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Autore: SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate    10/12/2009    8 recensioni
Niente organizzazione, solo Shinichi e Ran alle prese con i loro sentimenti e le avventure di due semplici ragazzi liceali che imparano a conoscersi e a fare chiarezza sui propri sentimenti.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le Stagioni Dell’Amore

Capitolo Venticinque: Rivelazioni

L'auto bianca sfreccia veloce lungo la strada, costeggiando la spiaggia. Il mare rispecchia limpido il cielo azzurro, giocando con i raggi del sole fra le onde.

Ci stiamo dirigendo verso un piccolo paesino vicino a Tokio, dove la famiglia Kudo ha affittato una villetta sul mare per il banchetto post-cerimonia.

Il mio sguardo cade sull'anulare sinistro della mia mano, dove giace una piccola fede dorata.

Sposata.

Sono ufficialmente sposata. Ora sono Ran Mouri Kudo.

Un brivido mi percorre la schiena.

Una mano grande e calda prende la mia, sfiorandola con delicatezza.

Sollevo lo sguardo, osservando gli occhi di Shinichi, che scrutano attentamente il dito che porta la mia promessa. Per sempre sua.

Allungo l'altro braccio, sfiorandogli il volto chiaro. I suoi occhi incrociano i miei, e sorrido dolcemente.

“Sei felice?” Mi chiede, quasi preoccupato.

“Sì.” Il mio sorriso si accentua, e contagia anche lui, che si avvicina al mio viso, facendo sfiorare i nostri nasi.

Chiudo gli occhi, stringendo la sua mano.

“Ti amo.” Sussurra, prima di baciarmi.

“Anch'io.” Rispondo, separandomi per un momento dalle sue labbra per poi riappropriarmene.

Quando l'auto si ferma davanti a un cancello siamo costretti a separarci e a scendere.

Shinichi mi offre il suo braccio come appiglio per evitare brutte cadute, e mi conduce verso la cancellata nera, dove una signora di mezz'età vestita in un elegante tailleur color panna ci aspetta, tenendo fra le mani un blocchetto con dei fogli. Deve essere l'organizzatrice, che controlla anche chi entra nella casa.

Varchiamo la soglia che conduce a un piccolo giardino, con più roseti.

Il ciottolato non mi aiuta affatto con i tacchi che porto, e più volte devo sorreggermi a mio marito.

Quando entriamo dentro la villa ci troviamo in un ambiente molto ampio, dai colori crema e panna, con rifiniture in legno scuro.

Alcuni camerieri vestiti con eleganti smoking girano per le sale, portando piatti vuoti e tovaglioli.

Shinichi mi porta in una sala molto ampia, da cui è possibile accedere a un'ampia terrazza – dove scorgo altri lunghi tavoli apparecchiati ancora vuoti – tramite le grandi portefinestre che si trovano sulla parete.

Nella sala sono disposti molti tavoli rotondi, con delle sedie dai cuscinetti bianchi. I centritavola sono composti da mazzi di fiorellini bianchi e rose di bosco, con alcune foglie verdi a fare da contorno. Collegate al piccolo vaso che contiene i fiori si trovano quattro candele bianche, ancora spente. Il servizio è composto da piatti bianchi con rifiniture dorate, le posate sono in argento e i bicchieri in cristallo. Meglio non pensare a quanto sarà costato organizzare tutto questo.

In fondo alla sala, vicino alla portafinestra aperta, si trova un tavolo ovale, sul quale è depositata una grossa composizione floreale. Tante foglie verdi fanno da contorno ad alcuni boccioli di rosa bianca, i più già sbocciati, e altri fiori. Al centro del mazzo si trova un mazzolino di fiori rosa. Quel tavolo dispone di due sole sedie.

“Dove stiamo andando?” Chiedo a mio marito, vedendo che mi sta trascinando verso il terrazzo.

“Mentre aspettiamo gli ospiti dobbiamo scattare le foto per l'album, ti va?” Mi chiede, varcando una portafinestra e aiutandomi a non inciampare. Ci troviamo su una terrazza molto ampia, con il pavimento in pietra, dove sono sistemati due tavoli bianchi ancora vuoti, dove probabilmente ci trasferiremo per il rinfresco pomeridiano.

Tre uomini muniti di macchine fotografiche ci attendono vicino a una scala che conduce a un enorme giardino, con basse siepi e ricco di alberi e piante di varie specie.

“Possiamo iniziare?” Chiede uno di loro, che dopo un cenno affermativo di Shinichi ci conduce giù per le scale, dove iniziamo a camminare sul manto erboso. Mi appunto di togliere i tacchi se dopo torneremo qui.

