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Autore: _newyorker    08/12/2009    11 recensioni
Il Natale si avvicina, ma non per tutte le persone è un occasione di gioia e felicità. Edward Cullen, uomo senza scrupoli e direttore di un giornale, è una di queste persone. C'è però un modo per fargli cambiare idea? Per far ritornare a battere il suo buon cuore? Riusciranno le poche persone che ancora lo amano a farlo ritornare quello di un tempo?
Storia ispirata ad uno dei cartoni/film natalizi più belli della storia: A Christmas Carol.
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“ C'era una volta, cari bambini, nella fredda e nebbiosa cittadina di Seattle, un uomo assai affascinante. Nelle fiabe gli uomini belli son sempre principi dal cuore d’oro, ma quest’uomo, come tutti ben sapevano, era l’uomo col cuore più freddo e senza scrupoli mai visto sull’intero pianeta. Egli era Edward Cullen, un avaro, tirchio direttore.
Egli amava torturare i propri dipendenti. Era cattivo, non solo con loro, e odiava il Natale. Ebbene sì. Insomma, mai sentita persona che odia il Natale? Il signor Cullen a quanto pare era l’unico a considerare questa magica festività come una perdita di tempo e di denaro, e guardava con disprezzo il posto di lavoro vuoto durante il giorno di Natale.
Odiava tutti, rispondeva in modo burbero a tutti, e respingeva gli unici due parenti che ancora aveva. Egli aveva una casa assai bella ma poco curata, ereditata dal padre e dalla madre, dopo la loro morte: Carlisle ed Esme Cullen. Una notte, però, dopo una delle sue tante cattiverie, ebbe la visita dei fantasmi dei proprio genitori, che gli annunciarono la visita di tre fantasmi che-…”

“ Carlie, piccola, scendi immediatamente da lì!” Come un fulmine corsi verso la scrivania, afferrando quel piccolo mostriciattolo spericolato, con il cuore in gola.
“ Ma mami!” Gemette, lamentandosi. “ Stavo raccontando una storia ai bambini!” Esclamò, osservando i pupazzi allineati sulle scrivanie poste di fronte a lei.
“ Non chiamarmi mami, capito? Non devi mai più azzardarti a fare una cosa del genere! Nelle tue condizioni, piccola… Tu… Non devi permetterti più e basta. Ti rendi conto di quanto faresti soffrire la mamma, eh? E se il signor Cullen – feci una smorfia, pronunciando quel nome. – ti avesse scoperto prima di me? Nessuno stavolta mi avrebbe salvato dal licenziamento, piccola mia, e le medicine con quali soldini le avremmo comprate?” Scossi il capo. “ Non dovrei neanche farti discorsi del genere!” Singhiozzai, stringendo la piccola al petto.
“ Tu sei la mia unica ragione di vita, capisci?” La guardai, in lacrime, e notai che anche il suo piccolo corpicino era scosso da singulti.
“ Mi-mi-… disp-piace, m-m-amma…” Urlò, prima di stringere forte le mani al mio petto, affondandoci poi la folta chioma ramata.
Sospirai, con i sensi di colpa che iniziavano a farsi sentire. La paura era passata.
“ Non sono arrabbiata, solo… Lo sai la mamma quanto si spaventa.” Chiusi gli occhi, presi un respiro profondo e le accarezzai dolcemente il capo.
“ Sono una stupidona.” Affermò, guardandomi triste.
“ No, sei solo la mia piccolina che a quest’ora dovrebbe essere a casa come tutti i bambini. Non nella redazione di uno stupido giornale.” La rassicurai, sorridendo amara.
“ Beh, dopo lo splendido teatrino di sua figlia, devo anche sentir dare dello stupido al mio giornale?” Sobbalzai, sgranando gli occhi al suono di quella voce.
“ Oh no…” Sussurrò la piccola, spaventata.
Signor Cullen!” Balzai in piedi, proteggendo la piccola che, con il respiro affannato, nascondeva la testa nell’incavo della mia spalla.
“ Signorina Swan, vedo che come al solito è molto impegnata!” Disse, sarcastico.
Lo guardai con disprezzo, prima di abbassare sconfitta lo sguardo. Come poteva comportarsi così con me? Come?
E con lei?
“ Mi dispiace, è che la bambina-…”
“ Non usi le solite scuse, Swan. Ora, pulisca questo casino e vada via, in fretta. L’aspetto per domani.”
“ Ma domani è Natale, Edward!” Urlai, mordendomi la lingua subito dopo, anche perché avevo usato il suo nome.
“ Ah sì? Ci vediamo domani. E io sono Signor Cullen, comunque.” Guardò me e la bambina con lo sguardo più freddo che m’avesse mai regalato, prima di andare via, lasciandomi impietrita con la piccola tra la braccia.
La nostra piccola.

