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Autore: WrongHysteria    29/11/2009    2 recensioni
Erano quasi le 4 di un torrido pomeriggio di agosto; il gelato si stava lentamente sciogliendo sulle mie dita, colando sull'asfalto bollente. "Hai chiamato?" disse qualcuno.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano quasi le 4 di un torrido pomeriggio di agosto; il gelato si stava lentamente sciogliendo sulle mie dita, colando sull'asfalto bollente. Non avevo voglia di mangiarlo: il caldo era insopportabile e lo sforzo di avvicinarlo alle labbra era troppo. Non so cos'avrei dato per una piscina colma d'acqua gelata; purtroppo, dovevo accontentarmi di stare semisdraiata su una vecchia panchina, all'ombra, con i pantaloncini più corti che avevo e una maglietta che lasciava ben poco all'immaginazione. Non c'era nemmeno un filo di vento, l'aria era secca e c'era un'afa tale che probabilmente, con un solo grado in più, l'erba arida attorno a me avrebbe preso fuoco.
 << Dove sono le fatine dei desideri quando servono? >> chiesi a me stessa, mormorando appena le parole. Anche parlare era una fatica enorme. Per fortuna, era uno sforzo non obbligatorio; tutti i miei amici erano al mare, al fresco, e solo io ero rimasta in città. Ormai vaneggiavo: chiedevo addirittura alle fatine di manifestarsi.
 << Fatina dei desideri? Fatina del caldo? Fatina magica, dove sei? >> mormorai, semi disperata. << Spiritello del caldo? >> provai ancora. Risi debolmente tra me. Come se le fatine esistessero!
 << Hai chiamato? >> disse qualcuno. Era una voce maschile, squillante, quasi da bambino. Eppure nei dintorni non c'era nessuno.
Risi ancora. Avevo addirittura le allucinazioni.
 << Non è educato chiamare e non rispondere, non trovi? >> iniziai a preoccuparmi della mia salute mentale. Oltre alle allucinazioni uditive, ora ci si mettevano anche quelle visive: una luce blu, simile a una scintilla, apparve proprio davanti al mio naso. Era forse un effetto del sole?
La scintilla prese a danzare apparentemente senza un senso logico. Mi ritrassi, inquieta.
 << Oh, ma che bambina che sei! Non ti mordo mica >> disse la lucina. << Cosa sei? >> chiesi.
 << Uno spirito. Non sono mica l'unico, sai? >> rispose.
 << E cosa fai? >>
 << Esaudisco desideri! Ma non chiamarmi spiritello del caldo, è un nome che non mi si addice proprio. Perché hai chiamato? >>
Esultai dentro di me. Uno spirito che esaudiva desideri: faceva proprio al caso mio.
 << Non ho fatto apposta, ma dato che ci sei, ti spiacerebbe esaudire qualche desiderio per me? >> gli chiesi allora, timorosa.
 << Certamente no! Coraggio, dimmi. >>
 << Vorrei che facesse meno caldo. Tutto qua. >> Non avevo altro da chiedere, almeno per il momento.
 << Questo è fin troppo facile, bambina! >> la scintilla si mosse a scatti, come se ridesse. Un ultimo scintillio, e scomparve.
Che mi fossi immaginata tutto?
Scossi la testa, perplessa. L'afa faceva davvero dei brutti scherzi.
Chiusi gli occhi per riprendermi da quello strano dialogo immaginario. Quando li riaprii, sperai d'essere in un sogno: il sole era scomparso all'orizzonte e un vento proveniente da chissà dove si stava lentamente alzando. Mi sollevai dalla panchina; i brividi di freddo mi scossero. Grosse nuvole gonfie e bianche stavano oscurando l'arido parco dove mi trovavo. Nuvole bianche, come la neve.
Una goccia di pioggia mi cadde sul naso, subito seguita da un'altra. Ormai tremavo.
Alla faccia del torrido pomeriggio di agosto! Ormai le gocce si stavano addensando, trasformandosi in fiocchi di neve, troppo numerosi per essere una nevicata gentile. Erano chicchi di grandine a colpirmi, facevano male e lasciavano grosse impronte sulla mia pelle. Dov'era finito lo spiritello?
 << Spirito! >> urlai, lasciando cadere a terra il gelato ormai ridotto a un blocco di ghiaccio. << Spirito, dove sei? >>
Davanti a me apparve una scintilla come la precedente, solo di un colore diverso. Era verde, il colore della speranza e di un prato fiorito in primavera. << Sì? >> disse una voce dolce e femminile. << Spirito, puoi far smettere questa nevicata e far tornare il tempo di prima? >> domandai in fretta: non c'era tempo per le formule di cortesia. << Certo! >> disse la scintilla. Chiusi gli occhi e contai: uno, due, tre. Quando li riaprii, il sole era tornato e anche il caldo stava diffondendosi di nuovo.
 << Grazie, spirito >> dissi, prima di rendermi conto di ciò che stavo facendo. Parlavo con voci immaginarie e scintille prodotte dalla luce del sole!
Volevo solo andare a casa, infilarmi sotto le coperte e sperare che non fosse la realtà.
 << Altre richieste? >> domandò la luce, gentile. "Beh, dato che non è vero, tanto vale scordarmene", mi dissi. << Sì. Vorrei che tutto questo non fosse mai esistito! >> esclamai allora.
<< Come tu desideri, mia dolce sciocca. >> lo spirito parlò per l'ultima volta, prima di svanire per sempre.
E stavolta, quando riaprii gli occhi, non vidi più il parco, la vecchia panchina, il mio gelato a terra.
Solo il nulla.
   
 
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