I fotografi provano più pose, facendoci anche sedere in mezzo a un roseto.

Dopo circa un quarto d'ora di foto ci permettono di tornare in casa, dove gli ospiti sono già riuniti nella sala con i tavoli e hanno preso i loro rispettivi posti. Più tardi dovremo scattare altre foto con i vari invitati.

Non appena entriamo nella grande sala un enorme applauso si alza da parte di tutti i nostri amici e conoscenti, facendomi arrossire. Non mi piace essere al centro dell'attenzione.

“Grazie a tutti per essere venuti!” Dice Shinichi ad alta voce, per farsi sentire da tutti, dopodiché invita tutti i prendere posto, così che il pranzo abbia inizio.

Shinichi mi conduce fino al tavolo ovale in fondo alla sala, dove ci accomodiamo.

Nei tavoli più vicini a noi scorgo la nostra famiglia – mio padre ha, come mi aspettavo, le lacrime agli occhi – e il nostro gruppo di amici più intimi.

“Wow...” Mormoro, non appena iniziano ad essere servite le pietanze. Sono tutti piatti ricercati ma leggeri, davvero buonissimi.

Fortunatamente nel corso del pranzo non ho avuto nessun mancamento o stato di nausea, e non ho alimentato sospetti in nessuno.

Il momento del brindisi e del discorso del testimone sono stati i più emozionanti del pomeriggio, grazie alle parole di Makoto, che ha riportato alla luce tutte le esperienze di questi anni di liceo, e ha inserito una sottile allusione al mio stato interessante. Fortunatamente nessuno – a parte noi sposi e i nostri amici – ha notato nulla di strano.

Quando tutti i piatti sono stati portati via gli invitati iniziano a spostarsi verso la terrazza e il giardino, in attesa del momento della torta.

Io e Shinichi ci separiamo, per andare a salutare gli ospiti. I fotografi iniziano a girare per le stanze, scattando le fotografie che verranno poi inserite nell'album del matrimonio. Invece sul terrazzo un gruppo di musicisti inizia ad intonare alcune melodie molto dolci, attraverso l'uso delle tastiere e dei violini, che sono arrivati poco fa.

Per tutto il tempo non abbiamo avuto un minimo di privacy, e ad ogni minimo bacio un'enorme applauso rimbombava per la sala, imbarazzandomi.

Sono felice, ma ammetto che tutta questa attenzione mi mette in soggezione.

“Ran, tesoro!” Esclama Yukiko, stringendomi in un caloroso abbraccio.

Ricambio, emozionata.

“Sei davvero bellissima!” Mi stritola di nuovo fra le sue braccia. “E la pancia non si vede nemmeno.” Sussurra al mio orecchio.

Mi immobilizzo, e mi allontano per guardarla negli occhi. Strizza l'occhio, sorridendomi complice.

“Tranquilla, me l'ha detto Shinichi.” Sussurra, portandosi una mano vicino la bocca, con fare cospiratorio. “Non aprirò bocca!”

Sospiro, ringraziandola.

Non appena finisco di salutare alcuni ospiti mi dirigo verso il centro della sala, dove ho scorto Makoto. Di fianco a lui noto l'unica persona che sto cercando.

Mi avvio cercando di sembrare il più possibile normale, sorridendo agli invitati.

C'è davvero moltissima gente, e la maggior parte delle persone non le conosco nemmeno.

Mi avvicino al gruppetto di 'uomini', e vengo accolta dallo sguardo degli amici di mio marito.

Lui si volta sorpreso, ricomponendosi subito dopo e sorridendomi felice.

“Ran.”

Incrocio le braccia al petto, e il mio piede – nascosto dalla lunga e ampia gonna – tamburella impaziente a terra.

Shinichi mi osserva confuso, mentre i signori che poco fa erano al suo fianco si allontanano.

“L'hai detto a tua madre?!” Sbotto, offesa.

Non sono arrabbiata dal fatto che l'abbia informata – mi sembra un'azione più che lecita, escludendo il mio caso –, ma piuttosto perché non me l'ha detto, e non mi ha chiesto se ero d'accordo.

Shinichi mi trascina verso la vetrata, cingendomi la vita con un braccio.

“Ran, stavo per venirtelo a dire...” Mormora, abbassando la voce. “Tuo padre ha parlato con lei, e per qualche strano motivo è saltato fuori il discorso del mese di Luglio, quando hai iniziato a sentirti male. Mia madre ha solo fatto due più due.”

Sgrano gli occhi. “Papà non lo sa ancora vero?”

“No, no! Stai tranquilla, ok?” Mi sorride, baciandomi la punta del naso.

L'ennesimo applauso si solleva nella stanza.

