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Autore: Mistral    16/12/2009    10 recensioni
YULLEN SAGA - PART 3
Una nuova piccola luce si è accesa, a rischiarare il cuore e illuminare il cammino. Riesce già a diradare le tenebre, ma è ancora debole... deve ancora crescere, e ci vorranno tempo e impegno perché riesca a diventare una luce più calda e sicura. Questa luce dovrà essere custodita, alimentata. E, soprattutto, bisognerà fare molta attenzione che non si spenga. Non sarà un compito facile: un gesto, una parola sbagliata, basterà poco perché il fragile castello di certezze costruito assieme si dissolva nel nulla in un attimo. Se ciò accadrà, però, cerca di fare in modo che la speranza non si spenga con lei.
Come dice il saggio: “La felicità più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta”. Riuscirai a rialzarti? Riuscirai a riconquistare quello che hai perso, facendo brillare di nuovo la vostra luce?

[Sequel di Moonlight Midnight Dream e Mirror Mirror, Black and White][Ambientata nella Night 170 e seguenti][Clamorosamente SPOILER sugli ultimi capitoli]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Yu Kanda | Coppie: Kanda/Allen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Yullen Saga'
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Dedicato chi da un anno a questa

 

Dedicato chi da un anno a questa parte, dai tempi della prima yullen, ci segue con affetto.

E dedicato a Miri, senza la quale non saremmo arrivate in fondo.

16.12.2009

 


 

Nota delle autrici:

Dato che l'Angolo di Allen di questa fanfic è strutturato come quello della precedente e ne è la continuazione, tenderà anche qui ad assumere proporzioni chilometriche (perché i personaggi sono tanti e le recensioni per fortuna pure! ♥)

Se per caso non vi interessasse, potete passare tranquillamente all'inizio del capitolo vero e proprio. Vi assicuriamo che questo non pregiudicherà la completa comprensione della storia.

Grazie e buona lettura!

Lety&Mistral

 


 

L'ANGOLO DI ALLEN

16 dicembre 2009

 

Ordine Oscuro - *Caffetteria*

Ore 10:45 del mattino.

 

Chiunque si trovasse a passare per la caffetteria in quel momento, si spaventerebbe per le due enormi pigne di piatti che riempiono il tavolo.

Dietro alle due traballanti colonne sporche di cibo, l'esorcista maledetto e l'autrice chiamata Lety sembra stiano facendo a gara a chi mangia di più. A fianco dell'albino, Link sbocconcella una fetta di torta al cioccolato ricoperta di glassa mentre, a fianco di Lety, Mistral sorseggia tranquillamente un'enorme tazza di caffè.

Gli altri coinvolti loro malgrado nella “missione recensioni” sono seduti allo stesso tavolo ma si tengono ben distanti, al riparo dalle briciole e dagli avanzi dei due.

Bookman Sr beve il suo the e Komui occhieggia disperato la tazza di Mistral (è l'ultimo caffè disponibile, tutto grazie ai tagli al bilancio chiesti da Leverrier), mentre Lavi mangia un tramezzino e Kanda sta finendo silenziosamente la sua dose quotidiana di soba.

La ragazza dai capelli neri adocchia interessata l’enorme fetta di torta dell’ispettore, poi sorride gentile (inquietante, secondo Allen – ma l’inglese è di parte) in risposta allo sguardo interrogativo del biondo. “Mi dica, Link, è buona quella torta? Ha un aspetto così invitante…”

“Oh? Sì, signorina, è ottima. Effettivamente la ricetta è presa dal manuale dei dolci che ho acquistato l'altro ieri. Ma... perché me lo chiede?” risponde cortese l'ispettore, allontanando inconsciamente il piatto.

Lei ignora la sua spiegazione e allunga noncurante una mano verso il piatto, tirandolo verso di sé. “Era esattamente quel che volevo sentire! Grazie mille!”

Davanti all’espressione basita di Link, Kanda sogghigna.

“Eddai sis, povero Link!” farfuglia Lety cercando di non strozzarsi con la penultima porzione di dango del piatto.

“Nah, non ti preoccupare, tanto Due Nei si può cucinare tutti i dolci che vuole!” la rassicura Lavi, beccandosi un sonoro sberlone da Bookman Sr che lo rimprovera con un «Tieni a freno la lingua, stupido allievo!»

“E tu non ridere, baKanda! Voglio vedere se qualcuno osa allungare le mani sulla tua preziosissima soba!” aggiunge Allen, fregando l'ultimo spiedino all'autrice con gli occhiali.

“Devono solo provarci” ribatte Kanda, assolutamente quieto e con un sorriso poco rassicurante.

“Già, già… Yu-chan è molto permaloso con le sue cose!” conviene il rosso, già dimentico degli ammonimenti del maestro “…anche se non credo che a qualcuno piaccia così tanto la soba” conclude, osservando Allen e Mistral con un sorriso.

Lei ricambia, ma nel frattempo indica un punto alle spalle del Bookman “Lavi… sai, fossi in te starei attenta alle spalle”

Lety sposta la testa a lato, per sbirciare dietro la schiena di Lavi, e subito torna composta al suo posto. È visibilmente impallidita, sembra quasi che abbia visto un fantasma... o che stia rivivendo un trauma vissuto poco tempo prima in altro luogo.

“La... La.. Laviii... perl'amordelcielo, forse è meglio se stai zitto!” balbetta, cercando di non pensare al picnic di Pasquetta 2009: vedere Kanda armato di coltello, infatti, le ha fatto tornare in mente quel fatidico giorno in cui ha avuto il «privilegio» di venir minacciata da una Mistral armata di coltello da bistecca...

Notando l’agitazione sul volto della brunetta e il sorriso della sua amica, il giovane Bookman si volta, trovandosi faccia a faccia con la lama d’acciaio. Deglutisce teatralmente e si risiede. “Ok… forse hai ragione, eh…”

“Sembra che ogni tanto il cervello ti funzioni, eh idiota di un apprendista?” commenta a bassa voce il vecchio Panda.

Ora che Lavi ha rinunciato a rompergli le scatole (almeno per un po’), Kanda può tornare a sedersi.

L'improvvisa confusione non è però riuscita a coprire il mormorio afflitto di Komui. Allen interrompe la masticazione, preoccupato.

“Qualcosa non va, Komui-san?”

