Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: vannagio    19/12/2009    7 recensioni
Un Natale particolare per Ron Weasley, tutt'altro che felice! Leggete per capire...
[One-shot partecipante al contest "Give it a Second Chance!", indetto da Fabi_Fabi]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Per la serie...
"Quando vannagio vaneggia!"



Una mattina di Natale








Mentre le prime luci dell’alba cominciavano a illuminare l’ambiente circostante, un ragazzo dai capelli rossi se ne stava raggomitolato sotto le coperte del suo letto e fissava i fiocchi di neve che a contatto con il vetro della finestra si scioglievano velocemente.
Era una giornata di festa quella che stava per iniziare ma lui non riusciva a essere felice.
Il ragazzo sentì dei passi pesanti percorrere il corridoio sul quale si affacciava quella che - da alcuni giorni - era diventata la sua stanza. Poi qualcuno bussò e la porta si aprì.
«Ron? Sei sveglio?», chiese il fratello, dopo essere entrato.
«Uhm», mugugnò il rosso come risposta.
«Buon Natale», esclamò con scarso entusiasmo Bill, «La colazione è pronta».
Ron non rispose. Si limitò a rivolgere i suoi occhi azzurri e apatici in direzione del fratello. Bill parve comprendere lo stato d’animo del ragazzo e la sua mutua richiesta di essere lasciato da solo, perché senza aggiungere altro se ne andò.
Chiuso in quella stanza - che ormai somigliava più a una prigione autoimposta - Ron ripensò ai giorni in cui aveva desiderato ardentemente un pasto caldo e un letto soffice in cui dormire, piagnucolando come un poppante. Adesso che i suoi desideri si erano trasformati in realtà, ciò che più gli stava a cuore era tornare da loro… da lei. Come avrebbe fatto a ritrovarli? Potevano essere ovunque! La sua mente vagò per miglia e miglia, ripercorrendo i sentieri e rivisitando i boschi in cui si era accampato insieme ai suoi amici durante la ricerca degli Horcrux.
I suoi amici…
E se fosse successo loro qualcosa? Come avrebbe potuto convivere con il senso di colpa?
Dal pian terreno una melodia familiare giunse alle sue orecchie. Un canto natalizio. Ron lo conosceva bene: era uno dei tanti canti che la famiglia Weasley aveva l’abitudine di ascoltare ogni mattina di Natale. A quanto pareva, suo fratello Bill aveva deciso di mantenere quella piccola tradizione… oppure sperava di tirar su il morale del ragazzo.
In effetti, quei canti avevano sempre avuto la capacità di riportarlo ai Natali della sua infanzia.


«Mamma! Non voglio indossare questo maglione, pizzica!», si lamentava il piccolo Ron.
La madre non lo ascoltava, troppo impegnata a sfornare dolci e sgridare i gemelli, che avevano - chissà come - legato Percy come un salame usando la carta dei regali appena scartati.
L’odore di biscotti caldi riempiva la piccola e sgangherata cucina, che quel Natale sembrava essersi rimpicciolita ancora di più a causa dell’enorme abete. Non c’era angolo della Tana che non fosse stato agghindato con ghirlande e festoni di ogni forma e colore.
Bill stava aiutando Ginny a montare la nuova casa delle bambole. Le risate cristalline della bambina si univano alla musica soffusa che accompagnava quella giornata di festa.
Charlie stava leggendo il libro sui draghi che aveva appena ricevuto in regalo dai genitori.
Il padre, invece, aveva appena sostituito - con scarso risultato - la moglie, nel tentativo di calmare Fred e George.
«Liberate subito vostro fratello, altrimenti…».
L’inutile minaccia si perse tra le urla della moglie, che con orrore stava fissando il piccolo Ron. Il nuovo maglione color melanzana giaceva abbandonato sul pavimento, insieme a un mare di dolci che a loro volta erano sparpagliati intorno al bambino. Il piccolo monello allargò la bocca sporca di cioccolato in un finto sorriso pentito.


