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Autore: bluemary    03/12/2009    2 recensioni
Non è facile festeggiare il Natale per chi è stato costretto a sparire.
Spoiler fino all'ultima puntata della seconda stagione.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Nota: Questa oneshot partecipa alla Criticombola con il prompt numero 4 (fotografia).




Happy Christmas

Non avrebbe mai creduto di bramare con una tale dolorosa intensità il Natale, non quando l’aveva sempre ignorato per dedicarsi al progetto in cui aveva speso anni interi della sua vita. Eppure adesso, da spettatore incapace di parteciparvi, gli è impossibile ignorarlo; l’atmosfera di festa è ovunque attorno a lui, quel misto di frenesia e irascibilità degli adulti, indaffarati con le disperate spese dell’ultimo minuto, e di gioiosa aspettativa che risplende nei volti arrossati dal freddo dei bambini, tutti troppo impegnati per accorgersi di quanto sia sinistro il suo aspetto. Capello floscio ben calcato sulla fronte, occhiali con le lenti scure e sciarpa sollevata fin sopra il naso sono particolari che mal si adattano alla sera della vigilia.
Neppure quando raggiunge il piccolo bilocale di un condominio deserto, che da un paio di settimane è la sua ennesima nuova casa, si libera dell’abbigliamento che lo accompagna dagli ultimi mesi; può cambiare il colore dell’impermeabile, dei pantaloni o dei guanti, ma non il modo in cui maschera ogni tratto di sé.
Lentamente, dopo una rapida controllata alle misure di sicurezza dell’appartamento, tira fuori l’unico particolare che stona nella sua assidua ricerca dell’anonimato, tenuto nella tasca interna della giacca in corrispondenza del cuore; è una fotografia un po’ spiegazzata, scattata pochi giorni prima della sua sparizione, il solo memento di quando aveva davvero una vita.
Malgrado sia riuscito a cancellare ogni traccia della sua identità, non ha ancora imparato a trascorrere il Natale da solo.
L’accarezza con le dita per una volta scoperte, incurante di lasciarci sopra le proprie impronte, rimirando in un silenzio pregno di ricordi le due persone ritratte in primo piano: una giovane donna, dallo sguardo colmo di dolcezza ma i lineamenti già pronti ad assumere la piega risoluta di chi sa perfettamente ciò che desidera e non ha paura di lottare per ottenerlo.
- Buon Natale, Ellie.
E, accanto a lei, un ragazzo sorridente, con i capelli ricci e l’aria simpatica di quelle persone sempre pronte all’amicizia.
- Buon Natale, Chuck.
Un ragazzo della stessa età del giovane agente della Cia che si era ritrovato a fronteggiare il ventiquattro dicembre di un paio d’anni prima.

- Presto l’Intersect sarà operativo.
Mentre parla, gli occhi chiari dell’agente Larkin lo studiano senza sosta, come se cercassero nel suo volto una risposta a domande troppo pericolose da pronunciare.
- E adesso cosa farà Orion? – gli chiede infine, rompendo il silenzio.
Lui sorride.
- Adesso Orion sparirà.
Si alza, seguendo con un tranquillo distacco il movimento che la mano allenata della giovane spia ha compiuto sotto la giacca, probabilmente alla ricerca di una pistola; senza il minimo cambiamento di espressione, sfiora il piccolo computer occultato dal polsino della camicia, pronto a utilizzarlo al minimo segnale di ostilità, ma, invece dell’arma, Larkin rivela un paio di occhiali da sole ultimo modello, che inforca con una naturalezza invidiabile e quasi ostentata.
- Non sono qui per fermarla. – è il suo commento, come se avesse intuito i suoi pensieri – Non ancora, almeno. Volevo solo avvertirla di cosa sarebbe successo al suo progetto. E augurarle buon Natale.

