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Autore: Francy__LittleStarWithoutSky    13/12/2009    0 recensioni
"Era preoccupante ciò che mi stava accadendo... Vedendolo, le mani mi tremavano scosse da fremiti agitati, sentivo il respiro spezzarsi sulle labbra... Il mio viso si contraeva in un' espressione imbarazzata, mentre le mie gote si coloravano di un intenso rosso fuoco...
E quando capì fu troppo tardi...
Il mio cuore batteva all'impazzata sul petto e non riuscivo più a controllarmi...
Avevo una sola cura per la mia malattia... Ed era proprio davanti a me..."
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

-Ti prometto che non succederà più!!-
Mi trascinai il pesante zaino sulle spalle, ignorandolo...
-Ti prego, Rain, credimi!-
Sì, certo...
Scesi le scale di fretta, ignorando i passanti malcapitati che percuotevo...
-Allora... Ci vediamo oggi?-
A quella domanda mi fermai, voltandomi di scatto... Allora non voleva proprio capirlo!
-Non ho più intenzione di credere alle tue parole, Fabri...-
-Ma ti ho promesso che non accadrà più!-
Gli andai vicino, guardandolo dritto dritto negli occhi corvini... Presi il suo viso quasi spaventato fra le mani, avvicinando le labbra al suo orecchio...
-Se mi prometti che smetterai di respirare, ti crederò...-
Mi guardò in malomodo, mentre mi allontanavo per raggiungere l'uscita... Sorrisi d'istinto, senza pensarci...
Le sue promesse erano carta straccia... Non valevano un bel niente...
Ma quando mai le promesse fatte alla sottoscritta avevano avuto valore?
-Ciao, Rain! A presto!-
Mi voltai nuovamente, sapendo benissimo da chi proveniva quella vocina irritante: era Noemi, quella "lecchina" della mia classe... Non mi aveva mai considerata per quattro anni: solo l'ultimo, quando si era accorta che con le lingue ci sapevo fare, mi si era avvinghiata come una cozza, sperando che le passassi qualche traduzione di spagnolo o di francese...
Beh, false speranze...
La salutai con un cenno della testa, sorridendo nel modo più falso che riuscissi a fare...
Aprì la porta dell'uscita, ritrovandomi fuori dall'edificio...
Finalmente fuori da quella benedetta scuola...
Il vento e il respiro degli alberi mi passò sul viso, facendomi socchiudere gli occhi...
Il solito profumo di buono, di pane cotto al forno, proveniente dalla panificeria "Lomi" mi passò sotto il naso...
Mi posizionai il cappuccio sulla testa, sospirando... Stava per cominciare a piovere, lo vedevo dal colore minaccioso del cielo, e non avevo l'ombrello... Tipico di me...
Bella la pioggia...
Me lo raccontano sempre... Quando sono nata, era un giorno di pioggia... Uno di quei giorni freddi, bui che ti costringono a chiuderti in casa... Uno di quei giorni che non ti aspetti...
Ecco... Mi hanno chiamata "Rain" quel giorno... Probabilmente mia madre non aveva altre idee per la testa, o semplicemente non ha pensato molto al nome da dare a quella figlia che a malapena sa di avere...
Vibra il cellulare... Parli del diavolo...

"Non riesco a venirti a prendere: sono bloccata a lavoro."


Mi scappò un sorriso: avrei dovuto aspettarmelo...
Va beh, non tutto il male viene per nuocere...
Tirai fuori da una tasca dei jeans il mio Ipod, l'oggetto a cui tenevo di più al mondo: ovunque andassi, qualunque cosa facessi, con chiunque fossi... Lui era lì con me, pronto a consolarmi o a darmi la carica, a deprimermi o a strapparmi un flebile sorriso...
Mi portai le cuffiette alle orecchie, per poi usufruire dell'opzione "Brani casuali"... Dopo ciò, mi buttai sotto il getto freddo della pioggia, diretta verso casa...
Non mi è mai piaciuto prefissare la mia vita... La musica che scorre, come i secondi che passano, sono imprevedibili...
Perchè la realtà fa già abbastanza schifo... Meglio aspettare che la casualità del momento faccia il suo corso, che scelga lei le canzoni che devo ascoltare o i passi che devo fare...
Chissà... Tutta questione di destino, di soprese...
E io adoro le sorprese...