Il supervisore, faccia spalmata sul tavolo, farfuglia qualcosa simile a “Perché il caffè piace a così tanta gente?!” ma subito si interrompe, rialzando la testa e annusando l'aria.

“Ca… ca… caffèèèè!” esclama, saltando in piedi e lanciandosi verso l'ingresso dal quale Lenalee sta entrando in quel preciso momento.

Davanti all’assalto del fratello, la ragazza reagisce con prontezza, sollevando sopra la testa il vassoio carico di tazze fumanti. “Ehi nii-san, quanta fretta! Volevo portare il caffè a te, a Reever-san e agli altri della Scientifica, ma nel tuo ufficio non c’era nessuno… come mai qui?” domanda poi, riabbassando il vassoio una volta che Komui è spiaccicato sul pavimento.

“Stiamo facendo merenda prima di continuare con le prossime recensioni!” esclama soddisfatto Allen facendole segno di raggiungerli al tavolo. “Vieni pure tu, è divertente!”

Timcanpy ghigna e annuisce, iniziando nuovamente a sputare fogli di carta subito raccolti e impilati da Lety.

“Recensioni?” ripete Linalee curiosa “Beh, se posso fare qualcosa vi aiuto volentieri…” aggiunge poi, lasciando una tazza accanto al fratello e portando le altre al tavolo “Intanto qualcuno vuole del caffè?” chiede infine, avvicinandosi.

L’urlo entusiasta di Mistral, che quasi salta in braccio a Link per raggiungere più in fretta la cinese, copre il commento sarcastico di Kanda. “A tuo rischio e pericolo, Linalee, a tuo rischio e pericolo…”

 


 

§ Cara BloodberryJam,

*tutti si nascondono, tranne Lavi che sghignazza, all'urlo sconsiderato di BloodberryJam*

*Kanda scuote la testa, nervoso*

“Giuro che se trovo quello che per primo ha messo in giro quella parola associata al mio nome, quello è un uomo morto” ndKanda

*Allen gli lancia un'occhiata interrogativa… strano, si aspettava una reazione di gran lunga peggiore!*

Sarò rapido, mica che a Kanda passa il momento soft... eccoti la nuova fic, speriamo ti piaccia! Comunque niente sacrifici umani, grazie U_U Cioè, vuoi dire che hai già sacrificato gente a random per avere materiale da usare?! Ehm… prova a sentire Tyki, magari ha bisogno di pappa per le Tease... 

“Bleah!” ndTutti

Facci sapere cosa pensi del capitolo! Un abbraccio,

Allen & Co

 

§ Cara Mizukage,

ti consiglio caldamente di evitare il supervisoricidio e di passare ad attività ludiche più interessanti! Hai mai provato a costruire un robot a tua immagine e somiglianza?! Ti assicuro che è davvero esaltante, oltre che utile alla società! ^_^

“Seh, come no!” ndTutti

Eh, questa sì che è tutta invidia *sorseggia il caffè* comunque mi fa piacere che tu ti sia divertita (il mio adorato Komurin XXXIV un po' meno ç_ç)

Spero che questo capitolo qui ti piaccia… se non ho capito male, appaio pure io!

 

Inoltre, gentile signorina, mi permetto di farle notare che non è mia intenzione ostacolare alcun tipo di… rapporto, tra il signor Walker e il signor Kanda. *tossicchia leggermente imbarazzato*

Tuttavia, come certamente comprenderà, non posso permettere che il loro comportamento intralci il mio lavoro.

Sperando di risentirla presto, la saluto.

I miei rispetti.

Howard Link

…e Komui Lee :3

 

§ Cara Flowermoon,

(tsè… “cara”… il moyashi è sempre il solito…)

ritengo alquanto improbabile che tu abbia trovato una replica fedele di Mugen. A meno che tu non conosca il vecchio Zhu, ma in quel caso dimmi come hai fatto a parlarci, visto e considerato che è sordo come una campana.

E comunque sono compiaciuto del fatto che anche tu apprezzi la bellezza di Mugen.

K.

 

Mi permetto di interrompere il breve monologo di Kanda…

“A dire il vero Yu-chan l’aveva già interrotto da solo…” ndLaviinvenadisuicidio

*Bookman Sr. tira uno scappellotto al suo allievo*

Dicevo, a nome delle autrici esprimo il mio compiacimento per i tuoi giudizi riguardo lo stile di scrittura di questa trilogia. Posso assicurare che la terza parte tenderà a scavare anche più a fondo delle altre due nella psicologia dei personaggi - cosa che ha turbato non poco le qui presenti Mistral e Lety.

Sperando che anche quest’ultimo lavoro raccolga il favore tuo e del resto del pubblico ti saluto.

Bookman Sr.

 

§ Carissima Valerya90,

sono un po' emozionata perché le autrici hanno affidato a me la risposta alla tua bellissima recensione =^.^=

Innanzitutto ti ringrazio a nome loro e di tutti i miei amici per i complimenti ai primi due capitoli della trilogia e mi fa tanto tanto piacere che tu abbia apprezzato l'ultimo Angolo di Allen (...anche se personalmente non sarei così entusiasta delle figure barbine del nii-san... ^^” ) e soprattutto che abbia contribuito a tenerti su di morale.

Ci impegneremo affinché anche i prossimi siano all'altezza, vero ragazzi?

*Si rivolge entusiasta a tutti gli altri, che però non sembrano altrettanto pimpanti (chissà perché... [ah, l'incoscienza dei principianti!])*

Ti saluto e ti mando un grosso bacio a nome di tutti.

Alla prossima recensione!

Con affetto, Linalee

 

§ Yo! a te, BloodyKamelot! XD

Noto che hai migliorato i voti, bene, bene, bene ^_^ Almeno non ti trovi pure tu il vecchio panda alle calcagna: ogni volta che perdo tempo in giro o mi impigrisco sono dolori XD

Spero anch'io di beccare i due pucciosi (pffff... ahahahahaha! XDDDD) in atteggiamenti equivoci, almeno avrei qualcosa di divertente da fare tra una missione e l'altra ^_______^

*I due lo guardano male*

Per quanto riguarda le LaviKanda, beh... sono... commosso? XD L'idea mi solletica, a dire il vero, anche lì ci sarebbe abbondante materiale per prendere Yu-chan per i fondelli!

