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Autore: Aly_chan    25/11/2009    1 recensioni
Canada rincontra Francia dopo molto tempo, ma...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Francia/Francis Bonnefoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Francia, tu resterai sempre con me vero?”

Tu mi sorridesti, il sorriso più bello che avessi mai visto. “Certo”

Invece sono stato io ad andarmene, per cosa non lo so, forse semplicemente per non esserti di peso o più semplicemente per avere l’illusione di essere libero; ma è bastato poco per accorgermi che l’unica cosa che avevo guadagnato da tale scelta era la solitudine, non l’indipendenza, ne la libertà, ma solo una vuota solitudine. Tornare indietro ormai non mi era più possibile; quindi sono andato avanti come meglio potevo, appoggiandomi a chi poteva darmi appoggio e rimpiangendo ciò che io stesso mi ero portato via.

Poi, per caso in una mattinata autunnale, ti rincontro: i tuoi modi di fare carismatici, i tuoi vestiti appariscenti, i tuoi capelli lunghi e biondi e quegl’occhi, quegl’occhi tanto belli da farmi venire i brividi, sono sempre gli stessi ; come se il tempo si fosse fermato a quel giorno in cui c’incontrammo (a parlarne ora mi sembra di aver vissuto una favola).Tu mi guardi per un attimo, il tuo sguardo impassibile mi fa sentire invisibile, e facendo finta di niente torni alle tue attività.

Non voglio crederci, non voglio credere che tutto sia stato cancellato, che il tempo trascorso insieme sia stato solo un mio sogno.

Continuo a incrociarti (faccio di tutto per incrociarti) e tu continui a non vedermi. Faccio anche dei tentativi di saluto, ma il risultato è sempre uguale.

È ormai un mese che vado avanti così, finche non trovo il coraggio di prenderti in disparte.

 “F..F..F..Francia, ti  ricordi di me? sono Canada”

Sorrido, tu no, il tuo sguardo è annoiato quasi velato di compassione.

“Sì che mi ricordo di te”

“Pensavo di no, ogni volta non fai che..i..ign..”

“Ignorarti” Il tuo tono è irritato.

“sì, quello..”

 “E la tua testolina non si è mai domandata il perché?” Non mi fai rispondere. ”A quanto pare no, beh tu perché ignoreresti qualcuno?”

L’ho sempre saputo perché m’ignoravi, ma sapere ed ammettere sono cose ben diverse. Di fronte al mio silenzio ti spazientisci. “Mon cher, semplicemente non voglio aver a che fare con te”

Ho la sensazione che qualcosa mi stia divorando da dentro la mia pancia, che sia il dispiacere?

“Perché? Cos’ho fatto?” Sbuffi.

“Non hai fatto nulla, tranne prendere ed andartene senza preavviso, senza curarti di me probabilmente nemmeno senza pensare a ciò che la tua scelta avrebbe comportato”

Quella cosa nella mia pancia affonda sempre di più i suoi denti “l..l..l..lo so, ho capito di aver sbagliato da subito, ma..Francis non è mai stata mia intenzione farti un torto”

“Non penso che tu l’abbia fatto per farmi un torto, ma il modo in cui ti sei comportato ha dimostrato quanto forte fosse per te il legame che credevo avessimo..a questo punto non vedo perché dovrei perder altro tempo con te.”

Fai per andartene ma io ti afferro il braccio “mi dispiace” 

“lasciami”

La pancia mi fa sempre più male, sento gli occhi umidi “mi dispiace davvero” per un attimo mi pare di vedere i tuoi occhi farsi tristi.

“anche a me”

“mi perdonerai?”

“non credo”

Stacchi le mie mani dal tuo braccio e te ne vai.

Tutto diventa vuoto: il tempo speso a cercare d’incrociarti, i pensieri che tante volte ti ho rivolto, persino il nostro passato. Si è cancellato tutto e solo per colpa mia e della mia stupidità.

So che avrei dovuto prevederlo, ma forse credevo (speravo) che tu mi avresti capito, ho davvero dato per scontate troppe cose. Tra le lacrime mi viene da ridere per la mia stupidità che solo ora riesco a cogliere.

Ormai ho perso la voglia di fare tutto, non ne ho motivo; non che il mio motivo fossi tu, però una parte di me pensava che quando ci saremmo rincontrati, magari, il mondo sarebbe tornato ad essere come quella magnifica favola che avevamo vissuto ed invece è andato tutto in pezzi. Sono certo che mi passerà, ci sono cose peggiori al mondo, no? Intanto,però, passo le mie giornate a casa facendo avanti e indietro tra letto bagno e cucina e, di tanto in tanto, chiacchierando con America che viene a trovarmi (sarebbe meglio dire che viene a disturbarmi..).

