- Titolo: La divisione della Strega
- Tipologia: One Shot
- Genere: comico, malinconico
- Avvertimenti: missing moments
- Rating: verde
- Note dell'autore:
se non avete letto il settimo libro, e siete tra
i pochi che non conoscono gli avvenimenti in esso narrati - e nemmeno ci tenete
a saperli - beh non leggete XD
- 21 settembre '09, mi iscrivo al contest super attirata dall'argomento, ma di
certo non mi aspettavo di vincerlo. XD
Prima classificata al contest [Famiglia Weasley] indetto da Mia90 sul forum
di Efp.
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Piccola dedica per la mia piccola Jess, che mi ha supportato fin dai miei inizi
su Efp (anni fa) e che può tranquillamente ritenersi l'unica responsabile della
mia passione per le FanFic su Harry Potter.
Indi per cui, prendetevela con lei se ancora scrivo in questo fandom e se ancora
lo farò XD
Piccola one shot, pure un po' triste, e mi sento quasi in colpa a dedicartela!
Però, dovevo farlo lo stesso.
A Jess.
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“È
successo molto tempo fa.”
“Già, molto tempo fa. Nemmeno eri nata!”
Sul volto di entrambi era dipinta un’espressione seria e grave. Parlavano a
bassa voce, guardandosi intorno di tanto in tanto, controllando che nessuno li
sentisse.
Ginny non poteva credere alla sue orecchie! Li guardava ammaliata e
terrorizzata, pendeva completamente dalle loro labbra, sentendosi
incredibilmente confusa e
anche incredula.
“Non ci credo… ” Biascicò piano qualche secondo dopo.
Il suo sguardo saettava veloce da un gemello all’altro. Li guardava attenta,
quasi stesse cercando la prova, nei loro sguardi, che quello fosso solo uno dei
loro scherzi.
Fred spostò lo sguardo verso George
“Non ci crede.” Ribadì il concetto, col tono di uno che, infondo, se l’aspettava
“Certo che non ci crede! Non è mica tonta come Ron!”
“Ron… Ron lo sa?” Chiese la piccola, con vocina flebile e titubante.
Fred ancora una volta si guardò intorno circospetto. Erano soli in giardino,
all’ombra dell’albero vicino al retro della Tana.
“È un segreto Ginny. Nessuno lo sa a parte mamma e papà!”
George tossì
“Oh, ehm, naturalmente a parte anche Bill, Charlie e
Percy! Sono nati prima di noi, ovvio che lo sanno!”
“E anche loro non possono dire assolutamente nulla! Ordini di mamma e papà!”
“È per questo che non devi dire niente nemmeno tu, capisci? La mamma ci
ucciderebbe, è un segreto di cui non si parla mai nella famiglia Weasley!”
“Ma… ”
Ginny sembrò sul punto di dire qualcosa di fondamentale, forse una nuova
domanda, un nuovo quesito che, in qualche modo, avrebbe stroncato la tesi dei
suoi fratelli.
Invece si zittì subito dopo, come se un pensiero ancora più importante le fosse
appena saettato in mente.
“Voglio sdoppiarmi anche io!”
Sbottò improvvisamente,
strappando un ciuffetto d’erba con le manine chiare, ottenendo in risposta una
sonora risata da parte degli altri due.
“Ma non puoi! La mamma andrebbe ai matti se, improvvisamente, si ritrovasse per
casa anche due Ginny!”
“Quando si è trovata in casa con due Geoffrey ha avuto una crisi di nervi!”
Ginny li guardò attonita
“G... Geoffrey?”
George annuì
“Era il nostro nome quando eravamo uno solo.” Rispose con ovvietà.
“Proprio così” Rincarò subito Fred
Ci fu un attimo di silenzio. Il vento mosse le foglie dell’albero sotto
cui si erano seduti. Fred notò un movimento sospetto nell’erba, vicino al
granaio, e pensò seriamente di dedicarsi alla caccia degli gnomi. Infondo con
Ginny non c’era gusto come con Ron.