*Allen ride, Kanda sguaina Mugen*

Ops, mi sa che l'ho fatto arrabbiare... meglio se scappo, intanto ti lascio il nuovo capitolo da leggere! 

Fammi sapere se succede qualcosa di hot, ok? Le due autrici scuotono la testa, ma “Mai dire mai!”

Ciaooo!

 


 

“Ahahahah! Certo che Lavi se le va proprio a cercare, a volte!” esclama Lety, finendo di pulire per bene il piatto. “Peccato che sia già ora di andare, mi piacerebbe restare qui ancora un altro po'...”

“Ma come, dovete già ripartire?” farfuglia Allen tutto dispiaciuto, sbocconcellando inconsciamente i poveri resti della fetta di torta di Link.

“Purtroppo sì... anche perché, ecco... è meglio se le lettrici non ci trovano qui quando finiscono la lettura del capitolo... vero, sis?”

Mistral impallidisce visibilmente. “Ehm... meglio, sì...”

Al notare la sua reazione, Kanda la squadra di sbieco.

“Perchè, cosa dovrebbe succedere? Quale altra idiozia vi siete inventate voi due?”

“Chi, noi? Oh, Kanda...” inizia Lety, alzandosi e prendendo l’amica per mano.

“Ecco...” prova con scarso successo a continuare Mistral.

Le due autrici iniziano ad arretrare lentamente verso l'uscita.

“Assolutamente niente di cui Lavi, Komui, Bookman Sr, Linalee e Link si debbano preoccupare, tranquillo!” esclama infine Lety partendo a razzo e trascinando l’altra verso il gate che si è aperto improvvisamente nella caffetteria.

Il portale si richiude subito dopo il loro passaggio, ma non prima che Lety e Mistral abbiano cacciato fuori la testa un'ultima volta...

“A voi, cari lettori, buona lettura... E recensite, neh! ♥”

 

 

 

Anata ga Koko ni Iru Riyuu

(La ragione per cui sei qui)

 


 

Yoru ni utaeba yami ni nomarete

Asa no hikari ga sore o terasu

Todokanai sou ja nai tobira wa mou hirakareteru

(Quando canto durante la notte, sono avvolto dall’oscurità

Ma alla luce del giorno è chiaro che

Non sarà lei a non raggiungermi perché la porta è già aperta)

 

 

Capitolo 1

Fili spezzati nel silenzio degli intenti

 

Il sole sta cominciando a riscaldare la frizzante aria di fine ottobre quando, dopo aver fatto colazione (abbondante) nella sala da pranzo dell'albergo, io, Link e Kanda arriviamo alla London Bridge Station. Non dovremo aspettare molto, secondo quanto riferito dai Finder che ci hanno raggiunti stamattina: Miranda-san arriverà con il primo treno...

Ci sediamo su una delle panchine davanti al primo binario (io e Link… Kanda si limita ad appoggiarsi al muro, a debita distanza [esattamente come da copione]), in attesa.

La digestione in corso e il poco sonno (ma ne è valsa la pena [in entrambi i casi]) mi fanno le palpebre pesanti, quindi approfitto della piccola pausa per chiudere gli occhi per un po'.

Finisco per ripercorrere mentalmente, in ogni più piccola sfumatura, la nottata appena passata. Quante emozioni diverse, in così poco tempo!

La determinazione che pensavo di aver perso dopo gli ultimi avvenimenti è tornata, più forte di prima. Ho dato la mia parola: qualunque cosa succeda rimarrò quel che sono! Non permetterò a nessuno (e a niente [nemmeno a quel mostro]) di ostacolarmi... Continuerò a camminare finché avrò vita e imparerò a cavarmela con le mie sole forze, anche grazie al supporto di chi ha deciso (nonostante tutto e tutti [anche se loro non lo immaginano nemmeno]) di restare al mio fianco. 

Riapro gli occhi, e mi porto le mani davanti alla bocca; ho l'impressione di sorridere un po' troppo, adesso… Meglio distrarmi un po' dando un'occhiata a ciò che ci circonda.

Va a finire che mi metto a osservare Kanda di sottecchi... sembro un idiota, lo so, ma non ne posso fare a meno. È che la sorpresa per ciò che è accaduto stanotte è ancora troppo grande (mi sono sognato tutto, forse? [No, è successo davvero!])… è una bella sensazione che mi scalda il cuore!

Anche se...

Il sorriso si smorza. Il piccolo tarlo del dubbio, che era lì in attesa, ricomincia a lavorare.

Kanda mi sta dando una mano con i miei «problemi»... e io?

 

(Ho un problema [tanti problemi] da affrontare

e non so se ce la posso fare [da solo]

ma Kanda è disposto ad aiutarmi [fino a un certo punto].

Cosa voglio di più dalla vita?

[Che egoista che sono, eh?]

Vedo benissimo che non sono l'unico ad avere una spada di Damocle sospesa sulla testa, qui.

Anche Kanda ha le sue belle gatte da pelare

[forse più complicate delle mie].

Ma lui non ne parla...

[mai.. come faccio ad aiutarlo se non so qual è il problema?])

 

Il filo arzigogolato dei miei pensieri si interrompe e si dissolve quando, tramite Timcanpy, mi giunge un messaggio di Komui-san. Mi chiede di richiamarlo appena sono solo, deve parlarmi privatamente di una cosa importante. Trovo la cosa molto strana: stando alle istruzioni, le comunicazioni ufficiali dovrebbero avvenire solo attraverso il golem di Kanda, ma il suo tono urgente mi spinge ad evitare domande inutili e a cercare una scusa per potermi allontanare rapidamente dal gruppo. Mentre penso a come liberarmi di Link, un senso di inquietudine comincia a stringermi lo stomaco. Guai in arrivo, non c'è dubbio, e guai grossi.

Mi guardo attorno in cerca di ispirazione. Appena lo sguardo mi cade sul cartello che indica i bagni vicino al binario principale mi alzo in piedi, afferro Timcanpy e inizio a correre, urlando in direzione del gruppo «Bagno! Torno subito!». Sono sicuro che Link mi terrà d'occhio da lontano, ma almeno sarò al sicuro da orecchie indiscrete.