E proprio un giorno chiacchierando, s’introduce l’argomento Francia nel nostro discorso:

 “Matt, tu non l’hai più rivisto ultimamente?”

“...no”

“strano...un tempo gli stavi appiccicato come una piovra, come mai non lo senti più?”

“abbiamo perso i contatti”

“solo per questo?”

“sì”

“non ci credo, daaai che è successo?” Lo sapevo che non sarebbe riuscito a non impicciarsi

“ho detto che non è successo niente”

“se non è successo niente perché sei diventato rosso?”

“perché ho caldo” mi alzo e vado verso la cucina

“hey, dove vai?”

“in cucina, ho sete” mi viene dietro

“non hai sete, vuoi solo evitare l’argomento” poggia la tua mano sulla mia spalla per fermarmi

“ma perché devi sempre impicciarti degli affari altrui?!?” per un attimo la faccia di Alfred è sorpresa non so se per il fatto che ho urlato o perché ho gl’occhi lucidi

“scusami, non pensavo t’irritassi tanto”

“no, scusami tu, l’ho presa troppo pesantemente”

“non preoccuparti, non c’è bisogno che ti metti a piangere” solo ora mi accorgo di avere il viso rigato di lacrime, scoppio a piangere ancora più forte

“No..dai non piangere..” fra i singhiozzi cerco di chiedergli scusa; cerco anche di smettere di piangere , inutilmente.

“dai..tirati su” impacciatamente mi abbraccia, stremato mi abbandono al suo abbraccio e mi sfogo.

Quando finalmente mi sono ripreso Alfred insiste perché gli racconti cosa mi è successo, ormai non ho più ragione per tacere, gli racconto tutto e alla fine sul viso di mio fratello c’è stampato un sorriso (più che un sorriso mi pare un ghigno)

“Beh, mi pare semplice la cosa se si tratta di Francia, calati i pantaloni e vedi che gli passa tutto!”

Arrossisco violentemente “Ma che cavolo dici?!? Non potrei mai fare una cosa del genere!!!”

Ride “è ovvio che non potresti mai fare una cosa del genere, solo lui potrebbe farla, non c’è bisogno che ti scandalizzi come una verginella. Comunque non hai più nulla di cui preoccuparti, risolverò tutto io!”

“Tu risolvi cosa?”

“I tuoi problemi con Francia.”

“No aspetta, non c’è bisogno che complichi ulteriormente la situazione.”

“Io non complico mai le situazioni, stai tranquillo che poi me ne sarai grato.”ed esci di casa ridendo.

La mia angoscia si mescola al panico, la situazione mi sembra sempre più tragica: non so come chiarirmi con te e c’è anche il rischio che America combini qualche danno.

Ormai dopo due settimane di calma totale inizio a convincermi che magari mio fratello stesse scherzando, mi sento dispiaciuto, forse una parte di me sperava davvero che lui riuscisse a sistemare le cose; poi mi chiama

“Hey Matt, come stai?”

“Abb..”

“Ne sono felice, ho una buona notizia: sono riuscito a convincere Francia a venire a casa tua domani alle 21:00, fatti carino e cerca di chiarire sta volta.”

“Aspetta..come faccio a chiarire?”

“digli la verità e vedrai che capirà”

“ma..”

“Devo andare, ciao!”

Praticamente non ho altra scelta che fare come dice Alfred, sperando che le cose si risolvano.

Arrivo alla sera tanto attesa senza sapere ancora cosa dirti e, quando suoni il campanello, vado nel panico più totale; apro la porta ed eccoti, non hai l’aria irritata come l’ultima volta, accenni addirittura ad un sorriso “posso entrare?”

“certo”

“mi ha detto un uccellino che c’era qualcosa che dovevamo chiarire..” dici sedendoti sul divano

“un uccellino molto insistente immagino” rispondo sedendomi su una poltrona li vicino

“si un po’; comunque c’è effettivamente qualcosa che vuoi dirmi o vuoi solo un po’ d’attenzioni?”

 mi guardi dall’alto in basso, per un po’ resto in silenzio mentre tu continui a fissarmi; alla fine decido di fare come ha detto Alfred, di dirti la verità:

“Francis io, il motivo per cui me ne sono andato non è perché volevo essere indipendente da te e soprattutto non l’ho fatto senza pensare a te..”

 sento il cuore sussultare dalla vergogna e non capisco perché.