Santo cielo! Non possiamo neanche più sfiorarci che applaudono!

Shinichi alza gli occhi al cielo, e mi invita verso il banchetto.

Quando viene richiamato da alcuni signori mi allontano, per concedergli un po' di spazio.

“Ran!” Mi volto sorridente, richiamata nuovamente dalla voce della mia neo-suocera.

È come sempre elegantissima, e si avvicina accompagnata da un giovane uomo biondo e una donna castana che avrà appena vent'anni. Entrambi hanno i tratti somatici tipici dei paesi occidentali.

Si fermano davanti a me, sorridenti. “Vorrei presentarti Michael Black e sua moglie, Kate Garrent.” Yukiko fa un ampio gesto con la mano, entusiasta. “Sono due famosi attori di Broadway, e mi sono permessa di invitarli. Michael e Shinichi si sono conosciuti qualche anno fa dopo uno spettacolo, e si sentono spesso per telefono.” Mi spiega, sussurrandomi all'orecchio.

Adesso che ci penso quest'estate Shinichi mi ha offerto di passare una settimana a New York, e mi aveva accennato a questo suo amico che lavora a Broadway...

“Molto piacere.” Mormoro, imbarazzata, stringendo la loro mano.

“Tanti auguri, Ran, sono davvero felice per voi!” Trilla Kate. Rimango sorpresa nel constatare che riesce a parlare tranquillamente il giapponese, con una pronuncia quasi perfetta. Sembra una persona simpatica.

“G-Grazie.” Balbetto, colpita dalla sua felicità e dal suo parlato.

“Shinichi mi ha parlato spesso di te.” Interviene Michael, anche lui usando un giapponese preciso. “Sono molto contento per voi.”

Arrossisco, senza saper cosa dire se non ringraziarlo.

La mia ancora di salvezza arriva prontamente, cingendomi la vita con un braccio e tenendo l'altro all'amico.

“Ehi, Michael!” Shinichi sorride all'amico, che stringe la sua mano, entusiasta.

“Shinichi! Ho appena conosciuto la tua mogliettina.” Ridacchia, ammiccando in mia direzione.

Mio marito ridacchia, nervoso. “Grazie per essere venuti.”

“Siete davvero una bellissima coppia! Siete perfetti insieme!” Trilla ancora Kate, battendo anche le mani.

Yukiko, ancora al suo fianco, esulta, annuendo. “Hai ragione! E in più stanno aspettando un bambino!”

Sgrano gli occhi, e per un momento rischio di cadere a terra; solo il braccio di Shinichi mi salva da un possibile svenimento.

“Mamma!” Lo sento sibilare, mentre mi reggo a lui, cercando di recuperare l'equilibrio.

“Oh, tranquillo Shinichi! Sono nostri amici, sono certa che non lo diranno a nessuno.” Ride Yukiko, mentre i due attori abbassano gli sguardi per osservarmi la pancia, stretta nel bustino dell'abito bianco.

Avvampo, stringendomi di più nell'abbraccio di mio marito.

“Ehm...” Mormora lui, in imbarazzo. “Vi saremmo grati se non diceste ancora niente a nessuno...” Gli sguardi dei due americani si fanno sorpresi, così Shinichi si affretta a spiegare. “Non abbiamo ancora avuto l'occasione di informare i genitori di Ran, e vorremmo farlo in un momento più opportuno...”

“Certo! Non vi preoccupate.” Sorride Kate, staccando gli occhi dal mio ventre piatto per guardarmi negli occhi.

“G-Grazie...” Mormoro, preoccupata.

Shinichi mi trascina via, dirigendosi verso il tavolo principale.

“Tranquilla, non diranno niente.” Sussurra al mio orecchio, baciandomi poi la tempia.

Sorrido, rincuorata.

L'importante è che papà non venga a conoscenza del mio piccolo 'segreto'.

“Ran.” Mi volto, per osservare mia madre che mi sorride.

“Mamma!” Esclamo, abbracciandola, mentre Shinichi si allontana per lasciarci la nostra privacy.

Lei si separa da me, assumendo un'espressione seria. Si sistema gli occhiali sul naso. “Non devi dirmi niente, tesoro?” Mi domanda, scrutandomi.

Sgrano gli occhi, e probabilmente sono impallidita. “Ehm... non... non saprei...” Mormoro, guardandomi intorno alla ricerca di un appiglio.

“Non pensi di dovermi dire che sto per diventare nonna?” Mia madre assottiglia lo sguardo, fissandomi seriamente.

O. Mio. Dio.

“C-Cosa?” Balbetto, iniziando a sudare freddo.

Dopo alcuni secondi Eri scoppia a ridere, lasciandomi esterrefatta.