 

Me ne sto appoggiato al muro della stazione, scambiando ogni tanto un'occhiata in tralice con Link. Non ci posso fare niente, quell'ispettorino presuntuoso mi sta antipatico a pelle. Per ingannare l'attesa (non ripensare alla nottata appena trascorsa), ripasso mentalmente il dossier della missione che ci aspetta. Sembra una cosa semplice, ma ormai ho abbastanza esperienza per non sottovalutare nulla.

Con la coda dell'occhio noto il golem dorato del moyashi, che fino ad un attimo fa gli stava pigramente appoggiato sulla testa, scattare improvvisamente in alto e poi avvicinarsi al suo orecchio. Ogni tanto quell'affarino ha delle reazioni assurde... vorrei tanto sapere da dove è saltato fuori (dicono sia un'invenzione di Cross e in questo caso non mi stupisco che non sia proprio normale).

Comunque ci dev’essere qualcosa che non va, perché Walker fa una faccia strana e poi si allontana in tutta fretta (una fretta quantomeno sospetta); mi faccio più attento e mi accorgo (non senza una certa soddisfazione) che, al contrario di me, il biondino sembra non essersi reso conto di niente, perché praticamente non fa una piega, ma si limita ad alzarsi lanciandogli un'occhiata distratta, borbottando qualcosa sulla buona educazione.

 

Chiudo velocemente la porticina del bagno e mi ci appoggio con la schiena. Mi giro e, trattenendo il respiro, accosto l'orecchio al legno, cercando di capire se qualcuno mi ha seguito. Nessun rumore, a parte i battiti frenetici del mio cuore che mi rimbombano nelle orecchie. Chiudo gli occhi per un attimo, cercando di calmarmi, poi li riapro e mi guardo attorno. Anche nei bagni non c'è nessuno, per fortuna.

Mi dirigo rapidamente verso l'angolino di pavimento che sembra più pulito e mi siedo, mollando la presa e lasciando libero Timcanpy. Lui mi svolazza attorno alla testa, innervosito. Odia essere afferrato per la coda! Di solito reagisce mordendomi le dita, ma stavolta sembra capire che c'è qualcosa di serio dietro al mio comportamento. Gli dò una piccola pacca affettuosa sulla testa, un po' per tranquillizzarlo (tranquillizzarmi?), un po' per chiedergli scusa, e lui mi si posa sulle ginocchia.

Non abbiamo tempo da perdere, se ci mettessi troppo potrebbero venire a cercarmi… 

Tim capisce al volo e spalanca la bocca, proiettando uno schermo azzurrino nell'aria di fronte a me. Un paio di scariche elettrostatiche e l'immagine di Komui-san appare davanti ai miei occhi. Un brivido freddo mi corre giù per la schiena.

Il Supervisore è seduto alla sua scrivania, la schiena rigida, le mani intrecciate davanti al volto e il capo chino. Quando si accorge del collegamento alza la testa e, nei decimi di secondo in cui i nostri sguardi si incrociano, mi rendo conto con timore di avere di fronte un Komui visibilmente scosso e anche piuttosto nervoso.

E, cosa decisamente strana, un Komui che sfugge i miei occhi.

Tento di alleggerire l'atmosfera ma la risatina che mi esce dalle labbra, improvvisamente secche, risulta stridula e falsa anche alle mie orecchie.

 

“Komui-san... che succede?”

 

Soffocando uno sbadiglio, mi stacco dal muro e mi guardo intorno alla ricerca di un posto (il più lontano possibile da Link) dove sedermi. Ormai conosco il dossier della missione a memoria, quindi il ripasso mentale che ho provato a fare per ingannare il tempo si è rivelato più un fastidio che altro. La notte insonne che ho sulle spalle per colpa della mammoletta (non è una colpa la sua, dico così solo per salvare le apparenze [con me stesso]) e l'ispettorino che ancora un po' scava un solco sul marciapiede a furia di fare avanti e indietro, non mi aiutano certo a sopportare l'attesa.

Con un sospiro scocciato mi dirigo verso la piccola caffetteria; non che abbia realmente voglia di bere qualcosa, ma è giusto per evitare di cedere all'impulso di legare Link ad un lampione per farlo stare fermo.

Ovviamente, quando lui vede che mi allontano, trova da dire.

 

“Kanda, dove sta andando? Le ricordo che il treno di miss Lotto sarà qui a momenti...”

“Non servono tre persone per far scendere una donna da un treno”

“Come si permette?! Lei è un esorcista, deve attenersi agli ordini e fare il suo lavoro!”

“Il mio lavoro è combattere gli Akuma, ispettore Link”

 

Pronuncio l'ultima frase con il mio miglior tono glaciale, posando nel frattempo la mano sull'elsa di Mugen, per fargli capire che non sono in vena di discutere oltre.

Ma evidentemente l'arguzia non rientra nelle qualità di Howard Link perché, mentre entro nel locale, lo sento che continua a strepitare.

Appena oltrepassata la porta mi fermo un attimo e, attraverso il vetro fumé, lancio un'occhiata distratta al piccolo edificio che ospita le toilette e in cui qualche minuto fa è sparito il moyashi (non so perché, ma ho una brutta sensazione).

 

Komui-san si passa stancamente le mani sul viso, poi abbassa le braccia. Quando trova la forza necessaria per guardarmi in volto vedo nei suoi occhi lo stesso sguardo perso che aveva quando, inseguendo Timcanpy per i corridoi dell'Ordine, l'ho trovato con Leverrier e due soldati nella stanza del maestro.

Il fatidico giorno in cui Marian Cross è improvvisamente scomparso dalla faccia della terra.

Sono passate quasi due settimane, da allora, e ancora mi ostino a credere (sperare?) che il maestro sia da qualche parte, vivo.

Chissà, probabilmente si sta divertendo come un matto a vedere tutta l'agitazione causata dalla sua «scomparsa»! (Non sarebbe la prima volta, no? E la speranza è l'ultima a morire, in fondo [ma muore pure lei, prima o poi… forse prima di quanto vorremmo]). 

Il Supervisore prende un profondo respiro e si schiarisce la voce, strappandomi ai miei pensieri.

 

“Allen-kun, innanzitutto scusa se ti distraggo nel bel mezzo di una missione, ma non ho molto tempo prima che le alte sfere si accorgano che non le sto informando di particolari di vitale importanza...”

