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Autore: Smeralda Elesar    13/12/2009    1 recensioni
Anànke è il destino ineluttabile che guida le vite degli uomini ed è il destino che ha intrecciato in modo drammatico quelle del Sacerdote Sion e di Saga dei Gemelli. Anni dopo un dialogo tra i due tenta di chiarire alcuni punti ancora avvolti nel mistero. Post-Hade e post-Tenkai hen.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aries Shion, Gemini Saga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1)      Ho scritto questa fiction perché mi sarebbe piaciuto tantissimo vedere nel manga un serio confronto tra Saga e Sion.

2)     Il dialogo tra i due mi ha fatto venire in mente tantissimo il capitolo King’s Cross di “Harry Potter and the Deatly Hallows”, ma forse l’accostamento Sion/Silente e Saga/Harry non ci incastrava molto…

3)      Ho cercato di non cadere nella tentazione di scagionare Saga perché renderlo solo buono o solo cattivo fa perdere tutto il fascino del personaggio

 

Ringrazio in anticipo  tutti quelli che leggeranno e commenteranno

 

Anagke   

 

Saga percorreva rapido i corridoi del Tempio che lo separavano dalla sala del Gran Sacerdote.

Il sole stava per tramontare, strano che Sion avesse accettato di vederlo così tardi.

Un appuntamento tra lui ed il Sacerdote di Athena.

L’ultima volta che aveva cercato Sion con tanta urgenza era stata quando aveva solo quindici

anni e quell’incontro era finito con Sion a terra, morto, e Saga dannato per sempre.

Adesso di anni ne aveva ventotto e voleva chiedere perdono.

Camminare in quelle sale gli faceva un effetto strano: dopo averci abitato come impostore per

tredici anni le conosceva benissimo, eppure gli sembravano completamente diverse.

 

“O forse sono io ad essere diverso da allora”

 

Pensò mentre ascoltava i suoi passi echeggiare tra le mura spesse.

 

“Per fortuna”

 

Davanti al portone di bronzo si fermò indeciso.

Non aveva preparato un discorso ed un semplice “mi dispiace” anche se sincero gli sembrava

troppo poco.

 

Entra, Saga.

 

Sussultò a sentire la voce di Sion nella sua mente.

 

“Non ha senso aspettare ancora, se sa che sono qui tanto vale che entri”

 

Fece un respiro profondo e spinse uno dei battenti.

 

:-Ti stavo aspettando, Saint dei Gemelli. Come mai non indossi il tuo cloth?-:

 

Saga avanzò fino al centro della sala e si inginocchiò.

 

:-Sion-sama, io… adesso non sono venuto qui come Gold Saint, sono venuto a parlarvi solo

come uomo-:

 

Rimase a testa bassa.

Sentiva lo sguardo delle pietre rosse fisso su di se che lo scandagliava fino all’anima e non poté

trattenere un brivido.

 

:-Capisco. In questo caso allora credo sia più giusto che anch’io ti risponda solo come uomo-:

 

Sion si tolse la maschera e gli venne incontro.

 

:-Alzati-:

 

:-Signore, io…-:

 

:-Alzati-:

 

Lui obbedì controvoglia.

 

:-So perché oggi hai chiesto di vedermi. In effetti, Saga, mi chiedevo come mai un uomo del tuo

coraggio esitasse tanto ad affrontarmi-:

 

:-No! Sacerdote, vi prego, io non ho intenzione di…-:

 

Sion lo zittì con un gesto.

 

:-Sto parlando della tua paura, Saga. Tu hai ancora paura di me, non è vero? Però alla fine hai

provato a vincere questa paura ed hai chiesto di vedermi. So che per te è difficile stare qui, in

questa stanza, dimmi, hai più timore di me o della maschera che ho appena posato?-:

 

Saga avvertì una nota di rimprovero nel tono profondo del Sacerdote e chinò la testa.

 

:-Sì, è vero, ho paura a stare qua dentro. Mi disprezzate per questo?-:

 

:-No, Saga, non ti disprezzo. Se tu non avessi paura che valore avrebbe il tuo coraggio?

