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Autore: Lex    06/10/2003    0 recensioni
Questo è il proseguo della mia ff "Adesso lo sai", scritta per tutti coloro che, come me, vogliono sapere cosa è successo dietro la porta dell'appartament o di Masahiko... Però, ragazzi, attenti al rating!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA NUOVA ESTATE




Consegnò la sua prova d'esame ed uscì di corsa dall'aula magna della Musashino. Si cambiò velocemente d'abito in un bagno pubblico e, riassunte le vesti di Shion, si avviò di buon passo verso il fiume.
Che caldo, era quasi estate, ormai.
Arrivò nelle vicinanze del campetto da baseball sotto l'argine piuttosto accaldata, stupendosi nel sentire un ritmo regolare di colpi di mazza. Passata una folta schiera di siepi poté finalmente vedere quanto stava accadendo. Masahiko era posizionato sul piatto di casa base armato di mazza. Ai suoi piedi un secchio di palle che batteva verso i ragazzi incitandoli a gran voce. La squadretta, da parte sua, sembrava seguirlo con premiabile impegno.
Rimase sinceramente stupita di vederlo là. Scese lentamente l'argine riprendendosi dalla corsa mentre l'allenamento nei recuperi proseguiva. Si avvicinò al piatto di casa base salutando i propri allievi e chiedendo loro come si trovassero con quel nuovo allenatore. Le sembrarono entusiasti.
" Ehi, che fai, hai intenzione di rubarmi la squadra? ".
La salutò con un sorriso e le rispose senza smettere di battere, " No, ho solo visto che erano stati mollati dal loro allenatore e quindi mi sono offerto io ".
Aspettò che gli si avvicinasse per proseguire, " Dicono che sono molto più bravo di te, sai? ".
" Ah, ma davvero? ".
" A-ha ".
Gli girò intorno posando lo zaino sulla panca di legno e ripiegò le maniche quasi fino al gomito. Osservò l'allenamento in silenzio avvicinandosi con calma al nuovo coach. Ci sapeva davvero fare con i ragazzi, niente da dire. Ne sorrise piacevolmente sorpresa, pensando che era difficile vederli così entusiasti, anche se, in realtà, quello che le sembrava divertirsi di più era proprio Masahiko.
Raccolse alcune palle a terra e le gettò nel secchio vedendolo dedicarle un rapido sorriso interrogativo. Mise le mani in tasca continuando ad osservare gli sforzi dei suoi ragazzi e gli rivolse quella domanda già conoscendone la risposta, " Allora, dimmi, cosa ci fai qui? ". Batté una palla lunga ed incitò il suo corridore. Ne osservò la corsa e la presa e lo complimentò. Poi, raccogliendo una nuova palla dal secchio, le rispose, " Beh, sapevo che oggi eri impegnata fino a tardi e ho immaginato che la tua squadra sarebbe rimasta senza allenatore ".
" E' questa la scusa che hai trovato per non andare a lavoro? ".
" Ehi, non esageriamo, non posso certo far forca ora che sono stato promosso. Sono solo uscito un paio d'ore prima del solito. Posso chiedere un permesso in occasioni particolari ".
Finalmente la guardò e le sorrise. " E oggi è un giorno particolare ".
Gli sorrise a sua volta, osservandolo ricominciare a battere e ad incitare i ragazzi con il solito inesauribile entusiasmo. Un vento lieve le sfiorò la pelle muovendole i capelli. Li fermò con la mano e si voltò verso il fiume godendosi lo spettacolo del sole ormai basso sull'orizzonte.
Che pace. L'aria era così calma e tranquilla. Fece un respiro profondo liberandosi della tensione residua e rilassò le braccia. I colpi di mazza di Masahiko e le grida dei ragazzi facevano piacevolmente eco ai suoi pensieri.
La sua voce la destò, " Allora? Come è andata? ".
Si voltò verso di lui e incrociò rapidamente il suo sguardo che oscillava regolarmente tra il secchio ed il campo da gioco. Raccolse una mazza da terra e gli rispose giocherellandoci, " Beh, bene ovviamente. Che ti aspettavi? E comunque sia, ormai è finita. Niente più esami per me ".