 

Si guarda attorno, nervoso, e intanto prende tra le mani un fascicolo. Anonimo, uguale a centinaia di altri fascicoli. Ma al contempo particolare, perché capisco subito che quella è l'arma con cui la mia piccola speranza verrà (definitivamente [forse]) uccisa.

 

“Sono appena arrivati i primi risultati delle indagini sulla scomparsa del tuo maestro. Credo che tu abbia il diritto di ricevere queste informazioni prima di chiunque altro qui dentro, se non altro per tirare le tue conclusioni sull'intera faccenda senza influenza di terzi.

Ho fatto analizzare diversi campioni di sangue che abbiamo recuperato nella stanza. I risultati affermano che si tratta senza ombra di dubbio del sangue di Cross. Anche la maschera distrutta che abbiamo trovato sul davanzale interno è la sua, purtroppo, e la posizione del foro di proiettile lascia pensare che il colpo sia stato fatale.

Domani faremo analizzare anche Judgement da Hebraska, ma temo confermerà il fatto che quella non è più l'arma anti-Akuma di Cross...

Mi dispiace, figliolo... Sappi solo che ce la metteremo tutta per capire chi è il responsabile di tutto questo - Akuma, Noah o membro del Vaticano che sia.”

 

Ho ascoltato ogni parola in silenzio, e ho incamerato inconsciamente ogni piccolo particolare riferito. 

Mi serve tempo per riflettere... Ho come l'impressione che l'intera storia, per qualche assurdo motivo, non quadri, ma non riesco a trovare l'incongruenza. Al momento non sono abbastanza lucido, ultimamente stanno succedendo troppe cose, tutte assieme.

L'unica cosa che so per certo, l'unica che importa ora, è che una delle poche persone dalla mia parte, soprattutto ora che tutti sanno di me (del mio segreto [del mio Noah]), mi è stata portata via.

Una lacrima cade solitaria, mentre mi rendo conto di cosa prova Lenalee ogni volta che perde un pezzo del suo mondo.

Komui-san ha finito di parlare e mi osserva triste. Probabilmente si aspetta una risposta che però non arriva, e nel suo sguardo si accende un barlume di preoccupazione. 

Mi strofino gli occhi e mi alzo in piedi, una smorfia sbilenca sulla faccia (il più patetico tentativo di sorriso della mia vita, credo) e con un inchino lo ringrazio. Di essersi preoccupato per me, di aver pensato di rendermi partecipe, di avermi trattato come sempre, come se tutto fosse uguale a prima (almeno questa volta [ma in futuro? Chissà…]).

Lui non capisce, vedo che sta per aggiungere qualcosa, ma allungo la mano e picchietto l'indice sulla testolina di Tim, facendogli chiudere la bocca e interrompendo la comunicazione.

Mi avvicino al lavandino, stando attento a non guardare nello specchio. Mi lavo la faccia, cancellando con acqua e sapone i segni che questa conversazione ha sicuramente lasciato, e mi avvio verso la porta del bagno, con Timcanpy che mi si accoccola sulla testa.

 

Mi accosto al bancone della caffetteria, chiedendo un the; mentre aspetto che me lo preparino, osservo distrattamente Link, che ora è alle prese con un dilemma amletico: andare a riprendere quello sfacciato di Kanda che ha osato allontanarsi senza motivo o continuare a tenere d'occhio la porta chiusa dietro cui è sparito Walker? Un sorriso sprezzante mi incurva gli angoli della bocca.

Tamburello nervosamente con le dita sul bancone di marmo nero (non riesco a togliermi di dosso quel senso di inquietudine) e lo sguardo continua a scivolarmi ossessivamente sul piccolo edificio che ospita i bagni (mi sono sempre fidato del mio istinto e non ho mai sbagliato [vorrei che questa fosse la prima volta]). Alla fine mi allontano di scatto, ignorando la cameriera che mi porge il the con un sorriso ben poco professionale, e mi dirigo anch'io verso la toilette. Uscito all'esterno, ignoro senza complimenti anche l'ispettore e in poche falcate raggiungo la mia meta.

 

(Forse mi sto preoccupando per niente

[non ne sono convinto]

e so che sto rischiando di fare la figura dell'idiota

[lui non mi giudicherà mai così]

eppure non riesco a fermarmi...

...perché...?)

 

Apro la porta di scatto e, appena entrato, mi fermo: lì dentro è piuttosto buio e, a contrasto con la luce piena dell'esterno (stranamente oggi c'è il sole in questa maledetta città), i miei occhi fanno fatica ad abituarsi. L'ambiente è piccolo e sporco, ma devo ammettere di non farci molto caso; appena vedo l'espressione di Walker, infatti, la mia attenzione si concentra su di lui. Me lo trovo subito di fronte, come se fosse stato sul punto di uscire, ma con quella faccia è decisamente una fortuna che io l'abbia intercettato prima che potesse farlo.

 

“Cos'è successo, moyashi? Perché sei venuto a chiuderti qua dentro?”

 

Nel frattempo, rimasto solo, l’ispettore Link non può far altro che lasciare la sua postazione di vedetta davanti al minuscolo edificio dove sono scomparsi i due esorcisti per dirigersi al binario. Ormai è l’ora in cui è previsto l’arrivo del treno della signorina Lotto e lui non ha dubbi che le ferrovie inglesi saranno come al solito puntuali.

Mentre si incammina verso la piattaforma giusta e impreca mentalmente contro Walker e Kanda (ma soprattutto contro la sfacciataggine maleducata di quest’ultimo), non può fare a meno di chiedersi se, oltre a dover sorvegliare Allen, si troverà costretto a fare da bàlia anche alla giovane tedesca. Non ha nulla verso di lei, per carità, ma quelle poche volte che l’ha incontrata al Quartier Generale gli era sembrata… ecco, come dire… emotivamente un po’ instabile. Ma d’altronde quello è lavoro, quindi non deve lamentarsi.

Il treno sta entrando sbuffando nella piccola stazione proprio mentre il biondino, stampatosi in faccia la sua migliore espressione professionale, si ferma presso le rotaie.

La gente che scende dai vagoni non è molta e ci mette poco ad individuare la donna che sta aspettando, anche perché una ragazza che si aggira perplessa sulla banchina, domandando a tutti in tedesco se quella è proprio Londra, non passa certo inosservata.

“Miss Miranda Lotto?” la saluta gentilmente l’ispettore, accostandosi a lei.

