1)
Ho scritto questa fiction perché
mi sarebbe piaciuto tantissimo vedere nel manga un serio confronto tra Saga e
Sion.
2)
Il dialogo tra i due mi ha fatto
venire in mente tantissimo il capitolo King’s Cross di “Harry Potter and the
Deatly Hallows”, ma forse l’accostamento Sion/Silente e Saga/Harry non ci
incastrava molto…
3)
Ho cercato di non cadere nella
tentazione di scagionare Saga perché renderlo solo buono o solo cattivo fa
perdere tutto il fascino del personaggio
Ringrazio in anticipo
tutti quelli che leggeranno e commenteranno
Anagke
Saga percorreva rapido i corridoi del Tempio
che lo separavano dalla sala del Gran Sacerdote.
Il sole stava per tramontare, strano che Sion
avesse accettato di vederlo così tardi.
Un appuntamento tra lui ed il Sacerdote di
Athena.
L’ultima volta che aveva cercato Sion con
tanta urgenza era stata quando aveva solo quindici
anni e quell’incontro era finito con Sion a
terra, morto, e Saga dannato per sempre.
Adesso di anni ne aveva ventotto e voleva chiedere
perdono.
Camminare in quelle sale gli faceva un
effetto strano: dopo averci abitato come impostore per
tredici anni le conosceva benissimo, eppure
gli sembravano completamente diverse.
“O forse sono io ad essere diverso da allora”
Pensò mentre ascoltava i suoi passi
echeggiare tra le mura spesse.
“Per fortuna”
Davanti al portone di bronzo si fermò
indeciso.
Non aveva preparato un discorso ed un
semplice “mi dispiace” anche se sincero gli sembrava
troppo poco.
Entra,
Saga.
Sussultò a sentire la voce di Sion nella sua
mente.
“Non ha senso aspettare ancora, se sa che
sono qui tanto vale che entri”
Fece un respiro profondo e spinse uno dei
battenti.
:-Ti stavo aspettando, Saint dei Gemelli.
Come mai non indossi il tuo cloth?-:
Saga avanzò fino al centro della sala e si
inginocchiò.
:-Sion-sama, io… adesso non sono venuto qui
come Gold Saint, sono venuto a parlarvi solo
come uomo-:
Rimase a testa bassa.
Sentiva lo sguardo delle pietre rosse fisso
su di se che lo scandagliava fino all’anima e non poté
trattenere un brivido.
:-Capisco. In questo caso allora credo sia
più giusto che anch’io ti risponda solo come uomo-:
Sion si tolse la maschera e gli venne
incontro.
:-Alzati-:
:-Signore, io…-:
:-Alzati-:
Lui obbedì controvoglia.
:-So perché oggi hai chiesto di vedermi. In
effetti, Saga, mi chiedevo come mai un uomo del tuo
coraggio esitasse tanto ad affrontarmi-:
:-No! Sacerdote, vi prego, io non ho
intenzione di…-:
Sion lo zittì con un gesto.
:-Sto parlando della tua paura, Saga. Tu hai
ancora paura di me, non è vero? Però alla fine hai
provato a vincere questa paura ed hai chiesto
di vedermi. So che per te è difficile stare qui, in
questa stanza, dimmi, hai più timore di me o
della maschera che ho appena posato?-:
Saga avvertì una nota di rimprovero nel tono
profondo del Sacerdote e chinò la testa.
:-Sì, è vero, ho paura a stare qua dentro. Mi
disprezzate per questo?-:
:-No, Saga, non ti disprezzo. Se tu non
avessi paura che valore avrebbe il tuo coraggio?
E adesso vuoi provare a parlarmi veramente da
uomo a uomo?-:
Incoraggiato dal tono paterno di Sion, Saga
si decise di spiegare perché aveva chiesto di essere ricevuto.
:-Sion-sama, anche se la dea Athena non ha
voluto punire i miei crimini io non posso vivere come
se non fosse successo nulla, per questo ho
sentito il bisogno di parlare con voi. Sion-sama, io
voglio chiedervi scusa, ed inoltre…-:
Esitò un attimo.