George scrutò la sorella, aveva uno sguardo confuso e sembrava alquanto
spaesata. La trovò tenera, e per un attimo – un solo attimo, s’intende – si
sentì quasi in colpa.
Ma si sa, le idee arrivano fulminee, e ai gemelli quella mattina si era
presentata una tentazione fin troppo ghiotta per decidere di starsene buoni e
tranquilli.
“Ma… voi perché siete due?”
Ginny se ne era uscita così. Con quella domanda improvvisa, cogliendoli di
sorpresa.
George aveva guardato Fred, Fred aveva guardato George. Potevano davvero,
loro, perdersi un’occasione come quella?
“Sorellina, è una storia davvero lunga.”
“E complicata. Sei piccola, non capiresti.”
“Io capisco!”
“Beh…”
Sguardo complice tra i due
“Noi eravamo uno.”
E il gioco era fatto.
Ginny aveva sgranato gli occhi guardandoli scettica, ma al contempo totalmente
ammaliata dalle loro parole.
E come poteva, una bambina di appena cinque anni, non credere all’incredibile e
avvincente storia del piccolo Geoffrey che, ad appena due anni, venne rapito da una
terribile strega cattiva, probabilmente un tempo complice di Tu Sai Chi?
L’improvvisazione, poi, era il pezzo forte dei gemelli. Seppur avessero appena
otto anni, il loro genio si stava certamente sviluppando al meglio.
Ed ecco, quindi, nella mente della piccola Ginny le immagini di mamma e papà che
volavano al salvataggio del figlio, trovando la malefica strega in una caverna
sperduta situata in un bosco, naturalmente sperduto, di una città rigorosamente
misteriosa!
E in un buon copione improvvisato, non poteva certo mancare la dura battaglia, corredata ovviamente da un drago da
sconfiggere e ben cinque Troll da schiantare! Per non parlare del faccia a
faccia con la strega e la mamma!
Ginny era rapita. La piccola bocca aperta e gli occhi puntati prima su Fred, poi
su George, che narravano il tutto con incredibile enfasi.
E infine, il colpo di scena! Una maledizione della strega, deviata da un
incantesimo scudo della madre, ed ecco che il piccolo Geoffrey venne colpito per
errore!
E così, una volta sconfitta l’antagonista, mamma e papà furono costretti a
portarsi a casa due bambini completamente identici!
Fred e George per l’appunto.
Naturalmente fu un duro colpo, e la mamma non riuscì mai ad abituarsi
completamente. Ecco perché continuava a confonderli. Era tutto così ovvio, no?
Ma nessun altro avrebbe dovuto sapere. I genitori, naturalmente, temevano per
l’incolumità e il futuro dei due.
”Insomma mi sembra tutto ovvio no?”
Era quasi ora di pranzo, quell’avvincente rivelazione aveva portato via tutta la
mattina ai tre bambini, facendogli dimenticare, per un attimo, il caldo afoso di
quell’estate.
Ginny non rispose. Si limitava ad osservarli insistentemente con gli occhietti vigili e
attenti.
I gemelli si scambiarono un’occhiata veloce, trovando conferma dei loro pensieri
nei loro sguardi.
Eh no, anche se aveva solo cinque, la loro piccola sorellina non era tonta come
Ron.
“Ma… vi…”
Manina chiusa a pugno per stropicciarsi un occhio “..Vi sentite uno?”
Eh si, se ne usciva sempre così.
Improvvisamente Ginny - da che aveva iniziato a parlare ed esprimersi in frasi
di senso compiuto - poneva le domande più incredibili e spiazzanti per chiunque,
dai suoi genitori ai suoi fratelli, artefici – in quel momento – di un crudele
scherzo.
Si scambiarono un’occhiata veloce, e per un istante rifletterono davvero sulla
questione, dimenticandosi del piano in atto.
“Beh…”
“Si, in un certo senso.”
