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Autore: Mana Sputachu    08/12/2009    5 recensioni
“Distruggi tutto ciò che tocchi, è il tuo destino.” sibillò una vocina maligna al suo orecchio.
Come a volergli ricordare che, in qualunque luogo al mondo avesse deciso di rifugiarsi, prima o poi il destino si sarebbe ripresentato a chiedergli il conto.
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jin Kazama, Lars Alexandersson, Miguel Caballero Rojo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Destroy everything you touch today

Destroy me this way

Anything that may desert you

So it cannot hurt you

 

Attraverso quel vetro, il panorama era uno dei più suggestivi che avesse mai visto.

Per la prima volta dopo mesi, Jin poteva finalmente vederlo con occhi che fossero realmente suoi. Ma per quanto bello non bastava a lenire i suoi sensi di colpa.

Seduto su quella poltrona che per mesi aveva occupato con gelida e fiera autorità, ora attendeva che gli atti di proprietà della Mishima Zaibatsu venissero firmati, per potersene finalmente liberare. Aveva deciso di venderla, di scappare da quell’impero che aveva gestito per tutto quel tempo, al solo scopo di…salvare l’umanità.

Nessuno l’avrebbe mai pensato che il motivo che si celava dietro le guerre da lui stesso scatenate era proprio quello di salvare il mondo da un destino peggiore di un conflitto mondiale.

“Nessuno potrebbe comprendere…” pensò amaramente.

Ed era vero. Per quanto quella frase che aveva ripetuto più volte anche a voce potesse suonare come semplice presunzione, la realtà era che nessuno avrebbe davvero potuto capire fino in fondo le sue motivazioni. D’altronde, come si può spiegare all’umanità intera che il motivo di quel caos era finalizzato al risveglio di una divinità crudele con il solo scopo di distruggerla? E come spiegare che lui era l’unico che aveva il potere di ucciderla per via del sangue Mishima che scorreva nelle sue vene? Come poteva spiegare tutto questo se lui per primo non ci aveva creduto, almeno finchè non si era ritrovato davanti alla realtà dei fatti?

 

You only have to look behind you

At who's underlined you

Destroy everything you touch today

Destroy me this way

Everything you touch you don't feel

Do not know what you steal

Shakes your hand

Takes your gun

Once you are out of the sun

 

L’aveva fatto per il mondo intero, per salvarlo. Per salvare tutte le persone a cui teneva. Continuava a ripeterselo, cercando di convincersi di aver fatto la cosa giusta…anche se una parte di sé continuava a ripetergli che non era il fine ad essere sbagliato ma il modo.

Eppure non aveva avuto scelta. Era davvero l’unico modo.

Mesi prima aveva perso il controllo di se stesso. Quel poco di autocontrollo che aveva era andato via via disgregandosi, fino a che lui non aveva cominciato a prendere sempre più spesso possesso del suo corpo e della sua mente, causandogli momenti di black out e vuoti di memoria sempre più frequenti. E ogni volta che si risvegliava scopriva di aver lasciato qualche disastro dietro di se. Così successe quando si ritrovò a capo della Mishima Zaibatsu, a giocare al piccolo dittatore. A Jin non interessava assolutamente gestire la corporazione, né avrebbe mai voluto causare tutto quel dolore…ma lui voleva eccome. “Il potere è tutto.” continuava a ripetergli in quei brevi momenti di lucidità, per non lasciarlo mai in pace. Il potere era tutto per lui…e l’occasione di risvegliare Azazel per poterne assorbire il potere e diventare ancora più forte era troppo ghiotta, non poteva di certo lasciarsela sfuggire. Fu allora che Jin decise. Una decisione drastica e sofferta, ma che, forse, avrebbe posto fine a tutto una volta per tutte.

