Tre piccoli
ninja ~
E poi non ne
rimase nessuno!
Erano in tre
e potevano avere il mondo ai loro piedi.
Erano in tre e credevano che tali sarebbero rimasti per
sempre.
Erano in tre e non si rendevano conto che la loro fine era
sempre più vicina.
Lui se ne andò con Orochimaru, per cercare il potere e la vendetta.
L’altro si allenò con Jiraiya, per potere un giorno riportarlo indietro.
Lei diventò l’allieva di
Tsunade, per potere raggiungere il livello dei suoi
compagni.
Pazzia, pazzia, pazzia!
Non erano altro che pazzi, ma nessuno se ne era accorto
quando si era ancora in tempo.
Non si rendevano conto che la storia si stava nuovamente ripetendo.
Per quanto lui potesse
cercare, non sarebbe mai riuscito a trovare la pace con la vendetta.
Per quanto l’altro
potesse provare, non avrebbe mai riportato indietro qualcuno che voleva restare
dov’era.
Per quanto lei
potesse allenarsi, non sarebbe mai riuscita a non essere di intralcio agli
altri due.
***********
Sono in
tre, ma
ormai non possono più avere niente ai loro piedi.
Sono in
tre, ma
è chiaro che non lo rimarranno a lungo.
Sono in
tre, ma
sanno che la loro fine è quasi arrivata.
Lui è tornato, eppure gli
eventi che sono successi l’hanno segnato troppo profondamente.
L’altro l’ha riportato indietro,
eppure il tempo a loro concesso è quasi esaurito.
Lei non è più un
intralcio, ha raggiunto il loro livello, eppure capisce che moriranno tutti e
tre.
Pazzia, pazzia, pazzia!
I ninja
di Konoha discutono su chi sarà il primo dei tre a morire.
Tutti non
vedono l’ora che questo succeda, così i loro spettri smetteranno
di vagare per il villaggio.
Il
villaggio si è reso conto della loro follia, ma è troppo tardi.
Da quando
la verità sul clan Uchiha è di pubblico
dominio nessuno si fida più degli altri.
Ed
è per questo che so che, in fondo, non solo loro sono pazzi. Lo siamo anche noi.
Note dell’autrice
Piccolo
tributo dedicato al mio team preferito, nonché primo tentativo di
non-sense.
Non so
chi sia il narratore, ho semplicemente immaginato come potesse apparire la
vicenda agli
occhi di uno degli abitanti qualsiasi di Konoha.
La prima
parte è scritta al passato, poiché si tratta dei ricordi del
narratore quando Naruto e Sakura stavano ancora cercando Sasuke, senza sapere
che lui era entrato a fare patte dell’Akatsuki
dopo avere ucciso Itachi.
Nella
seconda parte, invece, ho usato il presente poiché sono i pensieri
[sempre del narratore] ora che il team sette è di nuovo al completo. Lui/lei
sa che in fondo niente potrà tornare più come prima, sono
successe troppe cose per fare finta che tutto vada bene. Prima che mi
dimentichi, ho scritto “Tutti non
vedono l’ora che questo succeda, così i loro spettri smetteranno
di vagare per il villaggio.”, nonostante
siano ancora vivi, poiché è come se dentro fossero morti, come se
quelli fossero i loro fantasmi e non Sasuke, Sakura e Naruto. Infatti, la morte a cui mi riferisco
nella seconda parte è quella dell’anima e non quella fisica.
Ah,
dimenticavo: il titolo è volutamente ispirato al titolo del libro di Agatha Christie, “Dieci piccoli indiani… e poi non ne
rimase nessuno” che, tra parentesi, vi consiglio di leggere, è
davvero stupendo <3