“Tesoro, stai tranquilla, non sono arrabbiata. Mi ha detto tutto Yukiko.” Sorride, sorseggiando lo champagne dal bicchiere di cristallo.

Spalanco la bocca. Sbaglio o dovevamo tenere segreto tutto quanto? Di questo passo lo sapranno tutti!

“Non sei... delusa?” Domando, timorosa.

So bene come la pensa mia madre riguardo al matrimonio, e già che abbia accettato che io e Shinichi ci sposassimo così giovani mi è sembrato un miracolo, ma addirittura accettare che io sia incinta mi sembra impossibile per lei.

Eri mi scruta per un lungo attimo. “Perché dovrei?”

“Beh... mi hai sempre raccomandato di aspettare, e di non fare passi affrettati...” Mormoro, agitata.

“Tesoro.” Mi richiama mia madre, appoggiando il bicchiere al tavolo vicino cui ci troviamo. Mi prende la mani, sorridendomi dolcemente. “Io non ti giudicherei mai. Non dico che non è un passo affrettato il vostro, ma alla fine a me interessa solo che tu sia felice. Ammetto di essere un po' preoccupata per il tuo futuro, dopotutto non potrai frequentare a lungo l'università nelle tue condizioni, però sono convinta che impegnandoti prima o poi riuscirai a recuperare tutto quanto.”

“Grazie.” Sussurro, emozionata, stringendola in un abbraccio.

Sento un leggero tossicchiare alle mie spalle, e mi ritrovo davanti a mio padre, che sorride imbarazzato.

“Papà.” Sorrido, abbracciando anche lui.

Mi accarezza i capelli, e sento che si sta trattenendo dallo scoppiare in lacrime.

“Ran.”

Rimango accoccolata al petto dell'uomo che mi ha cresciuta per tutti questi anni, mentre alcune lacrime sgorgano dai miei occhi. Mi allontana, cancellandole con le sue dita sottili.

“Su, non piangere, piccola.” Mi sorride, anche se noto che anche agli angoli dei suoi occhi sono presenti alcune piccole gocce di lacrime. “Spero tanto che sarai felice.”

Torno a stringerlo, cercando di trasmettergli tutto il mio affetto. “Grazie, papà. Ti voglio bene.”

“Anche io, tesoro, anche io...”

Mi separo da lui, cancellando gli ultimi rimasugli di lacrime.

“Vado... a vedere come se la passa l'attore... credo che abbia bevuto un po' troppo...” Mormora, cercando di cambiare discorso. È sempre stato restio alle dimostrazioni di affetto.

Però... “Michael è ubriaco?!” Chiedo, inarcando un sopracciglio.

Mio padre annuisce, sistemandosi la cravatta. “Vado a controllarlo. Deve solo provare a rovinarti il matrimonio che lo stritolo con le mie stesse mani.”

Ridacchio, mentre Kogoro si allontana, diretto al banco con il vino, dove noto Michael, che tiene fra le mani una bottiglia di champagne e sta imitando alcuni famosi attori. Gli invitati ridono, e spero che continuino a farlo, augurandomi che la situazione non degeneri. Dopotutto è pur sempre un uomo ubriaco, quindi è imprevedibile.

Mi incammino per la sala, alla ricerca di Shinichi. Chissà quando farà portare fuori la torta, ho davvero appetito...

Avvampo al pensiero che a causa della mia gravidanza ho continuamente fame.

Di mio marito non c'è traccia nella sala e sul terrazzo, ma Sonoko mi fa l'occhiolino, indicandomi l'ingresso. Decido di seguire la sua indicazione.

Improvvisamente due braccia mi cingono la vita, trascinandomi in un piccolo corridoio.

“Non dovremmo occuparci degli invitati?” Rido, mentre le braccia di Shinichi mi stringono la vita, spingendomi dentro una delle tante stanze della villetta affittata appositamente per il banchetto.

Inizio a vedere positivamente la situazione che si è creata in sala, ovvero la sbornia di Michael: gli ospiti non hanno notato che ci stiamo allontanando.

“Mmm...” Mormora Shinichi, chiudendo la porta alle nostre spalle, e spingendomi ad appoggiare la schiena contro di essa. Appoggia lo fronte alla mia, socchiudendo gli occhi.

Il suo sorriso si accentua. “Penso che gli invitati possano resistere per qualche minuto senza gli sposi.”

Le sue labbra si posano sulle mie, sfiorandole dolcemente. Incapace di restare ferma faccio risalire le mie mani lungo il suo busto, fino ad arpionare con delicatezza i suoi capelli scuri.

Si allontana di pochi millimetri. “Visto?” Ride, “Nessun applauso finalmente.” Sussurra sulle mie labbra, per poi tornare a lambirle con le sue.

