Prompt
– 020, Clean
Prompt – 021,
Dirty
Fandom – Kuroshitsuji
Fandom
– Kuroshitsuji
Personaggi – Contessa Phantomhive
Personaggi – Angela
Rating – Verde.
Rating – Giallo.
Genere – Generale, (Romantico).
Genere – Introspettivo,
Dark.
Avvertimenti – Nessuno.
Avvertimenti
– AU, Non per stomaci delicati.
Doppio aggiornamento,
se vogliamo chiamarlo così – una coppia di prompt
che ho
considerato inscindibile, come succederà anche con altri.
Per iniziare, un missing
moment con protagonista (?) la madre di Ciel; dopo una flash AU che
vede le
motivazioni di Angela in un altro contesto.
Citazioni:
«Si deus me relinquit», dalla soundtrack originale
dell’anime. [La
frase in chiusura è stata modificata :D, non sono analfabeta
XD]
Buona lettura ^^!
Si deus me
relinquit
(Se
dio mi abbandona)
Sul
volto della donna si disegna un sorriso stanco e soddisfatto.
Fra
le braccia, quel fagotto caldo e umido pare illuminare
l’ambiente. Le
labbra del marito sulla sua tempia sono come una dolce ninna nanna,
rimedio per
quell’eccitazione che vuole impedirle anche solo di sbattere
le palpebre.
Troppa
la meraviglia di fronte a un dono simile.
Ancora
così piccolo e fragile, limpido e prezioso come un diamante.
Tirato
completamente a lucido per l’incontro con i genitori
– la madre si china con dolcezza
sul figlio, poi con un bacio sfiora la fronte priva
d’impurità.
«Benvenuto»,
sorride.
__________________________________________________________________
ego
deum relinquo.
(io
abbandono dio.)
Sussulta,
lasciandosi scivolare a terra. Una mano copre la bocca, le unghie
mangiate si bagnano di lacrime; il braccio destro è invece
alzato a scostare la
stoffa che copre la gabbia di metallo.
Gli
occhi sgranati vagano sulla piccola figura riversa a terra, dimentica
della
vita da alcune ore.
Un
figurino candido, macchiato di sangue e polvere.
Un
pelo non più vergine
– un pelo impuro.
Le
dita corte tremano, sfiorando la chiave inserita nella serratura. Nella
mente
sconvolta della ragazzina, al corpo inerme della cavia si sostituisce
il
proprio: una bufera, spifferi di ricordi s’infilano sotto i
vestiti pesanti,
attraversano la mente come flash privi di altre interpretazioni.
I
sorrisi del signore gentile che accompagna a volte la mamma si
trasformano in
ghigni, ghigni che fanno tanta,
tanta
paura; la sua
carezza affettuosa sui capelli morbidi scende troppo, troppo
osa.
Si
risolleva, indietreggia.
Freddezza
sul volto, negli occhi una nuova decisione.
Sul
pavimento, al fianco della gabbietta, un lungo spillo appuntito brilla
di rosso.
Comunque
chi mi
proteggerà
dalla cosa
più terribile, me stesso?