Anime & Manga > Vampire Knight
Segui la storia  |       
Autore: Jemei    10/12/2009    2 recensioni
"L’altro stringe fra le braccia Sonno, il fratello di Morte, e la malvagia notte, avvolta in una nuvola vaporosa. E là i figli della nera Notte hanno la loro dimora, Sonno e Morte, terribili dei."
La guerra distrugge e crea; domina tutti, anche i Vampiri che ingannano la Morte.
E questa volta, saranno loro a bagnarsi di strage le mani.
Genere: Generale, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Zero Kiryu
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Qualche piccola precisazione prima di iniziare.
Intanto vi chiedo di avera pietà, ho avuto un 'blocco dello scrittore' assurdo e non pubblico da mille anni, di conseguenza sono un po' arruginita. E' la prima volta che mi cimento davvero in una long-fic, spero che il risultato alla fine sia buono. Mi piace Vampire Knight, a dire il vero lo adorerei di più se non ci fosse Yuu..coff. Scusate u_u
La fic è a base yaoi, ma tratterà anche altri temi, soprattutto non parla solo di sentimenti ma anche di guerra e azione. E' segnata come arancione perchè più avanti potrebbero esserci temi forti, violenti, che potrebbero infastidire. Come detto, sarà presente lo yaoi ( non ci vuole molto ad indovinare tra chi, aw! ), relazioni eterosessuali, incesto ( per chi ha già letto qualcosa di mio sa che è quasi una costante, sì sono noiosa, lo so >_> ).
Ci saranno moltissimi riferimenti ai miti greci, che comunque saranno spiegati nel caso qualcuno non li conoscesse – sono una fissata con la Grecia, sì. Inoltre, alcuni nomi saranno lasciati secondo la versione originale o inglese ( tipo 'Kaname-Sama', solo perchè 'Nobile Kaname' mi schifa un po'; o Bloodbond ), sia per un fatto di suono, sia perchè alcune parole, come Bloodlust, credo siano difficili da spiegare in italiano, mentre iin inglese rendono molto meglio.
Detto questo, spero vi piaccia e... buona lettura.


Slaying the Dreamer



A volte si stupiva di quanto potesse essere pericolosa la razza femminile. Credeva di essersi ormai abituato a quella massa urlante di ragazzine, ma evidentemente non era così; il lavoro stava diventando sempre più stancante e rischioso, tanto che a volte pensava malignamente di cedere all'istinto e tornarsene nella sua stanza, permettendo a quelle gatte inferocite di gettarsi sui ragazzi della Night Class.
Ah, che bella, soddisfacente immagine. Davvero.
Tanto mica li avrebbero ammazzati, no? Erano pur sempre vampiri, suvvia!
Tra l'altro, da quando Yuuki si era riscoperta vampira a sua volta – tanto per aggiungere una dose di felicità nella sua vita, eh – non lo aiutava più con la Day Class e, di conseguenza, si ritrovava a far tutto il lavoro da solo.
“Indietro!”
Almeno sapeva ancora spaventarle, pensò con una punta di soddisfazione. E senza mostrare i canini.
Le ragazze si ritrassero bisbigliando tra di loro, gettandogli maledizioni a bassa voce e promettendo di procedere con dei riti voodoo. Quando si furono calmate – o così sembrò – il Disciplinare sospirò rilassandosi, cercando un attimo di pace. Che fu interrotto quando le porte della sezione notturna si aprirono; immediatamente quella folla precedentemente placata ed allontanata tornò alla carica, gridando e strepitando, chiedendo attenzioni. Il tutto, naturalmente, mentre i bei vampiri si limitavano ad un sorrisino, ad un saluto, o ad un gesto noncurante. Troppo inferiori, per esseri come loro, delle donne umane.
“E maledizione...” sibilò, spingendo indietro un'ennesima ragazzina, riportandola al suo posto, rischiando di cadere quando una sua amica, dandole man forte, pensò bene di gettarsi contro di lui. Le ginocchia cedettero e il ragazzo perse l'equilibrio – per fortuna non dovette neanche usare la propria agilità di vampiro, perchè una mano premette sulla sua schiena, bloccando la caduta. Per completare con un bel finale la sua giornata, si ritrovò tra le braccia di Kaname Kuran.
Dio, dimmi che mi odi. Ammettilo.
Quando alzò gli occhi di quel particolare color viola incrociò quelli castani, sfumati di cremisi, del Purosangue, che per tutta risposta gli sorrise – quel sorriso sottile e appena visibile di presa in giro, che tutti credevano manifestasse cortesia e gentilezza. Non con lui, evidentemente. Perchè verso un quasi Livello E, un vampiro di sangue puro non poteva provare altro che disprezzo e superiorità.
“Dovresti stare attento, Kiryuu. Così rischi di farti male”, commentò quello, limitandosi a fissarlo. Per tutta risposta Zero ringhiò a bassa voce, sollevandosi di nuovo ed allontanandosi dal nemico – perchè tale era.
“Ti ringrazio per la premura, Kuran”, ribattè ironicò, dandogli le spalle per radunare le ragazze della Day Class, senza vedere il sorrisino che piegò le labbra del ragazzo castano, che si limitò a passarsi una mano tra le ciocche morbide e sottili.
“Kaname-sama...”
Si voltò quando sentì Ruka sfiorargli il braccio, per richiamare la sua attenzione e per invitarlo a camminare per evitare di essere aggredito da qualche studentessa con una crisi ormonale.
Rivolse un'ultima occhiata all'Hunter, prima di seguire l'amica di infanzia, avviandosi verso la classe con un sospiro.
La solita noiosa routine. Mai che ci fosse qualcosa di nuovo in quella scuola – perchè al di fuori, purtroppo, ce n'era fin troppo.