Sorrido, per poi lasciarmi trasportare dall'amore che provo per lui.

Non so per quanto tempo restiamo a baciarci chiusi nella stanza, ma ad un certo punto ci separiamo, entrambi con il fiatone.

“Forse è meglio tornare di là...” Mormoro, con il fiato corto.

“Mmm...” Brontola Shinichi, sfiorandomi con la punta del naso la spalla nuda.

Sussulto, e mi stringo di più a lui. Accidenti.

Ridacchia, e si separa da me.

“Ok, andiamo di là.” Ride, mentre io sbuffo.

Mi prende per mano, e ci dirigiamo nella sala, dove l'attenzione della maggior parte degli ospiti è ancora fissa su Michael, e ciò ci permette di ritornare senza subire occhiate maliziose o altro da parte degli invitati. Speriamo solo che la situazione non precipiti.

Shinichi mi porta vicino al banchetto più grande, dove tra non molto farà portare la torta nuziale.

“Non sapevo avessi ingaggiato anche un intrattenitore.” Ridacchio, cercando di stemperare l'irritazione di Shinichi. So bene quanto detesti questo genere di cose.

Lui sbuffa. “Speriamo solo che non beva più e non faccia disastri...” Mormora, abbracciandomi.

Incapace di resistere alzo il viso, baciandolo.

Questa volta fortunatamente nessuno applaude, e la cosa non può che farmi piacere.

“Cosa?!” Sento le urla di mio padre, e mi separo dalle labbra di Shinichi.

“Cosa succede?” Chiedo, confusa. Shinichi mi rivolge un’occhiata perplessa.

“Non lo so…”

“Ran!” Urla mio padre, facendosi spazio fra gli invitati. Il suo volto è rosso. “Sei davvero incinta?!”

Mi sento mancare, mentre inizio a sudare freddo. Come fa mio padre a saperlo?!

“Kogoro...” Mormora Yusaku Kudo, posando una mano sulla sua spalla. Immagino che anche lui sappia la verità. Osservo il volto livido di mio padre.

“P-Papà...” Balbetto, avvicinandomi a lui. “Ti prego, calmati. Sei appena uscito dall'ospedale...”

Nel caso gli venisse un altro infarto il medico ha detto che le possibilità di sopravvivenza sarebbero scarsissime, non possiamo rischiare.

“Non mi interessa!” Sbraita papà, liberandosi del braccio di mio suocero. “Ran, ora rispondimi! Sei, o non sei incinta?”

Rimango imbambolata in mezzo alla sala, sotto lo sguardo curioso degli ospiti, che restano in silenzio, aspettando il mio verdetto.

“S-Sì...” Balbetto, colpevole.

Kogoro alza gli occhi al cielo, e cade all'indietro. I due uomini che erano vicino a lui, ovvero Yusaku e il dottor Hokichi, lo prendono al volo, e lo stendono delicatamente a terra, mentre quest'ultimo inizia a visitarlo velocemente. Dietro a loro vedo Michael che ride, mentre sua moglie Kate cerca di strappargli di mano la bottiglia di vino.

“Papà!” Strillo, correndogli incontro, ma le braccia di Shinichi mi cingono la vita, facendomi cozzare contro il suo petto.

“Calmati, Ran!” Sussurra Shinichi, immobilizzandomi le braccia contro il busto. “Non devi agitarti.”

“M-Ma... papà...” Borbotto, sull'orlo delle lacrime. Mio Dio, ma non capisce che potrebbe avere un infarto?!

“Shh...” Sussurra, stringendomi. “È solo svenuto, non vedi che c'è il dottore vicino a lui?”

Gli ospiti iniziano a bisbigliare e ad agitarsi, e la madre di Shinichi prende il controllo.

“Signori, non preoccupatevi, il signore è solo svenuto! Non è successo niente di grave, è solo l'emozione!” Dice Yukiko, alzando la voce per farsi sentire da tutti i presenti che stanno iniziando a bisbigliare.

Noto lo sguardo di alcune signore posarsi sul mio ventre piatto, mentre mia madre sorride incoraggiante, mentre accarezza i capelli di mio padre.

Dio, che vergogna.

Mi rifugio fra le braccia di Shinichi, che mi stringono con delicatezza. Lacrime amare iniziano a solcarmi il volto.

Tre uomini prendono in spalla mio padre, portandolo in una stanza separata, per farlo riposare.

“Vieni...” Mormora mio marito, con il chiaro intento di far portare la torta, forse per distrarre gli ospiti dall'accaduto.

“Ti prego...” Sussurro, agitata; mi asciugo le lacrime con il dorso della mano. “Possiamo aspettare che si svegli mio padre... per la torta?”