Lo lasciò fare. Gli lasciò mettere a ferro e fuoco il mondo intero, finchè non fu potente abbastanza da prendere il suo posto, e riprendere il controllo della sua mente. Continuò però a fingere, a comportarsi come aveva fatto finora, senza confidare a nessuno la verità. Coinvolgere le persone a cui teneva sarebbe stato troppo pericoloso per la loro vita, e poco importava se ormai era odiato e temuto anche da loro. Se il prezzo da pagare per la loro incolumità era che lo odiassero, avrebbe potuto sopportarlo. Preferiva saperli vivi e arrabbiati con lui piuttosto che vederli morti per aver rivelato loro il suo piano.

Così continuò la sua piccola recita fino alla fine del torneo.

Quando Azazel si era risvegliato, quando aveva portato a termine il suo piano.

Quando lo aveva distrutto.

Perché Azazel, così come lui, era convinto di aver trovato un nuovo schiavo.

Oh, come si era sbagliato…

 

What you touch you don't feel

Do not know what you steal

Destroy everything you touch today

Please destroy me this way

 

Alla fine c’era riuscito, e l’aveva eliminato, o almeno così si augurava. Si era arreso all’idea che con ogni probabilità non sarebbe sopravvissuto allo scontro, ma contro ogni previsione ne uscì vivo e illeso. Ancora non riusciva a spiegarsi come avesse fatto a sfuggire a morte certa, anche se una mezza idea se l’era fatta… Di sicuro i suoi geni maledetti ci avevano messo lo zampino anche stavolta.

E così eccolo, vivo e vegeto, che attendeva di poter finalmente scappare da quell’inferno – come se potesse realmente liberarsene.

“Posso entrare?” disse una voce in giapponese, ma con un marcato accento nord europeo.

Ruotò la sedia verso la porta del suo ufficio, da cui vide Lars fare capolino, sorridente. Ricambiò il sorriso e gli fece di si con un cenno del capo.

Gli piaceva Lars. Era stato comandante della Tekken Force, un ottimo soldato e l’unico che in qualche maniera aveva avuto a cuore la sua sorte. Non condivideva tuttavia il modo in cui Jin aveva deciso di agire, ma non poteva biasimarlo…era stata una scelta difficilissima, e nessuno avrebbe potuto comprenderla senza trovarsi nei suoi panni.

Lars si avvicinò alla scrivania e vi si appoggiò con un fianco. Guardò per un attimo il ragazzo, in silenzio. Infagottato in una felpa nera con cappuccio un po’ troppo larga per lui, nessuno avrebbe mai detto che fino a qualche mese prima era stato il dittatore  della Mishima Zaibatsu. Sprofondato in quella poltrona enorme, Jin Kazama sembrava finalmente quello che realmente era: un ragazzo di ventun anni che aveva dovuto diventare adulto troppo presto, e nella maniera più dolorosa. Pensò che a dispetto delle sue previsioni aveva finito per affezionarsi a quel ragazzo, nonostante l’inizio non esattamente idilliaco. Scoprire poi che era addirittura suo nipote aveva reso le cose ancora più bizzarre. Ogni tanto si ritrovava a chiedersi quanti figli avesse Heihachi Mishima sparsi per il mondo…comunque, vista la poca differenza d’età avevano deciso di lasciar perdere titoli e formalità e chiamarsi semplicemente per nome.

“Tutti i documenti sono firmati, controllati e ricontrollati più volte dal sottoscritto. Sei ufficialmente fuori dalla Mishima Zaibatsu!” disse con un tono ironico.

Jin chiuse gli occhi e si lasciò andare contro lo schienale della poltrona, rilassandosi. “Finalmente…finalmente libero” disse quasi sottovoce. Lars lo fissò con un’espressione più seria. “Lo sai che non durerà molto, vero?”

Jin si volse a guardarlo e sorrise amaramente. “Lo so benissimo, conosco fin troppo bene Heihachi e ciò che è capace di fare…ma voglio godermi questo momento di pace, almeno finchè dura”.

Lars rispose accennando un sorriso. “Non che tu abbia molta scelta. Comunque, cosa intendi fare ora? Progetti, viaggi, amici?” disse cambiando argomento, e cercando di buttarla sul ridere. Inutile piangere sul latte versato no?

