamente, non mi si porrà, perchè ho chiesto una borsa di studio.

Il ragazzo sorrise e le sfiorò il viso con dolcezza, mentre lei gli prendeva l'altra.

- Ehi, colombi! - li chiamò Joe, in mezzo alla sua ragazza, Nick e Maggie.

Scuotendo la testa raggiunsero il gruppo, all'ombra di un telo.

Maggie era appoggiata con la schiena alle gambe di Nick, il quale ogni tanto le tirava una ciocca di capelli, facendola voltare con aria riprovevole, ma con sempre un sorriso accennato sulle labbra.

Joe e Lexi giocavano come due bambini, facendosi dei lievi pizzicotti, e ridendo come matti.

- E poi saremmo noi i piccioncini? - chiese Nick sollevando un sopracciglio, rivolto a Maryl e suo fratello maggiore.

Kevin lo zittì con un'occhiataccia.

Joe smise di giocare con la sua ragazza e guardò il cielo, nel quale il sole batteva con forza.

- Ah, ci pensate che io fra un mese e mezzo compirò vent'anni? - domandò, più rivolto a sé stesso che agli altri. - Mmh, devo pensare a come festeggiare...

- Eh no, caro, prima di te c'è Maryl – disse Lexi, dandogli una lieve gomitata nelle costole. - Te ne sei dimenticato?

- Come faccio ad aver dimenticato qualcosa che non ho mai saputo? - sbottò il diciannovenne. - Maryl ci diventa vecchia, eh?

La bionda gli tirò uno scappellotto sulla testa.

- Io so solo che dal tredici Luglio potrò bere alcolici legalmente, mentre tu, invece, non avrai nessun vantaggio a compiere gli anni, se non che invecchi di un anno! - lo rimbeccò, fiera.

Joe incrociò le braccia al petto, offeso.

- 'More – disse con voce lagnosa, rivolto a Lexi - tua sorella maggiore mi offende!

- Sì, cucciolo, e fa bene! - ridacchiò. - Tu te lo ricordi il giorno del compleanno mio e di Maggie, vero? Ricordati che siamo su una nave e non mi ci vuole niente per buttarti giù dalla barca!

Joe fece un'espressione terrorizzata, poi deglutì e rispose, sicuro.

- Ma certo! Non a caso da oggi in poi inizierò a chiamarti Streghetta! Sei nata il trentun ottobre!

Lexi fece un breve applauso, prima di avvicinare la testa a quella del ragazzo finché a separarli non ci furono che pochi centimetri.

- Prova a chiamarmi Streghetta e io ti torturo con le mie mani, sono stata chiara?

- Trasparente... - iniziò lui, - streghetta!

Lexi gli diede uno scappellotto prima di lanciargli un'occhiataccia.

- Idiota...

- Amore! - disse invece lui.

La rossa alzò gli occhi al cielo prima di riprendergli la mano.

- Uh, fratelli, Maggie ed io fra un paio di settimane ci assenteremo per un po'... - disse Nick, facendo arrossire la sua ragazza.

I due Jonas maggiori lo guardarono curiosi.

- Londra ci chiama – sorrise Maggie.

Lexi e Maryl, che ne erano già a conoscenza, sorrisero allegre, spiando il rossore della sorella e il sorriso innamorato che Nick le rivolgeva.

- Piccioncini... - li accusò Joe, beffardo.

Nick e Maggie gli rivolsero un'occhiataccia, per poi scuotere la testa.

Kevin. Joe. Nick. Maryl. Maggie. Lexi.

Sei ragazzi, dai sogni differenti, opinioni diverse, le loro vedute del mondo, i loro pensieri, i loro sentimenti ed emozioni.

Però prima di essere sei ragazzi erano tre fratelli e tre sorelle, figli di famiglie unite o divise, ma che avevano una cosa in comune: avevano imparato ad amare.

- Quando sarete tu e Lexi a fare un viaggio insieme avrò la mia vendetta – lo minacciò il sedicenne.

- Oh, beh, abbiamo tempo, Nicholas... – rispose Joe con un gesto semplice della mano.

- Tutta una vita! - annuì Lexi, sorridendo, appoggiando la testa sulla spalla del suo ragazzo.

D'altronde c'è sempre tempo per amare, no?


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