Edward Cullen POV.
Nascosto, grazie all’incessante nebbia ed al buio, nella mia auto, la osservai adagiare la piccola nel seggiolino, richiudere la porta e salire svelta in auto, spaventata probabilmente dall’oscurità. Aspettai per un po’, prima di inserire la chiave nel quadro e partire a tutta velocità per le strade di Seattle.
Ero ancora scosso dal racconto della p-... Bambina.
Davvero mi aveva associato ad Ebenezer Scrooge?
Feci una smorfia, disgustato, prima di accorgermi di essere arrivato davanti al cancello dell’enorme villa. Come un automa aprii il cancello automatico, parcheggiai la Volvo nel viale e scesi dall’auto. Non guardai nemmeno più di un secondo la ghirlanda che la domestica, pensando di potermi addolcire con questo gesto, aveva sistemato sulla porta, insieme a delle piccole luci colorate. Entrai in casa, senza fissare nulla, gettai il giaccone sul divano e salii nella camera da letto. Guardai stupidamente la finestra, come ad aspettarmela spalancata, prima di darmi dello stupido e dirigermi verso il bagno.
Aprii il rubinetto, rinfrescandomi il viso con dell’acqua congelata, fissando l’immagine del mio volto nello specchio.
Non provai nulla, come al solito.
Tolsi via il maglione, facendo cadere l’indumento sul pavimento, seguito dalla camicia, dalle scarpe e dai pantaloni stretti. Indossai il pantalone del pigiama e mi infilai sotto le coperte, pronto al solito incubo di sempre.

03:00 am.
“ Edward? Edward, caro, mi senti?” Quella voce, quella voce così familiare…
“ Caro, non è che potremmo farlo dormire un altro po’? Guardalo, sembra un angelo…” Esme! Mamma sono qui, non andare via! Aspetta!
“ Amore, è il nostro compito, sai che non possiamo tardare. Il tempo passa.”
No, no, no.
Dovevo svegliarmi, e subito.
Aprii gli occhi di scatto, e all’istante mi pietrificai.
“ Ciao, piccolino!” Mia madre, a due centimetri dal mio viso, sorrideva amorevole. Unica soluzione. L’incubo aveva deciso di darmi pace lasciando il posto a questa pazzia.
“ Non è una pazzia, figliolo.” Sgranai gli occhi, fissando mio padre, sorpreso.
“ So che ti sembrerà strano, Edward, ma siamo qui per aiutarti, ci siamo davvero.”
“ Aiutarmi?” Chiesi, frastornato.
“ Non te la stai passando tanto bene, cucciolo. Perché ti comporti così?” Fissai mia madre. Li fissai, chiusi gli occhi e poi li riaprii, schiaffeggiandomi.
“ Ti fai solo del male così, sai? Hai sempre avuto la pelle delicata!”
“ Sono pazzo!” Esclamai, cadendo all’indietro verso i cuscini.
“ Sarà difficile. Sapevo fossi rimasto il solito testone.” Fissai il fantasma di mio padre, stralunato.
Voi non dovete mancarmi. Questo è solo lo stupido frutto della mia immaginazione masochista. Voi non dovete mancarmi.” Chiusi gli occhi, dondolando leggermente il capo avanti ed indietro.
“ So che tutto questo è scioccante, amore mio, ma ascoltami solo per un secondo.” Mi bloccai, in attesa che mia madre parlasse.
“ E’ assurdo, e lo sappiamo. Siamo morti in quel brutto incidente, lasciandoti in balia dei tuoi problemi, e lo sappiamo. Ma adesso siamo qui, siamo qui per risolverli, siamo qui per aiutarti, per farci perdonare. Siamo fantasmi, sì.” Rise, con una risata un po’ amara. “ Ma stai degenerando, bambino mio. Tu sei una brava persona, tu hai un cuore enorme e persone che ti amano. Devi capirlo, devi ritornare te stesso. Tu non sei ciò che sei adesso. Tu Sei un Cullen, ma noi non possiamo aiutarti a capirlo del tutto. Perciò, stanotte, riceverai la visita di tre fantasmi, che ti aiuteranno a capire chi realmente sei. Saranno persone che ti amano, ascoltale, ti prego. Salva la tua anima!”
Aprii gli occhi, infuriato.
“ IO NON HO PIU' UN ANIMA! QUELLA STUPIDA BAMBINA! ANDATE VIA DALLA MIA TESTA! VOGLIO SVEGLIARMI! ORA! BASTA!”
Vidi i miei arretrare, spaventati.
“ Quella stupida bambina è la tua bambina, e quella donna è la tua Bella.” Sussurrò serio mio padre.
Era la mia Bella – tremai, pronunciare quel nome faceva ancora un po’ male. – . Ora non è più nulla.” Scossi il capo. Non dovevo pensarci.
“ Andate via, ora.” Li guardai, usando la freddezza che usavo con tutti, che avevo acquisito con il passar del tempo.
Vidi quelle ombre sparire pian piano, e l’ultima cosa che sentii furono delle labbra leggere che mi sfiorarono la fronte e due “ Ti amiamo.” Sussurrati all’unisono.


~ • ~



Okay. Vi giuro sul Natale - tanto per essere in tema XD - che mi ero ripromessa di smetterla di pubblicare storie su Twilight. Eppure, rieccomi qui. Dannazione. Mi sa che è una sottospecie di maledizione. Ebbabbeh. Spero che le mie seghe mentali non disturbino troppo e non facciano odiare il Natale - in questo caso XD
Amo questo racconto, e rivedendolo - sì, lo ammetto. La versione dei Muppetts, E ALLORA? ç_____ç - ehm... Non ho potuto farne a meno <.< Duh.
Beh, mi sa che ho parlato abbastanza, come mio solito -____-.
Hasta luego, tipette.
M.
  
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