Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: PattyOnTheRollercoaster    01/12/2009    4 recensioni
E' mai possibile che io m'innamori sempre della persona sbagliata? Prima Bella, che rischiavo di tramortirla con una carezza, ma adesso abbiamo superato il limite!
L'unica persona che mi dovrebbe odiare e con la quale io non dovrei avere niente a che fare... mi piace.
Questa è la storia più patetica che abbia mai sentito, ed è la mia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
10.As always

Quando, dopo circa una settimana, Lil si risvegliò dallo stato di semi-incoscienza in cui era piombata durante la trasformazione, la prima cosa che probabilmente vide la traumatizzò.
“Dove sono? Edward?!”.
Infatti avevamo deciso di portare Lil a Denali, tanto per farla abituare al suo nuovo stile di vita. C’eravamo io, Emmett e Rosalie assieme a lei. Ci eravamo stabiliti con il clan di Denali, e Tanya era stata ben felice di ospitarci. Era da quattro giorni che stavamo lì. Purtroppo non avevamo nemmeno potuto permettere a Matt di salutare sua sorella, perché avevamo paura che non sarebbe riuscita a controllarsi.
“Lil?” chiamai, entrando nella stanza dove l’avevamo lasciata. Lei balzò in piedi e mi abbracciò forte. Ci baciammo come se non ci vedessimo da anni.
“Come ti senti?” le chiesi.
“Bene!” esclamò lei saltellando per la stanza. “Andiamo a fare un giro! A mangiare, perché ho fame!”.
“Capito” dissi sorridendo.
“Dove siamo?” chiese intanto mentre si cambiava.
“A Denali, in Alaska” risposi.
“In Alaska? Perché?” chiese lei voltandosi verso di me con la maglietta mezzo infilata.
“Perché abbiamo pensato di portarti qui per un paio di mesi, per abituarti a cacciare e a non mordere la gente”. Per me saremmo potuti restare qui anche per un po’ di anni, ma non credevo che lei sarebbe stata d’accordo.
“Ah … ok”. Finì di vestirsi. “A proposito. Non c’è uno specchio qui?” chiese, guardandosi attorno. Aprii le ante di un armadio, dentro il quale c’era incorporato uno specchio. Lil si esaminò il viso con attenzione. “Sono io, ma è come se fossi una macchina sporca passata dall’autolavaggio”.
“Scema. Eri bella anche prima” dissi cingendole la vita da dietro e baciandole il collo. Si analizzò la piccola mezzaluna che aveva sul collo, vide anche i segni degli altri morsi lungo le braccia.
“Cavolo sembro una mozzarella” disse poi passandosi due dita sulla guancia. “Vabè … andiamo”.
Il clan di Denali, comandato da Tanya, era organizzato come una comunità di semplici ragazzi che, apparentemente, vivevano assieme in pace e armonia al limitare del bosco, come tanti hippy moderni. In realtà erano Vampiri, che avevano scelto il posto migliore per andare a caccia di animali, spiegai a Lil.
“Qui ci sono solo case. Per comprare qualcosa si deve andare in città. Dista un po’ di kilometri. Sai com’è … per non cadere in tentazione”.
“Capito” disse Lil sghignazzando.
Ci addentrammo nel bosco correndo. Mi piaceva correre affianco a Lil, era una sensazione strana. Forse perché si era appena trasformata. Ad un tratto Lei saltò in alto e cominciò a spostarsi di ramo in ramo, aggrappandosi alla corteccia con le unghie o tenendosi ad un ramo.
“Sembri Tarzan!” le urlai dietro arrampicandomi a mia volta.
“E tu Cita!” mi disse di rimando piccata.
Improvvisamente la vidi fermarsi e voltare la testa, annusando l’aria. Sentii anche io l’odore di sangue, ma io ero già andato a caccia, quindi non mi attirò così fortemente. Senza preavviso saltò dal ramo e atterrò precisamente sulla schiena di un orso adulto.  Dopo pochi minuti di lotta riuscii ad avere la meglio e bevve con avidità il sangue dell’animale. Quando scesi dall’albero aveva già finito, e si stava pulendo le labbra arrossate di sangue con il dorso della mano, per poi leccare via il sangue in eccesso.