Forse non era il caso di parlarne.
:-Sei confuso,Saga? Quando non riesci ad
affrontare un argomento i casi sono due: o è troppo
banale oppure è troppo importante-:
:-In questo caso è troppo importante, per
questo ho bisogno del vostro aiuto. Vedete, io ho ancora
tantissimi interrogativi riguardo a… insomma,
a quello che è successo in passato, e per quanto
mi arrovelli ci sono ancora domande a cui non
so dare una risposta-:
:-Tutte le risposte sono dentro di te, Saga,
dovresti averlo imparato ormai-:
:-Lo so questo, lo so, ma se sono dentro di
me io non riesco a trovarle, e poi alcune riguardano voi
personalmente-:
Sion sembrò sorpreso.
:-Ah… bene, se le cose stanno così allora ti
aiuterò. Ho l’impressione che sarà una conversazione
abbastanza lunga, vogliamo sederci?-:
Gli indicò il sedile di pietra che correva
lungo il perimetro della sala.
:-Allora, quali sono queste domande che ti
assillano?-:
Saga chiuse un attimo gli occhi.
In realtà tutte le sue domande si collegavano
ad una sola.
Guardò Sion che aspettava e decise che valeva
la pena fargliela.
:-Anni fa voi mi diceste che avvertivate in
me un cosmo oscuro, ora quello che vorrei sapere è: voi
avevate capito con chi avevate a che fare?
Sapevate già da prima che in me convivevano un
angelo ed un demone?-:
Sion lo scrutò per un lungo istante e Saga si
chiese se non aveva osato troppo.
No, doveva sapere, era troppo importante.
:-Io so che in ogni uomo convivono un angelo
ed un demone, Saga, comunque se vuoi una
risposta sincera devo dire che sì, avevo
capito quanto questi due estremi in te fossero esasperati
e pericolosi-:
:-Che cosa?! Voi sapevate chi ero… sapevate
cosa ero… e non avete fatto niente per fermarmi?-:
:-Diciamo che lo avevo intuito con
sufficiente precisione. E no, non ho fatto niente per fermarti-:
Saga era sconvolto.
:-Ma potevate… potevate…-:
:-Cosa, Saga? Esiliarti? Avrei dovuto
cacciarti dal Santuario?-:
:-Sì, avreste dovuto farlo!-:
Sion sorrise, un sorriso stanco.
:-No, non ho voluto farlo. Vedi, Saga,
cacciarti non sarebbe servito a niente perché la tua anima
malvagia avrebbe solo covato più rancore ed
aumentato la sua ferocia-:
Saga si piegò ancora una volta sotto il peso
dei rimorsi.
:-Quanto alla tua anima buona, invece, forse
sono stato troppo sentimentale, però ho pensato
che tu stessi già soffrendo abbastanza e non
me la sono sentita di darti un dolore che sapevo
inutile-:
Rimase in attesa di una reazione ma Saga non
si mosse.
:-Mi giudichi uno sciocco per questo, Saga?-:
:-In tutta sincerità signore, sì. Una volta
capito il pericolo che rappresentavo per voi e per
Athena avreste dovuto uccidermi-:
:-Sì,
forse hai ragione, avrei dovuto ma alla fine non ho fatto neanche questo-:
:-Ma… perché?-:
:-Perché? Giusta domanda. La prima risposta è
che in più di duecento anni ho già visto morire
troppe persone e sinceramente non me la
sentivo di condannarti con troppa leggerezza. Inoltre
non avevi ancora commesso alcun crimine, come
potevo?-:
Rimase colpito dalla straordinaria umanità di
Sion.
:-Grazie-:
Mormorò a testa bassa.
:-Non ringraziarmi. Sai bene cosa è successo
a causa di questa mia decisione-:
Per Saga fu come una coltellata.
Un attimo dopo era di nuovo in ginocchio.
