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Autore: San e Rachel    10/12/2009    2 recensioni
Alcune persone cercano di vivere la vita senza peccato, per poter raggiungere la perfezione, per assaporare l'eternità e, alla fine di tutto, ritrovarsi in un posto migliore. Ma se la tua intera vita fosse già una dannazione eterna? Se non potessi cambiare le cose e fossi costretto ad un perpetuo tormento, vivendo sulla terra un inferno perenne?
Una guerra aperta da secoli, un nuovo nemico comune che mina le fondamenta di entrambe le razze, due gemelle che si troveranno a dover fare i conti con sentimenti proibiti ed un ragazzo che detiene la chiave della risoluzione della vicenda... ma saprà utilizzarla? Scontri, sangue, passioni, creature e leggende, perché questa canzone, intrisa di amore e morte, continui ad echeggiare per l'eternità.
«La guardò con terrore, gli occhi ora rossi di lei lo guardavano spietati, intanto che si passava la lingua sulle labbra e sui denti, due canini bianchissimi ed affilati spuntavano minacciosi, mentre la sua espressione indicava che stava già pregustando il banchetto: fu così che, probabilmente per la prima volta nella storia proprio sotto agli occhi di un cacciatore, un vampiro si era rivelato in ogni sua forma negativa.»
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

A Song Of Eternal Creatures


Cos'é una leggenda?
Una storia insolita tramandata di generazione in generazione, un racconto basato su esperienze di vita vissuta che, passando di bocca in bocca, assume sfaccettature sempre più inverosimili, perdendo di credibilità e divenendo così semplici storie per dilettare o spaventare i bambini.
Tuttavia ogni leggenda ha un suo perché, un inizio dal quale ha preso vita. Vi sono poi leggende più o meno famose, più o meno apprezzate, e molto spesso ruotano attorno a creature mistiche ed affascinanti di cui però non v'è alcuna reale prova della loro esistenza.

Un esempio? I vampiri.
Come dite, é sicuramente tutto inventato? Rimarreste sorpresi nel sapere quanto di vero c'é dietro tutto.
Mettetevi comodi, sarà un racconto incredibile.

In principio fu l'esilio.
Era il 116 d.C. e l'Impero Romano aveva ormai raggiunto la sua massima estensione, tuttavia non sempre era invincibile e fu proprio una legione decimata, di ritorno da una battaglia di confine, che s’imbatté in un villaggio disperso tra le montagne, un luogo pacifico dimenticato da Dio in cui tutto era incontaminato e dove la Pax Romana non era ancora giunta. Affamati, distrutti, trovarono ospitalità in questo piccolo popolo che viveva di caccia e pesca, in casolari di bambù, dove "denaro" e "mercato" erano parole ancora sconosciute. Fu in questa breve permanenza che impararono a conoscere questa gente estremamente particolare per molteplici punti: erano straordinariamente belli, poterono giurare molto più belli dei più belli mai visti; erano forniti di un fascino particolare e di una longevità oltremodo disumana, il loro cittadino più anziano aveva la bellezza di centoquarantacinque anni, età molto improbabile da raggiungere al tempo; infine, e forse punto più incredibile ed importante, erano dotati di particolari poteri che li differenziavano e li rendevano terribilmente potenti. Alleati o nemici, questo non si poteva dire, tuttavia al rientro a Roma e dopo aver esposto queste scoperte all'Imperatore Traiano, fu decretato il loro esilio in un'isola disabitata e pericolosa neanche segnata sulle carte, senza che potessero avere modo di tornare nel continente.
Traiano si ammalò inesorabilmente lo stesso anno e nel 117 d.C. lasciò questa terra. Per molto tempo i pochi che erano a conoscenza dell'esilio sostennero strenuamente la teoria che Traiano fosse stato maledetto da quella stessa gente che lui aveva bandito.

