A Song Of Eternal Creatures
Cos'é una leggenda?
Una
storia insolita tramandata di generazione in generazione, un racconto
basato su
esperienze di vita vissuta che, passando di bocca in bocca, assume
sfaccettature
sempre più inverosimili, perdendo di credibilità
e divenendo così semplici
storie per dilettare o spaventare i bambini.
Tuttavia
ogni leggenda ha un suo perché, un inizio dal quale ha preso
vita. Vi sono poi
leggende più o meno famose, più o meno
apprezzate, e molto spesso ruotano
attorno a creature mistiche ed affascinanti di cui però non
v'è alcuna reale
prova della loro esistenza.
Un
esempio? I vampiri.
Come
dite, é sicuramente tutto inventato? Rimarreste sorpresi nel
sapere quanto di
vero c'é dietro tutto.
Mettetevi
comodi, sarà un racconto incredibile.
In
principio fu
l'esilio.
Era
il 116 d.C. e
l'Impero Romano aveva
ormai
raggiunto la sua massima estensione, tuttavia non sempre era
invincibile e fu
proprio una legione decimata, di ritorno da una battaglia di confine,
che
s’imbatté in un villaggio disperso tra le
montagne, un luogo pacifico
dimenticato da Dio in cui tutto era incontaminato e dove la Pax Romana
non era
ancora giunta. Affamati, distrutti, trovarono ospitalità in
questo piccolo
popolo che viveva di caccia e pesca, in casolari di bambù,
dove
"denaro" e "mercato" erano parole ancora sconosciute. Fu in
questa breve permanenza che impararono a conoscere questa gente
estremamente
particolare per molteplici punti: erano straordinariamente belli,
poterono
giurare molto più belli dei più belli mai visti;
erano forniti di un fascino
particolare e di una longevità oltremodo disumana, il loro
cittadino più
anziano aveva la bellezza di centoquarantacinque anni, età
molto improbabile da
raggiungere al tempo; infine, e forse punto più incredibile
ed importante,
erano dotati di particolari poteri che li differenziavano e li
rendevano
terribilmente potenti. Alleati o nemici, questo non si poteva dire,
tuttavia al
rientro a Roma e dopo aver esposto queste scoperte all'Imperatore
Traiano, fu
decretato il loro esilio in un'isola disabitata e pericolosa neanche
segnata
sulle carte, senza che potessero avere modo di tornare nel continente.
Traiano
si ammalò
inesorabilmente lo stesso anno e nel 117 d.C. lasciò questa
terra. Per molto
tempo i pochi che erano a conoscenza dell'esilio sostennero
strenuamente la
teoria che Traiano fosse stato maledetto da quella stessa gente che lui
aveva
bandito.
«Tu
non capisci!» tuonò voltandosi in direzione
dell’anziano, le mani strette
a pugno, segno della forte rabbia «Morirete se non vi
adatterete come
noi!»
Il
vecchio Hisashi lo
guardò, all'apparenza rilassato, mentre volgeva lo sguardo
al cielo. «Cercheremo altre soluzioni, non credo nella
drasticità. Il nostro popolo
ha sempre vissuto di tradizione, la dea bendata non ci ha mai
abbandonato e non
lo farà nemmeno ora.».
L'uomo biondo tremava d'irritazione verso il vecchio
ostinato che continuava a rifiutarsi di accettare il suo aiuto.
Cercò di
calmarsi, si passò le mani tra i sottili fili dorati, prima
di rialzare gli
occhi neri su di lui e cercare un tono più calmo con cui
rivolgersi al fu capo
villaggio, quando ancora erano sul continente.
«Morirete.» ribadì
asciutto, sedendosi poi su uno degli innumerevoli scogli che
componevano il
terreno sotto i loro piedi. Sembrava che la conversazione sarebbe
andata per le
lunghe, tanto valeva imitare l'anziano Hisashi e rilassare un attimo
gli arti
stanchi. «Ascoltami, te ne prego: posso salvarvi!»
puntò lo sguardo pieno
di speranza su chi era seduto di fronte a lui e poi lo alzò
sul centinaio di
persone che formava la folla alle spalle dell'anziano prima di voltarsi
verso
gli altri dietro di sé, erano circa la metà.
Centosessantasette sopravvissuti
esiliati e lui aveva potuto salvare solo un terzo di questi, mentre
tutti gli
altri si erano ostinati a seguire Hisashi e le sue folli idee di una
soluzione
che, sosteneva, presto sarebbe arrivata, senza dubbio sarebbe arrivata.
Ma chi
voleva prendere in giro? C'erano già stati sedici decessi
nelle sue file, i più
anziani morti per disidratazione. Non c'era acqua su quell'isola, un
mare in
realtà a circondarli, ma nessun modo per rendere quel
nettare, così prezioso,
privo di sale. Il biondo, però, sapeva cosa stava facendo,
lui aveva in mano le
redini della situazione, avrebbe potuto salvare tutti, se solo non si
fossero
intestarditi nel contrastare le sue idee. «Facendoci
diventare delle
bestie? Costringendoci a bere il nostro stesso sangue?
Sciocchezze!» la
calma apparente sfumata, mentre mormorii di disappunto si levavano
dietro di
loro. «E poi… l’immortalità!
Quale eresia! Nessuno di noi vuole vivere per
sempre, quando la nostra ora verrà, noi tutti saremo ben
lieti di trapassare e
goderci la pace di questa, ma non in una vita terrena. Tu e i tuoi
compari
siete dannati e lo sarete fino alla fine di questo mondo!» Il
biondo
scattò in piedi, inferocito, pronto a gettarsi verso
l'anziano, per aggredire
lui e la sua maledetta ostinazione, li avrebbe uccisi tutti. Fu fermato
da due
sostenitori della sua fazione, nonché suoi amici da tempo
immemore, che lo
afferrarono per le braccia giusto in tempo, prima che i suoi artigli
potessero
affondare nelle carni di Hisashi.
«HA CERCATO DI
ATTENTARE ALLA VITA DEL CAPOVILLAGGIO!» urlò
qualcuno dalla folla,
aizzando tutti allo scontro con gli altri, che però non vi
fu. Hisashi levò una
mano, quindi si alzò in piedi e placò gli animi
di tutti con poche semplici
parole. «Abbiamo preso la nostra decisione, voi la vostra.
Avete solo
l'immortalità più di noi ed inoltre siete
dannati... ma non siete più potenti!
Cacciate gli animali, nutritevi con il loro sangue, ma se soltanto uno
di voi
osasse toccare uno di noi... sarebbe guerra aperta. Questa é
una promessa! E
ora andatevene, questa é la nostra parte d’isola.
Le nostre strade si dividono
qui... Addio.» furono le ultime parole, dopodiché
calò il silenzio. Il
biondo capo dell'opposizione scosse la testa incredulo, mentre il suo
gruppo
iniziava a voltare le spalle ed allontanarsi. Gli occhi neri si
soffermarono su
tanti di quelli che un tempo erano stati suoi amici. Possibile che
dovesse
finire così? Vivere sulla stessa isola ed ignorarsi per
l'eternità? Non aveva
senso. Meglio comunque della guerra. Strinse la mano di Hisashi,
promettendo
che avrebbero rispettato il patto.
Ma così non fu e il
resto... beh, il resto é solo storia.
... continua...