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Autore: memi    30/11/2009    4 recensioni
[I one-shot]
Un ragazzo...
C’era un ragazzo.
A passi misurati, stanchi, camminava solitario nella tempesta, i capelli d’oro colato mossi da gelide folate di vento. Indossava un cappotto, ma non sembrava avere freddo, né avvertire in alcun modo i colpi di frusta gettati con forza dalla tormenta. E il suo viso era quanto di più bello avesse mai potuto vedere, eppure...
Sembrava triste, abbacchiato...depresso.
{Jasper e Alice. Quello che erano, quello che sono. Vari missing moment.}
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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II ~ Depressione

 

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Stupore.

Una densa, lampante sensazione di stupore gli si riversò sinuosa addosso, sciogliendo i muscoli e inebriando ogni membra del suo corpo immortale di una nuova insana follia. Abbacinata dalla sua eterea bellezza, i suoi ingenui occhi da umana non riuscivano a cogliere nient’altro che la patina riposta in superficie e non si sforzavano, scioccamente, di scendere appena un pochino più giù, sotto quegli occhi di un nero infinito. E poteva sentire il ritmo frenetico del suo fragile cuore oltre la scorsa di pelle e ossa... Poteva avvertire la potenza con cui il sangue continuava a fluire, inabissando le guance di una deliziosa – invitante – tonalità rossastra. Poteva vedere in quegli occhi sbiaditi la voglia, il desiderio di poterlo sfiorare, anche solo per accertarsi che lui fosse reale e fosse lì con lei, senza sapere che sarebbe stato tanto meglio per lei pregare per il contrario, per non averlo mai incontrato.

Era così meravigliata della sua visione, da non accorgersi del pericolo che le stava arrivando incontro sottoforma di angelo.

Povera sciocca ingenua umana...

Era così facile, così semplice, così naturale per lui...

Allungò un passo nella sua direzione e per reazione sentì lo stupore aumentare, avvolgerlo completamente. Sogghignò. La storia si ripeteva ancora, e ancora, e già sapeva come sarebbe andata avanti, memore di tutti quegli anni trascorsi a giocare al gatto col topo, alla preda e al predatore, alla vittima e al suo carnefice...

Stupore stordimento agitazione paura orrore.

Un’escalation di emozioni contrastanti, tanto profonde quanto solo la sua sete di sangue sapeva esserlo. Ma più aumentavano d’intensità, più la sua sete cresceva e assieme ad essa la brama irresistibile, cavernosa di uccidere, di affondare i denti nella pelle morbida del collo, di stringere, di succhiare quella linfa vitale, di bere ogni goccia di sangue con infinita ferocia prima di abbandonare la sua ennesima vittima nello squallore di una strada isolata. Poteva sentire già il sapore di quel caldo liquido amaranto nella sua bocca, pregustarne la dolce consistenza, bearsi della sensazione di essere pieno e allo stesso tempo di non averne mai effettivamente abbastanza.

Un altro passo, un sorriso malevolo e lo stupore divenne stordimento, poi agitazione quando con la lingua tracciò le linee perfette delle sue labbra, provocante e ostile insieme.

Aveva paura adesso? Saggiò con perizia ogni sfumatura di quel groviglio informe di percezioni, setacciandole ad una ad una con una calma estrema, disarmante e totalmente fuori luogo. Poi, mentre l’ombra di un sorriso stonato si stendeva cattivo sulla bocca, si rispose che , il buonsenso stava davvero iniziando a sopraffare la meraviglia, a suggerirle ciò che la sua vigliaccheria non sarebbe mai stato in grado di dirle.

Per un istante un senso opprimente di potere lo sommerse, pietrificandolo sul posto nelle sembianze intatte di un’antica divinità greca. Poteva sentire l’effimera vita di quella ragazza nel palmo della sua mano e sapeva – oh, ne era maledettamente cosciente – che sarebbe bastato stringere un poco le dita, rafforzare appena la presa, per schiacciarla, calpestarla come fosse stata un altro inutile insetto sul suo cammino. Un solo, dolcissimo, languido morso e avrebbe avuto quella vita tutta per sé, per sempre.

E lui la voleva, voleva quella vita, voleva poterla sacrificare per la sua sete di sangue, voleva annientarla e cullarsi nella facilità con cui c’era riuscito, e allo stesso tempo voleva mettere a tacere quella paura, quell’orrore che intanto si apriva negli occhi della sua vittima e, con lei, arrivava direttamente anche a lui.

Allungò una mano e la vide, la sentì irrigidirsi, terrorizzata.