Fred si grattò la testa pensieroso, George cercò le parole più adatte.
“Ora siamo due, ma siamo anche uno, capisci?”
“No”
Lo sguardo confuso e un po’ esasperato della piccola, era una chiara conferma
della sua risposta fulminea.
Fred si sedette sull’erba proprio davanti a lei, con l’espressione di uno che
stava per intraprendere il discorso più importante della sua vita.
“Io sento George, e George sente me.”
Il tono di voce era fin troppo serio per uno che tenta di portare avanti uno
stupido scherzo.
George sorrise appena, annuendo. No, quelle parole non facevano parte del gioco.
Ginny sembrava immobilizzata, tutta la sua attenzione veniva catturata dal
fratello dinnanzi a lei. Non capiva a pieno quello che Fred stava tentando di
spiegarle, eppure non poteva fare a meno di ascoltarlo.
“È una cosa
speciale..”
Non era una domanda. Ginny era molto sveglia per la sua età.
“Certo che si!” Intervenne George sicuro “Noi non
siamo mai soli! Fred è più di un fratello, e nessuno potrebbe mai separarci!”
Sembrava quasi saccente mentre svelava questa verità assoluta alla sorellina.
“E se Fred non c’è?”
“Come non c’è? Certo che c’è! Dove dovrebbe andare?”
Piccolo sbuffo. “Ma io non lo so! Lo dico per dire! Se Fred non c’è, tu come fai?”
E prima che
il fratello potesse ribattere, la piccola Ginny posò lo sguardo proprio su Fred:
“E se George non c’è?”
“Se George non c’è… allora io sono metà.”
Ci fu un attimo di silenzio, in cui Ginny abbassò lo sguardo visibilmente
intenta nelle più astruse teorie delle sua mente, ponderando se quella potesse
essere una risposta plausibile o no.
George non disse niente. Si sentiva stranamente turbato da quel discorso, seppur
non ne capisse il motivo.
“Allora… deve essere anche triste.” Concluse infine la piccola.
Fred, di nuovò, guardò George e sul suo visino da peste, si dipinse un ghigno
divertito. Portò un braccio intorno alle spalle del gemello e rise.
“Noi siamo destinati a cose grandi sorellina! E il nostro genio non poteva stare
tutto dentro una sola persona!”
George rise, ricambiando veloce la presa sul gemello.
“Ed ora sai anche il nostro segreto!”
Quella notte, la piccola Ginny corse in camera dei gemelli accoccolandosi nel
letto di Fred.
”E se la strega della caverna viene a rapire anche me? Io non voglio un’altra
Ginny!”
Una risata soffocata del fratello
”Non è così orribile avere un gemello. Io non so che farei senza George.”
”Appunto”
Rispose lei, quasi stizzita
”Se GinnyDue se ne va, o… se viene rapita da un’altra strega e me la porta via?
Io non voglio rimanere una metà per tutta la vita!”
”Mmh, chi è Ginny Due?”
George si era svegliato, voltandosi verso il letto di Fred mentre,
assonnato, si
stropicciava un occhio.
”GinnyDue no?” Rise Fred. “Ginny teme di subire il nostro stesso
destino!”
George si tirò su lentamente, cercando di inquadrare bene sia il gemello che la
sorellina.
”Beh, una GinnyDue forse non sarebbe male. Insomma… pensate se ci fosse un
PercyDue! Quello si che sarebbe un dramma!”
Scoppiarono tutti e tre in una risata, senza preoccuparsi minimamente
dell’ora tarda.
” E comunque la strega è stata sconfitta dalla mamma!”
”Chi avrebbe sconfitto la mamma?!”
Tutti e tre si voltarono fulminei verso la porta. Molly Weasley era lì, in
piedi sulla soglia, con un’espressione tuttaltro che ragionevole sul volto.
Beccati.
