- Quando arrivai a forks come da previsto pioveva.
- Avevo visto che in questo squallido paesino abitava una famiglia speciale che non
- si nutriva di umani ma di animali,mi chiedevo come fosse possibile,come potessero
- sopravvivere con solo il sangue animale,e come se un uomo vivesse di solo tofu o
- verdure, ti sostiene ma non sei mai del tutto sazio.
- A quel tempo vivevo con il mio creatore, Charlie,ci sistemammo in una casa non
- molto isolata ma anche vicino alla foresta,il clima piovoso di Forks era perfetto,
- saremmo potuti uscire anche di giorno,in altre località non era possibile poiché la
- nostra pelle brilla sotto i raggi del sole.
- Dopo essere stati a caccia,ovviamente molto lontano da Forks per evitare di creare
- problemi alla famiglia che abitava stabilmente qui,mi mosrò la casa.
- La casa che aveva comprato Charlie era abbastanza grande,anzi troppo grande
- per due persone che non usavano nemmeno la metà delle stanze.
- La sera Charlie mi diede la notizia << domani Alice andrai a scuola,come se tu
- fossi una normale umana >> non mi dispiaceva andare a scuola anche se mi sarei
- annoiata a morte,ma per non destare sospetti accettai,si mise in scena la solita
- storiella da raccontare a professori e compagni per giustificare varie assenze e
- continui trasferimenti,sarei stata la figlia di un ricercatore divorziato.
- Il giorno dopo Charlie mi accompagnò a scuola,se si poteva chiamare scuola,era
- una struttura in mattoncini a vista composta da 3 edifici:aule. palestra e mensa.
- Appena arrivai mi diressi alla portineria dove mi consegnarono l'orario delle mie
- lezioni e un foglio con scritto le varie aule che avrei dovuto cercare.
- Mentre camminavo lungo il corridoio che mi portava alla mia prima lezione
- (matematica) mi sentivo gli sguardi di tutti a dosso,c'ero abituata con tutte le
- scuole che avevo girato,ma questi erano particolarmente insistenti,forse era perché
- essendo pochi erano sempre le stesse ragazze da guardare e io essendo nuova
- era come all'asilo,io ero il giocattolino nuovo.
- L'odore del sangue umano non mi dava noia,ero abituata a sentirlo e a stare a
- stretto contatto con loro.
- Entrai nell'aula di matematica,detti il mio foglietto consegnatomi poco prima dalla
- segretaria, il prof era un uomo minuto con gli occhiali spessi e con un po di
- pancetta,sembrava una talpa, presi posto infondo all'aula, il prof mi disse di
- limitarmi a seguire mentre mi sarei rimessa in pari, infatti ero arrivata a metà del semestre.
- Ero appena entrata e già volevo uscire, ero come incantata e fissavo un punto
- vuoto della lavagna quando mi sentii chiamare, una voce melodiosa e dolce
- alzai lo sguardo e vidi un ragazzo bellissimo,alto biondo con gli occhi castano
- dorato << scusami come hai detto? >> lo guardai imbambolata,era come un dio in
- terra, << questo sarebbe il mio posto,potresti farmi il favore di
- scorrere >> certo sarà stato pure bellissimo ma di certo non molto loquace perché
- dopo questa brevissima conversazione a senso unico che potrei definire monologo
- stette tutto il tempo zitto.
- Quella fu l'unica vera lezione che avevamo in comune se non ed. fisica da cui tutti
- e due avevamo l'astensione.
- Quando all'ultima ora di scuola uscì e mi diressi alla mia macchina, una
- normalissima Citroen c1 lo vidi insieme ad altre “persone” erano tutti belli come lui,
- erano vampiri anche loro, erano tutti fidanzati quello alto e moro che aveva “visto” si chiamava Emmet e stava con quella alta e bionda Rosalie
- quello coi capelli ritti e rossicci che si chiamava Edward stava con quella con i
- capelli lunghi e castano rossicci e si chiamava Bella.
- Sembravano tutti felici anche Jasper, ecco come si chiamava, mentre aprivo la
- macchina ebbi una visione,io e Bella a fare shopping per i negozi di Seattle.
- Di solito le visioni che arrivano così all'improvviso voleva dire che sarebbe stato un
- futuro molto vicino,salii in macchina e dallo specchietto retrovisore vidi che salirono
- tutti su una macchina guidata da Jasper,una Volvo metallizza.
- Misi in moto la macchina e mi misi in fila per uscire.