Il suo corpo le diceva adesso ciò che la sua mente aveva inopportunamente scartato, ma neanche i suoi piedi riuscivano a gridarle di mettersi in salvo, prima che fosse stato tutto troppo tardi.

Per un momento si stupì nel constatare che una parte di se stesso le stava silenziosamente sbraitando di scappare, lontano da lui e dall’immane pericolo che rappresentava. Una parte che aveva un nome ed un cognome, anche. Jasper Whitlock, l’ultimo mozzicone restante della sua quasi del tutto perduta umanità.

Rivedeva se stesso tanti anni addietro, la sua mente ripercorreva rapida il flusso degli eventi e di nuovo era lì, quella sera, la notte dove tutto ebbe fine per il giovane Jasper Whitlock e al contempo dove tutto iniziò per Jasper...Jasper e basta.

Lo stupore che lei aveva provato dinanzi alla sua folgorate bellezza, era adesso ciò che lui aveva vissuto e provato davanti a quella di Maria, di Nettie e di Lucy.

Stupore stordimento agitazione paura orrore... Ecco ciò era stato Jasper Whitlock mentre si spegneva, baciato da labbra peccaminose. Gli ultimi istanti della sua vita, prima che l’odio prendesse il sopravvento e la posizione predominante, se non l’unica, nella sua nuova non-vita.

Ma lei non scappava – nessuno scappava mai, neanche lui l’aveva fatto dopotutto – e la gola bruciava, la fame di sangue lo imprigionava in una spirale di violenza. Sangue, sangue, voleva solo il suo sangue, sentire la sua vita morire appiano appiano tra le sue mani, nella sua bocca, e porre fine a quello strazio di dolore, di orrore, di paura che lei continuava a regalargli in dosi massicce, andandolo a sommare alle stesse emozioni che aveva provato a sua volta, un tempo.

Avanzò di un passo, poi di un altro, e con la rapidità della sua specie le fu alla gola, i denti stretti nella calda pelle del collo, là dove le pulsazioni del sangue erano più forti.

La sentì gemere e l’orrore che lei stava provando gli si scaricò spietato addosso, soffocandolo.

Basta, basta, smettila!

Ma dalla sua bocca non proveniva alcun suono, i suoi istinti da predatore tutti concentrati sulla vita sempre più vacua della preda tra le sue mani.

Il terrore era un fuoco, era forte, così intenso da fargli male – ma lui non poteva farsi male, no? Perché era un vampiro, giusto? Allora perché era tutto così insopportabile? – e lui voleva solo estinguerlo, farlo morire come moriva la vittima del suo odio. Avrebbe voluto prenderlo a morsi, dilaniarlo con la ferocia dei suoi denti, ma mentre la ragazza crollava tra le sue braccia, dissanguata, si accorse che era solo se stesso che avrebbe voluto uccidere.

E il pensiero lo uccise, ancora. E lo avrebbe fatto un’altra volta, e un’altra, e un’altra, all’infinito. Senza mai ucciderlo davvero.

Sono stanco. Non voglio uccidere... Non voglio uccidere mai più.

Eppure l’aveva fatto, di nuovo, e le sue labbra non si erano neanche staccate dal collo senza vita della ragazza che stava già valutando la sua prossima vittima.

Era diventato un mostro.

 

 

 

 

 

A/N

Un piccolo excursus sulla vita di Jasper prima di incontrare Alice. Ho riletto molte volte il passaggio del libro Eclipse in cui Jasper racconta la sua storia e ogni volta che descriveva le sue emozioni, era come se riuscissi in qualche modo a percepirle. Il suo tormento, la sua depressione...tutte emozioni così intense, così ben descritte che a mio modo ho voluto dare una concretizzazione a quelle parole.

Il prossimo capitolo...non so di preciso, forse il loro primo incontro. Suggerimenti? ^.-

Scusate se non mi fermo a rispondere come si deve alle vostre graditissime recensioni, ma ahimè ho ancora un macello di cose da studiare a così stretto giro che se ci penso mi sento male!

Perciò semplicemente grazie a Kumiko_Chan_, Isangel, hale1843 e Alice Joy per le splendide parole che mi hanno lasciato. E grazie anche a chi ha inserito la storia tra i preferiti, chi l’ha messa tra i seguiti, a chi ha letto, a chi magari lo farà. È sempre un piacere scoprire che non si è i soli ad amare questa splendida, splendida coppia.

Bene, adesso come anticipato devo davvero scappare, prima che mi scivoli del tutto via di dosso la voglia di studiare, già piuttosto scarsa a dire il vero.

Alla prossima e spero ardentemente che mi lasciate il vostro parere anche di questa breve one-shot.

Baci.

memi

 

  
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