Artista

La matita scorre ormai da ore su quel foglio di carta attaccato alla tavola del cavalletto.

La luce entra  a malapena da quella finestra ormai distrutta dalle tarme, del mio studio, se così si può chiamare.

E’ un ammasso di pennelli, matite, colori, tempere e libri sparsi per tutta la stanza. E’ sporca e c’è un odore pesante.

Sono abituato a tutto questo ciarpame intorno a me, mi sento a mio agio ne mio caos.

Tu non sei il tipo da riuscire a startene per ore sdraiato su un pezzo di stoffa logoro cercando di muoverti il meno possiile.

Cosa ci fai nel mio caos? Fai sembrare tutto così normale e strano allo stesso tempo.

Mi sento avvampare ogni volta che sono costretto a guardare quel tuo corpo sinuoso. Sei lì, sdraiato su quello straccio logoro, quasi privo dei tuoi vestiti con lo sguardo fisso su di me aspettando che il tuo ritratto sia concluso.

Me l’hai chiesto senza una ragione, hai detto solo che ti piace guardarmi immerso nel mio lavoro.

Il mio corpo avvampa di più quando sono costretto a riportare sul foglio quel tuo petto liscio nonostante l’età.

In un qualche modo mi sento eccitato, vorrei possedere quel corpo, farlo mio.

Sono costretto a ritirare i miei pensieri quando dalla porta compare la sua figura.

Sobbalzi, non pensavi sarebbe arrivato. Decidi che sia meglio finire il ritratto in un altro momento per poi andartene con quel ragazzo biondo dalla bassa statura.

Mi vieni incontro, i tuoi capelli rosso fiamma ondeggiano sulle tue spalle, mi prendi la mano e me la baci.

- A domani, Demyx. –

Dopodiché ti allontani con il tuo amico lasciandomi come se nulla fosse nel mio studio logoro, a fissare il tuo ritratto che forse mai sarà finito.