“Ancora” disse quando finì.
“Ok” dissi divertito. In effetti i neonati hanno bisogno di molto più sangue. Lil cacciò ancora per qualche ora e prese altri due animali. Ogni volta che andavo a Denali mi stupivo che non vi fossero carcasse in giro per tutto il bosco.
Senza nemmeno rendercene conto ci eravamo avvicinati alla strada. Troppo tardi sentii una macchina avanzare, sotto di noi. L’odore del sangue si sentiva fino al bosco, ma non feci in tempo a girarmi verso Lil, che lei già era sparita. La cercai velocemente con lo sguardo. Si stava dirigendo verso la strada, pronta a saltare addosso alla macchina.
“Ferma!” cercai di richiamarla alla realtà, ma lei non mi sentiva. Le corsi dietro. La macchina stava passando sotto di lei in quel momento, perché il bosco si trovava ad un livello più elevato.
Vidi Lil chinarsi per prendere lo slancio con i piedi al limitare del dirupo. Appena prima di saltare si tirò indietro e si portò le mani alla testa, poi si piegò in due e cominciò a tossire. Prima che potesse fare qualcos’altro la presi e la riportai nel bosco. La macchina era tranquillamente passata e ora si dirigeva dalla parte opposta a dove stavamo andando noi.
“Cosa ti è successo?” chiesi, preoccupato.
“Ho sentito qualcosa. Quando stavo per saltare, ho sentito qualcosa. Non so, una specie di voce che mi diceva di smetterla. Poi ho dovuto lasciar perdere, è stato più forte di me. Mi faceva male la testa, e mi è venuta la nausea”.
Ci pensai su un po’. “Forse è qualcosa che hai ereditato dal tuo essere Assassina” tentai. “Non puoi uccidere gli umani”.
“Non posso?”.
“No, non puoi. Ti lamenti?” chiesi.
“No, no assolutamente no!” esclamò come se l’idea fosse assurda. In effetti da un certo punto di vista lo era. “B’è ma allora … possiamo tornare a casa. Non c’è bisogno che stiamo qui, in Alaska. Ma come ti è venuto in mente? Matt sarà preoccupato” disse.
“Hm … potremmo”.
“Possiamo. Non ti piacerebbe tornare dai tuoi?” chiese.
“Li vedo tutti i giorni da almeno quarant’anni. Non è che ho tutta questa voglia di vederli. Però suppongo che tu voglia vedere Matt”.
Lil annuì. “A proposito. Che cos’ha detto di tutta questa storia?” chiese tormentandosi le mani.
“All’inizio è stato difficile, ti abbiamo dovuta mordere tutti quanti, perché stavi reagendo male al veleno. Quindi Matt era arrabbiato. Però poi sembrava contento che tu stessi bene”.
“Ma se io non mi fossi fatta mordere non sarebbe successo niente. Sarà arrabbiatissimo” disse Lil guardando altrove e mordicchiandosi un labbro.
“Sei molto bella” mi uscì detto improvvisamente.
“Eh?”.
“Anzi, quando fai così direi che la parola giusta è sexy” dissi avvicinandomi a lei, cingendola per la vita, e baciandole il collo.
“Così come?” chiese Lil.
“Quando ti mordi le labbra in quel modo, ad esempio. Oppure quando ti lanci addosso ai greezly” dissi sorridendo.
“Parli del greezly ovviamente. Sono così sensuali” disse lei.
“Tutti amano i greezly” dissi continuando a baciarla.
“Quindi torniamo a casa?” chiese lei debolmente alzando il viso al cielo, permettendomi così di esplorare il suo collo in lungo e in largo.
“Ok” dissi contro la sua clavicola. “Però ora possiamo restare qui ancora per un po’” dissi, facendola stendere a terra.
“Certo” mi disse sorridendo e cominciando a sbottonarmi la camicia.