L’esorcista sussulta spaventata e gli risponde balbettando: “Ah… eh… Ja, Ich bin Miranda Lotto... woher wissen Sie das?”

Link prima di replicare maschera un sospiro. “Buongiorno miss Lotto, sono l’ispettore Howard Link. Sono la persona incaricata dalla Centrale della sorveglianza di Allen Walker, con cui lei è stata assegnata a questa missione di recupero dell’Innocence” evita volontariamente di menzionare Kanda, anche perché sa che ringhierebbe nel farlo e non gli sembra una buona idea.

Una volta assimilate queste informazioni, Miranda sembra un po’ meno spaesata, ma non per questo il suo imbarazzo diminuisce. “J-ja, natürlich... Allen Walker, der Einsatz... Entschüldigen-Sie mich, aber... Ich bin...” è solo davanti alle sopracciglia aggrottate di Link che Miranda si rende conto di star parlando nella sua lingua madre. Si blocca di colpo e arrossisce. “No, mi scusi ispettore! Ecco, dicevo che sono un po’ tutta scombussolata perché mi hanno chiamato all’improvviso…”

“Stia tranquilla, miss Lotto” la conforta il biondino “Ora raggiungiamo gli altri, così possiamo recarci presso l'abitazione della signora menzionata nel nostro dossier”

Miranda annuisce rinfrancata e la coppia si dirige verso il piccolo bagno dove sono spariti Walker e Kanda.

 

L'uscio si apre all'improvviso, inondando di luce il locale. Nonostante abbia portato la mano davanti agli occhi resto comunque abbagliato, e faccio istintivamente un passo indietro.

Una volta che la porta si richiude la penombra torna padrona dell'ambiente, alleviandomi il fastidio agli occhi, ma è un sollievo di breve durata.

Kanda è fermo davanti a me, proprio adesso che la maschera che ho cercato di indossare negli ultimi secondi (perché siamo in missione, e non devo farmi distrarre [e soprattutto non posso permettermi di distrarre gli altri]) è appena crollata miseramente.

Kanda è fermo davanti a me, e si è sicuramente accorto che c'è qualcosa che non va. Lo leggo nel modo in cui mi fissa, lo sento nel modo in cui pronuncia il nomignolo che è solito affibbiarmi, lo capisco dalle parole che dice (il suo tono sembra preoccupato [lo è]).

Perché mi sono venuto a chiudere qua dentro, mi chiedi? Eh…

Potrei spiegargli tutto, tanto sono sicuro che con lui non infrangerei la promessa di segretezza che ho implicitamente scambiato con Komui-san.

Vorrei. Potrei. Eppure... non ce la faccio. Una vocina dentro di me inizia a ripetere il suo mantra (sei un egoista, ti basta risolvere i tuoi problemi, degli altri chi se ne importa! [non è vero!]), e di riflesso stringo i pugni...

No, questa volta no. Non posso. Non voglio caricargli sulle spalle un altro peso, oltre a quelli che già porta (il mio, dopo la sera sulla terrazza, il suo... da sempre, credo [e del quale non so quasi nulla, quindi non so quanto può ancora sopportare]).

Non prima di sapere, capire esattamente quello che è successo e che sta ancora succedendo, dove sta andando a finire questa storia... dove sto andando a finire io. Voglio cavarmela da solo, questa volta!

Però siamo nel bel mezzo di una missione, accidenti… solo quando torneremo all'Ordine potrò rifletterci su con calma e chiarirmi le idee (da solo, se riesco [con il suo aiuto, se proprio sarà necessario]). Per ora devo lasciar perdere e concentrarmi sul nostro incarico. Devo prendere il problema e cacciarlo in un angolino della mente. Non ci devo pensare (anche se so già che non sarà facile)  

Distolgo lo sguardo per un attimo, forzando i muscoli delle guance nel mio solito sorriso, poi mi porto una mano dietro la testa a simulare imbarazzo. Se devo far finta che non sia successo nulla, meglio cominciare immediatamente.

 

“Eh, cosa vuoi che sia successo! Siamo usciti in fretta e furia dall'albergo e non ho fatto in tempo ad andare in bagno! Tutto qui!”

 

Balla colossale. Spero che non se ne accorga, ma appena l'ultima parola mi esce dalle labbra mi rendo conto da solo che no, una scusa del genere non se la berrebbe nemmeno un bambino di tre anni. Mi sento improvvisamente gelare. Il sorriso svanisce, lo sguardo finisce a terra.

 

Stringo gli occhi e lo fisso, cercando di non farmi prendere dalla rabbia per quella marchiana presa per i fondelli che è la sua risposta. Alle volte mi chiedo se prima di parlare pensi a quello che sta per dire e a chi lo sta dicendo.

Incrocio le braccia e chino la testa su una spalla, trapassandolo con lo sguardo, lui però continua a sfuggire i miei occhi. Almeno si è reso conto di essere stato smascherato in pieno; ma la cosa non mi dà nessuna soddisfazione.

 

“A chi la vuoi dare a bere?”

 

Il tono mi esce duro come lo volevo, ma non posso impedirgli di assumere una minima punta di amarezza (Ma come? Fino alla scorsa notte ti sei confidato con me e ora…?).

Continuo a rimanere immobile e lascio che tra noi, nel silenzio opprimente di questo minuscolo locale, passino solo i rumori di sottofondo della stazione. Anche lui non si muove, ma si limita a fuggire ancora i miei occhi, lasciando vagare il suo sguardo irrequieto sulle piastrelle sporche e scheggiate.

Non ho mai avuto molta pazienza, soprattutto in situazioni (per me così nuove) come questa. Davanti al suo ostinato mutismo, a quella testa sempre bassa e all’incertezza nervosa che sento irradiare da lui, comincio ad seccarmi.

 

“Guardami negli occhi quando ti parlo. E rispondi alla mia domanda”

“Si può sapere cosa ti fa credere che io sia venuto qui per un motivo preciso, eh?”

 

Adesso tocca a lui usare un tono scocciato e infastidito. E finalmente ha almeno il coraggio di affrontarmi faccia a faccia, anche se le sue iridi d’argento urlano una disperazione ben lontana da quel che pretendono di affermare il suo viso e la sua voce.