Jin lo guardò con un’espressione sorpresa, sgranando un po’ gli occhi. “Non saprei, sinceramente…non credo che il resto del mondo sarà lieto di vedermi, dopo quello che ho combinato…forse avrei meritato davvero di morire dopo…” “Alt! Basta!” lo zittì improvvisamente Lars “Non provare nemmeno a dire che meritavi di morire ok? Ammetto che l’aria da bello e maledetto ti dona, ma vedi di piantarla con questi discorsi alla Kurt Cobain!”

Jin lo fissò perplesso, per poi scoppiare a ridere. Era davvero tanto tempo che non rideva così. “Va bene, va bene la smetto. Però rimane il fatto che non ho la minima idea di cosa fare o dove andare…forse potrei tornare a Yakushima…” “Si, e fare l’eremita per il resto dei tuoi giorni nutrendoti di radici e predicando ai grilli. Bella prospettiva davvero.” concluse Lars in tono sarcastico. “Hai altre idee per caso?” disse Jin. Lars gli rispose con un sorrisetto malizioso “Bè...che io ricordi c’è una cinesina molto carina che non vede l’ora di riabbracciarti…”. Non ci fu bisogno di concludere la frase per vedere Jin arrossire fino alle orecchie. Quest’ultimo balbettò qualcosa imabarazzatissimo, e rimase per un po’ in silenzio, mentre Lars ridacchiava.

Dopo qualche istante di silenzio, Jin si alzò dalla poltrona e girò attorno alla scrivania, raggiungendo Lars. “Comunque sia, è ora di andare direi. C’è qualcosa che devo fare prima di decidere cosa fare del resto della mia vita.”. Lars lo guardò in silenzio e annuì, intuendo a cosa si riferiva il nipote, e insieme uscirono dall’ufficio.

 

Destroy everything you touch today

Destroy me this way

Anything that may delay you

Might just save you

 

Madrid, ore 10:30 del mattino

 

“Sei proprio sicuro di volerlo fare? Non sei costretto…” disse Lars volgendo gli occhi al cielo, proteggendoli dal sole cocente con una mano.

“Devo farlo. E’ il minimo…” rispose Jin quasi sottovoce, lo sguardo fisso sull’entrata del piccolo cimitero. “E’ colpa mia…”. Lars si voltò a guardarlo, serio “Se lo fai perchè vuoi buttarti alle spalle i sensi di colpa, lascia perdere. Non sarebbe giusto nei confronti dei famigliari, ti pare?”. Jin lo guardò in silenzio, poi tornò a guardare verso il cancello. “Hai ragione ma…devo. Per lenire i miei sensi di colpa, almeno in parte, per chiedere perdono…è difficile da spiegare, ma so solo che sento di doverlo fare. Non riuscirei a vivere col rimorso di non averlo fatto.”. Lars scosse la testa, sospirando. Jin era testardo, e se si era messo in testa di fare qualcosa non c’era modo di fargli cambiare idea. Quantomeno ciò che stava per fare era un gesto molto nobile. “Va bene allora. Ti aspetto qui.” disse infine. Jin annuì e si incamminò verso il cimitero.

 

You only have to look behind you

At who's underlined you

Destroy everything you touch today

Destroy me this way

 

Era una piccola lapide bianca, semplice, senza decorazioni o altro. Jin la riconobbe dal cognome inciso a chiare lettere. La fissò per un attimo, titubante, poi vi si inginocchiò davanti e vi depose una rosa bianca. Rimase lì in ginocchio per un po’. Non pregò, aveva smesso di credere in Dio, dei o qualunque altra cosa simile molti anni prima. Rivolse invece i suoi pensieri direttamente alla proprietaria della tomba, chiedendole mentalmente perdono per ciò che le aveva fatto inconsapevolmente.

Dopo un po’ si alzò e fece per tornare verso l’entrata, dove Lars lo attendeva in auto, quando si fermò a guardare la figura che gli si parava davanti.

“Non ti sembra ipocrita e irrispettoso da parte tua farti trovare davanti alla tomba di mia sorella?” tuonò una voce profonda dall’accento spagnolo.