Arrivai a casa, sentendo l'acqua che entrava in qualsiasi parte del mio corpo, piedi compresi... Mi trascinai nell'ingresso, posando lo zaino vicino alla mensola e levandomi il prima possibile gli abiti bagnati di dosso...
-Sono a casa...- intonai con poco entusiasmo... Non c'era nessuno ad attendermi, ne ero sicura...
Ero fiera della mia giornata, seppur a primo impatto potesse sembrare il contrario: 9 a Francese, 8 e mezzo a Tedesco... Meglio di così...
Ripensai al mio 4 in Matematica del giorno prima, mentre mi dirigevo in bagno per farmi una doccia... Ah, c'era anche il 4 a Chimica, e il 5 a Latino...
Ma quelli erano sporchi dettagli... Cosa mi sarebbe servito nella vita sapere che l'Idrogeno e l'Ossigeno danno l'Acqua? Cosa mi sarebbe servito studiare una lingua morta e sepolta da tempo?
Mi buttai sotto il getto d'acqua, stavolta caldo, della doccia, lasciandomi completamente andare alla frustazione che mi pervadeva ovunque... Sentivo le gambe cedere e le braccia doloranti: per colpa di Fabri non avevo dormito abbastanza... Lui e la sua mania di invitarmi fuori, per poi lasciarmi da sola come un cane ad aspettarlo, in piedi, fuori a qualche locale...
Maledetto bastardo... Mi sono rotta le palle... Non ci casco più...
Gli occhi cominciarono a bruciarmi in maniera spaventosa... Le lacrime si confusero con le goccioline d'acqua che scendevano dai capelli, mentre con difficoltà riuscì a scorgere il panorama dalla finestra appannata del bagno...
Aveva smesso di piovere e il cielo si stava schiarendo... Proprio dopo che mi ero ridotta ad una sottospecie di spugna...
Fantastico...


Mi chiusi la porta dietro le spalle, portandomi con fatica verso il letto... Mi tolsi con rapidità l'accappatoio, indossando la prima maglietta trovata nel cassetto dell'armadio e il pantalone della tuta che solitamente usavo nella fase "sto-a-casa-a-studiare,quindi-nessuno-può-vedermi-in-questo-stato-pietoso!"...
Sentì un debole "Pop!" provenire dal pc... Mi avvicinai, sperando che fosse...
...Julia!

Rain, ci sei?

Sorrisi guardando dolcemente lo schermo del pc, come se lei fosse quello schermo stesso... Julia abitava ad Amburgo, in Germania... Erano sette anni che la conoscevo...
Sette anni che non pensavo ad altri che a lei... Non fraintendetemi, lei è l'amica più preziosa che ho...
Nessuna compagna avrebbe mai potuto sovrastarla...
Abitava di fronte casa mia e sin da piccole siamo andate d'amore e d'accordo, proprio come due sorelle...
Lei è più di una sorella... è la parte più devota di me, lontana chilometri e chilometri da qui...
Quando venni a sapere che si trasferiva, tornando al suo paese natale, sentì tutta la sicurezza, tutta la felicità di quel periodo scomparire: forse era da quel momento che avevo cominciato a vedere il mondo ancora più nero di quello che era...
Ed era da sette anni che aspettavo di rivederla... Ed era da sette anni che il mio sogno di andare in Germania, raggiungerla cresceva sempre di più...
Perchè credete che abbia scelto il Linguistico come scuola?!

Tesoro, sei lì?

Scrissi velocemente la risposta, tornando con la mente all'amaro presente...

Sì, sono qui

Non avevo bisogno di nascondermi, non avevo bisogno di sorrisi di circostanza o di frasi fatte con lei... Julia mi conosceva molto meglio di come mi conoscessi io stessa...

Com'è andata oggi a scuola?

Sbuffai per la domanda poco piacevole... Benedì, almeno in quel momento, il fatto che non potesse nè vedermi nè sentirmi...

Il solito schifo

Parlavamo italiano quando ci sentivamo... Le era sempre stata impressa nella mente come lingua, visto che aveva vissuto qui per oltre 5 anni...

Non pensarci, non tutto va come si desidera... Bisogna accettare anche ciò che non ci piace e andare avanti col sorriso =)

Perchè era così fottutamente gentile?!
Si ricordava ancora di me, dopo anni che non ci vedevamo... Stava sempre lì al pc, pronta a consolarmi... Entrambe non avremmo mai voluto separarci...

