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Autore: 8WeirdSisters8    30/11/2009    14 recensioni
E' strano quello che si scrive di getto. Questa vi sembrerà stranissima. Forse non la capirete. In ogni caso narra di un fatto che è avvenuto nella saga da un punto di vista che non ci saremmo mai aspettati. Anche perchè è un punto di vista inventato.
Buona lettura.
Genere: Generale, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Residuo

Residuo







La signora Wingless faceva quel lavoro da anni. Macché anni, erano secoli ormai.
Letteralmente.
Scopone e stracci erano diventati per lei strumenti fondamentali, arti aggiunti persino!
E svolgeva il suo lavoro con cura e sollecitudine non comuni. D'altra parte di lì passava tanta di quella gente - be', in effetti TUTTA la gente - che trovava sempre qualcuno con cui far due chiacchiere ed allietar il tempo fra una pulita e l'altra. E poi le alte sfere avevano tanto insistito: quel posto doveva essere bianco, più bianco della neve, più della barba di Merlino, più bianco del bianco insomma. Lei aveva proposto un bel celeste pastello, che tanto s'accostava alla situazione, ma no, niente. Non c'era da discuterne. Bianco era e bianco doveva restare. E poi lei aveva l'impressione che tutto quel bianco le facesse male alla vista: non capiva se bagliori e sfocatura fossero dovuti a quella nebbia perenne che aleggiava nel luogo o fossero piuttosto i primi sintomi della vecchiaia che avanzava.
Be', dopotutto settecentoquarantatrè anni non erano pochi.
E in tutto quel tempo lei - sì, proprio lei - aveva tenuto quel luogo di passaggio tanto splendente da esserne incontenibilmente fiera. E nessuna macchia sfuggiva al suo furore. Chiazze, venature e tutti i più resistenti agglomerati di sporco erano stati fatti fuori. I rifiuti poi erano sempre stati rigorosamente differenziati con audacia.
Plastica, Vetro, Carta...
I tre contenitori svettavano maestosi e lindi essi stessi in un angolo lontano.

Quella mattina c'era stato uno strano episodio. Uno di quelli che non capitano spesso. Due di quelli che lei aveva giudicato "loschi tizi dagli intenti reconditi" si erano fermati lì a scambiare quattro chiacchiere per un po'. E se questo vi sembra strano -e lo è per il posto in cui si trovavano- pensate che cosa le passò per la testa quando vide che uno dei due imboccò le scale mobili dirette verso il basso. Verso il basso! Quelle scale non venivano quasi mai usate, mai!
La cosa la lasciò pesantemente sconvolta. E questo non aiutò certo a farla ricredere sui sentimenti astiosi che aveva verso i due turisti.
No, no di certo.
Ma fu quando vide quello che avevano lasciato, che decise di odiarli. Le avevano sporcato tutto!
E poi cos'era quella roba immonda?
Perché era così nerastra che quasi sembrava respingere il bagliore del luogo?
Perché le pareva che si agitasse, che emettesse strani gridolini persino?

Si affaccendò subito. Si munì di paletta e scopa. Lo prese... Per Merlino, quanto pesava!
Dopo una serie di "Anf anf" di fatica, intervallati ad una serie di borbottate minacce che mai si sarebbero avverate ma che aveva il dovere morale di pronunciare, raggiunse i contenitori per i rifiuti e rimase spiazzata. Dove doveva metterlo?
Non era plastica, non era vetro, non era carta...Decisamente no.
E non era nemmeno qualcosa di esattamente organico, nel caso avessero avuto anche un contenitore per quel tipo di rifiuti, cosa che non avevano comunque.

E mentre era lì a crogiolarsi nel dubbio, le rossastre labbra pesantemente truccate frementi un po' per la fatica del lavoro, un po' per quella di non potersi lasciar scappare qualche imprecazione per la questione, un signore -ma che dico? Lo stesso signore di prima, non quello che era sceso, no... quello che era salito- quello alto, dal sorriso affabile e dalla lunga barba bianca, le si avvicinò in soccorso.

"Ho idea", disse cortese, "che quello dobbiate mandarlo giù". Indicò con l'indice lungo e magrolino la strana sostanza- e va bene, va bene... se dobbiamo dirla tutta era proprio una specie di creatura. Dunque indicò la creatura che la signora reggeva, la quale nel frattempo non aveva smesso di agitarsi ed anzi si lagnava a più non posso. Peraltro un fulgore di pura oscurità aveva preso ad avvolgerla. Ora che ci pensava emanava uno strano gelo. Da quanto tempo non sentiva freddo lei lassù!
Rivolse uno sguardo fra l'interrogativo e il sospettoso al signore gentile.
"Giù?", indicò le scale mobili per le quali era sceso l'altro tizio quando si era congedato da questo.
"Oh no, no!", il signore barbuto sollevò i palmi, la fronte corrugata e gli occhi socchiusi come se la sola idea fosse più che assurda, fosse sudicia.
"Sarebbe sconveniente, mia cara. Intendevo... un po' più giù". Un sorriso. "Un bel po' più giù".

Congiunse le mani dietro la schiena. "A ricongiungersi con gli altri pezzi".










Spero l'abbiate capita. Ma se anche così non fosse, non mi pentirò di averla pubblicata.
Mi piace troppo.
   
 
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