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Autore: Louve Vanessa Wolfe    05/12/2009    1 recensioni
Cosa accadrebbe se nel triangolo amoroso Jake-Bella-Edward si intromettesse un'altra ragazza? Cosa accadrebbe se l'imprinting non esistesse? Cosa accadrebbe se Emmett Cullen non avesse mai incontrato Rosalie Hale? Cosa accadrebbe se Alice Cullen prendesse a vivere con se sua nipote?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Emmett Cullen, Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sabato mattina, alle dieci Alice entrò in camera mia saltellando allegramente mentre Emmett seduto sul mio letto mi spiegava come aveva steso un orso la sera prima, mentre io mangiavo in pigiama.
"Litz, tesoro, siamo tornati stamattina, ho comprato dell'intimo delizioso mentre eravamo via, sicuramente vi servirà!" disse guardando allusiva prima me e poi Emmett.
"Io preferirei che non ci fosse" disse Emmett.
"Come sei sciocco, c'è più romanticismo" sbottò lei seccata.
"Alice, grazie" sorrisi io.
"Figurati, lascio la borsa qui" disse, poi si voltò minacciosamente verso Emmett e socchiuse gli occhi sibilando: "non li distruggere, ci tengo sono stupendi e sarebbe difficile far arrivare altri pezzi del genere". Detto questo se ne andò saltellando alla velocità della luce.
"E' un mostriciattolo" sussurrò Emmett guardando.
"Io la adoro" dissi io.
"Ti adoro anche io cara" urlò lei.
"Devi andare dai Clearwater stasera?" chiese Emmett dispiaciuto.
"Già" dissi io. Avrei voluto portarlo con me, ma se già a Seth creava problemi venire a stare da noi, non osavo immaginare fino a che punto la presenza di uno dei Cullen avrebbe potuto cacciarlo nei guai.
"A che ora torni? Non mi va che guidi di notte, insomma... e se ti aspettassi al confine di La Push?" chiese lui "in modo da tornare insieme".
Rimasi imbambolata fissando il suo viso perfetto.
"Come vuoi Em" dissi io, mi accostai a lui e lo abbraccia.
Lui mi spinse leggermente fino a quando non ci trovammo distesi su di me. Il suo corpo poggiato delicatamente sul mio.
Mi baciò leggermente, senza fretta. Un bacio lento, romantico. Da innamorati. Emmett aveva un grande autocontrollo, anche se ora aveva bisogno di andare a caccia più spesso.
Edward si accostò alla nostra porta. Sul suo viso nessuna parvenza di una qualunque espressione, era una maschera di ghiaccio.
"C'è al telefono Seth Clearwater" annunciò con voce monocorde e sparì.
"Sei uno stronzo Emmett" dissi io "mi hai baciato perchè sapevi che stava venendo"
"Quel ragazzo ha bisogno di aiuto, credimi" aggiunse lui "e comunque io ti bacio perchè ne ho un bisogno impellente"
Mi alzai e mi diressi verso il telefono del secondo piano.
"Pronto?" risposi.
"Ciao Beth!" mi salutò lui con la sua solita voce allegra "Stavo pensando... perchè non vieni a La Push? Andiamo in spiaggia, tutti gli altri sono fuori quindi staremmo un po' tranquilli dalle mie parti... una volta ogni tanto" spiegò velocemente.
"Ehm... ok" dissi presa in contropiede "aspetta un attimo in linea" dissi io.
Scesi le scale di corsa saltando gli ultimi tre gradini a piè pari e scivolando sino in salotto.
Esme ed Alice erano intente a seguire una delle miliardesime puntate di Beautiful, la soap opera eterna. Almeno loro l'avrebbero potuta seguire davvero per l'eternità.
"Esme" dissi lanciando un urletto.
"Dimmi cara" disse lei voltandosi verso di me. Carlisle entrò in quell'esatto momento.
"Seth potrebbe rimanere a pranzo da noi?" chiesi contenta.
"A dire il vero..." volse lo sguardo verso Carlisle ed io la imitai.
"Carlisle per favore" dissi io.
"Litz". O no, anche lui con i nomignoli.
"Carl" scherzai io.
"Noi non mangiamo" disse.
"O merda" sussurrai.
"Ma... potremmo fare un'eccezione per oggi" disse Alice. Amava avere ospiti.
La guardai speranzosa, poi mi rivolsi di nuovo a Carlisle, con sguardo innocente e supplichevole allo stesso tempo.
"E vada, Edward sarà da Bella ed io a lavoro. Jasper non credo si unirà" commentò.
"Ma noi potremmo mangiare una piccola bistecca al sangue" disse Alice battendo le mani come una scolaretta. Rimaneva comunque sia bellissima.
"Per me non ci sono problemi" disse Esme "finita la puntata mi metto all'opera" annuì.
"GRAZIE" urlai mi diressi verso le scale, ma poi ricordai un'altra cosa e tornai indietro.
"Carlisle, cosa si mette su un livido vecchio di un giorno?" chiesi.
"A cosa ti serve scusa?" chiese.
"Ti sei fatta male?" mi chiese Esme in preda al panico.
Sicuramente pensavano che Emmett mi avesse fatto del male.
"No!" esclamai io "non è per me, ma per Seth, ha fatto a pugni" spiegai. Loro mi guardarono sospettosi. Edward scese le scale con non-chalance infilando il cappotto.
"Dice la verità" sussurrò e poi sparì.
"Ti lascio la pomata sul tavolo" disse Carlisle "e tra parentesi, non crediamo che tu dica bugie, però ci preoccupiamo per la tua incolumità".
"OK" dissi io e tornai su al telefono.
Vi trovai Emmett che elencava nomi di giocatori a me ignoti.
"Emmett lascia il telefono" ordinai. Lui mi guardò con occhi supplichevoli.
"Ma stavamo..." cercò di dire.
Lo baciai. "Mi lasci il telefono, per favore?" chiesi.
"Ok" disse "ciao Seth, ci si vede oggi". Mi porse la cornetta.
"Seth" dissi riprendendo possesso del telefono "vengo a La Push, ma poi sei invitato a pranzo da me" spiegai.
"Ehm..." disse lui "ok!"
"Perfetto" dissi "sono lì tra mezz'ora".




  
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