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Autore: I Walk With Shadows    15/12/2009    5 recensioni
“Tu, Ronald Joseph Radke, o come cazzo si dice, avrai il piacere di essere visitato da tre spettri. Uno del Natale passato, uno del presente, e l'altro del futuro. Ti faranno vedere la retta via, o almeno ci proveranno.”
“E tu sei uno di quelli?”
“Grazie al cielo, no.”
[BuonCompleannoRonnieEMax!]
Genere: Commedia, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa ff a tutti quelli che mi seguono.

A quelli che aspettavano questa storia -per quanto mi riguarda sono due xD- e a Chiara, Dobe e Bea che mi hanno aiutato coi personaggi.

Ma soprattutto, scrivo questa storia per fare gli auguri ai miei due più cari tesori al mondo.

Auguri, Ronnie e Max!


A Christmas Carol.


Ronnie aveva vissuto la metà della sua vita per denaro.

Aveva ventisei anni buttati al vento, compiuti da dieci giorni, nessun figlio, nessuna ragazza, niente di niente.

Faceva il direttore di una banca -sì, si fa per dire- nella sua città nativa, Las Vegas, sì, la città della canzone di Presley e dei casinò sparsi come monetine per strada.

C'è una descrizione di Vegas che dice che è come un corridoio, pieno di casinò e basta. Niente case, niente alloggi, niente alberghi.

A Ronald 'sta cosa non andava a genio. Quindi aveva modificato di per sè la pagina di Wikipedia su Vegas dicendo tutte le bellezze della capitale.

Il giorno dopo l'avevano mutilata di nuovo.

Togliendo questi dettagli poco interessanti, visto che non voglio annoiare la gente -o sì? Chissà..- riprendiamo dalla parte cool.

Dicevo, appunto, Ronnie era un ragazzo senza interessi se non i soldi.

Nella sua banca, c'era un lavoratore molto -ma molto- povero. Craig Mabbit. Aveva una famiglia numerosissima, e in più una bambina che aveva avuto un errore genet.. ehm, scusate, una malformazione, e aveva un piede storto. La bambina, figlia del suddetto uomo (??) e della suddetta moglie, si chiamava -o si chiama- Tiny Leila.

Era la vigilia di Natale. E bhè, ovviamente Radke odiava quella festa, non dovevo neanche dirlo. Trovava che il fatto di stare insieme includesse solo “scambiamoci le malattie a vicenda e moriamo tutti!”. Essì, era un ragazzo che prendeva sempre le cose bene.

Così, entrando nella banca, visto che era di buon umore dopo aver cacciato quegli omini bisognosi da casa sua, si avvicinò al lavoratore e, secco, gli diede la notizia.

Con tre semplici parole.

Mabbit, sei licenziato.”

Secco, né approfondimenti né nulla.

Craig ci rimase di stucco. Non se lo aspettava, non ora, almeno. Stava facendo un buon lavoro, la bambina era in ospedale a fare la riabilitazione, sua moglie era incinta per la cinquecentomillesima volta -di lui? Questi sono i grandi misteri della vita..- e la paga era buona, almeno per quel momento.

Con tutti i momenti in cui poteva, con tutte le stronzate che aveva fatto negli anni, perchè proprio alla cazzo di vigilia di quel cazzo di Natale doveva licenziarlo?

C'erano tanti altri giorni. Santo Stefano, l'Epifania che tutte le feste le porta via, la Pasqua, il Giorno del Ringraziamento, persino la festa di San Patrizio. Con tutti queste feste, doveva licenziarlo proprio a Natale?

In ogni caso, il banchiere che ormai stava per iniziare a fare un lavoro come il porta pizze o il cassiere del McDonald's, non fece storie. Prese, fece gli scatoloni, sgombrò l'ufficio e si trasferì a casa, dove lo attendevano la figlia che gli chiedeva perchè la mamma aveva sempre questi amici grossi e di colore che uscivano e entravano dalla camera da letto di mamma e papà a piacimento.