Hai ragione, come sempre =)

Ci mise un pò a rispondermi... Chissà, magari aveva da fare con qualche amica o con un ragazzo... Sicuramente era molto popolare e richiesta...
Mentre io ero circondata da "amiche" false come non mai e di ragazzi, tranne quel coglione di Fabri, neanche l'ombra...
Da piccole sognavamo cose come primi baci o matrimoni in stile principesco...
Mi chiedevo se fosse riuscita a dare un bacio ad un ragazzo alto, biondo e con gli occhi azzurri come desiderava... Molto probabile...
E io che a diciannove anni non avevo ancora baciato nemmeno un rospo... Non che la cosa mi premesse...

Quando mi vieni a trovare?

La domanda, al momendo, mi lasciò alquanto spiazzata... Scrissi decisa la risposta, mentre la luce di un pomeriggio assolato entrava dalla mia finestra...

Credo mai

Sapevo che le mie parole le sarebbero apparse fredde e antipatiche... Ma dovevo troncare il problema alla radice...
Mia madre non mi avrebbe mai mandata, nemmeno se avessi avuto 9 a Matematica come tanto desiderava, visto che mio fratello lo aveva...
Mi aveva sempre messa in relazione con lui... "Antonio è più bravo", "Antonio studia di più", "Antonio di qui", "Antonio di là"...
Una delle tante cose che mi mandavano in bestia...

Sono anni che non ci vediamo, Rain... Non ho ancora amiche particolari qui... Perchè ti sto aspettando...

Senza darmi il tempo di pensare a cosa dirle, mi mandò un nuovo messaggio...

Voglio rivederti... Abbiamo molte cose da dirci =)

Julia... Se dipendesse da me prenderei il primo aereo e ti raggiungerei in men che non si dica... Ma...

Sai che non è possibile...

Passarono più di dieci minuti prima che mi rispondesse nuovamente... Probabilmente quei rifiuti l'avevano ferita profondamente e si sentiva un peso inutile per me, cosa che non era affatto...
Non avrei voluto, lo sapeva... Ma che altro potevo fare?

Se cambi idea, sai dove trovarmi... A presto

Si disconnesse così, senza attendere una mia risposta o forma di saluto... Sospirai, portandomi una mano dietro la testa...
-Ciao...- mi dissi, riferito più alla mia testa quadra che a Julia...
La Germania... Julia... Un sogno...
Qui il clima è mite e stabile... Lì freddo e incerto...
Qui ho una casa, una famiglia -se così si può chiamare- e un pasto caldo... Lì? Solo un' amica...
Un' amica dal valore inestimabile...
Un pensierino si creò nella mia testa...
NO!
Non potevo proprio...
-Rain, sono a casa!-
Mia madre...
Entrò in camera mia senza nemmeno bussare, vizio che oramai era difficile toglierle... Mi guardò irritata, osservando il computer acceso e chiedendosi -ormai la conoscevo come le mie tasche- perchè non stessi studiando...
Per mia madre lo studio era fondamentale... Dovevo raggiungere il massimo, sempre, in tutto... Proprio come mio fratello...
Peccatto non riuscisse a capire l'impossibilità della cosa...
-Ti ho lasciato della pasta al pesto sul tavolo... Devo andare ad un colloquio in centrale e poi da Scott...-
Scott... Quel deficente plurimilionario che mia madre aveva arpionato dopo la morte di papà...
-Fà come vuoi...- dissi fra i denti, spegnendo con il pulsante lo schermo del computer...
Si allontanò velocemente, per poi tornare altrettanto scattante...
-Come me lo spieghi questo?- chiese, sventolandomi davanti agli occhi la verificha di Matematica... Era furente...
Mi alzai di scatto, cercando di strappargliela di mano, non riuscendoci...
-Hai frugato nel mio zaino?! Ma... Come ti sei permessa?-
Dentro di me cresceva il rancore che mi portavo dietro praticamente da sempre... Strinsi i pugni, guardandola in cagnesco...
-Sono tua madre, posso eccome!!- rispose lei a tono, preparandosi a tornare in sala. -Finchè non rimedi, dì pure addio alle uscite, all'Ipod e a quel maledetto computer!-
Era difficile trattenersi...
Quella non era mia madre... Non lo era più dal giorno in cui mio padre era scomparso...
Non era mia madre...
-Tu non puoi fare della mia vita ciò che vuoi! Non puoi!-
Ero sull'orlo di una crisi... Una crisi di nervi molto forte...
Uno schiaffo sul volto mi fece voltare d'improvviso la testa, lasciandomi la sensazione di calore sulla guancia e di disprezzo...
-Rain, adesso basta... Mettiti a fare degli esercizi... Quando tornerà, tuo fratello ti darà una mano...-
E uscì dalla stanza come tutte le volte, in modo frettoloso e gelido, per poi uscire dalla casa stessa, sbattendo la porta... Ma cosa avevo fatto di male per meritarmi quel trattamento?
Mi ricomposi, dirigendomi in cucina... Sul tavolo vi era un piatto fondo coperto da uno piano, un bicchiere e un paio di posate... Il tutto sopra una tovaglina rossa intrecciata...
Scoperchiai il piatto e, senza nemmeno guardarne il contenuto, lo buttai nel cestino, sotto il lavello... Mi era passata la fame...
E di pasta/frittata al pesto proprio non ne avevo voglia...
-Ciao, Rain!-
Mi voltai: era Anto, mio fratello...
-Q-Quando sei arrivato? Non ti ho proprio sentito...- esclamai un pò sorpresa, con voce tremante...
-Beh, dieci secondi e due millesimi fa...- rispose lui con tono sarcastico, posando la giacca sull'appendiabiti...
Mi scrutò bene in volto...
-Avete litigato di nuovo?-
Non risposi, mentre sparecchiavo ordinatamente... Era palese la risposta...
-Aspetta, metti questo sulla guancia...-
Mi lanciò un tovagliolo di stoffa azzurro, bagnato con acqua fredda... Me lo poggiai sulla guancia, sentendo, anche solo per poco, del sollievo...
-Grazie...-
Mi ritornò in mente la pioggia... Fredda, inaspettata, dolente...