“Siamo tornati!” disse Emmett aprendo la porta di casa.
“Già qui?” chiese Alice apparendo all’ingresso.
“Perché, non ci volevate?”.
“Assolutamente no. Senza di voi si stava benissimo” disse Jasper, che scendeva in quel momento dalle scale. “Allora, dov’è Lil?” chiese curioso.
“Stanno arrivando”. Quando entrammo in casa tutti analizzarono Lil per un quarto d’ora buono.
“Dov’è Matt?” chiese d’un tratto Lil.
“E’ uscito” disse Esme.
“Oh … ok”.
Lil aspettò in fermento che il fratello tornasse, poi tutti sentimmo distintamente l’odore di sangue davanti alla porta. Vidi Lil fare una smorfia e intuii che voleva pazzescamente andare a mordere suo fratello, ma le venne ancora un senso di nausea pazzesco. “Non respirare” le dissi.
“Ok. Ma non sarà strano?” chiese.
“Molto”.
“Ok”. Si fiondò alla porta  e l’aprì di scatto, io ero dietro di lei. Quello che vidi non fu per niente quello che mi aspettavo. Infatti c’era Matt, assieme alla ragazza Assassina, che si baciavano schiacciati addosso alla parete. Quando ci videro Lil disse solo: “Scusate”, poi chiuse la porta di scatto.
“Lil?” sentii Matt dire incredulo. Poi entrò sbattendosi la porta alle spalle, lasciando Caroline fuori. Dalla finestra la vidi sgranare gli occhi davanti alla porta chiusa, fare una smorfia stranita, guardarsi attorno e poi andarsene incerta.
“Ma l’hai lasciata la fuori …” dissi indicando con il pollice la porta.
“Che? Cosa?” chiese Matt, che non stava capendo nulla di quel che dicevo, ma guardava Lil con espressione a metà fra l’esasperato e l’arrabbiato. “Tu … tu sei pazza!” disse infine.
“Tutto qui quel che hai da dire?!” chiese lei stizzita. “Nemmeno un ciao, nemmeno chiedermi come sto!”.
“Come vuoi stare? Non senti più niente!”. Le prese la mano e la strinse. “Sembri un freezer” decretò.
Arrabbiata, Lil lasciò la sala. Matt mi guardò con severità.
“Me l’ha chiesto lei” mi giustificai alzando le spalle.
“E tu non ascoltarla” replicò lui.
“Ma …” non feci in tempo a dire nulla, Matt era uscito di nuovo.
Passarono delle ore prima che tornasse. Lil era furiosa, poi però si disse che un po’ anche Matt aveva ragione. Quando Matt tornò era quasi l’una. Prima che Lil potesse dire qualcosa Matt la prese e la portò in cucina, dove rimasero per un sacco di tempo. Non ho idea di cosa si dissero, ma dopo un po’ volli scendere a controllare.
Quando entrai in cucina stavano giocando a carte.
“Ma che fate?!” chiesi sconvolto.
“Non ho sonno” disse Matt in risposta.
“Edward vieni ad aiutarmi” disse Lil guardando le sue carte corrucciata.
“Cosa? No, non vale. Saprà un sacco di trucchetti del … degli anni quaranta o giù di lì” disse Matt. Li guardai sollevando un sopracciglio. Non che volessi che litigassero, ma non stavano discutendo? Con uno sbuffo, mi sedetti al tavolo.
“Ok, allora ricominciamo” disse Lil prendendo tutte le carte.
“No, aspetta! E’ solo perché stai perdendo!” protestò Matt cercando di riprendersi le sue.
“Molla!” esclamò Lil tenendo le carte da un lato, mentre Matt tirava dall’altro. “Edward vuole giocare!”.
“Ma che centro io?” chiesi.
“Visto? Non vuole giocare!” disse Matt continuando a tirare.
“Che fate?” la testa di Jasper spuntò dalla porta della cucina. “Ah, posso giocare anch’io?” chiese illuminandosi.
“Ah!” disse Lil con espressione di trionfo. Al che Matt mollò le carte. Jasper si sedette attorno al tavolo, ma poco dopo arrivarono Emmett e Rosalie.
“Volete giocare?” chiesi.
Emmett scrollò le spalle e Rosalie, sorridendo leggermente, disse: “Ok”. E così si sedettero anche loro. Arrivarono anche Alice, Esme e Carlisle e ci ritrovammo tutti seduti assieme.
“Allora distribuisco” dissi  prendendo le carte dalle mani di Lil.
“Scusate ma a cosa stiamo giocando?” chiese improvvisamente Alice.
“A scala quaranta, ovvio” dissi io.
“Pensavo che giocassimo a  rubamazzetto” disse Rosalie.
“Non stiamo giocando a nessuno dei due.” intervenne Emmett, “Stiamo giocando a scopa”.
“Ma fare un bel castello con le carte no, eh?” chiese Jasper.
Di nuovo, usò la famosa tecnica del rilassamento, anche se sono sicuro che quella volta non sarebbe servita: non potevo essere più felice. Scuotendo la testa sorrisi leggermente, osservandoli uno ad uno mentre cominciavano a bisticciare, Carlisle si passava una mano sugli occhi, ed Esme cercava di fare da paciere. Appoggiai il viso alla mano sinistra e cominciai a giocherellare con le carte, mentre il mio sorriso si faceva sempre più largo.
Non sarebbero cambiati mai, ne ero certo.



