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Autore: Hilda Polaris    26/06/2005    20 recensioni
*Aggiornamento 2019: tutto corretto e aggiornato. HADES IN ARRIVO. Stay tuned!*
Rivisitazione parodica degli avvenimenti della serie di Saint Seiya. Una delle prime, presente da dieci anni! Ho già postato quella relativa al Tenkai Hen; questa qui è molto più stringata per via della lunghezza della serie... Ciò nonostante, lo scopo è uguale: far ridere!
ENJOY!
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Incompiuta
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Prologue

 

Eccoci tutti qui riuniti a Nuova Luxor (nella versione italofona: e che cos'è questa città? Una sezione distaccata, una colonia asiatica dell'omonima metropoli egiziana? Mistero.) per assistere alla Guerra Galattica: la nobilotta esaltata di turno ha messo in palio il cimelio di turno e ha ripescato i beoti di turno che se lo contendano. Anzitutto: voi combattereste fino all'ultimo sangue, in un'arena/Colosseo con un pubblico gremito che neanche agli incontri dell'Uomo Tigre, contro altri dieci tizi per un'armatura che, ignorando gli eventi futuri, non può servirvi neanche come elegante soprammobile sul comò? Va bene che è d'oro, e che, volendo, si può convertire in milioni di pezzi da un cent per sguazzarvi dentro come anatre giulive alla Paperon de' Paperoni, ma nel ventesimo secolo uno gradirebbe piuttosto un centomila euro. O una Maserati.
Comunque lo fanno loro, e a noi va bene così.

La trama si mantiene abbastanza insulsa per oltre una ventina di puntate, durante le quali, però, già comincia a trasparire nel telespettatore un istinto omicida nei confronti dell'onnipresente Seiya e dell'altezzosa Saori - che chiameremo Volpe Lilla per ovvi motivi - tanto che alla fine si è portati a sperare che tirino le cuoia all'unisono. E così, attraverso le esaltazioni pegasusiane, la venerazione asmatica e nevrotica di Shiryu per quell'accartocciamento viola del suo maestro, l'azione refrigerante di Hyoga, le sporadiche apparizioni di Ikki e l'adorazione lacrimosa del fratello minore Shun per quest'ultimo, si passa alla prima vera saga della serie degna di tale nome: il Santuario.
 

The Sanctuary

o "di quella volta in cui ho mandato una lettera al mio peggior nemico avvisandolo del mio arrivo, e di quanto mi son sentita furbina"

 

Dopo l'entusiasmo iniziale - per chi odia Saori come la sottoscritta - che vede l'odiosa duchessina moribonda per colpa di una freccia scagliatale dall'ultimo idiota sulla Terra che riesce a fregarla nonostante lei sia una dea, i cinque baldi giovani di cui sopra si accingono a cercare il chirurgo adatto: il Grande Sacerdote, pare, loro acerrimo nemico - ma questa è una quisquilia -, ed evidentemente laureato in medicina. Solo lui può estrarre la freccia di Betelcoso. Ma bisogna arrivarci, da lui. E, per farlo, bisogna inerpicarsi su un colle disseminato di 12 Case/Tempio con relativi Gold Saints inclusi nel prezzo, come le sorprese nell'uovo Kinder: a costoro non basta portare due biscotti fatti in casa e chiedere la cortesia di passare oltre, ma bisogna combatterli. E mi chiedo: un elicottero pareva un’ipotesi così balzana? Un fax al Gran Sacerdote? O magari rivolgersi ad un qualsiasi altro medico sulla faccia della Terra che sappia praticare un'operazione di estrazione, e che possibilmente non brami ucciderti?

E, cari bronzini, se proprio volete arrivare dal Gran sacerdote facendo footing, perché non passate dai lati delle case, e ci tenete tanto ad entrarvi e a farvi sfracannare di mazzate dal cavaliere di turno?!

Così, nella prima Casa, il tizio senza sopracciglia noto come Grande Mu dell'Ariete, riaggiusta le armaturine scassate dei ragazzuoli che fino ad allora si erano mantenute con la colla vinavil, evidentemente sacrificando qualcuno nel tinello dato che non va a pietire sangue dai Nostri, ma piuttosto li mette in guardia contro i suoi degni compari, che a quanto pare sono gente poco raccomandabile: mi raccomando, niente caramelle dagli sconosciuti!
E per sconfiggere tali compari avrete bisogno del settimo senso. Altrimenti sono botte da orbi.

 

Seconda casa. Il Toro, un gigante massiccio con un vocione da orco, sembra essere un campione di furbizia quanto Mr. Bean: prima lascia che Seiya, sfasciandosi contro i muri, gli distrugga la casa per quattro puntate, poi, senza nemmeno avergli chiesto i danni, lo lascia andare col sorrisone.
Perché? È semplicemente psicopatico? O forse perché Seiya aveva cominciato a minacciarlo con un "TE LO TAGLIO! TE LO TAGLIO!" e solo dopo Toro aveva scoperto che si riferiva al corno?