E adesso vuoi provare a parlarmi veramente da uomo a uomo?-:

 

Incoraggiato dal tono paterno di Sion, Saga si decise di spiegare perché aveva chiesto di essere ricevuto.

 

:-Sion-sama, anche se la dea Athena non ha voluto punire i miei crimini io non posso vivere come

se non fosse successo nulla, per questo ho sentito il bisogno di parlare con voi. Sion-sama, io

voglio chiedervi scusa, ed inoltre…-:

 

Esitò un attimo.

Forse non era il caso di parlarne.

 

:-Sei confuso,Saga? Quando non riesci ad affrontare un argomento i casi sono due: o è troppo

banale oppure è troppo importante-:

 

:-In questo caso è troppo importante, per questo ho bisogno del vostro aiuto. Vedete, io ho ancora

tantissimi interrogativi riguardo a… insomma, a quello che è successo in passato, e per quanto

mi arrovelli ci sono ancora domande a cui non so dare una risposta-:

 

:-Tutte le risposte sono dentro di te, Saga, dovresti averlo imparato ormai-:

 

:-Lo so questo, lo so, ma se sono dentro di me io non riesco a trovarle, e poi alcune riguardano voi

personalmente-:

 

Sion sembrò sorpreso.

 

:-Ah… bene, se le cose stanno così allora ti aiuterò. Ho l’impressione che sarà una conversazione

abbastanza lunga, vogliamo sederci?-:

 

Gli indicò il sedile di pietra che correva lungo il perimetro della sala.

 

:-Allora, quali sono queste domande che ti assillano?-:

 

Saga chiuse un attimo gli occhi.

In realtà tutte le sue domande si collegavano ad una sola.

Guardò Sion che aspettava e decise che valeva la pena fargliela.

 

:-Anni fa voi mi diceste che avvertivate in me un cosmo oscuro, ora quello che vorrei sapere è: voi

avevate capito con chi avevate a che fare? Sapevate già da prima che in me convivevano un

angelo ed un demone?-:

 

Sion lo scrutò per un lungo istante e Saga si chiese se non aveva osato troppo.

No, doveva sapere, era troppo importante.

 

:-Io so che in ogni uomo convivono un angelo ed un demone, Saga, comunque se vuoi una

risposta sincera devo dire che sì, avevo capito quanto questi due estremi in te fossero esasperati

e pericolosi-:

 

:-Che cosa?! Voi sapevate chi ero… sapevate cosa ero… e non avete fatto niente per fermarmi?-:

 

:-Diciamo che lo avevo intuito con sufficiente precisione. E no, non ho fatto niente per fermarti-:

 

Saga era sconvolto.

 

:-Ma potevate… potevate…-:

 

:-Cosa, Saga? Esiliarti? Avrei dovuto cacciarti dal Santuario?-:

 

:-Sì, avreste dovuto farlo!-:

 

Sion sorrise, un sorriso stanco.

 

:-No, non ho voluto farlo. Vedi, Saga, cacciarti non sarebbe servito a niente perché la tua anima

malvagia avrebbe solo covato più rancore ed aumentato la sua ferocia-:

 

Saga si piegò ancora una volta sotto il peso dei rimorsi.

 

:-Quanto alla tua anima buona, invece, forse sono stato troppo sentimentale, però ho pensato

che tu stessi già soffrendo abbastanza e non me la sono sentita di darti un dolore che sapevo

inutile-:

 

Rimase in attesa di una reazione ma Saga non si mosse.

 

:-Mi giudichi uno sciocco per questo, Saga?-:

 

:-In tutta sincerità signore, sì. Una volta capito il pericolo che rappresentavo per voi e per

Athena avreste dovuto uccidermi-:

 

 :-Sì, forse hai ragione, avrei dovuto ma alla fine non ho fatto neanche questo-:

 

:-Ma… perché?-:

 

:-Perché? Giusta domanda. La prima risposta è che in più di duecento anni ho già visto morire

troppe persone e sinceramente non me la sentivo di condannarti con troppa leggerezza. Inoltre

non avevi ancora commesso alcun crimine, come potevo?-:

 

Rimase colpito dalla straordinaria umanità di Sion.

 

:-Grazie-:

 

Mormorò a testa bassa.

