Capitolo 10:
L’accampamento
era lontano ormai, e calava la sera. Tre affannate figure si stavano accampando
ai ripari di un piccolo smilzo boschetto. La sera era pungente, ma il riparo
sufficientemente caldo per tre persone. La prima si tolse il cappuccio,
rivelando nell’ombra il volto di Roy, il principe elfico. Si guardava intorno
per controllare presenze nemiche, ma non ce n’erano, per sua fortuna. Fece un
lieve cenno alle altre due figure incappucciate, Shiran e Nihal, che si
liberarono dai cappucci.
-Finalmente
a sedere-
-Aspetta a
cantare vittoria:non sappiamo infatti per quanto riusciremo ad evitare i
nemici-
-possiamo
almeno sperare che per una sera non ci vengano dietro?abbiamo bisogno di
riposarci-
-TU non
hai idea di quanto veloci siano le truppe del Conte. Proprio non ne hai idea
Nihal-
-Lo so.
Ricordati che io non ho sempre vissuto qui. Veniamo da un posto completamente
diverso, e non puoi biasimarci di non conoscere tutto quello che succede e come
avviene-
-Scusate,
sono sempre un po’ troppo precipitoso nel dire le cose…ma sono agitato:
insomma, siamo in missione, dobbiamo distruggere quel cristallo!-
-questo lo
abbiamo capito!!dove siamo di preciso???questa è una cosa che non sappiamo…-
-Credo
dovremmo essere nel boschetto delle ombre…circa…10 miglia dall’accampamento…-
-Va bene.
Quanto vantaggio abbiamo su di loro?-
-Non
molto…un paio di giorni direi!ma dobbiamo stare attenti se non vogliamo
rischiare di farci prendere sul serio!-
-Ok…ma
adesso vorrei dormire un po:mi si stanno chiudendo gli occhi!-
i tre
giorni successivi furono molto faticosi: la piccola compagnia non faceva altro
che camminare in mezzo ad una steppa deserta ed esposta al sole…era una delle
poche zone completamente disabitate del mondo parallelo, ed era anche una delle
più fastidiose: pochissimi alberi e molto sole, solo uccelli e nient’altro
cibio che piccole piantine selvatiche. Roy dovette mettere in moto tutto il suo
ingegno per tenersi al riparo dagli eventuali ed invisibili occhi delle spie
del conte. Non appena il paesaggio si trasformò in una piacevole collina,
affiancata da un fiume, le due ragazze fecero salt di gioia.
-Shiran,
un fiume!!finalmente acqua fresca, vieni-
-Ragazze,
non isamo molto al sicuro:mi pare che da qui il villaggio di Baaltimora disti
solo un…tre miglia diciamo…e Baaltimora è una ottima base nemica!!! Richiamo di
farci sentire-
-E dai
Roy…sono tre maledettissimi giorni che non facciamo altro che camminare,
fermiamoci, visto che ne abbiamo l’occasione!!-
-Non posso
concordare con voi…-
-Su,
fratello…vieni con noi-
-Ho detto
no, ragazze-
-Ti
convinciamo noi…-
e le due
gli spruzzarono dell’acqua addosso. A quel punto Roy non potè più resistere,
scrollò i capelli e le raggiunse. Si divertirono talmente tanto che le loro
risate sarebbero bastate e avanzate per un paio di milioni di persone. E Roy si
dimenticò pure della sua preoccuazione, fino a che non sopraggiunse il tramonto.
UN fruscio sospetto attirò le orecchie acute di Roy.
-che
cos’era?-
-non lo
so!- rispose accigliata Shiran.
-sembra
quasi che ci sia qualcun qui…state all’erta-
-Ma non
c’è ness…- …nessuno avrebbe dovuto dire la ragazza, ma non era così, perché una
stretta freccia nera le passo ad un centimetro dalla faccia, apportandole un
piccolo graffio rosso acceso.
-Merda-
imprecò il principe, e tirò fuori l’arco a sua volta. Ma non aveva nemmeno
finito di tirarlo fuori che lo rimise al suo posto: non gli sarebbe servito a
moto in uno scontro con una pattuglia armata fino ai denti di vigorosi troll.
Perciò sguainò prontamente lo spadone che teneva sempre a portata di mano. E
partì lo scontro. I tre troll che si fecero avanti per primi erano i più deboli
della squadra, e per Roy fu piuttosto semplice meterli fuori combattimento con
un paio di vigorosi fendenti. Erano gli altri il problema. Ne schivò uno
parandosi dal lato destro, e si slanciò in avanti, trovandosi faccia a faccia
con un altro molto robusto. Provò a colpirlo dal basso, ma la clava del suo
avversario era già pronta; riprovò dall’alto, ma anche questa volta la clava
salvò il troll. Allora lasciò che questo tentasse di abbassare la clava sulla
sua testa, si schivò gettandosi in avanti e lo colpì con un affondo sulla parte
interna della gamba. Ne uccise un paio all’incirca allo stesso modo, poi si
voltò per vedere come se la cavavano le sue sorelle, e constatò che non andava
tutto molto bene. Due o tre si stavano avicinando alle ragazze indifese, che intanto
indietreggiavano senza sapere cosa fare. Roy le raggiunse e si parò davanti a
loro.
-Quanto
vorrei che non fossimo qui!- esclamò Nihal.
-e dove
vorresti essere…?-replicò il fratello. –non possiamo spostarci!_
-A New
York…vorrei tanto che fossimo a New York…-
e qui
accdde una cosa strana: alla parola New York, i tre elfi sentirono uno stappo
allo stomaco, videro i volti dei troll sfuocarsi e tremare e poi scomparirono
con un botto e una forte scarica di densa energia magnetica…per ricomparire
svenuti a Street Avenue, New York, e proprio in mezzo alla strada, sotto gli
occhi di una marea di persone e alla merce dei taxi.