Ronnie, felice della sua buona azione, guardò i banchieri accanto, fulminandoli con il solo potere dello sguardo, riprese la giacca e tornò a casa.

Non era pentito di quello che aveva fatto. Craig era un buono a nulla. Come sua moglie, non era manco brava a letto. Così, con altre opere maligne in testa che lo assillavano, come regalare un assegno di un milione di dollari per costruire un parco giochi -sopra un cimitero indiano- tornò a casa, sghignazzando come Light Yagami dopo aver ucciso il suo peluches che lo molestava.

Appena fu in casa si accose che qualcosa non andava.

Sentiva come.. Come una puzza di morto.

In un primo momento infatti pensò che Mabbit gli fosse entrato in casa. Quando si convinse che l'ipotesi era troppo intelligente per il suo cervello da topo orbo, la eliminò dalla testa e proseguì fino in camera.

Entrato in casa si accorse che la porta era aperta. E che la puzza che prima era di cose in decomposizione, di pesce marcio e di rasta di Tom Kaulitz, si era trasformata in un odore di balsamo alla banana, ciliegia, vaniglia, mango, noci di cocco e sterco di cammello.

Iniziò a camminare spaventato prima di vedere l'inquietante figura che gli si parava davanti.

Si trattava di un uomo, o meglio, un fantasma. Aveva sette catene ai piedi, i denti storti e la faccia in decomposizione, i vestiti malandati e il setto nasale spaccato.

La cosa che di più lo insospettiva erano, appunto, i capelli. Dei lunghi riccioloni che scendevano dalla testa al cu.. cioè, ai piedi, e quel volto così da idiota e al contempo così familiare che gli ricordava una persona di sua conoscenza.

Il peccato era che Robert Ortiz, appunto, la persona che il fantasma gli ricordava, era morto già da un po', un po' tanto, sette anni all'incirca.

Buonasera, Ronald.” Iniziò il fantasma che ondeggiava tranquillamente per la stanza “Non trovo più il mio balsamo, non è che me l'hai rubato e l'hai finito?”

Cosa ci fai te qui?”

Mi faccio gli affari miei. Sai dirmi dov'è il mio balsamo?”

Io non ce l'ho.”

Non prendermi per il popò, dai.”

Ma scusa, tu mica eri morto?”

Robert si cercò di sedere sulla sedia, anche se visto che era un fantasma, ci passò attraverso, e si bloccò prima di attraversare anche il pavimento.

Sì, lo sono, sono venuto qui per dirti una cosa.”

Silenzio. Un immenso, crudo silenzio.

Ronald ritrovò il coraggio di parlare dopo mezz'oretta, in cui il suo cervello era ritornato dalla pausa caffè.

...Cosa?!”

...Non me lo ricordo più.”

Sei sempre il solito idiota. Ho fatto bene, a licenziarti.”

Hai fatto bene anche a rubarmi la carta di credito.”

Ma quando mai ti ho rubato la carta di credito?!”

Quando.. Ah no era l'altra vita, comunque dicevo..”

Prese respiro, accarezzandosi i morbidi capelli scuri e arricciandoli con il dito indice.

Tu, Ronald Joseph Radke, o come cazzo si dice, avrai il piacere di essere visitato da tre spettri. Uno del Natale passato, uno del presente, e l'altro del futuro. Ti faranno vedere la retta via, o almeno ci proveranno.”

E tu sei uno di quelli?”

Grazie al cielo, no.”

Ronald sospirò e si sedette sulla sedia a dondolo, accendendosi una sigaretta, che offrì al fantasma, che respinse non perchè non fumava, ma perchè era già morto, doveva rovinarsi di più?

Ora” Continuò il Robert-Fantasma. “Io il mio compito l'ho finito. Buon Natale e buona vita, buon proseguimento della serata. Su Studio Universal danno Fight Club.”