 

Nella Casa di Gemini, l'edificio all’improvviso si sdoppia. Mentre un team internazionale di scienziati si mette al lavoro per rispondere all’annosa questione “Perché i Bronzi non passano in mezzo alle due case e addirittura si separano per dirigersi a due a due in ognuna, acuendo il sospetto di avere un acume pari ad un echidna addormentato”, veniamo a sapere che in ognuno dei due edifici appare un fantasma in forma di Cavaliere dei Gemelli con tanto di armatura. Il primo viene superato da Shiryu e Fregasus grazie alle percezioni del non vedente Shiryu, dato che Seiya non pare brillare molto per intelligenza: se un tizio ti sta davanti, ha un buco al posto della faccia, non parla, non si muove e non ti manda a quel paese nemmeno se lo insulti, non ti sorge il dubbio che possa essere un'illusione messa lì per fregare i gonzi come te?
Il secondo tiene impegnati Shun e Hyoga: è un po' più attivo, si dà del "noi" e ha una voce più cavernosa del cantante dei Sepultura nei giorni di raucedine. Ma neanche lui è il vero cavaliere dei Gemelli, sebbene riesca a spedire Hyoga in una sottospecie di piano cartesiano quadrettato che lui chiama "Another Dimension". Come scoprire dov'è il vero cavaliere? Il lungimirante Shun manda i suoi duemila km di catena ad esplorare il cosmo - robetta di poco conto, dato che deve farlo in un'ora - e trova Arles. E il quiz è risolto almeno trenta puntate prima, ma nessuno lo capisce.

 

Nella casa del Cancro, Shiryu e Frega trovano un necromane convinto che colleziona cadaveri e che fa fare a Shiryu un distensivo giretto nell'Oltretomba a far baldoria con zombies bluastri. Poi fa l’erroraccio di fare il bullo con Shunrei, e Shiryu, che non vorrebbe insomma vederla schiattare prima di farle fare almeno un giro sul Drago Nascente, s’inalbera abbastanza da generare una rivoluzione generale di zombie che precipitano l’amico Fritz nella Bocca di Ade. Il nome del cavaliere evidentemente preannunciava questo suo destino, ma in generale è tutto un programma della sua cordialità e buon cuore: Death Mask.

 

In quella del Leone, Fregasus trova Ioria, l'amico del cuore che per opera di Arles è diventato nemico del cuore, e che lo riempie di inspiegabili cazzottoni. Ci manca solo il tema di Benny Hill in sottofondo mentre il Nostro Ronzino perde le mezzore a farsi riempire di sganassoni continuando a chiedersi “Oh, per Giove, cosa gli sarà mai accaduto?”, anziché bloccarlo dopo il primo dopo una bestemmia che tiri giù un po’ di dei dall’Olimpo. Per non parlare della questione settimo senso… Fregasus, che pena, non ti smentisci mai: "LI VEDO, LI VEDO!!!", dice dei colpi di Ioria, e viene mazzulato comunque a dovere: il Gold lo ammazza di raggi laser e lui invece si gasa dome un dannato per UN calcino che riesce a dargli! E se non fosse arrivato Kassios a salvargli il deretano, morendo per salvarlo nonostante lui sia stato un suo rivale?!
 

Nella sesta casa, c'è, pare, uno dei Goldies più pericolosi: l'indiano Shaka dallo sguardo che uccide, il quale di indiano ha solo il neo in mezzo alla fronte; ma, per il resto, alto, slanciato, lunghi capelli biondi, pelle rosea e occhi azzurri, sembra il principe azzurro o, in alternativa, Barbie Magica Armatura. Costui, dotato di discrete manie di grandezza, prima si lamenta dello scarso senso del galateo dei Bronze che gli piombano in casa magari aspettandosi che bussassero cortesemente alla porta, e poi, per fare il bravo papino che punisce i bimbi maleducati, li riduce tutti in fin di vita. Ma ecco che, in ritardo come di consueto, appare Ikki. Dal nulla, esatto. Con un “Eccolo! Che mi sono perso?” talmente allegrone che Shaka per smorzare tutta questa fastidiosa vitalità e ottimismo lo sbatte alternativamente non in un mero oltretomba (Bocca di Ade di Death Mask is for pussies!), bensì in SEI. Purtroppo per lui Ikki ha come simbolo una fenice per un motivo: lo puoi ammazzare mille volte, e tornerà a romperti le palle mille e una. La milleunesima trova, già che c’è, anche il settimo senso, e dato che non riesce in altro modo ad averne ragione, si abbarbica all'indianotto che ha ormai aperto gli occhi e ha trovato il Nirvana e se lo porta nello spazio con un avvitamento carpiato.