Negli ultimi anni, anche i volti di Harry e Hermione si erano aggiunti ai ricordi. Ripensando a quei momenti spensierati, Ron non poté fare a meno di abbozzare un tenue sorriso, il quale purtroppo si spense ancor prima di contagiare i suoi occhi.
Affetto, amicizia, amore: erano questi i sentimenti che quel canto natalizio gli aveva sempre suggerito.
Adesso però era tutto diverso.
Le note sembravano stonate, stridenti, come se lo strumento che le stava producendo non fosse stato accordato a dovere. C’era qualcosa di sbagliato in esse, qualcosa di storto.
Era veramente così o era lui a sentirsi stonato, sbagliato, fuori posto?
Sì, Ron non aveva dubbi: non avrebbe dovuto trovarsi lì, a godere delle comodità di una casa e a festeggiare il Natale. Il posto di Ron era accanto ai suoi amici, a coloro i quali lo avevano sempre aiutato e amato incondizionatamente.
Come se fosse stato fulminato, il ragazzo saltò giù dal letto e mosso da uno strano impeto, si vestì rapidamente. Era deciso a fare qualcosa - qualunque cosa - che potesse essere utile.
Purtroppo, però, l’energia che lo aveva scosso e attivato in così breve tempo si esaurì altrettanto velocemente e Ron si ritrovò seduto sul suo letto, privo di ogni forza e vitalità.
Per impegnare il tempo e non pensare agli errori commessi, decise di accendere la radio. Era diventata un’abitudine per Ron ascoltare Radio Potter: lo distraeva e al tempo stesso lo faceva sentire vicino ai suoi amici.
Stava cercando la parola d’ordine, quando improvvisamente udì una voce molto familiare.
«Ricordi…»*. Il ragazzo sussultò spaventato. «Ricordi Ron? Quando ha rotto la sua bacchetta, cadendo dall’auto?»*.
Se prima era stato colto di sorpresa, adesso era saltato letteralmente in aria. Ron conosceva troppo bene quella voce ma stentava a credere alle sue orecchie: non poteva trattarsi di lei!
Il ragazzo si guardò nervosamente intorno - più volte - con il cuore che batteva alla velocità della luce. Ma era solo. Completamente solo.
«Non è stata più la stessa, ha dovuto procurarsene una nuova»*.
Era successo di nuovo!
Forse, però, Ron aveva capito da dove proveniva quella voce. Con crescente frenesia, svuotò le tasche dei pantaloni e con sua grande meraviglia si ritrovò tra le mani il Deluminatore di Silente. Senza sapere esattamente perché, lo fece scattare.
Immediatamente la stanza si fece buia: l’aggeggio aveva risucchiato tutte le luci. Fuori, invece, dalla finestra, Ron si accorse che qualcosa brillava: una sfera di luce azzurrina e pulsante, un grande astro che fluttuava a mezz’aria.
Ron osservava quel prodigio come incantato. Sentiva che quella… cosa lo stava aspettando, chiamando perfino! Poi, un inspiegabile senso di pace e un calore dolce e confortante cominciarono a propagarsi all’interno del suo petto. Improvvisamente il canto natalizio che Ron aveva udito qualche istante prima riprese a diffondersi per la casa e il ragazzo si rese subito conto che le note avevano riacquistato la loro originaria armonia. Il cuore di Ron si riempì di speranza.
E mentre il ragazzo preparava il necessario per intraprendere il lungo viaggio, nella sua mente riecheggiavano, potenti e assordanti, alcuni versi della canzone.


“Luce doni alle menti,
Pace infondi nei cuor”.





__________________________









__________________________





Nota di fine capito:
*Dialoghi estrapolati dal capitolo diciassette “Il segreto di Bathilda” del settimo libro “Harry Potter e i Doni della Morte”.





_______________________





Nota autore:
Questa one-ahot ha partecipato al contest "Give it a Second Chance!", indetto da Fabi_Fabi, classificandosi al dodicesimo posto su trentacinque storie e vincendo il premio per la 'Miglior Storia: Generazione Classica'.
Ringrazio Fabi per il giudizio chiaro e preciso e per la seconda possibilità che - per l'appunto - ha concesso a questa piccola ff.
Grazie di cuore.


Ecco il giudizio.



Grammatica e sintassi: 5/5
Stile: 9.5/10
Originalità: 12/15
Caratterizzazione dei personaggi: 14.5/15
Sviluppo della trama: 14/15
Gradimento personale: 8/ 10

Totale: 63/70 punti.

Nessun errore di grammatica, escludendo una virgola che secondo me ti sei dimenticata, non ho trovato errori.
Non ho niente da dire riguardo al tuo stile: è semplice, pulito, in poche parole riesci a presentare le scene, che risultano in questo modo chiare e coinvolgenti.
La storia tratta di un missing moment molto particolare, sarà perché il settimo libro non è molto considerato dalla maggior parte dei fan, ma non avevo mai letto nulla a riguardo, l’ho trovata particolare, intensa, semplice eppure profonda. Sinceramente mi chiedo perché nessuno l’avesse votata in quel contest.
L’idea della luce che l’aveva guidato dai suoi amici è sempre stata un po’ difficile da immaginare, l’hai descritta bene, la scena di un Ron perso, triste, che rivive un Natale sereno della sua infanzia attraverso un canto, un canto che tu hai reso parte di quella luce che gli permetterà di trovare i suoi amici.
Hai gestito la trama in modo classico, l’introduzione è molto evidente, ha , ma l’introspezione è gestita in modo intelligente, non ci si perde nei pensieri.
L’originalità sta nella scelta, non troppo originale, ma con spunti originali. Un Natale particolare.
Ho amato il tuo Ron, *io che amo Ron? Cosa ho detto?* Ma non avrei potuto fare altrimenti. Così debole, così insicuro, così ‘amico’. Mi piace che gli manchi Hermione.
‘Ripensando a quei momenti spensierati, Ron non poté fare a meno di abbozzare un tenue sorriso, il quale purtroppo si spense ancor prima di contagiare i suoi occhi’, questa frase è dolce e triste, l’ho trovata molto bella, il paragone tra il passato, quando la canzone era allegra, e il presente, è molto evocativo. ‘le note sembravano stonate, stridenti, come se lo strumento che le stava producendo non fosse stato accordato a dovere. C’era qualcosa di sbagliato in esse, qualcosa di storto’; mi è piaciuto molto il paragone.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: vannagio