Il fisico possente, la carnagione scura, i tratti tipicamente ispanici…Jin lo riconobbe immediatamente come Miguel Caballero Rojo, il fratello della ragazza che si trovava in quella tomba. Quella ragazza che era morta il giorno del suo matrimonio a causa di una bomba sganciata dalla Tekken Force sulla chiesa dove stava celebrando la cerimonia. Quella ragazza che era morta per colpa sua. Jin sentì immediatamente un nodo allo stomaco, i sensi di colpa se lo stavano divorando dall’interno. Abbassò lo sguardo sul lastricato di pietra bianca.

“Io…mi dispiace. Mi dispiace per tua sorella…non volevo che tutto questo accadesse, davvero ma…” “Risparmiati le tue cazzate!!!” rispose l’ispanico, trattenendo a stento la rabbia e la voglia di saltargli alla gola. “Cosa credi, che mi bastino le tue scuse per farmi sentire meglio, per far trovare la pace a mia sorella?? No ragazzino, non è così che funziona! Hai voluto giocare alla guerra, hai fatto il bello e il cattivo tempo come tutti i ricchi annoiati, senza neanche curarti delle vittime innocenti che ti lasciavi dietro! E ora vieni a dire a me mi dispiace??”

Jin non sapeva cosa rispondere. Non che ci fosse nulla da dire che potesse aggiustare le cose. Poteva solo prendersi la responsabilità delle sue azioni e pagarne le conseguenze.

Miguel lo guardò in silenzio, studiando l’espressione del giovane. C’era qualcosa di strano in lui, non sembrava la stessa persona che si era ritrovato davanti alla fine del torneo, che lo fissava con occhi freddi e distaccati mentre si alzava in volo sul suo elicottero. C’era davvero rimorso in quello sguardo, una tristezza data dalla consapevolezza di aver causato dolore…e da molto altro, qualcosa di un passato che a lui non era consentito conoscere, e che non gli interessava. Gli si avvicinò lentamente, fermandosi a meno di un metro di distanza da lui. “Avevo sentito dire che il capo della Mishima Zaibatsu era cambiato, ma non credevo fosse vero. Sono girate le voci più assurde, chi parlava di un gemello cattivo, chi addirittura di un caso di possessione…eppure ora che ti ho davanti agli occhi devo ammettere che una differenza c’è, ed è notevole.” disse continuando a fissare gli occhi ambrati del giovane. Jin rimase in silenzio, pensando che la voce sul caso di possessione non era poi così errata, ma si astenne dal rivelarlo. Poco dopo Miguel riprese a camminare, sorpassandolo, dirigendosi verso la tomba della sorella. Appena fu alle spalle di Jin disse: “Sai, nella mia religione viene citato spesso un passo dalla Bibbia, il nostro testo sacro. Quando qualcuno ti fa un torto, qualunque sia l’entità, porgi l’altra guancia.”. Rimase un attimo in silenzio, poi riprese a parlare. “Non sono mai stato un bravo cattolico, non sono mai stato capace di porgere l’altra guancia, e meno che mai sarei stato disposto a farlo con l’assassino di mia sorella. Ma ora che ti ho davanti ho capito una cosa: lei non approverebbe la mia sete di vendetta. “

Jin sgranò gli occhi e si voltò a guardare Miguel, che rimase invece di spalle. “E soprattutto, credo che tu abbia già un peso terribile che ti porti dentro e che ti divora lentamente.” disse, lasciando Jin di stucco per l’acuta osservazione. “Non so cosa ti logora e sinceramente non me ne importa un fico secco. Ma credo che sia una punizione migliore di una vendetta lavata col sangue.”. Detto ciò, si inginocchiò davanti alla piccola lapide e smise di curarsi della presenza di Jin. Questi rimase a fissarlo per qualche minuto, poi si incamminò verso l’entrata del cimitero e lasciò Miguel solo col suo dolore.

 

Everything you touch you don't feel

Do not know what you steal

Shakes your hand

Takes your gun

Once you are on the sun

 

Stava per dire qualcosa Lars quando lo vide arrivare, ma si zittì quando vide l’espressione del nipote.