Quella notte i gemelli furono costretti a confessare il loro crimine – la
piccola Ginny sembrava decisa a non voler aprire bocca e Fred e George trovarono
ammirevole la sicurezza che dimostrò nel voler mantenere la parola data –
venendo, quindi, messi in punizione il giorno successivo.
Ginny sembrò un po’
delusa, forse anche ferita e Fred e George, probabilmente si sentirono in
colpa per la prima volta nella loro vita.
Mamma Weasley mise bene in chiaro le cose e fece una bella ramanzina ai due
durante la colazione, facendo si che, quel piccolo aneddoto, entrasse a far
parte della lunga lista delle bravate dei gemelli.
A ben pensarci, di certo una dei meno gravi.
Eppure, ogni tanto, qualcuno la riesumava sempre dall’album dei ricordi.
”E ti ricordi di quando Fred e George fecero credere a Ginny di essere stati
divisi?! Come era arrabbiata mamma!”
”Aspetta, aspetta! Com’è che si chiama il nostro fratello perduto? Ge... Gilb... no..
Geoffrey!!”
E a furia di ricordare quell’avvenimento, Ginny, col tempo, aveva finito col
ricordarsi benissimo ogni dettaglio.
Insomma, non era stato niente di speciale, e di certo i gemelli si erano
cimentati in imprese ben più discutibili rispetto a questo piccolo scherzo tra
bambini, eppure per Ginny, rappresentò sempre un ricordo importante.
Nella sua infanzia, aveva sempre guardato con invidia i gemelli. Forse perché
pensava che in
qualche modo potessero sentirsi meno soli rispetto a tutti gli altri.
La loro complicità, quella sorta di simbiosi che sembrava poterli allontanare
dal resto del mondo li rendeva così speciali, così uniti da un legame
indissolubile che, probabilmente, nessuno avrebbe mai realmente capito.
Quell’aneddoto entrò nella categoria dei suoi più divertenti
primi ricordi, per poi venir spostato brutalmente, dolorosamente e
inesorabilmente, nella categoria dei ricordi più nostalgici e, forse, anche più
dolorosi.
Non era un giudizio troppo severo, nessuno parlò più di quell’avvenimento.
Soprattutto non in presenza di George.
”Se George non c’è… allora io sono metà.”
”George. George vieni dentro! Ron ha appena fatto cadere la torta al cioccolato
che Fleur aveva preparato con tanta cura. Dovresti vederla, è furiosa!”
Il ragazzo si voltò verso la sorella. Era avvolta in un pesante maglione di
lana, una sciarpa intorno al collo e il fiato che le si condensava davanti al
viso mentre, preoccupata, lo guardava.
”Beh, è Ron. Insomma, ancora si stupiscono? Mi chiedo come farà Hermione a
sopportarlo.”
Un sorriso veloce verso di lei e lo sguardo puntato di nuovo sulla neve davanti
a lui.
Ginny ricambiò quel piccolo sorriso che il fratello le aveva regalato,
strofinandosi le mani tra loro.
”Dovresti entrare, si gela. Credo sia l’inverno più freddo che ci sia mai
stato.”
”Vorrei che entrassi anche tu George.”
”Io ho un cappotto e dei guanti. Tu, invece, sei una pazza!”
Ginny si voltò veloce verso la tana. Incontrò lo sguardo apprensivo di Harry
sulla soglia, un gesto veloce con la testa e lo vide rientrare poco dopo,
annuendo comprensivo.
Da quando la Tana era stata ricostruita, nella famiglia Weasley, si era
stabilizzata un’atmosfera quasi irreale. Come se tutti si trovassero
in una sorta di sogno, un mondo parallelo, che a loro di certo non apparteneva,
vivendo in un'atmosfera costante in cui ognuno aspettava, con trepidazione, il
momento in cui tutto sarebbe ritornato alla normalità.
La fortuna fu
il continuare a trovare qualcosa da fare.