“oh, davvero?”

“io..semplicemente, mi sembrava di essere solo una palla al piede e non volevo esserti di peso”

Mi fissi negli occhi, non sei convinto, io continuo

“è la verità..” i miei occhi diventano umidi. Ti avvicini, non capisco se sei arrabbiato; avvicini il tuo viso al mio

“sei serio?”

Ti fisso negli occhi “sì, che sono serio”

Ti metti a ridere “Quanto sei sciocco, come ti è venuto in mente? Tutto questo trambusto per una tale stupidaggine”

Mi sento offeso “Per te sarà pure una stupidaggine, ma io ci sono stato male..”

“Lo so, è anche colpa mia avrei dovuto pensarci che non sei il tipo da fare certe cose; ma, sai, ero davvero arrabbiato” mi accarezzi la testa, io abbasso lo sguardo “sei buffo quando ti offendi”

Sto per risponderti, ma tu posi le tue labbra sulle mie facendo incontrare le nostre lingue, nonostante non me l’aspettassi ricambio il tuo bacio.

Mi sento felice, forse possiamo tornare a rivivere quel sogno, forse una vita serena insieme non è più tanto lontana.

“mi spiace di aver frainteso”

dici staccandoti e scendi sul mio collo dove inizi a leccare e mordere, sento la mia schiena attraversata dai brividi, mi togli la felpa e continui a scendere. Le tue mani vagano sul mio torso, accarezzi i miei capezzoli, non riesco a non ansimare mentre tu inizi a morderli e leccarli

 “F..Francis..”

Ti vedo sorridere malizioso,  mi sfili i pantaloni e riprendi a baciarmi e a far scorrere le tue mani sul mio corpo, arrivando a posarle sul mio sesso, imprigionato negli slip, che inizi ad accarezzare andando sempre più in basso e facendo aumentare sempre di più il mio desiderio, che per tutto questo tempo avevo nascosto. Dopo infiniti attimi di questo tortura mi sfili anche le mutande e avvolgi la tua mano sulla mia erezione, muovendola dolcemente. Sto per venire quando ti fermi per ricominciare a baciarmi il ventre, mentre io ti sbottono la camicia e, goffamente, tocco il tuo petto e la tua schiena; arrivo a baciarti il collo quando le tue mani tornano sul mio organo, il tuo viso scende e sento la tua bocca posarvisi attorno, non riesco a fare a meno di muovere il bacino e del resto anche tu ti muovi sempre più velocemente facendo crescere sempre di più il fuoco che pare bruciarmi dentro. Alla fine non mi trattengo più e vengo; tu, con mia sorpresa, non ti scansi ma assapori il mio liquido che va a riempire la tua bocca; quando ho finito ti avvicini al mio viso sorridendo “Sei venuto di già?” ti avvicini al mio orecchio “E adesso io come faccio così insoddisfatto?” detto questo ti togli  i pantaloni e i boxer liberando il tuo membro pieno d’eccitazione avvicinandolo al mio viso, una parte di me prova vergogna ma non mi oppongo e inizio a leccarlo arrivando a portarmelo lentamente in bocca e intanto tu porti le mani sulla mia testa, mi accarezzi i capelli e m’incoraggi ad andare più in fondo. All’improvviso mi fermi, mi tiri su e ricominciamo a baciarci strusciando i nostri corpi caldi di passione, quando ti stacchi sei in preda all’eccitazione (lo vedo dai tuoi occhi). Mi sovrasti impedendomi ogni movimento, cerco di oppormi

“Francis cosa stai facendo?”

Sorridi di nuovo maliziosamente

“non preoccuparti, non farò nulla contro la tua volontà”

Detto questo mi fai girare; sento le tue dita entrare dentro di me, dopo un po’ le estrai per unirti completamente a me.

“Francis, mi fai male..”

“E la cosa ti dispiace?”

Dici iniziando a muoverti, il piacere prevale; i tuoi colpi iniziano a farsi sempre più forti, mi viene da urlare, tento invano di trattenermi, ma alla fine urlo.

Le mie urla ti eccitano ancora di più, lo so bene, e inizi ad aumentare la profondità delle spinte fino a venire, riempiendomi con il tuo bollente liquido. Poi stanchi ci sdraiamo sul divano uno accanto all’altro, abbracciati.

“Sei felice?”

“sì, se ci sei tu”

Mi baci sulla fronte

“ti amo piccolo”

 “Anch’io ti amo”

“Matthew, resterai sempre con me vero?”

Sorrido

“certo che sì”

  
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