Le parlò con tono volutamente provocatorio, " Già! Certo che avevi proprio ragione, Shion, alla Musashino si laureano cani e porci ".
Si dette importanza e ribatté a tono, " Già, io ho sempre ragione, mio caro, non scordartelo ".
" Sempre modesta, eh? ".
Gli fece l'occhiolino, raccolse alcune palle e le gettò nel secchio.
" Vuoi che ti dia il cambio? ".
" No, grazie. Non sono stanco e poi, te l'ho detto, sono molto più bravo di te ".
" Più bravo di me? Lo stai dicendo troppe volte, non vorrei che ci credessi davvero ".
" Ehi, vuoi forse sfidarmi? ".
Lo guardò con aria ironica e strafottente, " Masahiko, voglio ricordarti che hai sempre perso. Anzi, che non mai neppure colpito un mio lancio, finora ".
" Beh, hai avuto fortuna. E poi sono sempre troppo buono con te. E' venuto il momento di darti una lezione ".
Puntellò la mazza a terra e si poggiò sull'altra estremità con entrambe le mani, " Senti senti che sfrontatezza questo nuovo allenatore da strapazzo ".
" Poche storie. Allora, ci stai? ".
" Come potrei tirarmi indietro? Preparati ".
" Okay, pivellina. Aspetta un attimo, però, prima finisco l'allenamento e poi mi dedicherò a te. Non voglio certo metterti in imbarazzo davanti alla tua squadra ".
Lo guardò con la coda dell'occhio volgendosi verso il campetto, " Ma come sei premuroso, Masahiko ".
Attese con una certa impazienza che i ragazzi raccogliessero tutte le palle e lasciassero il campo per disperdersi nelle viuzze oltre l'argine. Impugnò una mazza e gli si avvicinò alle spalle sfiorandogli la schiena con la punta del legno. " Allora, campione, sei pronto per me? ".
Si voltò gustandosi fino in fondo quel sorriso meraviglioso, incerto se cedere al desiderio di prenderla tra le braccia. Poi prese la mazza dandole in cambio una palla ed un guantone.
" Si, ora sono tutto per te ".
La guardò voltarsi, ma non riuscì a staccare gli occhi dal suo profilo mentre si avviava verso il monte di lancio. La vide piegare il guantone nella mano modellando il cuoio per poi indossarlo con cura.
Lanciò più volte con forza la palla contro il guanto con fare minaccioso. La sua voce, invece, risultò calda e sensuale.
" Cosa vuoi scommettere, Masahiko? ".
" Scommettere? ".
" A-ha ".
" Non saprei, cosa vorresti scommettere? ".
" Non lo so, te l'ho chiesto prima io ".
" Nemmeno io lo so. Non so immaginare qualcosa che tu possa volere da me che non hai già o che non possa avere ".
Ci pensò su e ne convenne, " Forse hai ragione tu. Allora cominciamo, ne andrà solo del tuo onore ".
" E del tuo ".
Gli sorrise sicura e determinata.
" Vedremo ".
Chiuse la mano intorno alla palla nascosta nel guanto. Caricò il lancio portando le braccia sopra la testa, compì un veloce mulinello dietro la schiena e chiuse il movimento lanciando una dritta veloce.
Masahiko girò la mazza completando uno swing insolitamente rapido. Sfiorò la palla con la parte superiore del legno, perse l'equilibrio e per poco non cadde a terra.
" Primo strike ", lo stuzzicò con voce impertinente e birichina.
Masahiko si ricompose e si avvolse meglio le maniche della camicia. " Piccola strega, c'è mancato poco, adesso vedremo ".
Aspettò che si mettesse nuovamente in posizione, caricò il movimento e lanciò un'altra dritta veloce. Girò la mazza e colpì in pieno la palla che però atterrò oltre la linea laterale.
" Fuori. Peccato, Masahiko ".
Aspettò che distogliesse lo sguardo dalla sfortunata traiettoria della palla e che incrociasse il suo prima di continuare, " Da quand'è che giri la mazza così veloce? Dimmi la verità, ti sei allenato di nascosto? ".
Rispose con tono sarcastico ed irriverente, " Cos'è, non dirmi che hai paura di avermi sottovalutato. Sai, quasi quasi mi pento di non aver scommesso niente ".