Messa a posto la Tana, il periodo
Natalizio chiamò su di sé tutta l’attenzione, facendo in modo che la famiglia Weasley sarebbe rimasta ancora unita a
festeggiare insieme il primo Natale dalla sconfitta di Voldemort.
Sette mesi. Erano passati appena sette mesi. Ed erano ancora tutti lì. Nella
Tana. Insieme ad Harry, Hermione e al piccolo Teddy.
Ma bastava fermarsi un attimo. Bastava fermarsi un solo attimo per percepire
ancora quella sensazione…
”È
arrivato presto, vero?”
Ginny lo guardò senza capire
”Intendo il Natale.”
”Già.” Si sistemò la sciarpa, osservando l’albero davanti a loro completamente
ricoperto di neve.
“In realtà,
fa quasi impressione pensarci.”
Un silenzio quasi ovattato, indubbiamente dovuto dall’effetto delle neve.
”Ho un po’ paura a dir la verità. Vorrei andare a letto e svegliarmi dopodomani.
Saltare il Natale, saltare quella sensazione.”
Ginny ancora lo guardò turbata. Non gli piaceva quando George parlava in quel
modo. Non era da lui, era come vedere un punto fermo spezzarsi davanti a lei.
”E temo ancora di più…” Si fermò, quasi si pentisse di essersi lasciato andare,
pensando, probabilmente, di non dover dire certe cose a sua sorella minore.
Mosse i
piedi nella neve, osservando le sue stesse impronte.
”Aprile.” Sussurrò quasi impercettibilmente
Non che ci fosse bisogno di dirlo, Ginny l’aveva capito benissimo.
Si chiese se
fosse la prima volta che ne parlava, la prima volta che confidava questa sua
paura a qualcuno della famiglia.
Dopo la morte di Fred, George si era rifugiato dietro una maschera che sembrava
costruita ad opera d’arte. Si beh, ad opera d’arte per chi non lo conoscesse
bene come i suoi familiari.
”Fred aveva ragione. Tu avevi ragione. Non si può restare solo a metà. E io non
posso festeggiare un compleanno sentendomi solo una metà!"
Ginny lo guardò severa, sentendosi davvero alterata.
”Patetico. Ecco cosa direbbe Fred. Patetico!” Il tono della voce si era
lievemente alzato “E lo sai anche tu che è patetico! Questo non sei tu. E parlo
di te! Solo di te, George Weasley.”
Consapevole, che anche George infondo lo sapeva
”Ti manca. Ed è normale. Ma... ti senti anche in colpa.” Sussurrò dopo qualche istante di silenzio. La voce
decisamente più bassa, decisamente più triste, tanto che George si voltò subito
a guardarla, sentendosi quasi mortificato.
”Ti senti in colpa nel pensare di poter ridere anche senza di lui.”
Aprì la bocca per dire qualcosa, per poi ritrovarsi a richiuderla subito dopo.
Il fatto che George potesse rimanere senza parole, diceva già tutto da sé.
”Però George… non sei il solo che si sente così.”
Spostò lo sguardo nervosa, quasi irritata, asciugandosi veloce una guancia.
”E quella storia, quella storia della strega, era una grandissima cavolata!” Continuò
con la voce spezzata, ma al contempo sicura, dura e decisa, tanto che avrebbe
potuto far invidia alla signora Weasley.
”Era una cavolata, perché tu adesso non sei metà di niente! Tu hai tutti noi, e
devi andare avanti proprio per onorare la memoria di Fred!”
Rimasero di nuovo in silenzio qualche istante, qualche istante in cui George
sembrò quasi imbarazzato.
”Non è… che non lo sappia.” Sussurrò a mo di scuse
”Lo so.” Sorrise Ginny “E so quanto è difficile. E quanto lo sarà. Ed è proprio
per questo che non vorrei vederti isolato dalle uniche persone che possono
davvero capirti.”
Si voltò verso di lei, sorridendole flebile, ma sincero.
Di certo il dolore non si sarebbe affievolito così facilmente, e quella strana
sensazione, quel senso di colpa costante che provava, l’avrebbe accompagnato,
probabilmente, per tutta la vita.