( Darkness falls across the land
The midnite hour is close at hand
Creatures crawl in search of
blood )

La brezza serale che soffiava dalle finestra era piacevole, anche se si stava avvicinando l'inverno e le temperature si stavano facendo mano a mano più rigide. Seduta sul davanzale, una gamba a penzoloni, osservava le varie ragazze umane che cercavano di spiare gli studenti della sezione notturna, senza tra l'altro troppi risultati. Sorrise divertita senza dire nulla, voltandosi verso l'interno della stanza quando la porta del bagno si aprì, riempendo la camera di fumo.
“Pensavo stessi annegando lì dentro”, commentò ironica, scendendo dal davanzale per raggiungere il ragazzo che nel frattempo aveva avvolto un asciugamano bianco attorno ai fianchi e si stava asciugando i capelli scuri e lucidi. Le rivolse un'occhiata poco gentile, gettandole il pezzo di stoffa perchè continuasse lei quel lavoro, mentre lui si sedeva comodamente sul letto – servito e riverito, come no.
“Speravo mi raggiungessi. Mi hai deluso”, pigolò lamentandosi come un bambino, cercando con gli occhi i vestiti che aveva scelto, senza in realtà alcuna voglia di indossarli. Si zittì quando la compagna iniziò a frizionare le ciocche corvine con gentilezza, sedendosi dietro di lui, il corpo fin troppo vicino. Si appoggiò a lei chiudendo gli occhi, piegando il viso da un lato ed esponendo il collo bianco e sottile, invitante.
“Non tentarmi, non funziona.”
Non riuscì neanche a soffocare un sorriso quando sentì quelle parole, scostandosi per voltarsi e guardarla, un sopracciglio inarcato e l'espressione divertita e scettica.
“Ah no? Io credo proprio di sì”, disse avvicinandosi, gattonando persino sul letto con quei movimenti troppo felini che possedeva fin dalla nascita, alimentati e migliorati nel corso degli anni, più fluidi, simile ad acqua che si muoveva. Si bagnò le labbra con la punta della lingua, sfiorandosi il collo umido di goccioline con le dita. Non si concesse un'espressione soddisfatta neanche quando vide lo sguardo dell'altra tingersi di rosso.
“Stai rischiando...”, ringhiò a bassa voce, senza preoccuparsi di mostrare le zanne che brillarono come ossa nella notte, di un bianco candido e perlaceo. Affilate e letali, acuminate come veri e propri coltelli. Per tutta risposta lui, ancora semi-nudo, rise spudoratamente, gettando indietro il capo e spargendo gocciolin ovunque – trovandosi un istante dopo premuto contro il materasso, il peso della ragazza su di sé e le sue dita tra i capelli; la punta della lingua accarezzò la pelle lucida rendendola ancora più morbida, cercando la vena pulsante e succulenta. Chiuse gli occhi attendendo il momento fatidico, circondandole la vita con le braccia e trattenendola contro di sé. Sospirò di piacere quando finalmente le zanne affondarono, spaccando la carne e facendo sgorgare il sangue rosso e denso, caldo, e soprattutto così prezioso e saporito da mandarla in estasi. Succhiò gentilmente senza fargli male, raccogliendo ogni goccia, gustandola come se fosse vino, nutrendosi di lui come già era successo mille e mille volte. Quando si scostò, finalmente, sfiorò la ferita con le labbra per risanarla e raccolse gli ultimi schizzi rossi, sollevandosi per guardarlo.
“Te l'avevo detto che stavi rischiando”, commentò senza sorridere, guardando quel viso simile al suo sotto di sé. Il vampiro rise di nuovo, alzandosi il busto e strattonandola verso di sé per un bacio breve al sapore di sangue.
“Meglio che ci vestiamo. Non vogliamo certo arrivare tardi, mh?”
Annuendo lei si alzò gettandogli l'asciugamano, spogliandosi senza troppi problemi e aprendo l'armadio per vestirsi nel modo adeguato – in fondo mica tutti i giorni si incontrava un preside, suvvia. L'altro si godette lo spettacolo senza troppi problemi, concentrandosi sui segni che marchiavano parte delle braccia della vampira. Sospirando afferrò i propri vestiti, infilandoli rapidamente.
Non ci volle molto perchè entrambi fossero pronti e presentabili, nonostante ciò che era appena successo. Ma erano stati discreti, non avevano lasciato neanche una goccia di sangue.
Afferrendole la mano e portandola alle labbra per un bacio la guardò negli occhi dal colore simile, sorridendo.
“Iniziamo lo spettacolo.”

