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Autore: Rogi    18/12/2009    2 recensioni
Il rumore dell’acqua che batteva sulle piastrelle la fece svegliare. Aprì lentamente gli occhi mentre si stiracchiava sedendosi sul letto. Si guardò intorno, era in una stanza sconosciuta. Dove diavolo era? Una piccola storia NamixZoro ovviamente ^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angelo

ANGELO

 

Il rumore dell’acqua che batteva sulle piastrelle la fece svegliare. Aprì lentamente gli occhi mentre si stiracchiava sedendosi sul letto. Si guardò intorno, era in una stanza sconosciuta.

Dove diavolo era?

Un’emicrania terribile le invase la testa. Si accasciò sul materasso. Non si ricordava quasi niente della sera prima. Erano sbarcati su un’isola, quello se lo ricordava, poi aveva solo ricordi confusi di una festa e di alcol, tanto alcol. In tutti i ricordi c’era Zoro davanti a lei. Chissà perché…

Intanto il rumore dell’acqua continuava, si accorse che era una doccia. Aveva bisogno di fare una doccia, si sentiva a pezzi e sporca. Sicuramente quelli che aveva erano i sintomi da dopo sbornia. La testa continuava a pulsare e si sentiva un po’ ammaccata, come se avesse avuto un peso su di sé per tutta la notte. Si rigirò nel letto mentre un brivido di freddo la percorse. Prese la coperta e si avvolse dentro. Solo in quel momento si accorse di essere nuda.

Si sedette di scatto mentre il cuore iniziava ad accelerare. Alzò la coperta per guardarsi, e si, era proprio nuda. Si ricoprì rossa in viso, come se qualcuno potesse vederla.

Fece un respiro profondo cercando di calmarsi.

Allora, cosa ci faceva in una stanza di un’osteria nuda e con vestiti maschili sparsi sul pavimento?

Vestiti maschili?!!!
Si alzò dal letto vedendo che quelli sparsi per terra erano davvero vestiti maschili, oltre ai suoi ovviamente.

Deglutì spaventata sentendo un vuoto farsi largo nello stomaco.

Cosa aveva fatto la sera prima?

Prese la sua maglietta e la sua gonna che erano ai due poli opposti della stanza e se li infilò. Prese i pantaloni verdi che c’erano per terra e li osservò.

Il suo cuore fece una capriola.

Quei pantaloni erano di Zoro…

Sbiancò all’istante, mentre immagini confuse si facevano largo nella sua mente. Carezze, baci, parole sussurrate, gemiti, sudore, tanto sudore. Si abbandonò al letto mentre l’emicrania aumentava.

Era andata a letto con Zoro.

Altre immagini si fecero largo tra la sua mente facendola arrossire vistosamente.

Aveva una confusione totale in testa, le immagini si sostituivano veloci e vorticose. Solo di una cosa era certa: le aveva detto di amarla. La sua voce risuonava ancora nella sua testa.

Spostò lo sguardo verso la porta chiusa del bagno mentre sentiva ancora l’acqua scendere. Si morse un labbro.

Cosa sarebbe successo ora?

Aveva due possibilità: rimanere li ad aspettarlo o uscire dalla stanza e fare finta che niente fosse successo.

Sicuramente quello che era successo era stato a causa dell’alcol, e forse lui non si ricordava neanche di averle detto quella frase che la stava facendo tentennare. Si alzò dal letto e si avviò alla porta. Mise la mano sulla maniglia ma si fermò.

E se non era così?

Scosse la testa. Erano compagni di viaggio un’ eventuale relazione sarebbe stata solo un danno per la ciurma. Eppure la sua mano non si decideva ad aprire quella dannata porta.

Zoro, Zoro, Zoro.

Quel nome le invadeva la testa. Non poteva che ammettere che era sempre stata attratta da quell’ominide, ma non avrebbe mai pensato di finirci a letto! Eppure in quegli ultimi giorni si era accorta che lo cercava sempre più volte con lo sguardo e non faceva a meno di sorridere quando era in sua compagnia. Tutto era cominciato da quel giorno…..

Erano sbarcati su un’isola invernale e loro due erano rimasti bloccati in una grotta. Erano andati in avan scoperta e poco dopo che erano entrati lì dentro, una valanga aveva chiuso l’uscita e li aveva intrappolati. Erano rimasti tre giorni chiusi lì dentro, al buio e al freddo. Zoro l’aveva tenuta stretta tra le sue braccia tutto il tempo, cercando di riscaldarla e confortarla. Aveva creduto di morire, eppure si era resa conto di essere in pace totale nel suo abbraccio. Per fortuna gli altri li avevano trovati in tempo.

Era da quel giorno che aveva cominciato a guardarlo di più, scoprendolo più volte mentre la guardava estasiato, a pensare a lui la notte.

Allontanò la mano dalla maniglia.

La verità era che lo amava, forse da sempre, ma se n’era accorta solo quel giorno. Si portò una mano alla tempia cercando di diminuire il dolore che provava.

Doveva mettere le cose in chiaro. Era stata una notte di divertimento o qualcosa di più?

Si girò e andò verso la porta del bagno. La aprì mentre la mano le tremava.

E se l’avesse rifiutata?

Si bloccò all’istante, spaventata da quel pensiero. Il suo cuore accelerò frenetico.

“Nami sei tu?” chiese la sua voce.