Grazie. Dì ai tuoi amici che se mi vogliono vedere sono 15 $ al secondo.”

D'accordo.”

E con queste dolci parole -rubando il balsamo al vivo- si dileguò scomparendo.

Ronnie chiuse gli occhi e cercò di sonnecchiare. Voleva stare tranquillo, almeno finchè i fantasmi non si sarebbero gioiosamente stabiliti in casa sua.

Era stanco. Una mezz'oretta di riposo gli bastava.

Doveva bastargli.

SORPRESA!”

A questo simpatico urlo, il ragazzo si alzò di scattò, guardando il vaso accanto a lui, da cui era sputata una specie di crestina gialla fosforescente, come se questo fantasma l'avesse intinta poco prima nella vernice fresca. Erano talmente brillanti che si illuminavano al buio, come l'ultima edizione dei Gormiti.

Ne uscì una specie di folletto peruviano sorridente e svolazzante, con questi capelli che irradiavano luce.

Ma sentite.. cinque minuti in pace no?”

Abbiamo un programma troppo complicato, come la canzone degli Huga Flame. Dopo di te in lista c'è Osama Bin Laden, o forse è stato impiccato? Bha, chissene frega. Dopo Bin Laden c'è... C'è sto tipo di nome Matt Shadows. Sai dirmi chi è?”

No. Tu saresti?”

Il fantasma del Natale passato, alias Bryan Monte Money. Piacere.”

Bene. Dove mi porti?”

Il Passato lo prese inizialmente per mano, cercando di non bruciare Ronald con la fiamma posta sotto il suo sedere, e lo portò via, volando sempre più veloce.

Arrivarono in un posto strano, così familiare, a lui. Un bar, un pub.

Dentro c'era un piccolo Ronnie, con un bicchiere di birra in mano e con davanti una ragazza bellissima (??), dai capelli scuri neri, con un naso che aveva le dimensioni dell'arcata celeste e dal seno delle dimensioni di una biglia di vetro.

Ronnie la riconobbe: era la sua ex ragazza, Emily Ellis. Si erano frequentati per sei mesi.

A dir la verità la storia si era trascinata un po' negli ultimi cinque.

Ma si erano visti per ben una notte! Poi alle undici emmezza lei era dovuta tornare a casa.

Una volta l'aveva anche baciata. Bhè, non aveva baciato proprio lei. Ma il chiuaua era suo, questo sì.

Sta il fatto che, lui quella notte l'aveva lasciata. Per i soldi. Lei, poverina, era povera! Sarebbe stato meglio se si fosse sposata con Mabbit, almeno erano alla pari. Lui non voleva un matrimonio senza profitti, così, in poco tempo, l'aveva mollata.

E quello che gli stava cercando di dire il fantasma del Passato, forse era che non doveva. Così, per sport, si inginocchiò pregando sé stesso di non lasciare quella splendida creatura ubriaca dalla mattina alla sera, che se l'avrebbe fatto, un paio d'anni dopo tre fantasmi rompicoglioni gli sarebbero venuti a mostrare la fi.. cioè, il ca.. sì, la retta via, diciamo.

Poi, poco tempo dopo, si ritrovò per terra. In camera sua. Ad attendere il secondo fantasma.

Chiuse gli occhi e sorrise, lasciandosi trasportare dalla brezza dello spostamento d'aria che c'era nella stanza.

Poi un enorme tonfo.

Aprì gli occhi per ritrovarsi davanti il secondo fantasma, un uomo grasso e altissimo che era come sceso dal cielo: aveva una tunica dorata che lasciava uscire la panza obrobria, i capelli sia lunghi che corti -vai a capire il look di questo- e qualche tatuaggio sparso qua e là. Aveva in mano una torta grossa come il suo camino, e passò cinque minuti a guardarla, per poi con uno spettacolo orribile mangiarla e buttarla giù, senza masticare.