Ma la consapevolezza di quelle parole, la consapevolezza di non essere solo,
l’avrebbe di certo aiutato ad onorare la memoria del fratello.
Fred sarebbe stato per sempre la sua metà.
"Vedi... io sento George, e George sente me."
E nessuno l'avrebbe mai cambiato.
”Patetico, davvero patetico.”
Borbottò, posando un braccio sulle spalle di Ginny, obbligandola a voltarsi, e
ad avviarsi con lui verso l’entrata di casa, per raggiungere tutti gli altri.
”Avrebbe detto anche questo, nel vedermi indossare questo stupido paraorecchi!”
______________
Note dell'autore:
che ricorda la perdita dell'orecchio di George. Giusto per comprendere l'ultima
battuta XD
Giudizio ricevuto al contest:
"Questa storia è quella che sicuramente aveva più potenziale e
per questo è stata premiata con il primo posto.
L'originalità della trama mi ha subito colpito, come il modo in cui è stata
narrata questa deliziosa storia. Difatti il racconto fantasioso dei gemelli
Weasley circa un loro presunto rapimento da parte di una strega che li ha
divisi, in quanto loro erano precedentemente un'unica persona, è ciò che da il
senso a tutta la storia, e si va perfettamente ad intersecare con la parte
psicologica della trama.
L'idea della divisione della strega l'ho trovata, ripeto, originale e molto
carina, degna dei gemelli Weasley. La caratterizzazione di questi Weasley
bambini mi è piaciuta estremamente: difatti erano credibili come bambini, non
forzati, ma molto naturali nella loro ingenuità e nella loro astuzia.
Ginny mi è sembrata molto tenera, ma anche sveglia, descritta bene nel suo ruolo
non irrilevante di unica figlia femmina in una casa dove regnano sovrani sei
maschi e, come se non bastasse, la figlia minore di sette. Hai reso molto bene
il rispetto riverenziale, sebbene giustamente sospettoso, della piccola di casa
nei confronti dei fratelli più grandi.
La tua quindi è una Ginny molto tenera, molto bambina, eppure molto Ginny. In
alcuni momenti, dai gesti che faceva, dalle espressioni, si vedeva in lei
proprio la Ginny che sarebbe diventata.
Fred e George erano perfetti nel ruolo di loro stessi: divertenti, spiritosi,
ingegnosi. La storia che hai fatto loro inventare per spiegare alla sorellina
perché erano due e contemporaneamente farsi due risate l'ho trovata geniale,
azzeccatissima. Inoltre, questa storia, come dicevo, introduce un tema più
profondo, speciale e unico: quello dell'amore fraterno come può essere solo
quello di due gemelli.
Mi piace infatti come i due Weasley descrivono la loro unione, il loro rapporto
speciale, così speciale che si potrebbe quasi credere che, prima della divisione
della strega, fossero un'anima sola in un corpo solo.
E poi il finale:molto delicato, gentile e commovente. Fred è morto e George ha
perso la sua metà, il suo opposto così simile a lui. Il suo dolore è un dolore
muto e profondo, quasi ineffabile, ma Ginny lo coglie, anche grazie alle parole
pronunciate dai gemelli tanti anni prima che, sebbene fossero una menzogna,
avevano un fondo di verità: quanto sia difficile vivere quando si perdere
l'altra metà della propria anima. Eppure Ginny riesce a consolare questo George,
così solo e sperduto senza il compagno di una vita, il fratello a cui era
maggiormente legato, per ovvie ragioni: la piccola Weasley lo spinge ad andare
avanti, trovando le parole giuste ed indagando nel modo migliore, delicato e non
invasivo, un universo che non le appartiene, sebbene ci abbia convissuto per più
di sedici anni , quello del rapporto tutto speciale che avevano i gemelli.
Storia molto carina e piacevole che ha pienamente meritato la vittoria."