Un bip sommesso, proveniente dal portatile sempre acceso sulla scrivania, interrompe il rapido fluire dei ricordi con la consapevolezza che il suo programma ha rilevato un nuovo file sospetto. Da quando è in fuga, quel programma creato anni prima è diventato il suo migliore amico, grazie alla capacità di controllare qualunque ricerca correlata alla sua persona, sia essa proveniente dal governo o da altre organizzazioni ancor più pericolose, con cui non ha alcun desiderio di entrare in contatto.
Prima ancora di sedersi davanti allo schermo, lascia vagare le dita sulla tastiera senza nemmeno il bisogno di guardarle, dimostrando una rapidità e una sicurezza che lo caratterizzano come uno dei migliori informatici al mondo.
Il file incriminato sembra un’innocua cartella di appena qualche megabyte, con un nome che è un anagramma del suo alias e di un noto college; gli bastano un paio di minuti per aggirare la password che gli impedisce di aprirla e decriptare il testo e l’immagine contenuti in essa, mentre ancora rivive quella sera lontana.

Dopo aver espresso quell’augurio, l’agente della Cia gli dà le spalle, pronto ad andarsene.
- Prima che io sparisca ho un favore da chiederti. – mormora lui, passato un istante di indecisione, con gli occhi stanchi fissi sulla sua schiena.
- Un favore?
- Mio figlio è a Stanford. Tienilo lontano dalla Cia, dall’Nsa, da qualunque tipo di associazione governativa. Non lasciare che lo reclutino.
La voce sulle ultime sillabe non riesce a reprimere del tutto una nota di amarezza. Durante quegli anni ha imparato che non ci si può fidare di nessuno, neppure di quel governo che dovrebbe proteggere tutti e invece l’ha reso un mero nome in codice, un’entità senza volto né voce propria, costretta ad abbandonare ogni legame con la propria famiglia per non metterla in pericolo. Eppure per una volta vuole provare a credere nello sguardo limpido di quel ragazzo che lo ha affiancato in quegli ultimi mesi di lavoro.
- Lo farai, Bryce?
La spia rimane in silenzio per un istante, poi annuisce lentamente.
- Non glielo permetteranno, lo sa vero? È troppo importante per lasciarla andare. Le daranno la caccia.
Una piega delle labbra che potrebbe significare mille diverse emozioni, oltre a un malinconico sorriso.
- Mi potranno cercare per anni, ma non mi troveranno. Sono bravo a scomparire.

Nello spoglio appartamento privo di qualunque decorazione, l’uomo più ricercato dal governo degli Stati Uniti sta festeggiando il primo Natale sereno dopo anni interi di angoscia per i due figli abbandonati. In un silenzio pregno di emozioni, rimane a fissare la fotografia lambita dalle fiamme nel camino appena acceso, fino a quando il primo angolo viene distorto da una vampata più intensa delle precedenti, che fonde colore e immagine in un groviglio indistinguibile, prima di ridurre tutto in cenere.
Non avrebbe voluto rinunciare all’ultimo legame con loro, ma i suoi inseguitori, tra federali e terroristi, sono sempre più vicini; non può rischiare che gliela trovino addosso. Non quando ha finalmente avuto la certezza di essere riuscito a salvarli.
Un sorriso compare sul suo volto mentre dà le spalle al portatile, che presto o tardi – a seconda dell’abilità degli agenti sulle sue tracce – verrà fatto saltare in aria assieme a gran parte della stanza.
Nello schermo del computer si intravede ancora il contenuto della cartella misteriosa: in primo piano la foto di due ragazzi dell’età del college, entrambi sorridenti e in una posa che dovrebbe rappresentare la locandina di un qualche film sulle spie, a giudicare dalle pistole a freccette con cui minacciano scherzosamente l’obiettivo. A fianco un elenco di nomi, nessuno dei quali familiare, intitolato "reclutamento".
E, in fondo, un’unica scritta, senza alcuna firma.
Buon Natale Orion.

   
 
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