 

:-Non ringraziarmi. Sai bene cosa è successo a causa di questa mia decisione-:

 

Per Saga fu come una coltellata.

Un attimo dopo era di nuovo in ginocchio.

 

:-Vi prego, Sion-sama, se avete ancora qualcosa da rimproverarmi…-:

 

:-Alzati! Se vuoi davvero tornare ad essere un Saint devi imparare ad affrontare il rimorso-:

 

Saga dovette fare uno sforzo di volontà per staccarsi da terra e tornare a sedere accanto al Sacerdote.

Rimase in silenzio.

 

:-Saga, c’è un'altra domanda che vorresti farmi-:

 

:-Sì, signore. A questo punto vorrei sapere, se davvero avevate capito cosa si nascondeva in me,

sapevate anche cosa avrei fatto? Sapevate che sarei arrivato ad uccidere voi e a minacciare una

neonata?-:

 

:-Oh, no, Saga, non attribuirmi poteri che non ho. Osservando le stelle sapevo di un pericolo

all’interno del Santuario che avrebbe minacciato la dea, ma credimi, non ho avuto l’assoluta

certezza che fossi tu finché…-:

 

:-…finché non è stato troppo tardi-:

 

Concluse Saga con amarezza.

Sion annuì.

 

C’era un ultima domanda.

 

:-Signore, ancora oggi mi chiedo una cosa. Anni fa, sullo Star Hill, io sono riuscito a colpirvi.

All’epoca credetti che fosse stato perché ero… superiore a voi, ma…-:

 

:-Ma…?-:

 

Lo incoraggiò Sion.

 

:-Ma adesso so che non è stato così. Sion-sama, è possibile che quella notte voi non abbiate

voluto fermare il mio colpo?-:

 

Stranamente Sion sorrise.

 

:-Molto bene, Saga, credo che il dolore ti abbia insegnato più di quanto tu stesso creda-:

 

:-Signore…?-:

 

:-Hai ragione tu. Quella notte ancora una volta non ho voluto fermarti-:

 

:-CHE COSA?!-:

 

Saga si alzò di scatto.

 

:-Sei sorpreso, Saga?-:

 

:-Vi siete lasciato uccidere?! Ma come avete potuto?! Perché non me lo avete impedito?!-:

 

Sion lo guardò severo.

 

:-Siediti subito e comportati da persona intelligente. Queste reazioni non sono degne di un

Saint, non sono degne di un Gold Saint e soprattutto non sono degne di te-:

 

:-Qua non si tratta di reazioni! Qua si tratta di… di…-:

 

Si fermò confuso.

 

:-Hai finito? Come pretendi che io ti aiuti a capire se mantieni un atteggiamento così infantile?-:

 

Saga chinò la testa all’ennesimo rimprovero.

 

:-Adesso ascoltami, secondo te avrei dovuto fermarti, ma ti ho già detto che sarebbe stato inutile.

Se non fossi stato tu qualcun altro avrebbe tradito il Santuario e minacciato Athena, e tutto

sarebbe successo ugualmente.

Quella notte, quando sei venuto a contestare la scelta di Aioros come mio successore, è stato il

primo segno che all’interno del Santuario qualcosa stava cambiando. Ed io ho capito che il mio

tempo era finito-:

 

:-Finito? Da come lo dite sembra che voi non avreste avuto altra scelta che morire-:

 

:-Credimi, Saga, dopo tanto tempo e tante responsabilità è una scelta che rifarei volentieri-:

 

:-Ma Athena? Avete rischiato che io la uccidessi-:

 

:-No, ti ho già detto che tutto sarebbe dovuto accadere comunque, giusto? Saga, io quella

notte ti ho affidato un compito molto più importante del mio-:

 

:-Un… compito, signore?-:

 

Sion annuì.

 

:-Esatto. Vuoi capire cos’era?-:

 

:-Sì-:

 

:-Allora vieni con me-:

 

Sion si alzò e Saga lo seguì in silenzio.

Percorsero a ritroso i corridoi del Tempio ed uscirono sulla spianata dominata dalla grande statua di Athena.

Il cielo era diventato blu scuro ed indaco e Giove splendeva alto sull’orizzonte.