( This is the darkest fight
The fight of a thousand years
The pounding of
blood
Through our veins )

Il preside Cross sorrise ai due ragazzi davanti a sé senza scomporsi – provandoci almeno -, cercando di ignorare l'inquietante somiglianza che li caratterizzava. Senza perdere la sua solita allegria li aveva accolti nel suo ufficio facendoli accomodare sulle poltroncine davanti alla scrivania e aveva persino offerto loro qualcosa da bere, che avevano rifiutato con un sorrisino strano, guardandosi per un attimo.
“E' singolare arrivare a metà anno, ma naturalmente non ho alcun problema a farvi frequentare la scuola... Forse potreste trovarvi in difficoltà con il programma scolastico”, riflettè ad alta voce, facendo cadere due zollette di zucchero nel suo tè.
La ragazza sorrise tranquilla, accavallando le gambe snelle lasciate scoperte dalla gonna corvina asimmetrica, corta da una parte e che si allungava diagonalmente.
“Non sarà un problema, i nostri voti sono sempre stati piuttosto alti”, assicurò conciliante, guardando l'uomo mescolare la bevanda e portare la tazzina alle labbra. Si sentiva stranamente a disagio, forse per il colore particolare degli occhi altrui, forse per un semplice istinto – il suo istinto da Hunter, sì.
“Eccellente, eccellente... Be', allora non ci saranno assolutamente problemi. Posso chiedervi come mai avete scelto di unirvi a noi così tardi?”
La risposta non arrivò subito e si premurò di notare l'occhiata che si erano scambiati i due ragazzi dalle dita intrecciate. Nessun dubbio che fossero piuttosto uniti. Fu il ragazzo a parlare questa volta, la voce bassa e piacevole, matura, anche se non dimostrava più di diciassette, diciotto anni.
“E' una storia lunga. Le consiglierei di chiamare il suo amico Touga, preside Cross.”
Non si chiese come potessero conoscerlo o perchè fosse necessaria la presenza dell'altro cacciatore di vampiri. Indossando la sua miglior espressione sorridente fece chiamare il professore, sperando che arrivasse in fretta. Dopo la storia di Maria Kurenai era diventato più attento nello scegliere i propri studenti, non voleva che si creassero altri problemi.
Nell'attesa che Touga arrivasse – probabilmente era ad importunare qualche vampiro – si prese qualche minuto per osservare le due figure davanti a sé, immobili come statue.
Un ragazzo ed una ragazza, entrambi della stessa età e, soprattutto, con lineamenti molto simili. All'inizio li aveva scambiati per fratelli, come Kaname e Yuuki che a modo loro si assomigliavano ma guardandogli meglio si era auto-corretto. Indubbiamente gemelli, anche se eterozigoti.
Stessa pelle chiara – be', erano vampiri – e stessi capelli scuri, lucidi e lisci; lei li teneva lunghi fino ai fianchi snelli, mentre quelli di lui arrivavano poco sopra le spalle in ciocche scalate e morbide, a volte quasi disordinate. La forma del viso era simile, i tratti sottili e delicati, anche se non eterei o fittizi come quelli delle bambole, piuttosto sembravano avere quella nobiltà arcaica che aveva visto solo nelle statue greche. Vita sottile, gambe lunghe e seno pieno, messo in evidenza dal corpetto scuro, la ragazza aveva tutte le carte in regola per essere un'autentica bellezza, tanto che con un sospiro si ritrovò a pensare che sì, batteva decisamente anche la sua piccola Yuuki. Lui era poco più alto, un fisico asciutto e ben fatto ma non esagerato, le dita lunghe da pianista, le labbra morbide e di un bel rosso, come quelle di lei. La loro somiglianza era evidente e al tempo stesso inquietante, qualcosa di raro per i gemelli di sesso differente. Erano diversi per un unico, piccolo particolare: se gli occhi di lei erano di un viola profondo e singolare, simile a quello di Zero, quello destro di lui era identico, mentre il sinistro era di un azzurro limpido e brillante come le acque dell'oceano. Entrambi avevano le braccia coperte, lei tramite dei bracciali che cingevano i polsi, lui grazie alla camicia ampia e comoda, elegante.
Si accorse di esser rimasto in silenzio per tutto quel tempo quando la porta si spalancò senza preavviso, mostrando prima la sigaretta accesa e poi l'insegnante di Zero, che neanche si premurò di spegnerla. E quando mai.
“Che vuoi, Kaien?”