Fine


I personaggi di questa Fan Fiction non sono reali e quasi tutti appartengono a Stephenie Mayer, che ne detiene i diritti. La presente storia non è stata scritta a fini di lucro.





Ed eccomi arrivata alla fine. Parto subito con le recensioni!

Bimba sognatrice: caspita! Mi dispiace di averti fatta piangere! Spero che questo capitolo ti abbia fatta sorridere almno un po'! :) Sono molto felice che tu abbia seguito la storia fino a questo punto, mi ha davvero fatto piacere sapere la tua opinione. Un sentito grazie, spero che la fine non ti abbia delusa. Un bacio.

vannagio: con questo capitolo spero di aver esaudito i tuoi desideri! ^^ Sono felice che tu abbia notato quanto Lil sia impacciata nell'esprimere le sue emozioni, è una cosa che mi sono da sempre immaginata in un personaggio come lei, perchè mostra sempre il suo lato più forte di solito, quindi non deve sentirsi a suo agio a mostrare quello un po' più tenero. Comunque, grazie infinite per tutte le recensioni, e le acute osservazioni sulla storia! :) Non posso più dirti al prossimo capitolo! T.T XD

KissyKikka: ahah! La catena spetteguless dei Cullen è stata frutto di un'idea improvvisa! E hai ragione, Emmett è un grande! Anche io lo adoro, fa troppo ridere (soprattutto nell'ultimo libro)! XD Il fatto che tu definisca addirittura geniale lo stacco fra i due momenti dello scorso capitolo, devo ammetterlo, mi fa molto piacere (della serie: largo al narcisisimo). Spero che il finale ti sia piaciuto, anche se è così improvviso e un po' spiazza. B'è, grazie per le recensioni, le osservazioni che fai su ogni capitolo e anche i suggerimenti, sei davvero la miglior lettrice che chiunque possa avere! ^^ Un bacio! <3

Come vi avrò già ripetuto molte volte (infatti scommetto che non ne potete più) questa storia non mi entusiasma più di tanto, ci sono storie nella sezione Twilight molto migliori di questa, e io sono conscia di aver scritto roba migliore (alla faccia della falsa modestia!). Comunque sia questo non toglie il fatto che vi ringrazi tantissimo, ad ognuno di voi lettori, per aver seguito la storia. Mi siete stati davvero di grandissimo aiuto, se fra di voi ci sono degli scrittori sanno bene quanto faccia piacre ricevere critiche (belle o brutte che siano). Quindi:
un gazie di cuore a tutti voi.
Patty
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: PattyOnTheRollercoaster