Mi.. Mi viene da vomitare.” Disse il banchiere, dirigendosi verso il bagno.

C'è tempo per tutto, non temere!” Rispose l'omone, poi 'omone' sarebbe, in questo caso, un diminutivo. “Il mio nome è Omar Espinoza, e sono il fantasma del Natale Presente, ti mostrerò quello che succede ora nelle case altrui!”

Eh cazzo, non vedevo l'ora...”

Omar prese tra le dita Ronnie sollevandolo, poi fece un salto in aria, e spaccò il pavimento, per poi passare in un altra casa, mentre il povero riccone sperava solo che l'assicurazione gli avrebbe coperto il danno.

La casa che era sotto i suoi occhi era casa Mabbit.

Era una casa storta, come quella di Charlie Bucket nella Fabbrica di Cioccolato, solo che quella non era piena di vecchi nel letto, ma piena di bambini che sì, erano sul letto, ma sul loro, non il matrimoniale che lo stava usando già la mamma per festeggiare col papà il natale.

Craig era in cucina a cucinare un tacchino. Ora la domanda è, chi c'era quindi in camera da letto? Misteri..

Poi Omar indicò con un dito, tentando con la sua mole di non spaccare il vetro, la bambina storpia che con il suo bastoncino di legno, camminava per la casa sorridendo felice, ed era così tenera, così bella, che avrebbe voluto che quel piedino non esistesse.

Poi uno dei suoi tanti fratelli gli fece lo sgambetto, ridacchiando. E il padre intervenne subito.

Non fare lo sgambetto a Leila!”

Seguito da delle frasi che diceva agli altri suoi figli:

Non bruciare tuo fratello! Non nominare il nome di Dio invano! Non entrare nella camera di mamma e papà!”

Ma la cosa che Ronald capiva meno, era che erano poveri, numerossissimi, tutti con le frangette alla cazzo di cane del padre, ma erano felici.

Perchè? Perchè...

Bhè, comunque erano felici.

Il Presente appoggiò le mani sulle spalle di Ronnie.

Vede, qualdunque? Questa dolce famigliuola è allegra poiché sta eternamente insieme. Lei, egregio signore, non è felice perchè è sempre in solitudine. E con questo mi dileguo.”

Mentre il banchiere cercava ancora di decifrare quello che lo spettro stava dicendo, si ritrovò in casa, sulla sedia a dondolo, con una sigaretta in bocca, nella stessa posizione in cui era prima.

Nel frattempo, il suo cervello tornò dalle vacanze di Natale, e si accorse che questa storia la sapeva fin da piccolo, che gliela raccontava suo padre prima di dormire.

Massì, tutto ora tornava!

Ora, si sarebbe presentato il fantasma del Futuro, un tipo scheletrico e molto silezioso. Quindi non avrebbe dovuto avere problemi.

Si accovacciò sulla sedia aspettando che il Futuro arrivasse, ma non ci furono segnali del suo arrivo, così si addormentò.

Passò un ora e si sentirono dei rumori iniziare a provenire dalla strada.

Ronald si svegliò e sorrise, il suo incubo stava finalmente per finire.

Entrò presto un fantasma incappucciato da cui sporgeva una manina polposa e cicciottella, tutt'altro che scheletrica, le unghie nere -non perchè erano smaltate, ma perchè erano sporche- e tatuaggi qui e lì.

Alzò la mano e urtò un vaso che cadde e si ruppe sul suo piede nudo.

All'istante saltò in aria.

Porca troia! Ste cose devono sempre succedere a me, porca di quella puttana! Cazzo, ma qui non si poteva spostare il vaso?” E partì con le bestemmie.

Il povero tirchione non sapeva se quello era il Futuro o un coglione che aveva sbagliato indirizzo per una festa in maschera, così lo guardò spalancando gli occhi in due grosse O.