L'altro uomo sospirò, scuotendo il capo e commentando qualcosa a proposito della poca educazione del suo amico. Non fece in tempo a rispondere, perchè i sensi anti-vampiro dell'Hunter erano già scattati e lo sguardo scuro si era spostato sui due ragazzi che non si erano mossi troppo rispetto a prima, a parte un braccio di lui attorno alle spalle esili della sorella.
“Altri vampiri?” ringhiò a bassa voce, avvicinandosi al preside che gli offrì una tazza di caffè, venendo fulminanto da un'occhiataccia.
“Sono nuovi studenti, cerca di essere gentil...”
“Ciao, Yagari.”
Neanche Touga, no. Yagari. Il primo nome, una confidenza intima, forse troppo, soprattutto a causa del tono di voce così basso, quasi sussurrato. Come quando si saluta un vecchio amico e non si vede l'ora di abbracciarlo.
“Oh, allora vi conoscete!” cinguettò Kaien, sorpreso di trovare due vampiri che conoscessero Touga- due vampiri ancora in vita, ovviamente. Si voltò per guardare il compagno che si era però bloccato, la sigaretta in procinto di cadere in un angolo delle labbra.
“No, non li conosco”, ribattè l'Hunter, sapendo di mentire. Lo sapeva qualcosa dentro di lui, una sensazione sgradevole, come quando si ha un brutto presentimento e si vuole far di tutto per non realizzarlo. Il ragazzo moro rise piano, divertito da quella risposta, stringendo maggiormente a sé la vampira, sfiorandole l'orecchio con le labbra.
“Non si ricorda di noi...”, si lamentò con un mugulio offeso, infantile – e qualcosa risuonò automaticamente nella mente dell'uomo, un campanellino d'allarme. Spostò lo sguardo sulla ragazza che sorrise senza mostrare le zanne, scostando una ciocca scura.
“Io credo di sì. Sarebbe davvero scortese da parte sua essersi scordato di noi, vero Yagari?”
Fu quando vide
quel sorriso– suadente, divertito, malizioso come quello di una strega - che si ricordò, che ricollegò le loro figure a qualcosa avvenuto anni e anni prima. La sigaretta gli cadde dalle labbra e per la prima volta apparve davvero sorpreso.
“...siete cambiati. Non vi avevo riconosciuto”, si giustificò senza distogliere lo sguardo, ignorando Cross che non ci stava capendo nulla. Risero entrambi, facendo rabbrividire i due Hunter – era come sentire ghiaccio bollente sulla schiena.
“Già. E' colpa dei tuoi amici, ci hanno fatto un.. brutto scherzo”, spiegò il vampiro senza scendere in particolari, lasciando la sorella che si sistemò, giocando con i capelli.
“Yagari?”
Tutti gli occhi si spostarono sul povero preside che, nel frattempo, era stato barbaramente ignorato. Con un sorriso incerto sul viso si voltò a chiedere spiegazioni, vedendo l'amico scuotere il capo.
“Li conosci, Kaien. Non sono neanche tanto cambiati.”
Kaien Cross tornò ad osservarli attentamente, cercando nella sua memoria – fino a trovare un angolo nascosto e ormai dimenticato, qualcosa che aveva studiato sui libri all'epoca della sua educazione come hunter. Il sorriso si congelò sulle labbra.
“Vi credevo estinti”, mormorò a bassa voce, improvvisamente più guardingo. Abbassò la mano per prendere la pistola anti-vampiro, ma si ritrovò il polso bloccato dalle dita sottili del ragazzo, che si era alzato con una velocità tale da risultare invisibile. Maledetti vampiri.
“Non c'è bisogno di preoccuparsi, preside Cross. Non siamo qui per voi. Stranamente, siamo qui per dare una mano”, assicurò con un sorriso, guardando la sorella. Solo quando fu certo che l'uomo avesse lasciato la pistola si allontanò, rimanendo in piedi alle spalle della ragazza, ancora comodamente seduta.
Touga si accese un'altra sigaretta, cercando di sfogare il nervosismo.
“Vi conviene parlare allora, vampiri. Di casini ne abbiamo già abbastanza”, commentò con una smorfia, espirando una boccata di fumo. La gemella sorrise tranquilla, diplomatica come sempre, invitando tutti i presenti a sedersi per discutere tranquillamente. Bastò un gesto della mano, ma si capì subito che non era davvero una richiesta, quanto piuttosto un ordine.
“E ne avrete ancora. Ecco perchè siamo qui.”
Kaien Cross capì diverse cose, in quel momento.
Tanto per cominciare, che quella ragazza doveva avere un maledetto gusto per il drammatico.
Secondo, che Yagari, di fianco a sé, era agitato quanto lui e questo non era rassicurante.
Terzo, che stavano per ritrovarsi immersi nella merda – ops, sterco – fino al collo.