:-Vi prego, Sion-sama, se avete ancora
qualcosa da rimproverarmi…-:
:-Alzati! Se vuoi davvero tornare ad essere
un Saint devi imparare ad affrontare il rimorso-:
Saga dovette fare uno sforzo di volontà per
staccarsi da terra e tornare a sedere accanto al Sacerdote.
Rimase in silenzio.
:-Saga, c’è un'altra domanda che vorresti
farmi-:
:-Sì, signore. A questo punto vorrei sapere,
se davvero avevate capito cosa si nascondeva in me,
sapevate anche cosa avrei fatto? Sapevate che
sarei arrivato ad uccidere voi e a minacciare una
neonata?-:
:-Oh, no, Saga, non attribuirmi poteri che
non ho. Osservando le stelle sapevo di un pericolo
all’interno del Santuario che avrebbe
minacciato la dea, ma credimi, non ho avuto l’assoluta
certezza che fossi tu finché…-:
:-…finché non è stato troppo tardi-:
Concluse Saga con amarezza.
Sion annuì.
C’era un ultima domanda.
:-Signore, ancora oggi mi chiedo una cosa.
Anni fa, sullo Star Hill, io sono riuscito a colpirvi.
All’epoca credetti che fosse stato perché
ero… superiore a voi, ma…-:
:-Ma…?-:
Lo incoraggiò Sion.
:-Ma adesso so che non è stato così.
Sion-sama, è possibile che quella notte voi non abbiate
voluto fermare il mio colpo?-:
Stranamente Sion sorrise.
:-Molto bene, Saga, credo che il dolore ti
abbia insegnato più di quanto tu stesso creda-:
:-Signore…?-:
:-Hai ragione tu. Quella notte ancora una
volta non ho voluto fermarti-:
:-CHE COSA?!-:
Saga si alzò di scatto.
:-Sei sorpreso, Saga?-:
:-Vi siete lasciato uccidere?! Ma come avete
potuto?! Perché non me lo avete impedito?!-:
Sion lo guardò severo.
:-Siediti subito e comportati da persona
intelligente. Queste reazioni non sono degne di un
Saint, non sono degne di un Gold Saint e
soprattutto non sono degne di te-:
:-Qua non si tratta di reazioni! Qua si
tratta di… di…-:
Si fermò confuso.
:-Hai finito? Come pretendi che io ti aiuti a
capire se mantieni un atteggiamento così infantile?-:
Saga chinò la testa all’ennesimo rimprovero.
:-Adesso ascoltami, secondo te avrei dovuto
fermarti, ma ti ho già detto che sarebbe stato inutile.
Se non fossi stato tu qualcun altro avrebbe
tradito il Santuario e minacciato Athena, e tutto
sarebbe successo ugualmente.
Quella notte, quando sei venuto a contestare
la scelta di Aioros come mio successore, è stato il
primo segno che all’interno del Santuario
qualcosa stava cambiando. Ed io ho capito che il mio
tempo era finito-:
:-Finito? Da come lo dite sembra che voi non
avreste avuto altra scelta che morire-:
:-Credimi, Saga, dopo tanto tempo e tante
responsabilità è una scelta che rifarei volentieri-:
:-Ma Athena? Avete rischiato che io la
uccidessi-:
:-No, ti ho già detto che tutto sarebbe
dovuto accadere comunque, giusto? Saga, io quella
notte ti ho affidato un compito molto più
importante del mio-:
:-Un… compito, signore?-:
Sion annuì.
:-Esatto. Vuoi capire cos’era?-:
:-Sì-:
:-Allora vieni con me-:
Sion si alzò e Saga lo seguì in silenzio.
Percorsero a ritroso i corridoi del Tempio ed
uscirono sulla spianata dominata dalla grande statua di Athena.
Il cielo era diventato blu scuro ed indaco e
Giove splendeva alto sull’orizzonte.