...BASTA...


Come se una scintilla mi fosse penetrata in corpo, corsi in camera mia, lasciando mio fratello perplesso...
Al diavolo mia madre...
Al diavolo la matematica, la chimica e quella maledetta scuola...
Al diavolo Fabrizio, Noemi e tutte quella puttanelle della mia classe...
Al diavolo il pensare, cosa che non mi era mai riuscita...
Al diavolo tutto e tutti!
Tirai fuori la valigia da sotto il letto... L'aprì con fatica, pensando a cosa avrei potuto metterci dentro...
Mio fratello piombò in camera mia, guardandomi confuso...
-Rain, che stai...?-
-Tonius, ti spiego tutto dopo! Adesso lasciami finire di riempire la valigia!-
-Va... Valigia? Ma dove pensi di andare?-
Lo ignorai, sorpassandolo per andare verso il frigo... Riempì una borsa di patatine, succhi di frutta e gomme da masticare...
-Non starai scappando da mamma?! Sai che è molto nervosa ultimamente per via del matrimonio...-
Mi fermai, irrigidendomi... -Matrimonio? Quale matrimonio?-
-Come, non te l'ha detto? Lei e Scott si sposeranno in Estate... è già stato previsto tutto!!-
.Questo.è.troppo.
Infilai ogni possibile vestito -pesante e non- che avevo in valigia, aggiungendo indumenti intimi, scarpe, libri, manga, trucchi, lo spazzolino e, ovviamente, il mio computer portatile... Antonio mi seguiva per tutta la casa, ancora non capendo cosa avessi intenzione di fare realmente...
-Dai, Rain, ragiona! Mamma ti vuole bene, non sarebbe felice se te ne andassi...-
-Per una volta, Tonius, lascia che sia io ad essere felice...-
Volevo farlo... Avevo deciso...
Chi me lo avrebbe impedito?!
Afferrai il mio salvadanaio in ceramica, il classico maialino, per poi buttarlo a terra decisa... Il suono che ne scaturì fece sobbalzare la persona presente nella mia stanza...
-Ma... Ma... Sei impazzita?!-
-No... Sono libera...-
Antonio si affacciò sui resti del povero maialino: c'erano un sacco di soldi!
-I miei risparmi dovrebbero bastare...- pensai ad alta voce, infilando le banconote spiegazzate nel portafoglio...
Bene, ero pronta... Pronta a partire...
-Se non mi spieghi che sta succedendo, chiamo mamma!!- mi minacciò mio fratello, seppur non seriamente... Afferrai le sue chiavi della macchina, sventolandogliele davanti agli occhi verdi...
-Portami dove ti dico io, ti spiegherò strada facendo!-