Shinichi mi sorride dolcemente. “Certo.”

Mi allontano, dirigendomi verso l'ingresso, per cercare la camera in cui è stato portato papà, ma una donna mi ferma.

“Felicitazioni, cara!” Esclama una donna anziana, che credo sia una conoscente di Yukiko. “Sono certa che sarà una bellissima bambina, proprio come la madre.” Mi sorride dolcemente.

Arrossisco. “G-Grazie...” Balbetto, colpita. “A-A dire il vero... non sappiamo ancora... se sarà maschio o femmina...”

Lei mi sorride. “Io ho un buon presentimento. Sono sicura che sarà una bellissima bambina.”

Abbasso lo sguardo sul mio ventre piatto. “Dice?”

“Sì.”

“Grazie.” Sorrido, contenta, per poi dileguarmi nel piccolo corridoio.

Trovo i tre uomini di prima che stanno uscendo, ed entro timorosa.

Il dottor Hokichi sta risistemando il colletto della camicia di mio padre, mentre mia madre è seduta al suo fianco.

“Ran.” Sorride, tranquillo. “Non ti devi preoccupare, tra poco dovrebbe riprendersi. È stato solo lo shock.”

“M-Ma... come ha fatto a scoprirlo?” Chiedo, anche se ho un vago sospetto su chi possa avergli rivelato la verità.

Hokichi sospira. “È stato quel giovane attore americano.” Lo sapevo. “Era ubriaco, e ha iniziato a parlare a sproposito. Però non so chi gli abbia detto che sei incinta.”

Sospiro a mia volta. “È stata Yukiko.”

Il dottore annuisce, uscendo dalla stanza. Mi accomodo sul bordo del letto, dalla parte opposta a mia madre, e sfioro la mano fredda di papà.

“Ran, se vuoi puoi tornare di là, resto io con lui.” Sorride dolcemente Eri, alzandosi.

“Credo...” Mormoro, mordendomi un labbro. “Credo che sia giusto che resti qui... Vorrà parlarmi...”

Mamma annuisce, e quando nota che mio padre sta iniziando a muoversi si avvicina.

“Caro?” Lo chiama, scuotendolo debolmente. “Caro, mi senti?”

Kogoro mugugna qualcosa, per poi sollevare appena le palpebre e richiuderle subito dopo.

“Come ti senti?” Gli chiede sempre, mia madre.

Papà si porta una mano alla testa, massaggiandosela. Quando tenta di sollevarsi Eri lo ferma, facendolo sdraiare nuovamente.

“Sto bene, Eri...” Borbotta, aprendo finalmente gli occhi. Quando incontra il mio sguardo sgrana gli occhi, e si volta verso la porta.

Mia madre si alza ed esce dalla stanza, lasciandoci soli. Il silenzio cala nella camera.

“Papà...” Sussurro, dopo alcuni minuti. Il suo viso rimane voltato, teso. “Papà... ti prego, ascoltami...”

“Sei incinta, quindi?” Sbraita, incrociando le braccia al petto.

“Sì.” Stringo i denti. Non deve usare un tono simile quando parla di questa situazione.

“Bene.” Sibila, scendendo dal letto, dalla parte opposta alla mia.

“Papà, aspetta!” Strillo, alzandomi in piedi e raggiungendolo davanti la porta.

“Ran, capisci il significato di una promessa?” Mi chiede, duro.

Deglutisco, colpita dal suo tono ferito.

“Mi sembra di essere stato abbastanza accondiscendente nei vostri confronti negli ultimi tempi, quindi non capisco per quale motivo mi abbiate tenuto nascosta una cosa simile!” Sbotta, tirando un pugno alla porta.

Faccio un passo indietro, terrorizzata. “Noi non...”

“Quel maledetto...” Sibila, stringendo con forza i pugni. “Gliela faccio vedere io, adesso...”

Cerca di aprire la porta, ma lo fermo tirandogli un braccio.

“Ti prego, papà! Non è stata colpa sua! Sono io che sono andata a casa sua!” Urlo, aggrappandomi al suo braccio.

Mio padre mi guarda scandalizzato. Avvampo.

“T-Tu...” Balbetta, fermandosi. Scuote il capo, mentre il suo viso è rosso quasi quanto il mio. “Q-Quando è successo?”

Se possibile divento ancora più rossa. “Ehm... q-quando... n-non volevi m-mandarmi a v-vivere c-con lui...” Balbetto, a disagio.

“Oh... Ah!” Esclama, dopo aver rimuginato sulle mie parole. Abbasso lo sguardo, bordeaux.