:-Ecco, qui c’è la chiave di tutto, riesci a
comprendere, Saga?-:
Lui osservo la statua che celava la God Cloth
di Athena.
Era bella, maestosa come lo era sempre stata,
ma ai suoi occhi non diceva nulla.
Saga scosse la testa.
:-Mi dispiace, signore, non comprendo-:
:-Allora guarda a terra-:
Sangue!
:-Sion-sama… questo è… il sangue della dea!-:
:-Esatto. Adesso riesci a capire?-:
No, non capiva, stava solo rivivendo un
incubo legato ad un pugnale d’oro.
:-Saga-:
Un lampo e la dea che dovevano proteggere era
morta.
:-Saga!-:
Per mano sua.
:-Saga, svegliati!-:
Sion lo schiaffeggiò e lo fece tornare alla
realtà.
:-Ti ho già detto che se vuoi capire devi
comportarti da persona intelligente. Chiudi fuori dalla
tua mente i ricordi, ignora il dolore-:
Respirò a fondo
:-Sei pronto? Adesso ascoltami, ti aiuterò
io-:
Sion posò la mano sulla pietra.
:-Dimmi, Saga, cos’è stato necessario per
risvegliare il Cloth di Athena?-:
:-Il suo sangue-:
Mormorò lui in risposta.
:-Bene, e quindi…?-:
Saga non ci arrivava proprio. Silenzio.
:-Sacrificio-:
Disse Sion.
:-Per combattere contro Hades era necessario
che Athena scegliesse di sacrificarsi
pur di
ottenere un Cloth che la rendesse pari a lui
ed il grado di sconfiggerlo-:
Forse cominciava a comprendere.
Tutto intorno a lui c’era un mormorio che gli
suggeriva la risposta, ma ancora non riusciva a distinguerla.
Aspettò che Sion continuasse.
:-Sacrificare la propria vita. Saga, credi
davvero che una ragazzina viziata come Saori Kido
sarebbe stata in grado di fare questa scelta?
È ovvio che no. Adesso capisci? Riesci a
comprendere il ruolo importantissimo, anche
se ingrato, che ti ho affidato tredici anni fa?-:
La verità lo attraversò come un fulmine.
:-Io… io dovevo… prepararla a quello che
avrebbe dovuto affrontare…-:
Il volto di Sion si aprì in un sorriso.
:-Benissimo, Saga. E non solo lei, ma anche i
giovani Bronze Saints.
Saori ha avuto un primo assaggio di cosa
significa essere Athena quando ha dovuto confrontarsi con te-:
:-Ma allora… allora anche Kanon?-.
:-Sì, Saga, anche lui. Kanon è stato solo un
mezzo perché Athena arrivasse a confrontarsi con
una divinità sua pari e si rendesse conto
delle sue responsabilità verso il genere umano-:
Rimasero in silenzio per un po’.
Saga aveva compreso la verità che Sion gli
aveva appena rivelato, adesso però doveva accettarla.
Il suo gesto, anche se sconsiderato, non era
stato inutile e lui aveva servito Athena senza
neanche rendersene conto.
Ma ancora una cosa non gli era chiara.
:-Sion-sama, anche se il mio tradimento aveva
uno scopo, io ho agito di mia volontà, giusto?
Quindi tutto questo non mi solleva minimamente
dalle mie responsabilità, non è vero?-:
:-No, Saga, temo di no. Però può aiutarti ad
accettarle-:
:-Capisco-:
Il silenziò si allargò di nuovo in mezzo a
loro.
Entrambi guardarono verso la statua.
“Forse Sion ha ragione, aver capito tutto
questo mi aiuterà a sopportare il peso del rimorso… ma
vi prego, Athena, non affidatemi mai più un
compito così duro”
Pensò Saga rivolto all’imponente dea di
pietra.
Stagliata contro il cielo scuro gli sembrò di
vederla sorridere in risposta alla sua preghiera.
:-Adesso posso andare. Grazie di tutto, Sion-sama-:
“E grazie anche a voi, Athena”
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