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Autore: Rowena    06/12/2009    2 recensioni
Era un bel salto, ma voleva essere sicuro di non fallire.
Oggi io cambio le regole del gioco. [Flash Forward]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Personaggi e situazioni non appartengono a me, ma alla ABC Studios, a Robert J. Sawyer e a chi altri ne detenga i diritti. Non scrivo a scopo di lucro e pertanto nessuna violazione del copyright è intesa.

 

 

Non oggi.
Alla sua scrivania, l’agente speciale Al Gough rigirava il proiettile trovato al club della Mano Blu, il ricavato di quella roulette russa. La scritta in blu continuava a tormentarlo: non oggi. Aveva preso parte a quello stupido gioco senza pensarci, certo che non sarebbe toccato a lui morire, e aveva funzionato. Certo i suoi colleghi non avevano preso bene il suo spirito d’iniziativa… E Al aveva capito perché. Aveva rinunciato al proprio libero arbitrio, l’aveva fatto deliberatamente. Io sarò ancora vivo tra sei mesi, aveva detto con tutta l’arroganza che aveva trovato in sé, come gli agenti FBI dei telefilm da due soldi. Non c’era da stupirsi se Demetri l’aveva guardato con odio, in quel momento: lui che non aveva avuto un flash forward avrebbe dovuto considerarsi un fantasma e unirsi ai disperati che cercavano la morte tutti insieme, annegando nel buio di quei due minuti e diciassette secondi di buio?
Tuttavia, quel suo essere sfrontato serviva soltanto a nascondere quel segreto che non gli permetteva di dormire la notte, il nome di Celia, quei pochi dati che aveva trovato su di lei; se la sua sopravvivenza fino al ventinove aprile significava condannare a morte una giovane madre e privare i suoi due figli di un’infanzia normale, era così sicuro di voler vivere?
Era entrato al Bureau perché voleva fare qualcosa di buono, proteggere le persone… Ma il suo flash forward aveva messo tutto in discussione, se stesso, il suo lavoro, la sua vita stessa. L’aveva sconvolto al punto da impedirgli di raccontarlo ai suoi colleghi: cosa avrebbero pensato di lui, sapendo che sarebbe diventato di lì a poco un assassino?
Al non aveva idea di come sarebbe accaduto, questo non gli era stato spiegato in quei due minuti abbondanti di visione del futuro: Celia era un fantasma, così si chiamavano nella rete le persone che non avevano avuto un flash forward, come Demetri. Anche lei avrebbe cercato un club della Mano Blu, per incontrare disperati come lei, certi della loro condanna a morte? Si sarebbe fatta torturare, come le persone che aveva visto la notte precedente? Forse gli sarebbe partito un colpo in un’altra retata, non lo sapeva, ma sarebbe accaduto. Era destinato a uccidere quella donna, che non aveva mai incontrato ma che ormai dominava i suoi pensieri, i suoi incubi la notte. Lui sarebbe stato il suo assassino.
Questo, almeno, se non avesse provato a cambiare le cose, e c’era un unico modo che conosceva che gli avrebbe impedito di commettere un omicidio. Al coprì la prima parola scritta sul proiettile con un dito e lesse il nuovo messaggio: oggi.
Oggi io riscrivo le regole del gioco.
Poteva cambiare le cose, e poteva farlo subito, senza perdere altro tempo. Erano giorni che ci rimuginava sopra, la sera precedente aveva anche gustato l’ultimo pasto. Riso sporco, il suo piatto preferito. Era il momento di scegliere.
La lettera, quella che aveva iniziato almeno cento volte, era lì che aspettava. Avrebbe voluto conoscere il volto di Celia, saper immaginare la reazione che avrebbe avuto leggendo le sue parole, la gioia che avrebbe provato all’idea di avere improvvisamente un futuro, una nuova speranza. Cosa avrebbe pensato di lui, lo avrebbe considerato un eroe?
Non lo sapeva, ma forse era meglio così. Se l’avesse incontrata, si sarebbe fatto venire dei dubbi, forse le sarebbe anche piaciuta, e avrebbe cercato di cambiare le cose in un altro modo. Forse destinando se stesso a fallire miseramente.
Avrebbe voluto lasciare un ultimo messaggio a Demetri, prima di incamminarsi verso la sua ultima azione: quello stesso proiettile che avrebbe già dovuto essere archiviato tra le prove del caso, o almeno appeso alla bacheca di Mark, con una piccola nota che invitava il suo collega, il suo amico, a guardarlo il quindici marzo, il giorno in cui era convinto sarebbe morto.

Non oggi. Non per te, amico.

L’ascensore l’avrebbe portato sul tetto: era un bel salto, ma voleva essere sicuro di non fallire. Era metodico per natura, lo sarebbe stato anche nel suicidio.
Oggi io cambio le regole del gioco.
Si sarebbe ripreso la facoltà di decidere, di essere padrone della sua vita, della sua morte… E avrebbe fatto lo stesso dono a una donna sconosciuta di nome Celia. Oggi.

   
 
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