Gli rivolse uno sguardo straordinariamente malizioso lanciandosi una nuova palla nel guantone e poggiando la mano ormai libera sul fianco, " Perché mai, Masahiko, vuoi forse qualcosa da me che non puoi già avere? ".
Quella risposta gli bloccò qualcosa in mezzo al petto e gli accese una conosciuta sensazione nel ventre. Sorrise, si scrollò quell'inaspettata rigidezza dalle spalle e le rispose con tono provocatorio, " Stai forse cercando di distrarmi? ".
Gli sorrise ancora e si preparò al lancio. Ancora una dritta veloce.
Vide chiaramente la traiettoria della palla, girò la mazza con grande timing preparandosi all'impatto. Immaginò la traiettoria della battuta pregustandosi l'espressione del suo viso, ma il piede d'appoggio gli scivolò sul terreno secco e girò a vuoto cadendo a terra ed alzando un gran polverone.
" Terzo strike. Battitore eliminato ".
Lo cercò con lo sguardo attraverso la polvere e scese dal monte di lancio. Masahiko restò seduto a terra guardando la giovane donna che gli si avvicinava lentamente nascondendo il guantone dietro la schiena. Il suo sguardo era curioso ed il sorriso che le piegò le labbra un attimo dopo gli sembrò straordinariamente sincero.
Quando fu abbastanza vicina le porse la mazza osservandola mentre l'afferrava per un'estremità e l'appoggiava su una spalla portandosi l'altra mano sul fianco.
" Hai avuto fortuna, stavolta. Sono scivolato, altrimenti? ".
Piegò la testa su un lato guardandolo curiosa mentre disegnava nell'aria la traiettoria della palla con un dito. Le piacque il sorriso tranquillo e sincero che le regalò subito dopo e si accovacciò davanti a lui piegandosi sulle ginocchia.
A quel punto la guardò rassegnato, " Non l'ho colpita nemmeno stavolta ", sentendosi però felice di vederle quell'espressione fintamente ironica sul viso. " Già, te lo avevo detto io ".
Si portò una mano polverosa alla nuca e rise di sé per la solita pessima figura. Lo osservò con calma, prendendosi il viso tra le mani e piegando leggermente la testa da un lato. Sorrise tra sé e parlò più serenamente di quanto avrebbe mai pensato, " Masahiko? ".
" Mhm? ".
" Te l'ho mai detto che sono innamorata di te? ".
Restò immobile, in silenzio, con il respiro a metà. Fu capace di risponderle solo scuotendo appena la testa a destra ed a sinistra.
La sua espressione fu quasi di sorpresa. Volse un attimo gli occhi al cielo soffiando via un ciuffo di capelli dalla fronte e gli parlò con aria di impenitente indifferenza, " Bene, devo ricordarmi di farlo prima o poi ".
Altrettanto inaspettatamente si alzò piedi e gli porse di nuovo la mazza. Dopo che ne ebbe afferrata l'estremità la utilizzò per aiutarlo ad alzarsi e gliela lasciò. Gli sorrise e si voltò parlandogli da sopra la spalla, " Che dici, andiamo a casa? Ho una gran fame ".
La guardò incredulo, rispondendo quasi in automatico, " A casa? Si, va bene ".
Solo dopo che si fu voltata mise però a fuoco la domanda e ribatté, " A casa quale? Casa mia o casa tua? ".
Si voltò stupita e quasi imbronciata, " Casa tua, scemo. Oggi è un gran giorno, il mio ultimo da studente universitario, abbiamo qualcosa da festeggiare, non ti pare? ".
Si voltò e si avviò nella direzione dalla quale era arrivata rivolgendogli un ultimo malizioso sguardo da sopra la spalla.
La guardò allontanarsi e risalire l'argine godendosi fino in fondo quell'ultimo sorriso e sorrise a sua volta lasciando che quella sensazione gli invadesse tutta l'anima. La sentì richiamarlo alla realtà e raccolse la palla dell'ultimo lancio.
Fece un passo, poi un altro, sentì il sangue riprendere velocemente possesso del suo corpo e la seguì senza neppure accorgersi di parlare sottovoce, " E' vero, Shion. Abbiamo qualcosa da festeggiare stasera ".

  
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