Just like the moon does, we rise and shine and fall.

I - Life
C'è stato un tempo in cui Hitsugaya non sopportava Ichimaru Gin, ed era il tempo in cui l'uomo indossava l'haori bianco della Terza divisione, il tempo in cui Hitsugaya doveva alzare la testa per guardarlo, il tempo in cui, ogni tanto, Ichimaru entrava alla Decima solo per sedersi sul divano dell'ufficio, facendosi spazio fra le braccia e la forma appena rannicchiata di Matsumoto che in genere era lì addormentata, e distraeva Hitsugaya con rapporti che, Toushiro lo sapeva benissimo e Ichimaru anche, avrebbe potuto benissimo portargli Kira.
A quel tempo, Hitsugaya cercava di non fare caso al corpo di Matsumoto che, inconsapevolmente, cercava nel sonno quello di Ichimaru e si stringeva piano contro di lui.
Ichimaru non la svegliava mai e Toushiro non riusciva mai ad imporsi di farlo, nonostante il guizzo d'amarezza tagliente nel sorriso dell'altro.

C'è stato un tempo in cui Hitsugaya odiava Ichimaru Gin, ed era il tempo in cui per le ultime volte l'uomo indossava l'haori bianco della Terza divisione, il tempo in cui le mani di Hinamori sanguinavano, il tempo in cui Toushiro, dopo aver visto gli occhi di Ichimaru, si chiedeva se potesse esistere colore più freddo.
A quel tempo, quando su Matsumoto si rifletteva la luce che avrebbe oscurato Ichimaru per il resto dei suoi giorni, Toushiro guardava la sua luogotenente.
[E, crepa dopo crepa, la guardava andare in pezzi.]

Ora Ichimaru è morto.
Ma Hitsugaya è nella stanza accanto quando Orihime, che è tornata sana e salva dall'Hueco Mundo ma parla in ogni suo silenzio di smeraldi e polvere, cerca il conforto di Matsumoto e lei le risponde che andrà tutto bene, che passerà, con una voce così vuota che a Toushiro viene la nausea.

Hitsugaya guarda poi Matsumoto dormire sul divano, come sempre, e si chiede se riuscirà mai a svegliarla, dopo tutto.


II - Death
<< Che cosa mi sta succedendo, Unohana-taicho? >>
<< È una malattia che ho già incontrato, Matsumoto-fukutaicho. A quel tempo, uccise Hisana Kuchiki. >>
<< E che cos'è? >>
<< Il rimpianto. >>


III – Just like the moon does, we rise and shine and fall
La strada è un lento vortice irregolare che ad ogni passo ondeggia e scatta, le luci al neon bruciano sulla sua retina scie di colori sfocati e iridescenti.
Ha perso l'ultima metrò, ovviamente.
L'alcol, pensa Rangiku metre cammina nella direzione in cui presume si trovi casa, la fa sentire come su una nave che affonda ballando, ed è ridicolo, perchè come fa una nave ad affondare mentre balla, come fa a...
Improvvisamente lì di fianco si sente il rumore di ruote che stridono sull'asfalto. Rangiku si gira e tutto il mondo gira insieme a lei in un'accozaglia sfasata di immagini e suoni.
Il finestrino della macchina che le ha inchiodato di fianco nella strada deserta si abbassa.
Si sporge una testa bionda, biondissima, [oh, i suoi capelli sembrano d'argento] e lei focalizza a tratti la pelle chiara, i lineamenti affilati, gli occhi come schegge, e scopre che nel vorticare dei suoi sensi lui è immobile al centro.
<< È pericoloso per una ragazza così bella andare in giro da sola di notte, - la fissa per un interminabile momento – ubriaca, per giunta. >>
Matsumoto pensa vagamente che dovrebbe avere paura, non c'è nessuno che la possa aiutare, la strada è deserta, ma gli sorride e non sa perché. << E cosa te ne frega, a te? >>
Il sorriso dello sconosciuto taglia il suo sguardo, allargandosi.
Tutto in lui sembra tagliente, pensa Rangiku, e si guarda le mani per vedere se c'è sangue.
Non lo vede, ma ha l'impressione di sentirlo scorrere fra le dita.
<< Sali. >>
Non riesce a credere a se stessa quando gli obbedisce.
Lui inizia a guidare senza dire una parola, e Rangiku sente la gola secca.
<< Non me ne andrò. >> dice poi lui dopo un po', e i suoi occhi come lame sono fissi sulla strada.
Rangiku non riesce a guardarlo, riesce solo a sussurrargli la via dove abita.
Lui annuisce e svolta.
<< Non avevo mai avuto occasione di dirtelo, prima. >>
Certo, pensa Rangiku, ci conosciamo da nemmeno venti minuti, e le viene da ridere, perché è una situazione così assurda, così incredibilmente assurda, cosa ci fa lei su quella macchina, cosa ci fa con lui?
Ma invece che ridere sente di aver voglia di piangere.
Poi lui si ferma davanti a casa sua, si volta, e la bacia.
Rangiku si accorge, improvvisamente, che è esattamente quello che stava aspettando e riesce solo a sperare che lui non stia [di nuovo] mentendo.
[<< Mi sarebbe piaciuto restare tuo prigioniero ancora per un po. >>]
Sente il respiro di lui vibrarle nel petto.

[<< Io sono Ichimaru Gin. >>]