 

:-Ecco, qui c’è la chiave di tutto, riesci a comprendere, Saga?-:

 

Lui osservo la statua che celava la God Cloth di Athena.

Era bella, maestosa come lo era sempre stata, ma ai suoi occhi non diceva nulla.

Saga scosse la testa.

 

:-Mi dispiace, signore, non comprendo-:

 

:-Allora guarda a terra-:

 

Sangue!

 

:-Sion-sama… questo è… il sangue della dea!-:

 

:-Esatto. Adesso riesci a capire?-:

 

No, non capiva, stava solo rivivendo un incubo legato ad un pugnale d’oro.

 

:-Saga-:

 

Un lampo e la dea che dovevano proteggere era morta.

 

:-Saga!-:

 

Per mano sua.

 

:-Saga, svegliati!-:

 

Sion lo schiaffeggiò e lo fece tornare alla realtà.

 

:-Ti ho già detto che se vuoi capire devi comportarti da persona intelligente. Chiudi fuori dalla

tua mente i ricordi, ignora il dolore-:

 

Respirò a fondo

 

:-Sei pronto? Adesso ascoltami, ti aiuterò io-:

 

Sion posò la mano sulla pietra.

 

:-Dimmi, Saga, cos’è stato necessario per risvegliare il Cloth di Athena?-:

 

:-Il suo sangue-:

 

Mormorò lui in risposta.

 

:-Bene, e quindi…?-:

 

Saga non ci arrivava proprio. Silenzio.

 

:-Sacrificio-:

 

Disse Sion.

 

:-Per combattere contro Hades era necessario che Athena scegliesse di sacrificarsi pur di

ottenere un Cloth che la rendesse pari a lui ed il grado di sconfiggerlo-:

 

Forse cominciava a comprendere.

Tutto intorno a lui c’era un mormorio che gli suggeriva la risposta, ma ancora non riusciva a distinguerla.

Aspettò che Sion continuasse.

 

:-Sacrificare la propria vita. Saga, credi davvero che una ragazzina viziata come Saori Kido

sarebbe stata in grado di fare questa scelta? È ovvio che no. Adesso capisci? Riesci a

comprendere il ruolo importantissimo, anche se ingrato, che ti ho affidato tredici anni fa?-:

 

La verità lo attraversò come un fulmine.

 

:-Io… io dovevo… prepararla a quello che avrebbe dovuto affrontare…-:

 

Il volto di Sion si aprì in un sorriso.

 

:-Benissimo, Saga. E non solo lei, ma anche i giovani Bronze Saints.

Saori ha avuto un primo assaggio di cosa significa essere Athena quando ha dovuto confrontarsi con te-:

 

:-Ma allora… allora anche Kanon?-.

 

:-Sì, Saga, anche lui. Kanon è stato solo un mezzo perché Athena arrivasse a confrontarsi con

una divinità sua pari e si rendesse conto delle sue responsabilità verso il genere umano-:

 

Rimasero in silenzio per un po’.

Saga aveva compreso la verità che Sion gli aveva appena rivelato, adesso però doveva accettarla.

Il suo gesto, anche se sconsiderato, non era stato inutile e lui aveva servito Athena senza

neanche rendersene conto.

Ma ancora una cosa non gli era chiara.

 

:-Sion-sama, anche se il mio tradimento aveva uno scopo, io ho agito di mia volontà, giusto?

Quindi tutto questo non mi solleva minimamente dalle mie responsabilità, non è vero?-:

 

:-No, Saga, temo di no. Però può aiutarti ad accettarle-:

 

:-Capisco-:

 

Il silenziò si allargò di nuovo in mezzo a loro.

Entrambi guardarono verso la statua.

 

“Forse Sion ha ragione, aver capito tutto questo mi aiuterà a sopportare il peso del rimorso… ma

vi prego, Athena, non affidatemi mai più un compito così duro”

 

Pensò Saga rivolto all’imponente dea di pietra.

Stagliata contro il cielo scuro gli sembrò di vederla sorridere in risposta alla sua preghiera.

 

:-Adesso posso andare. Grazie di tutto, Sion-sama-:

 

“E grazie anche a voi, Athena”

 

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