Arrivati...
Avevo guardato per tutto il tempo la strada del tragitto, mentre parlavo con Tonius -soprannome che affettuosamente avevo dato a mio fratello sin da piccola-...
Avrei più rivisto quelle strade, quei paesetti, quelle case?
Avrei più sentito il profumo della panificeria Lomi?
Sarei più tornata a scuola?
Antonio si occupò delle valigie, mentre io mi guardavo intorno, spaesata...
Stavo facendo una gran cazzata...
E la cosa mi eccitava...
-Da qui proseguo da sola...- dissi, osservando la rampa di scale che mi ritrovavo davanti...
-Ok...- rispose il ragazzo, poco convinto. -Rain, stai facendo una cazzata e lo sai... Ripensaci con calma, non mi sembra una buona idea...-
-Tonius...-
Gli poggiai amorevolemente le mani sulle ampie spalle, guardandolo dritto negli occhi...
-Voglio provarci... Potrò fallire, soffrire... Ma voglio provarci... Starò bene, vedrai...-
Notai i suoi occhi farsi sempre più lucidi e spenti, ma cercai di non farci caso...
-Salutami Ambra e statemi bene...-
Ambra era la sua ragazza da quasi quattro anni... Convivevano da pochi mesi, per questo mio fratello veniva a casa molto raramente...
-Torna presto...-
Mi strinse a sè, abbracciandomi...
Si sentiva malissimo, potevo sentirlo... Non era riuscito ad impedire a sua sorella di fare una pazzia simile...
Ma si fidava di lei... Ciecamente...
-Ti voglio bene...-
Mi liberai da quell'abbraccio prima che mi spingesse a rimanere, ad ancorarmi per sempre a quel posto...
Non volevo più restare lì... Quella non era casa mia... Non lo era mai stata...
-Ricordati di fare ciò che ti ho detto...-
-Sì... Buon viaggio...-
Mi trascinai la pesante valigia verso l'ascensore, che presi prontamente... Salendo, mi passò davanti agli occhi ogni minimo ricordo o particolare della mia vita...
Mi portai le mani sul volto, chiudendo gli occhi...
Piansi sola, lì, come una bambina che ha perso la sua bambola preferita...
Come una bambina che ha perso la mano della mamma...
Arrivai alla reception, fornendo cartà d'identità e tutto il necessario...
L'uomo addetto alzò lo sguardo, fissandomi...
-Ma... Tu sei Rain Corietti?-
Gli sorrisi, annuendo... Era il padre di quel rompiscatole di Fabri...
-Fabrizio mi parla sempre di te... Beh, visto che sei sua amica, ti lascio usufruire degli ultimi posti rimasti... Dove stai andando di bello? A quest'ora poi... Domani non hai scuola?!-
-La ringrazio, Signor Ferretti... Me lo saluti, mi raccomando...- risposi seccamente, senza dar luce ai suoi dubbi...
Ero sicura che mi avrebbe aiutata...
Chissà, magari anche Fabri mi sarebbe mancato...
Mi precipitai nella corsia che l'uomo m'indicava, sperando di non rimettermi a frignare come prima...
La cosa fu più veloce di quello che mi aspettavo...
-Biglietto, prego...-
-Ehm... Sì, eccolo...-
Grazie a Tonius ero riuscita a comprarmene uno per una classe decente...
-Prego, da questa parte...-
Tutto divenne nero... Tutte divenne opaco...
Mi sentivo così: nera e opaca...
Mi sentivo come il fruscio delle foglie al vento...
Come il sole appena inalzato il cielo...
Come il mare che s'infrange sull'arena...
Come la pioggia...
Dolente...
Stavo andando incontro al mio destino... Stavo facendo di testa mia...
Ero contro tutto e tutti...
Anche contro di lei, la pioggia... Che sferzava i volti senza placarsi, senza paura di ferire...
Ero decisa a fermarla.
E quella lettera, che mio fratello avrebbe consegnato a mia madre qualche ora dopo, mi fece riflettere... L'avrei sempre amata, seppur non la riconoscessi più...
Avrei sempre amato il suo ricordo... Quello di una madre dolce e sorridente, che mi coccola nelle notti tuonanti o che mi abbraccia per confortarmi...
Subito dopo, la immaginai piangente, con la mia lettera in mano, che si pentiva per tutto ciò che aveva fatto...
Avevamo sbagliato tutto...
Ma per entrambe cominciava una nuova vita... Lei con un nuovo compagno, fresca e felice...
Io in Germania, pronta per spaccare il mondo...
In un attimo presi il volo...
Velocemente le dita mi scivolarono sui tasti del telefono, frementi... Scrissi poche parole, ma che racchiudevano tutto lo spirito della cazzata che stavo per fare...
Non potevo più tornare indietro... Per fortuna...
Sorrisi, rilassata come mai prima...

"Julia, aspettami... Sto arrivando!"








 

Continua...

  
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