Sì, scusa.” Disse il fantasma, tirandosi giù il cappuccio “E' che oggi proprio giornata no. Cioè voglio dire, ho sbagliato dieci volte indirizzo e sono anche andato a casa di Matthew Shadows che è quello in lista dopo, mentre stava giocando a carte con una ragazza molto carina che però non è il mio tipo perchè...”

No, scusa. Dickens nel suo racconto ha messo un fantasma silenzioso e scheletrico, non un cicciottino logorroico.”

Per tua informazione..”

E anche permaloso.”

Il fantasma sbuffò, sorrise e tornò a guardare il banchiere.

Comunque io sono il fantasma del Futuro. Ah e questa non è ciccia, ho la pancia gonfia perchè sono un alcolizzato. E ne vado fiero. Ovvio.”

Nome?”

Maxwell Scott Green, nato il..”

Ti ho chiesto il nome.”

Il Futuro sospirò velocemente, così dopo poteva parlare.

Seguimi.”

Si girò e si rimise il cappuccio, per poi fischiare e far arrivare una mandria di cavalli neri, come quelli dei Nazgul del Signore Degli Anelli, quelli che hanno detto anche cose che non dovevano dire a Michele Madonna*.

I cavalli accompagnavano una carrozza lunga e nera come la pece, su cui salirono, e potevano vedere comunque il cielo nero che si estendeva sopra di loro, anche se in una carrozza.

A questo punto, a Ronald uscì dalle labbra una domanda:

Scusa, ma perchè hai il cappuccio?”

In tutta risposta, un tuono squarciò il cielo e la pioggia cominciò a scendere copiosa sul volto dell'umano.

Ah. Ho capito.”

Te lo meriti.”

E con questa parola, i cavalli iniziarono a galoppare verso il cimitero, che raggiunsero in poco tempo, frenando brutalmente e facendo sbattere l'uomo contro una lapide.

Su cui c'era scritto il suo nome.

Ronald Joseph Radke.

Poi intorno gente che rideva e ci sputava sopra, gente che ci faceva sopra la cacca e gente che, dopo che l'altra aveva fatto la cacca, la mangiava.

Ronnie si girò verso il Futuro, cercando di capire se quello che gli scorreva sulle palpebre era la pioggia o gli sputi degli altri.

Perchè?”

Maxwell indicò presto un altra lapide, su cui c'era scritto il nome di Leila Mabbit. Accanto, i due genitori, accompagnati da due uomini di colore che stringevano la madre, piangevano.

Morirà di una malattia polmonare. E sai perchè? Suo padre non troverà più lavoro, e non potranno permettersi le cure. E sai di chi è la colpa?”

Mia.” Sussurrò, con un magone in gola. “Sarà colpa mia.”

Già.”

E con questo, il fantasma sparì, e Ronald si ritrovò per l'ennesima volta in casa sulla sedia a dondolo con una sigaretta in bocca.

Pensò a lungo a quello che i fantasmi gli avevano fatto vedere alla Vigilia di Natale, e pensò che era giusto che cambiasse. La mattina, uscì e ridiede il posto di lavoro a Mabbit, si offrì di pagare le cure a Tiny Leila, e costruì quel parco divertimenti sul cimitero indiano. Poi vabbè, spellò il tacchino a Natale, ma non mi sembra un opera buona, povero tacchino.

E qual'è la morale di questa strana storia?

Che vale sempre la pena di... No ho sbagliato.. Non lo so.

E i tre fantasmi?

Stanno bene, grazie.



Buon Natale!




***Walks Angle.


Volevo scrivere qualcosa per il compleanno del Raddy e del Mimi ed è uscito solo questo obriobrio. Oserei dire la ff più lunga che ho scritto.

Sono felice del risultato.

Bene, vorrei sapere che ne pensate voi. Recensite o v'ammazzo XD.

Con questo auguro anche buon Natale a tutto il sito di EFP, a tutti voi.

Buon Natale.

Walks.

  
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