Mio padre si passa le mani sul viso, sconvolto. “O mio Dio...”

Arretra, fino a sedersi sul letto, affondando il volto nei palmi delle mani. Io resto immobile davanti alla porta, incapace di muovermi, pietrificata dall'imbarazzo.

“Ascolta, Ran...” Mormora mio padre, senza alzare il viso. “Sei... sei... sei certa di... volerlo tenere?”

Mi immobilizzo, spiazzata dalla sua domanda.

“Certo, papà!” Esclamo subito, risentita, portandomi le mani sulla pancia, come a proteggerla.

“So che può sembrare strano...” Mormoro, abbassando il tono. “Però... Io voglio davvero questo bambino... E non potrei mai fargli del male.”

Mio padre solleva il viso, incontrando il mio sguardo deciso.

Restiamo in silenzio a scrutarci, fino a quando non si alza in piedi e mi viene ad abbracciare.

“Va bene, tesoro.” Sussurra, sospirando. “Mi dispiace di aver reagito così male...”

Sorrido, anche se ancora agitata.

Passiamo alcuni minuti chiusi in camera, e subisco le domande di mio padre, che ancora non riesce a concretizzare l'accaduto.

Rido, quando appoggia una mano sulla mia pancia, aspettandosi di ricevere 'segnali' da parte del bambino. Ha chiesto se potrà essere presente quando a fine mese andremo a fare la prima ecografia; se tutto andrà bene potremo finalmente scoprire se si tratta di una bambina – come diceva quella signora – oppure di un maschietto.

“Avete già deciso i possibili nomi?” Mi chiede papà, curioso.

“Ehm... no, non ancora...” Mormoro. Abbiamo sfiorato il discorso parecchie volte, ma non abbiamo stilato una possibile lista.

“Mmm... se è una bambina...” Mio padre, alza gli occhi verso di me, timoroso. “La chiamerete Yoko?”

Rimango a fissarlo imbambolata.

Cosa?!

“Ehm...” Mugugno, alzando gli occhi al cielo. Non devo essere sgarbata, è già strano che abbia accettato la mia gravidanza così velocemente. “Ci penseremo, d'accordo?”

Mio padre borbotta qualcosa, alzandosi in piedi.

“Forza! Andiamo di là, non vedo l'ora di mangiare la torta!” Esclama, massaggiandosi la pancia.

Ridacchio, e lo seguo nella sala, che cala nel silenzio totale non appena io e mio padre ci facciamo spazio fra gli invitati.

Noto Shinichi in fondo alla sala, che mi osserva preoccupato. Gli sorrido, e lui, cogliendolo come segnale, richiama l'attenzione degli ospiti, invitandoli a non allontanarsi.

Lo raggiungo a uno dei tavoli da banchetto, mentre gli ospiti si riuniscono intorno a noi, trepidanti.

Nella sala fanno il loro ingresso due camerieri, che spingono un carrellino bianco, sul quale è posta la torta nuziale. Non è molto grande: a quattro piani, ricoperta di glassa bianca, decorata da due piccoli mazzi di rose bianche ed edera, rilegati da un piccolo drappo di seta bianca.

Gli ospiti applaudono, mentre i camerieri depositano la torta sul tavolo davanti a me e Shinichi.

Uno di loro mi porge un coltello lungo ed affilato, e lo stringo con mano tremante.

Shinichi si pone dietro di me, posando una mano sul mio fianco e l'altra sulla mia, impugnando con me la posata.

Sotto gli scatti delle macchine fotografiche iniziamo a tagliare la prima fetta di torta. Un altro applauso riempe la sala, e non appena la prima coltellata è andata a segno lasciamo che siano i camerieri a continuare.

Shinichi mi abbraccia, mentre gli ospiti ci sorridono e iniziano ad andare a sedersi, mentre altri vengono a congratularsi con noi, soprattutto riguardo la gravidanza.

Quando i festeggiamenti sembrano essere giunti al termine, e tutti ci troviamo sulla terrazza ad ammirare il sole che sta per tramontare, i violini riprendono a suonare, mossi dalle mani esperte dei musicisti. Le tastiere fungono da accompagnamento, e mi ritrovo faccia a faccia con Shinichi, che si inchina, offrendomi la sua mano.

La accetto titubante, notando che tutti gli sguardi sono posati su di noi. Iniziamo a volteggiare, seguendo la musica.

Mi sento in imbarazzo. Nessuno ha ancora iniziato a seguirci, e sento gli occhi di tutti puntati su di noi, ma ben presto mi perdo nello sguardo blu di mio marito. Una strana scintilla illumina i suoi occhi color dell'oceano, e sono certa che siano lo specchio dei miei. Stessa felicità, stessa pace interiore.