Dei brividi le percorsero tutto il corpo. In fondo, se l’avesse amata l’avrebbe svegliata sussurrandole qualcosa di dolce all’orecchio o baciandola no?

Sentì una fitta nel cuore.

Si diede della stupida, mentre si allontanava correndo verso l’uscita.

“Nami!” lo sentì esclamare.

Aprì la porta e corse per il corridoio. Scese le scale di corsa mentre le lacrime le salivano agli occhi. Il suo piede destro però si incastrò in qualcosa. Cadde rovinosamente a terra, fermandosi solo dopo qualche scalino. Guardò con odio la piastrella dello scalino leggermente alzata.

“Nami ma sei pazza?”

Alzò lo sguardo e lo vide. Aveva un asciugamano legato in vita, il petto scoperto su cui scendevano ancora gocce d’acqua. Si avvicinò veloce a lei e l’aiuto ad alzarsi.

Appena fu in piedi si staccò da lui, fermando una lacrima con la mano che le era scappata.

“Dove stavi andando scalza?”

Lei lo guardò in viso. Era preoccupato e i suoi occhi neri la stavano implorando.

Implorando per cosa?
“Non volevo farmi sentire”

“Ah” disse lui mentre una smorfia dolorosa invadeva il suo viso “Bè almeno torna a prendere le scarpe”

Freddo e distaccato, proprio come era sempre, proprio come se non fosse successo niente.

Lui si girò e tornò su per le scale.

Nami sentiva gli occhi bruciare e il cuore sanguinare. Che stupida ad aver pensato che lui potesse amarla. Lo seguì e rientrarono in camera.

Lui setacciò i vestiti per terra e trovò i suoi sandali. Si avvicinò a lei e glieli porse.

Lei li prese senza guardarlo in viso.

“Quindi…” disse lui “Come se non fosse successo niente?”

Una lacrima le rigò il viso. La asciugò rapidamente ma lui se ne accorse.

Le alzò delicatamente il viso con un dito costringendola a guardarlo.

“Perché piangi?” chiese turbato.

Si morse un labbro “Per niente”

Lui corrugò le sopracciglia.

Lei si allontanò  da lui e si avviò verso la porta. Mise la mano sulla maniglia ma la sua voce la fermò.

“Anche se per te non vale niente, volevo dirti che sembri un angelo mentre dormi”

“C-come?” balbettò tenendo fisso lo sguardo  sulla porta.

“Sono patetico, lo so. Ma sai non riuscivo a svegliarti stamattina, mi sembrava di compiere un peccato. Volevo dirtelo prima che tutto tornasse normale”

Lei si girò e lo guardò scioccata mentre il suo cuore si riempiva di gioia.

Lui si stava grattando la testa ed era arrossito leggermente.

Sorrise mentre si avvicinava a lui.

“Era vero quello che mi hai detto ieri sera?”

Lui la guardò profondamente negli occhi “Si certo”

“Allora ripetilo”

Il suo cuore accelerò frenetico, voleva assicurarsi che intendevano la stessa cosa.

“Ti amo” sussurrò.

Sorrise felice. Lui era stupito, sicuramente non sapeva che fare.

“Non è che adesso mi ricatti vero?”

Lei ridacchiò mentre si avviava alla porta de bagno.

“Può darsi” disse mentre si toglieva quei pochi indumenti che aveva ritrovato. Lo vide sobbalzare con la coda dell’occhio. Aprì la porta e si girò verso di lui “Vado a farmi una doccia, mi fai compagnia?”

Il suo sguardo stava vagando estasiato sul suo corpo. Quando si fermò nei suoi occhi un sorriso apparve sulle sue labbra.

Nami si infilò sotto il getto caldo della doccia, poco dopo si sentì stringere nel suo abbraccio.

“Strega, mi hai fatto pensare che non mi volessi”

Lei si girò verso di lui, appoggiando le mani sul suo petto muscoloso.

“La prossima volta svegliami con qualche bacio” gli sussurrò all’orecchio.

Lui ridacchiò “Perché ci sarà una prossima volta?”

Lei sorrise maliziosa “Lo spero”

Lui sorrise. Poi avvicinò il suo viso al suo e la baciò. Si sentì avvampare, le sue labbra calde e morbide premevano contro le sue, si abbandonò alla sua dolcezza. Non aveva mai provato niente di simile, era come se il paradiso fosse arrivato all’improvviso. Lo amava da impazzire e voleva che quell’istante non finisse mai. Dischiuse le labbra ricambiando il bacio con più foga e volle che lui la stringesse più forte nel suo abbraccio. Esistevano solo loro due, tutto il resto era scomparso, riusciva solo a sentire le labbra dello spadaccino sulle sue. Sentiva le guancie e la gola in fiamme, le gambe la reggevano con fatica e il suo cuore sembrava volesse scoppiare talmente batteva veloce. Era assurdo che provasse tante sensazioni dopo che erano già andati a letto insieme.

Ma questo il bello dell’amore no? Qualunque cosa si faccia con l’amato è sempre come la prima volta.

 

ANGOLO DELLA AUTRICE

Ciao a tutti!! Questa piccola storiella l’ho scritta durante una convalescenza da febbre U.U fa brutti effetti la malattia J

Spero comunque che vi sia piaciuta un po’ ^^

Bye

Rogi

   
 
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