CERTE NOTTI
1 –
Certe Notti la Macchina è Calda - e dove ti porta lo decide Lei.
Hworang + Asuka.
A quella velocità i lampioni della superstrada si
fondevano in un’unica scia di luce, formando un tunnel in cui la moto
sfrecciava rombando.
Le braccia di Asuka gli avvolgevano
saldamente il busto e la testa era appoggiata alla sua spalla; la immaginava
tenere gli occhi chiusi per quella sua solita paura della velocità che
rifiutava di ammettere.
La mano sinistra lasciò per un istante il manubrio,
accarezzandogli il ginocchio, lasciato nudo dalla gonna della divisa scomposta,
per rassicurarla. Sentire le sue gambe strette attorno alle sue cosce gli fece
aumentare la fretta di arrivare alla meta.
Fermò la moto sotto casa, avendo cura di agganciare
una pesante catena alla ruota come antifurto. La ragazza si tolse il casco,
scoccandogli un'occhiata arrabbiata. "Stavi andando troppo
forte" sibilò, aggiustandosi poi la divisa scolastica
Hwoarang ne
rise di quella sua affermazione, invitandola a salire le scale con un gesto
esageratamente galante. Lei salì i ripidi scalini, conscia che il ragazzo la
seguiva ad una distanza tale da poterle sbirciare sotto la gonna. Scemo pensò,
trattenendo un mezzo sorriso.
Il monolocale del ragazzo era incredibilmente in
ordine: I cartoni di pizza e cibo Take Away che
solitamente campeggiavano nell'angolo cucina erano scomparsi, non c'erano abiti
in disordine sul divano ed erano sparite persino le bottiglie di birra e altre
bevande che formavano di solito i soprammobili. Un gradevole profumo di
mughetto, infine, aleggiava nella stanza.
"Accidenti, ti sei proprio dato da fare!"
esclamò colpita, appoggiando la cartella e la sacca dei vestiti per terra.
"Sono davvero impressionata da ciò che puoi combinare con la tua
sola forza di volontà."
"Sapevo che venivi questa sera e ci tenevo a fare
bella figura."rispose con un sorriso, cingendole la vita con le
braccia,per poi tuffarsi sulle sue labbra morbide, ottenendo la risposta dolce
che si aspettava. Si staccò, prendendola per una mano, attirandola verso il
letto profumato di bucato, per poi guidarla a sedersi a cavalcioni sulle sue
ginocchia e accarezzarle la schiena e le gambe affusolate. "C'è qualcosa che non va? non ne sei
convinta?" domandò, vedendola tentennare come in quelli che chiamavano
“gli scontri sul divano”, ovvero le loro pomiciate e le loro effusioni ad un
passo dall’atto completo.
"...no, affatto, è che..."
Lui la invitò a parlare. Con le donne bisognava aver
pazienza da vendere, e anche se non vedeva l'ora di lanciarla fra i cuscini e
farla sua, si sforzò di mostrarsi tranquillo e disponibile ad appianare i suoi
dubbi.
"Mi sento in colpa per aver mentito ai miei
genitori" sospirò Asuka. "Loro mi credono a
dormire da Lili, con Miharu
e Xiao..."
Il ragazzo scoppiò a ridere. " Sapevi che i tuoi
non sarebbero stati d’accordo! E poi, Baby, sei tu quella che vuole restare per
tutta la notte! "
"Non mi piace avere fretta in queste cose. Ma
sto tradendo la loro fiducia..."
"Non lo verranno mai a scoprire. E se per caso
succedesse, dai pure la colpa a me. Dì che sono stato io a traviarti,
piccola." Si lasciò cadere all'indietro, attirandola su di sé,
insinuandosi sotto i suoi vestiti, strappandole sospiri sommessi.
"Il che è vero..." borbottò lei, fingendo di
essere risentita "Un tempo era una brava ragazza, che combatteva contro il
crimine."
"Ed io ero un teppista donnaiolo e combinaguai."
"Lo sei ancora."
"Non donnaiolo, ahimè." Le baciò le guancie
arrossate, sorridendo al percepire il calore del suo corpo che aumentava.
Poteva sentirlo anche attraverso i pochi vestiti che erano rimasti al loro
posto, e questo non poteva far altro che aumentare a dismisura il suo
desiderio.
"Scemo." Bisbigliò lei, tra lo schiocco di
un bacio e l’altro.
Il silenzio scese tra di loro, le mani di entrambi si
erano fermate, le labbra erano ad un millimetro. Il momento cruciale, l'attimo
prima di saltare nel vuoto.
Fu Asuka a toccare per prima
le sue labbra, ad invitarlo. Hwoarang sorrise,
pensando per l’ennesima volta quanto fosse stata ironica la sorte, a farlo
innamorare della cugina di primo grado del suo più acerrimo rivale.
E ad essere ricambiato. Follemente, completamente,
incondizionatamente, irrazionalmente.
Si lasciò trascinare dall’istinto, guidò l’irrazionalità
sul suo corpo, lungo le sue forme acerbe e sode. Voleva condividere ogni suo
respiro con lei, ogni battito del cuore, il piacere che sarebbe succeduto alla
fitta di dolore, al rivolo di sangue che l’amore richiedeva per essere tale,
completo e perfetto.
Asuka
era sua, per la prima notte, il primo ritornello di una canzone infinita.
Spazzò via ogni suo dubbio, sciolse ogni sua remora, e
i sensi di colpa ai margini della coscienza scomparirono in una bolla di
sapone.
D’altronde,
come poteva una cosa così bella poter essere anche minimamente sbagliata?
OPPLA’!
Provo a cimentarmi anche io nelle
raccolte di Ff! Ovviamente, purtroppo, non riesco a
scrivere delle shots… come sapete, sono prolissa…
Questa raccolta ha come filo
conduttore la canzone del LIGA che le dà il titolo, e un verso della canzone
farà da titolo per un capitolo (in questo caso…coff coff. Mettete MOTO al posto di macchina, su dai.). Bene,
prendete le chitarre in mano, accendete gli accendini e alzate i cellulari
illuminati.
Intendo non solo trattare di
coppie, ma anche di amicizie e di sentimenti contrastanti.
Inzomma,
signorine e signorini, voglio mettermi alla prova. Chissà che ca22ata ci verrà
fuori!
Approfitto per ringraziare
sentitamente e sbaciucchiare sulle orecchiette chi ha recensito “Giochi
Pericolosi!!!
Grazie
in anticipo.
EC