In breve noto che anche Sonoko e Makoto si sono uniti a noi, seguiti dai nostri genitori, che volteggiano indisturbati al nostro fianco, sorridenti.

I miei occhi rimangono incatenati a quelli di Shinichi, che sorride beato.

Quasi non mi accorgo che la musica ha smesso di echeggiare nell'aria, e mi fermo solo quando mio marito pianta i piedi a terra, attirandomi a sé e baciandomi.

Questa volta non sento gli applausi fino a quando non mi separo da lui, rendendomi conto che gli invitati stanno già battendo le mani, probabilmente da più tempo.

“Andiamo?” Mi chiede sottovoce Shinichi, sorridendo.

Annuisco debolmente, cercando con lo sguardo mia madre.

Lei mi raggiunge, seguendomi accompagnata da mio padre e i genitori di Shinichi.

Prima di abbandonare la sala ci voltiamo un'ultima volta, salutando e ringraziando gli ospiti per la loro partecipazione.

“Dove andiamo, adesso?” Chiedo sottovoce a Shinichi, mentre mia madre mi aiuta ad indossare un cappotto bianco.

“Sorpresa.” Mi risponde, girandosi poi verso Yusaku, con il quale parla sommessamente, e la madre Yukiko.

Sbuffo, voltandomi verso i miei genitori.

“Tranquilla Ran, vedrai che ti piacerà.” Sorride mamma. “Tornerete giusto in tempo per l'università. La valigia per il viaggio te l'ho già preparata, è tutto pronto.”

“Andiamo in viaggio?” Chiedo, confusa. Non abbiamo organizzato niente.

Mia madre Eri si avvicina, con un sorriso furbo dipinto sul volto, abbracciandomi.

“Buon viaggio, piccola. Fai attenzione, mi raccomando.”

Annuisco inerme, mentre cerco di capire dove mi porterà Shinichi.

Mio padre mi abbraccia, titubante.

“Tesoro, non mi combinare altri pasticci... Sono ancora troppo giovane per un altro infarto.” Ridacchia, nascondendo il disappunto. Sorrido, cercando di non pensare al rischio che oggi ho fatto a correre a mio padre.

“Non ti preoccupare, papà.”

“Andiamo?” Mi chiede Shinichi, apparendo alle mie spalle, dopo aver saluto i suoi genitori.

“Sì.”

Prima però mi avvicino ai miei neo-suoceri, abbracciandoli teneramente.

“Grazie mille... per tutto...” Sorrido, imbarazzata, riferendomi alla fantastica cerimonia e seguente festa di oggi.

“Figurati tesoro, è stato un piacere!” Esclama Yukiko, entusiasta.

Mi volto verso Shinichi, che ha abbassato gli occhi sotto lo sguardo truce di mio padre. Gli lancio un'occhiataccia, prima di attaccarmi al suo braccio.

Shinichi solleva lo sguardo, e gli sorrido raggiante.

Saluto un'ultima volta i miei famigliari, e ci avviamo fuori dalla villa, diretti verso il cancello, oltre il quale scorgo la limousine che ci ha condotti qui questa mattina.

“Mi vuoi dire dove stiamo andando?” Gli chiedo ancora, mentre varchiamo il cancello nero.

“No.” Ridacchia, aprendomi la portiera.

Sbuffo, ed entro in auto, seguita da lui.

“Non mi dai nemmeno un indizio?” Cerco di intenerirlo, facendo gli occhi dolci.

Lui alza gli occhi al cielo.

“È un posto che si deve raggiungere in aereo.”

Lo guardo perplessa. “Grazie tante...” Borbotto.

Lui scoppia a ridere.

“È una sorpresa.” Ripete, prima di prendermi il volto fra le mani.

Fingo di pensare, fino a quando non sento le sue labbra sulle mie.

Vorrà dire che rimanderò i miei tentativi per scoprire dove stiamo andando a più tardi.

Adesso voglio solo godermi questo momento, con mio marito.

 

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Tratto dal Capitolo Ventisei: Futuri Genitori

I miei occhi riescono finalmente a distinguere i contorni frammentati e contorti del piccolo corpicino che vive dentro di me, e si riempiono di lacrime.

La mano di Shinichi stringe la mia con maggior forza, e sento che anche lui è emozionato, quasi quanto me.

“È... è davvero lui?” Chiede, con voce tremante, traboccante d'emozione.

“Lei, direi.” Sorride la dottoressa.

Spalanco gli occhi, colmi di lacrime. “È... è... una bambina?”

“Proprio così.” Sorride Mizuno, dolcemente. “Credo che ad Aprile potremo finalmente dare il benvenuto a questa piccolina.”

   
 
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