Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Rhoy    08/12/2009    1 recensioni
"Mise del correttore per coprire le occhiaie, un filo di matita ed un lucida-labbra color rosa naturale.
Davanti allo specchio, come fosse in presenza della scuola intera, abbandonò la Pansy che solo lei conosceva.
Petto in fuori, pancia in dentro, si disse.
Espressione superba, sorrisino bastardo pronto a mostrarsi non appena ve ne fosse stata l'occasione. Braccia lungo i fianchi, in una posizione austera. Mento appena alzato.
Quella maschera aveva sempre funzionato. Un tempo non era neanche una maschera, in realtà.
Un tempo. Prima che tutte le sue certezze crollassero miseramente. Come quella di non avere un cuore."

Una Draco/Pansy a capitoli intrisa di frustrazione, malinconia, competizione... ma anche quel pizzico di rivincita, per permetterci di ricordare che niente è impossibile. Neanche contro quelli come Draco Malfoy.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nota autore: il secondo capitolo è già pronto, lo posterò al più presto.
Il titolo è una citazione tratta dal film Vanilla Sky e significa "Il dolce non è mai così dolce senza l'amaro".
Spero amiate un Draco -che entrerà in scena nel prossimo capitolo- alquanto bastardo, perchè il mio di magnanimità non sa davvero nulla.
Enjoy,
Rhoy



The sweet is never as
sweet without the Sour.



Gli occhi neri già aperti.
Erano solo le 6 del mattino, ma Pansy non riusciva a tornare a dormire con tranquillità. Guardare il cielo era un'alternativa niente male, però. Non si stancava mai di farlo. Poteva rimanervi ore.
Parliamo del cielo in tempesta, ovviamente.
Dell'azzurro, sereno e tranquillo, la ragazza non sapeva che farsene. Troppo diverso dalla sua situazione, dalla sua vita... da lei.
Le sarebbe piaciuto rimanere là, sino a che le sue compagne di stanza, un'ora dopo, non si fossero svegliate, ma pensò che fare una doccia più lunga del solito e truccarsi con più calma le avrebbe reso la giornata un po' più facile.
Si alzò, senza battere ciglio, dirigendosi con passo deciso verso il bagno. Si chiuse la porta alle spalle senza preoccuparsi minimamente di far piano, per non svegliare le altre.
Aprì l'acqua calda, prendendo dallo scaffale i suoi prodotti, tutti rigorosamente alla fragranza di fiori di loto.
Si tolse pigiama ed intimo e, con un passo, entrò nella doccia, lasciando che l'acqua calda scivolasse sulla sua pelle.
Si sentì immediatamente più rilassata, mentre iniziava ad accarezzare i capelli neri, schiacciati sotto il getto fumante.
Massaggiò il doccia-schiuma su braccia, gambe, spalle ed addome per poi risciacquarlo. Applicò shampoo e balsamo, sentendo i capelli afflosciarsi ed ammorbidirsi piacevolmente nel risciacquare quell'ultimo, ed uscì.
Si avvolse nell'accappatoio verde con inserti argentati e prese a prepararsi con calma.
Fece l'errore di guardarsi allo specchio.
Sai che non devi, Pansy.
Le profonde occhiaie che solcavano il suo bel viso erano più evidenti del solito; quasi a farle pesare il fatto che ultimamente la situazione, che si era giurata sarebbe migliorata, non fosse altro che peggiorata.
Non dormiva. E se lo faceva, lo faceva male.
Tra un incubo (o forse un sogno?) e l’altro, non riusciva a stare tranquilla. Così preferiva starsene sveglia, a rimuginare su come far sì che qualche cambiamento avvenisse.
Eppure sembrava che intere nottate a trovare una soluzione fossero servite solo a renderla esausta, nervosa... non più lei.
Fece di “no” con la testa, mentre un'espressione tra il deluso ed il sarcastico si formava sui suoi lineamenti perfetti, forse un po’ infantili con il nasino piccolo e le labbra a cuoricino.
Quando mai Pansy Parkinson si era lasciata rovinare la vita da un ragazzo?
Sembrava vi fosse sempre una prima volta, però.
Non dovrebbe esserci, per te.
Iniziò a vestirsi, mettendo la camicetta della divisa, le calze, la gonna ed il mantello.
Il suo corpo perfetto era più esile, ora. Anche la forza fisica, l'aveva abbandonata.
Nella stanza, intanto, le sue compagne iniziavano a svegliarsi.
Lei tornò davanti allo specchio, asciugandosi i capelli in una piega liscissima con la bacchetta.
Mise del correttore per coprire le occhiaie, un filo di matita ed un lucida-labbra color rosa naturale.
Davanti allo specchio, come fosse in presenza della scuola intera, abbandonò la Pansy che solo lei conosceva.
Petto in fuori, pancia in dentro, si disse.
Espressione superba, sorrisino bastardo pronto a mostrarsi non appena ve ne fosse stata l'occasione. Braccia lungo i fianchi, in una posizione austera. Mento appena alzato.
Quella maschera aveva sempre funzionato. Un tempo non era neanche una maschera, in realtà.
Un tempo. Prima che tutte le sue certezze crollassero miseramente. Come quella di non avere un cuore.
Aveva tristemente scoperto di averne uno, invece. Piuttosto frustrato e problematico.
Le ragazze abbassavano lo sguardo, i ragazzi la guardavano con approvazione. I professori elogiavano la sua prontezza. Le matricole facevano spazio, quando passava.
Vi era solo una persona, che non cascava mai in quel tranello. Solo una persona che non la beveva. La sola persona che conosceva la sua profonda sofferenza e provava piacere all'idea.
L'amore è davvero cieco.
Un leggero tremore l'aveva scossa, al pensiero di Lui, ma si era ripresa facilmente.
Pronta e perfetta, uscì dal bagno e quindi dal dormitorio, ignorando il saluto delle sue compagne.
Scese le scale, pensando.
Sì, pensava ancora. Notti intere non bastavano.
Pensava che quel giorno sarebbe iniziato qualcosa di nuovo.
Lui la feriva: per quanto lei fosse fredda ed impenetrabile, non riusciva ad essere la stessa con lui.
Cosa sarebbe accaduto se fosse stata lei a sputare veleno su di lui, a ridicolizzarlo, a sfidarlo per prima?
Le regole tra i Serpeverde erano due: 1) Mai sfidare Draco Malfoy; 2) Mai togliere a Draco Malfoy ciò che era suo.
E con quel piano avrebbe infranto entrambe. Lo avrebbe sfidato ed avrebbe messo in chiaro che, ormai, non sarebbe più stata ai suoi comodi. Non sarebbe più stata sua.
Ti piacerebbe, eh, Pansy? Illusa.
Zittì la sua coscienza, scuotendo la testa con veemenza.
Farlo arrabbiare equivaleva al finimondo. O meglio... accettare una vendetta, da parte del ragazzo, lenta e dolorosa. Ma, forse, ferendo a sua volta avrebbe evitato di sentire il dolore delle sue cicatrici, troppo presa dal suo compito.
Raggiunse la Sala Grande, dove sedette al tavolo di Serpeverde con gli altri mattinieri.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Rhoy