***

«Tu non capisci!» tuonò voltandosi in direzione dell’anziano, le mani strette a pugno, segno della forte rabbia «Morirete se non vi adatterete come noi!»
Il vecchio Hisashi lo guardò, all'apparenza rilassato, mentre volgeva lo sguardo al cielo. «Cercheremo altre soluzioni, non credo nella drasticità. Il nostro popolo ha sempre vissuto di tradizione, la dea bendata non ci ha mai abbandonato e non lo farà nemmeno ora.». L'uomo biondo tremava d'irritazione verso il vecchio ostinato che continuava a rifiutarsi di accettare il suo aiuto. Cercò di calmarsi, si passò le mani tra i sottili fili dorati, prima di rialzare gli occhi neri su di lui e cercare un tono più calmo con cui rivolgersi al fu capo villaggio, quando ancora erano sul continente. «Morirete.» ribadì asciutto, sedendosi poi su uno degli innumerevoli scogli che componevano il terreno sotto i loro piedi. Sembrava che la conversazione sarebbe andata per le lunghe, tanto valeva imitare l'anziano Hisashi e rilassare un attimo gli arti stanchi. «Ascoltami, te ne prego: posso salvarvi!» puntò lo sguardo pieno di speranza su chi era seduto di fronte a lui e poi lo alzò sul centinaio di persone che formava la folla alle spalle dell'anziano prima di voltarsi verso gli altri dietro di sé, erano circa la metà. Centosessantasette sopravvissuti esiliati e lui aveva potuto salvare solo un terzo di questi, mentre tutti gli altri si erano ostinati a seguire Hisashi e le sue folli idee di una soluzione che, sosteneva, presto sarebbe arrivata, senza dubbio sarebbe arrivata. Ma chi voleva prendere in giro? C'erano già stati sedici decessi nelle sue file, i più anziani morti per disidratazione. Non c'era acqua su quell'isola, un mare in realtà a circondarli, ma nessun modo per rendere quel nettare, così prezioso, privo di sale. Il biondo, però, sapeva cosa stava facendo, lui aveva in mano le redini della situazione, avrebbe potuto salvare tutti, se solo non si fossero intestarditi nel contrastare le sue idee. «Facendoci diventare delle bestie? Costringendoci a bere il nostro stesso sangue? Sciocchezze!» la calma apparente sfumata, mentre mormorii di disappunto si levavano dietro di loro. «E poi… l’immortalità! Quale eresia! Nessuno di noi vuole vivere per sempre, quando la nostra ora verrà, noi tutti saremo ben lieti di trapassare e goderci la pace di questa, ma non in una vita terrena. Tu e i tuoi compari siete dannati e lo sarete fino alla fine di questo mondo!» Il biondo scattò in piedi, inferocito, pronto a gettarsi verso l'anziano, per aggredire lui e la sua maledetta ostinazione, li avrebbe uccisi tutti. Fu fermato da due sostenitori della sua fazione, nonché suoi amici da tempo immemore, che lo afferrarono per le braccia giusto in tempo, prima che i suoi artigli potessero affondare nelle carni di Hisashi.
«HA CERCATO DI ATTENTARE ALLA VITA DEL CAPOVILLAGGIO!» urlò qualcuno dalla folla, aizzando tutti allo scontro con gli altri, che però non vi fu. Hisashi levò una mano, quindi si alzò in piedi e placò gli animi di tutti con poche semplici parole. «Abbiamo preso la nostra decisione, voi la vostra. Avete solo l'immortalità più di noi ed inoltre siete dannati... ma non siete più potenti! Cacciate gli animali, nutritevi con il loro sangue, ma se soltanto uno di voi osasse toccare uno di noi... sarebbe guerra aperta. Questa é una promessa! E ora andatevene, questa é la nostra parte d’isola. Le nostre strade si dividono qui... Addio.» furono le ultime parole, dopodiché calò il silenzio. Il biondo capo dell'opposizione scosse la testa incredulo, mentre il suo gruppo iniziava a voltare le spalle ed allontanarsi. Gli occhi neri si soffermarono su tanti di quelli che un tempo erano stati suoi amici. Possibile che dovesse finire così? Vivere sulla stessa isola ed ignorarsi per l'eternità? Non aveva senso. Meglio comunque della guerra. Strinse la mano di Hisashi, promettendo che avrebbero rispettato il patto.

Ma così non fu e il resto... beh, il resto é solo storia.

... continua...

  
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