L’INCONTRO
Erano
passati 2 anni, 2 lunghi ed interminabili anni, ma finalmente quel momento
tanto sognato e tanto atteso era giunto.
Sakura e Naruto erano pietrificati, immobili a fissare la figura che
dall’alto li scrutava con indifferenza. Il tutto senza dire una parola, come se
anche il solo pronunciare il suo nome potesse farlo svanire.
“Sakura … Naruto”
I due
giovani sussultarono nel sentire quella voce, la sua voce.
Sasuke
mantenne un’espressione tranquilla e con fare annoiato aggiunse “ … Siete proprio 2 piattole!”
I giovani
ninja di Konoah corrugarono rispettivamente la
fronte, increduli.
Un gelido
silenzio scese in quel luogo.
Sai, un po’
più in disparte, guardò Sakura e Naruto per poi
tornare a posare lo sguardo su Sasuke.
“Avevano
attraversato mille pericoli per farsi dire che erano delle piattole?”
Non riusciva
a capire. Portò una mano al mento, con fare pensieroso, cercando di concentrarsi
sulle sue conoscenze del regno animale. “Magari, esiste una particolare specie
di piattola che manifestandosi particolarmente leale ed affettuosa sia stata
presa come simbolo dell’amicizia … ?” ipotizzò, anche perché se si fosse
trattato di un insulto, come credeva, i suoi compagni avrebbero dovuto manifestare anche la più
insignificante delle reazioni ...
invece, niente. Ignaro, dunque, che in realtà i suoi compagni stessero
avendo un infarto in corso, Sai tirò fuori dal suo zainetto una penna e un taccuino
su cui annotò di rivolgersi in futuro a Sakura e a Naruto
con un amichevole e sentito “Ciao piattola, cm stai ?”.
Mentre Sasuke aspettava che i neuroni dei suoi vecchi amici
analizzassero e traessero una conclusione palesemente ovvia dell’ultimo indizio
da lui fornito, il giovane Uchiha prestò attenzione a
Sai. Dedusse che il ragazzo dal colorito della ceramica del bagno fosse il
nuovo membro della squadra, il suo sostituto e possibilmente … la nuova vittima
di quei due. Ad una rapida occhiata, notò
una certa somiglianza con quel ragazzo, anzi, forse gli somigliava anche
un po’ troppo. Sembravano fratelli.
Iniziando dunque ad abbracciare l’idea di dover possibilmente uccidere
un altro fratello, Sasuke rimase sconcertato nel
vederlo scrivere in una situazione del genere. Temendo dunque che potesse
trattarsi di una nuova tecnica ninja, estrasse la spada e si mise in posizione
di combattimento.
Quel rapido
movimento provocò finalmente una reazione.
Sakura
scoppiò in lacrime temendo che Sasuke potesse ferirsi
se avesse maneggiato in maniera errata l’arma. Accanto a lei Naruto urlò “Che intenzioni hai Sas…
?”
Troppo
veloce.
Naruto non
fece in tempo a completare la domanda che Sasuke fece
un balzo per poi atterrargli a pochi centimetri di distanza, compiendo un
gesto che dava proprio l’idea di un
abbraccio.
Nessuno
disse niente.
Sakura,
verde dalla gelosia, si morse un labbro.
Naruto, per
l’emozione, quasi non respirava. Sentì il vecchio amico e rivale farsi sempre
più vicino, finche non gli sussurrò all’orecchio “Naruto,
puoi toglierti di mezzo ?”
Con le idee
un po’ confuse, Naruto obbedì scambiandosi un rapido
sguardo con il maestro Yamato che, capendo che la
faccenda sarebbe andata per le lunghe, se ne stava comodamente sdraiato su una
panchina di legno di sua invenzione e poi con Sakura, anche lei curiosa, ma non
più gelosa, di capire le vere intenzioni di Sasuke.
Quest’ultimo, con ancora la spada salda in mano, si diresse verso Sai per poi
puntargli la lama alla gola.
“Chi sei?”
domandò.
Con la calma
e la pacatezza che da sempre lo contraddistingue, Sai mise da parte i suoi
affetti personali e facendo attenzione a non farsi mozzare la testa si alzò per
guardare fisso negli occhi Sasuke.
“Sai…” rispose.
Sasuke
ridusse gli occhi a due fessure: “Cosa so? Dimmi il tuo nome!”
“Sai… l’ho già detto” rispose l’altro.
“Mi stai
prendendo in giro? Io non so proprio un bel niente di te!” aggiunse alterato.
Sai chiuse
gli occhi e fece un sospiro, dopo li riaprì e cercò di farsi capire. Allungò un
braccio verso il suo interlocutore e indicandolo disse “Tu, Sasuke
…” poi indicò se stesso e aggiunse “Io, Sai …”
Sasuke
rimase in silenzio. Era imbarazzato, aveva fatto la figura dell’idiota.
“Ah …”
riuscì a dire dopo quello che parve un’eternità. Scrutò dall’alto in basso Sai
e poi disse:
“Dunque ti
chiami Sai …” l’altro annuì e il giovane Uchiha
aggiunse “Hai un abbigliamento ridicolo”
L’espressione
di Sai non mutò, e rispose “Parli tu che con quel fiocco dietro sembri un pacco
regalo?”
Sasuke
strabuzzò gli occhi ed arrossì.
Nello stesso
momento, nascosto dietro una roccia, Kabuto se la
rideva. Non aveva mai sopportato quel
presuntuoso di Sasuke e vedere come si era reso
ridicolo non poteva far altro che fargli piacere. Quindi si pulì gli occhiali e
continuò a gustarsi la scena da lontano.
Continua…
Come ho già detto nella premessa,
questo è un mio piccolo esperimento che se avrà un buon esito continuerò. Ringrazio
in anticipo chi leggerà e chi commenterà
LadyGaunt