( Search for your monsters
Search for resistance
)

Ansimando pesantemente si artigliò la gola, cercando di resistere. Aveva già distrutto buona parte della stanza e ora era contro il muro, le labbra schiuse e le zanne esposte alla ricerca di
qualcosa da mordere. Alla ricerca di sangue.
Sangue sangue sangue sanguesanguesangue.
Pensava solo al sangue.
C'era solo il sangue. Una parola rindonante nella mente, ossessiva, disgustosa.
“Ah...”
Respirava con difficoltà perchè la sete stava diventando troppo forte, perchè aveva resistito per mesi interi e ormai era arrivato al limite. Ma non avrebbe bevuto da Yuuki. Non avrebbe fatto male a nessuno – si sarebbe sparato con la Bloody Rose piuttosto.
Affondò i denti nella pelle della sua stessa mano, trovando un poco di soddisfazione nel succhiare il sangue denso e scuro, ma per nulla dissetante. Era pur sempre il suo e non aveva bisogno di sprecarlo, quanto piuttosto di riceverne.
Così assorbito dalla sua fame, da quei pensieri, da quel desiderio, non si era accorto che la porta si era aperta e che qualcuno lo stava guardando con occhi rossastri. Ne prese atto solo quando se lo ritrovò davanti, nessun sorriso su quella faccia da schiaffi ed il collo bianco ed invitante esposto alla luce della luna – una delizia per gli occhi.
Ricambiò lo sguardo, scuotendo il capo e negando quella realtà, quel bisogno – rifiutando quell'offerta. Il purosangue lo ignorò, afferrando le ciocche d'argento e portandolo verso di sé, fino a quando la bocca dell'ex-umano non toccò la pelle dell'altro.
“Bevi, Kiryuu.”
E fu estasi.


Nota dell'Autore: Bwhahaha, secoli che non scrivo e mi vengono fuori cinque pagine °_°
Incredibile. Spero che sia piaciuto, purtroppo potrei non aggiornare con troppa frequenza,
causa scuola e patente. Detto questo, le citazioni presenti nel capitolo sono rispettivamente di:
Michael Jackson – Thriller
Tristania – Equilibrium
La nota del riassunto è di Esiodo, Teogonia. Il titolo è preso da una canzone dei Nightwish.
Grazie a tutti! *_*
Jemei

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Vampire Knight / Vai alla pagina dell'autore: Jemei