Myself under the rain

Ero da solo.

Ero da solo, al buio, accerchiato da un silenzio deliziosamente inquietante.

Mi ricordavo di quando mi dicevi che il silenzio a te piaceva, perché ti faceva sentire puro e pulito e leggero e invisibile.

Io mi sentivo tutto questo, ma allo stesso tempo ero lontano dal me stesso che amavo mostrare agli altri.

Che amavo mostrare a te.

In realtà, credo, neanche io conoscevo davvero me stesso: mi sentivo una figura quasi inesistente, e forse lo ero davvero.

Essere me stesso…era…così difficile, anche con te.

Ero da solo, nell’incubo di stanotte.

Poi, all’improvviso, è arrivata la pioggia.

Una pioggia forte e scrosciante, così pesante e continua da sembrare quasi volgare, come un vecchio ubriaco che insulta una puttana passando in un vicolo di notte.

Una pioggia opprimente, di come nella realtà, anche nel giorno più scuro e piovoso, non ne ho mai viste.

Nell’incubo c’eravamo solo io e la pioggia, appunto.

E sentivo un nodo alla gola, un nodo che mi stringeva le tonsille, me le schiacciava, bloccandomi il respiro e facendomi lacrimare.

Quando mi sono svegliato, ti ho cercato.

Ti ho cercato davvero, sai?

Ma tu non c’eri…come sempre, come sospettavo…tu non c’eri.

Sei sempre stato bravo a illudere la gente.

E’ una delle tue più grandi qualità.

Ammali le persone, sai come confonderle, come renderle succubi e innocue.

Sai come spingerle a fare ciò che vuoi, e loro ti seguono, ti prendono in parola, anche quando menti nella più spudorata indifferenza.

Anche io…anche io sono come loro, se ad abbagliarmi con le sue menzogne sei tu.

Tu, che mi fai perdere il lume della ragione; che mi rendi pazzo, completamente folle di rabbia, e odio, e di amore e di gelosia.

Tu, che quando facciamo l’amore piangi e mi baci sull’orecchio, sussurrandomi “Ti giuro che ci ho provato. Che vorrei dirtelo. Ma non ci riesco, Rox. Io…io non sento niente.”

Tu che mi sorridi anche quando l’illusione della felicità sembra essere stata risucchiata in un vortice di paure e incertezze.

Tu che mi dici sempre che con te non sarò mai solo, mai, comunque vadano le cose.

…e allora perché, Axel?

Perché nei miei sogni più freddi tu non ci sei?

Perché quando le mie guance si bagnano di lacrime e pioggia tu non arrivi con un ombrello in mano?

…perché, quando facciamo l’amore…io riesco a dirti ‘ti amo’ e tu no?

Note dell’autrice:

Incredibile ma vero, sono ancora vivaaaaa!

Sì, lo so, questa shot fa un filino cagare…ma capitemi, non scrivo da mesi, diamine, sono solo un po’ fuori allenamento.

Riacquisterò gradualmente lo smalto di un tempo, abbiate fede ^_-.

Dunque…la shot non ha un suo perché, in effetti.

Mi sentivo depressa e confusa, e mi sono sfogata un po’…quindi perdonate il suo apparente non-sense XD

Roxas e Axel sono due persone molto vicine, ma al contempo…credo che non si capiranno mai fino in fondo.

Ci sarà sempre qualcosa che li terrà lontani…e forse questo ‘qualcosa’ è proprio il loro amore morboso e accecante, che li tiene troppo distanti da tutto ciò che non fa parte di ‘loro’.

Detto questo, me ne vado e vi lascio in pace!

Grazie per aver letto, lasciatemi un parere se vi va! ^^

*MagikaMemy*