Credo di capire il conflitto che sta vivendo: è il solito idiota con l’istinto da martire, che preferisce soffrire come un cane da solo, piuttosto che dare una minima preoccupazione agli altri… è un atteggiamento che detesto (anch’io non voglio che la gente ficchi il naso nei fatti miei, ma non vado a cercare aiuto in giro). Ed è questo il motivo per cui non mi tirerò certo indietro con le parole.

 

“La tua espressione. Il fatto che ormai ti conosco, che ti ho già visto più di una volta quello sguardo negli occhi nelle ultime due settimane. E non ultimo, il fatto che tu non sai raccontare balle e io non sono stupido”

 

Colpito e affondato, ma non potevo aspettarmi altro da Kanda. Molti tendono a sottovalutarlo, considerandolo semplicemente un guerriero molto abile. E invece...

 

(Kanda riesce a leggerti

[leggermi]

come un libro aperto, quando vuole.

A quest’ora dovrei averlo capito.

Invece

ho finito di nuovo per fare la figura dell'imbecille

[e me ne vergogno])

 

In questo momento mi sento come un bimbo beccato con le mani nella ciotola dei biscotti. A volte questa sua capacità è decisamente irritante. Non gli si può (non gli posso) nascondere nulla: difetti, debolezze... so bene che Kanda non mi giudicherebbe per queste cose. Ma io sì, dannazione! So perfettamente che è una realtà che dovrò affrontare, prima o poi, ma... aspettare non cambia nulla (purtroppo), no?

Nonostante il nervosismo, però, non voglio alzare la voce. Capisco che si sta comportando in questo modo perché è preoccupato,

 

(Ed è la seconda persona che vedo preoccuparsi per me

nel giro di mezz'ora

[mi sento in colpa].

Odio quando la gente

[la mia famiglia]

si preoccupa per me

[un giorno sì e l'altro pure].

Mi conosco, so che sono impulsivo

spesso non ragiono e faccio cose di cui poi mi pento,

[e mi odio per questo]

e così, senza volerlo, li faccio preoccupare sempre di più.

Non capiscono che non ne vale la pena?

È tutta fatica sprecata!

Eppure continuano, ostinati a farlo

[per fortuna])

 

ma non ce n'è bisogno. Ora c'è la missione, il mio «problema» può aspettare... Non è mica la fine del mondo, no? Non ci voglio nemmeno pensare, adesso! L'unica cosa che posso fare ora è cercare di farglielo capire (di convincermene) con le buone.

 

“Non è successo niente di cui tu ti debba preoccupare. Solo una piccola questione che devo risolvere, ma posso benissimo aspettare la fine di questa missione.”  

 

Kanda fa un passo verso di me, lo sguardo blu che diventa più affilato dell'acciaio. Ha chiaramente visto attraverso il muro di frottole che sto costruendo mattone su mattone per minimizzare l'intera faccenda, e la cosa lo irrita a morte.

 

“Ed è una questione tanto piccola da ridurti come quando la scorsa notte hai visto il Quattordicesimo allo specchio?”

 

Fisso gli occhi nei suoi, impallidendo. Non mi aspettavo un attacco del genere, ma non posso certo dargli torto.

La scorsa notte (e l’altra notte ancora [l'inizio di tutto] sul terrazzo) mi sono appoggiato totalmente a lui (e non smetterò mai di ringraziarlo) e adesso? Lo sto deliberatamente tagliando fuori, probabilmente facendolo sentire come uno di quei pupazzi che, dopo essere stati utilizzati un paio di volte, vengono abbandonati in un angolo perché inutili.

Peccato che la mia intenzione non sia quella di «abbandonarlo in un angolo».

Semplicemente, giocandoci troppo... ho paura di rovinarlo.

Una mano l'accetto volentieri (e da lui è un onore riceverla), ma stavolta no. Non voglio che venga schiacciato ulteriormente dai miei problemi.

 

Mi rendo perfettamente conto che ci sto andando giù pesante (forse troppo?) e la sua reazione non fa che confermarmelo: è diventato bianco come un cencio. È stato un colpo basso tirare in ballo quel maledetto Noah con cui è costretto a convivere

 

(La situazione in cui si trova

[così assurdamente opposta eppure simile alla mia]

lui non l’ha ancora accettata

[non la accetterà mai],

per questo le mie parole l’hanno ferito

[sono un bastardo…])

 

ma se è davvero forte come dice, non dovrebbe creargli problemi, no? (In realtà, però, lui è terribilmente fragile, lo so benissimo… [allora perché l’ho attaccato?]).

Lo vedo spalancare gli occhi, forse spiazzato da quel che gli ho detto, ma poi stringe i pugni e si irrigidisce, come se stesse raccogliendo le forze per ribattere. Quando alla fine mi risponde, la sua voce fa di tutto per apparire sicura e anzi, alla fine assume anche un tono sprezzante nel rivendicare la sua capacità di cavarsela senza l’aiuto di nessuno.

 

“La scorsa notte… beh, la scorsa notte era la scorsa notte, adesso è adesso e questa è tutta un'altra faccenda… niente di cui tu ti debba preoccupare, ti ripeto: questa volta posso benissimo fare da solo”

 

A questo punto mi sento veramente preso in giro. Cos’è, mammoletta, mi hai usato quando ti facevo comodo per avere una spalla su cui piangere e adesso ti sei reso conto che avere qualcuno che sa tutto di te è una situazione troppo complicata da gestire? Perché credi che io non abbia mai stretto legami con nessuno? Che abbia fatto di tutto per tenere lontano anche te, nonostante l’errore della prima sera (non è stato un errore!)?

Ho accettato di venirti incontro perché credevo che per te fosse importante (lo so che lo è [e lo è anche per me]), che fosse la soluzione giusta per stare meglio entrambi (ed è così!)… ma evidentemente mi sono sbagliato. E mi sono sbagliato anche su di te. Non è vero che non sai raccontare balle, perché sei riuscito a fregarmi fin troppo bene con quella tua faccina innocente.

 

“D’accordo, se insisti a voler fare da solo, non sarò certo io a fermarti. Ma poi non venire a piangere da me, mammoletta”

 

Come vuoi, chiudiamola qui. E non ti azzardare mai più ad avvicinarti a me. Mi è bastata una volta, non ho più intenzione di stare al tuo gioco. (Perché sento rompersi qualcosa dentro? [Mi sento… tradito…])

Sei in grado di cavartela da solo? Bene, meglio per te. Ma se invece questa è solo un’altra delle tue sparate al vento, sono affari tuoi: non voglio più saperne dei tuoi casini, signor martire.