Senza dire una parola Jin salì in auto, fissando il panorama fuori dal finestrino. Una lacrima gli rigava il volto, ma si sforzava di non scoppiare a piangere, benché ne avesse un estremo bisogno.

Miguel aveva trovato la forza di perdonarlo, in qualche modo.

Sapeva di non meritare quel perdono, e ciò lo fece stare ancora più male.

Perché era stato perdonato, quando l’unica cosa che lui era capace di fare era distruggere tutto ciò che toccava.

Distruggi tutto ciò che tocchi, è il tuo destino.” sibillò una vocina maligna al suo orecchio.

Come a volergli ricordare che, in qualunque luogo al mondo avesse deciso di rifugiarsi, prima o poi il destino si sarebbe ripresentato a chiedergli il conto.

 

Once you touch you don't feel

Do not know what you steal

Destroy everything you touch today

Please destroy me this way

 

Destroy everything you touch – Ladytron

 

Fin.

 

 

 

E alla fine l’ho scritta. Lo sapevo. Perché non potevo accettare assolutamente questa versione stronziforme di Jin che la Namco ci ha propinato in Bloodline Rebellion (finalmente mioH <3), qualcosa sotto doveva esserci. E mi è bastato ripensare ai suoi precedenti finali, in particolare al suo prologo nello Story mode di Tekken 5 dove lui stesso dice chiaramente “I don’t know how long i can hold on” dopo che ci è stata mostrata la foresta distrutta da lui quando era posseduto da Devil Jin. Insomma, è lampante che non è (era?) più in grado di controllarlo. Da questo particolare è nata questa songfic. Ninte di che alla fine, anzi in certi pezzi mi sembra anche assai banale…diciamo che se la cancellavo era anche meglio <_< Ah, credo che il "lui" a cui faccio riferimento non abbia bisogno di spiegazioni =P So che è una ripetizione continua, ma non mi piaceva riferirmi a lui come Devil Jin, il diavolo, e cose così...quindi me ne sono fregata u_u

Passo a ringraziare chi ha commentato Tomorrow never knows *__* :

Miss Trent:  Chobits è uno dei miei manga preferiti, e quello con cui ho cominciato ad apprezzare di più le Clamp (diciamo che mi piacciono di più da quando si sono date allo shonen –fumetti per ragazzi, non lo shonen ai eh XD- e disegna la Nekoi!)! E la somiglianza con Hideki e Chii è notevole da morire. Sono carinissimi!<3 Grazie mille del complimento cara!>///<

LiliRochefort89: Eheheh è vero, è scoppiata la moda! Ma credo dipenda dal fatto che sono i personaggi più interessanti tra tutte le new entry, almeno per quanto mi riguarda! Contenta che la fic ti sia piaciuta, troppo gentile!

Silver Princess: Ma fosse per me ce lo porterei di persona PsychoHarada in comunità a disintossicarsi!XD Onoratissima che ti sia piaciuta! *_* *lancia urletto da fangirl*

Angel Texas Ranger:  Vero? Vero che sono un branco di drogati?XD Uahahah in effetti hai un po’ scatenato la mania, ma devo dire che loro due come coppietta mi sono piaciuti fin da subito, anche quando Lars mi sembrava ridicolo e non lo apprezzavo (lo chiamavo il Kamen Raider de noantri per via della mise sobria…). Diciamo che, al contrario di Jin e Xiao (che ormai sono “navigati” e mi ispirano zozzerie XD), loro due risvegliano il lato puccioso che alberga in me *_* Grazie del commento!

Evilcassy: Non so, ma per Alisa credo dipenda proprio dal fatto che è un robot e quindi non conosce nulla del mondo umano, è come una bambina. Mentre Lars…bho, non so, me lo sono immaginato subito così, impacciato con le donne (ho sempre immaginato così anche il nipotino, dev’essere una tara genetica…XD)…più sono scemotti più mi piacciono! XD Grazie mille anche a te!

 

Più in generale grazie a chiunque l’abbia letta e a chiunque leggerà quest’altra cosa XD

A presto *minaccia*!!!

Manasama

   
 
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