Lo gelo con lo sguardo e sto per aggiungere anche dell’altro, ma lui mi precede.

 

“Ecco, bravo! Dannazione, non sono più uno stupido moccioso che non se la cava senza qualcuno che gli faccia da bàlia, sai Kanda?”

 

Al sentire quelle parole, non posso fare a meno di sgranare gli occhi: adesso abbiamo veramente toccato il fondo, Walker! D’istinto metto la mano sull’elsa di Mugen e accenno a sfoderarla, ma poi mi blocco: il suo atteggiamento strafottente mi ha spiazzato (deluso) a tal punto che non riesco nemmeno ad arrabbiarmi.

Senza aggiungere altro, mi volto di scatto e faccio per uscire; ma appena apro la porta mi trovo faccia a faccia con Link (alle sue spalle c’è anche Miranda). In risposta alla sua occhiata, in bilico tra lo scocciato e l’incredulo, lo guardo malissimo e quindi lo oltrepasso con malagrazia. E non me ne frega niente se non gli sta bene il mio atteggiamento e poi mi troverà da dire; in questo momento ho un bisogno assoluto di stare da solo, altrimenti potrei seriamente rischiare di uccidere qualcuno, furioso come sono.

 

Lo guardo uscire dal bagno, superando uno stupito Link e una ancor più confusa Miranda. Ma bene, tanto valeva permettessi a Timcanpy di proiettare la comunicazione di Komui-san direttamente in mezzo alla stazione... accidenti, doveva restare solo un mio problema! Non mi sembra una cosa così difficile, no? E invece... ora so già che Link comincerà con le domande, Miranda con gli sguardi incuriositi e comprensivi. Si preoccuperanno tutti per quello che è appena successo, e finiranno con il preoccuparsi ancora di più quando la storia del video verrà a galla...

Proprio la cosa che volevo evitare!

Mi appoggio al lavandino, stringendone con forza il bordo, e riprendo fiato cercando di calmare il mio cuore impazzito. Lo scatto d'ira (possibile mi consideri incapace di badare a me stesso [almeno ogni tanto]?) di poco prima mi ha lasciato spossato, senza energie. La rabbia lascia il posto a… a cosa? Non lo so... frustrazione, credo. Tutto quello che volevo fare era evitargli una nuova scocciatura, niente di più. E cosa ho ottenuto? Mi è sfuggito tutto di mano, accidenti. Il dubbio (fondato [la conosco bene, la mia boccaccia]) che il torto non stia da una parte sola (non lo è [mai]) diventa una certezza quando mi rendo conto che avrei potuto spiegarmi meglio, metterci più pazienza. Certo anche lui avrebbe potuto rispondere diversamente... Maledetto orgoglio! (il suo [e anche il mio…])

Comincia a girarmi la testa, mi manca l'aria. Devo uscire da qui.

Alzo gli occhi a incontrare prima lo sguardo di Link, poi quello di Miranda, ma finisco per tornare a guardare il pavimento. Scarto subito l'idea di far finta di nulla (di dire un'altra bugia necessaria [di pronunciare una nuova menzogna per la quale odiarmi ancora di più]), questa volta proprio non ci riesco... 

Esco dal bagno con un cenno del capo e uno «Scusate» appena mormorato. Arriverà il tempo delle domande, ma non ora (speriamo lo capiscano). Adesso ho bisogno di riflettere e trovare il bandolo di questa matassa incredibilmente ingarbugliata.

 


 

PREVIEW

Capitolo 2 - Danzando in silenzio sull’orlo del baratro

No, non ci sto. Accettare le sue scuse vuol dire far finta che le parole che ci siamo detti in quel bagno non siano mai state pronunciate, tornare all'alba di oggi... rischiare che tutto questo succeda di nuovo..

[…]

La sorte di tutto quanto è successo finora dipende dalla sua risposta alla mia prossima domanda - il nostro rapporto, i passi che farò (mettendoci tutto me stesso [qualunque sarà la strada che finirò per prendere a questo bivio])...

 


 

IL POST-IT DELLE AUTRICI

Piccola premessa: dato che questa fic è piena zeppa di citazioni e ispirazioni della più disparata origine (la maggior parte delle quali logiche solo per le nostre menti malate XD), d’ora in poi useremo questo spazio per dare i giusti credit a persone e cose che se li meritano e per ogni altra spiegazione relativa al capitolo che avete appena letto.

Dunque iniziamo…

 

-     I versi della canzone all’inizio sono tratti dalla magnifica 5° ending dell’anime, da cui abbiamo preso in prestito anche il titolo per la fic. Li troverete all’inizio di quelli che possiamo definire i “capitoli clou” della storia… ed è inquietante come si adattino bene alla vicenda! (qualcuno lo chiamerebbe Hitsuzen. Noi concordiamo)

 

-          London Bridge Station

Da Wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/London_bridge_station) apprendiamo che è una delle stazioni di Londra, inaugurata nel 1836 e collocata sulla riva del Tamigi.

Per i più curiosi, in questa mappa vi indichiamo la posizione esatta
® http://img704.imageshack.us/i/londonbridgestationmapp.gif/

Il perché abbiamo scelto proprio quella stazione, è legato all’identificazione della chiesa disegnata da Hoshino-sensei nel cap. 170 con la cattedrale di Saint George, nel quartiere di Southwark. 

 

-          Le frasi di Mirandina che, da brava emotiva, quando si agita parla in tedesco ♥ (cosa per cui Lety mi ha odiato a morte XD ndMistral)

“Ja, Ich bin Miranda Lotto... woher wissen Sie das?” ® “Sì, sono Miranda Lotto... come lo sa?”

“J-ja, natürlich... Allen Walker, der Einsatz... Entschüldigen-Sie mich, aber... Ich bin...” ® “S-sì, naturalmente... Allen Walker, l'Ordine... mi scusi, ma... Io sono...”

 

Per questo capitolo è tutto! Se avete un qualsiasi dubbio, chiedete pure!

E ricordate… in missing moments we trust!

Alla prossima!

Lety&Mistral

 

 

   
 
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