 

Nel frattempo la crociera nell'Another Dimension era terminata, per Hyoga, con uno schianto sul pavimento buono della casa della Bilancia, la settima. Perché Gemini/Sepultura ha deciso di lanciarlo proprio lì? Scopriremo dopo dei suoi nobili intenti didascalici; per adesso piazziamoci un bel punto di domanda. In questa casa, dove non c'è neanche l'ombra di una luce, una torcia, una lampada, un neon, un camino (come fanno i Gold Saints a non spalmarsi contro le colonne?!), trova ad attenderlo al varco Camus dell'Acquario, maestro del suo maestro, che a quanto pare aveva ricevuto un telegramma di Gemini che lo avvisava di fare un provvisorio trasloco (e se no, come faceva a sapere che Hyoga sarebbe finito proprio lì?). In omaggio all'affetto tra maestro e discepolo, Camus prima distrugge psicologicamente il povero disgraziato facendo leva su quanto è mammone e quanto sia più pippa rispetto a lui, poi, come fiore all'occhiello, lo congela.

Per salvarlo, dice lui.

E da cosa, diciamo noi?

Ma Camus non ci risponde. Dà una piallata alla bara di ghiaccio e se ne va, piangendo le sue brave lacrime di coccodrillo e lasciando Hyoga lì, a stagionare nel freezer.

Arrivano gli amichetti, lo liberano servendosi delle armi contenute nell’armatura di Libra (senziente abbastanza da capire i loro bisogni e secondo me anche da preparare un caffè) e una volta liberato si chiedono come scongelarlo. Saune non ne abbiamo, e neanche plaid. Shun prende dunque in… Mano la situazione e si scatena in scene a luci rosse per tentare di riscaldarlo, rispolverando la sua presunta bisessualità e un po' di abbarbicamenti da kamasutra. E tanto fa e tanto s'impegna che ci finisce anche in coma.
 

Intanto, Fregasus e Shishishiryu fanno la conoscenza di Milo, altro superfigo con gli occhi azzurrissimi, che a suon di unghie smaltate e appuntite e di battute di spirito li paralizza. La scena più bella di tutta la puntata è Frega schiantato via dopo aver creduto, ancora una volta, che quell'attimo in cui nella casa del Toro aveva visto il settimo senso lo avesse reso invincibile. Alla fine arrivano i nostri, ovvero il redivivo Hyoga (al quale la cura del kamasutra aveva restituito la vita, pare), e Milo gli lancia prima tutte e 15 le punturine velenose, poi gli fa anche il predicozzo dicendogli che l'atto di Camus era per il suo bene (TU CI DOVEVI RIMANERE, IN FRIGO, INGRATO!), e infine, coerentemente, lo lascia passare quando ormai quell'altro aveva lasciato nella casa tutti i litri di sangue che aveva in corpo.

 

Nella casa del Sagittario, che i poveri illusi ganzi credevano di attraversare in un battibaleno, avvengono invece tutte le disgrazie di questo mondo. Si scopre infatti che Aiolos era un patito speleologo (altrimenti perché avrebbe dovuto tenersi le catacombe sotto casa?) anche abbastanza sadico (le aveva disseminate di trabocchetti: "io sono dalla vostra parte, ma ce la metto davvero tutta per farvi perdere la nona ora anziché agevolarvi il cammino"), che la sua armatura canta ma è stonata peggio di Britney Spears in concerto, che la sua casa non ha un'uscita normale, ma bisogna rompere un muro, etc. Il tutto per arrivare a scoprire quelle quattro parole del suo testamento (dove in pratica rifilava la patata bollente - Athena - ai cavalieri di bronzo), che vengono ripetute mille volte fino alla nausea, neanche si trattasse di un canto dantesco.

 

Alla decima casa, Shiryu fronteggia il montatissimo Shura, dalla parlata talmente spagnoleggiante da farlo sembrare un torero (le corna ci sono, manca solo il drappo rosso e che dica "OLÈ!"). Shiryu, dopo essere stato affettato benino dalla spada Excalibur (rispolverata medievale che non centra un tubo con la mitologia classica... Ma Kurumada è famoso per i suoi pout pourri), talmente affilata - tenendo presente che è un braccio - da far pensare che Shura si limi le unghie con la carta vetrata e chiami l'arrotino ogni dì per aggiustare il filo, riesce a spezzargliela e a portarsi Shurettino fra le stelle. Come finirà questo "Volare, oh oh"? Lo sapremo a breve, sorpresa!

 

Nell'undicesima casa, Hyoga si vendica ampiamente di Camus, restituendogli la permanenza in freezer, tutto compreso più IVA, ma rimettendoci la pelle lui per primo.

“ODDEI È PIU' FORTE DI ME, PORCO ZEUS QUANTO ROSICO” può essere considerato un giusto riassunto delle riflessioni di Camus, che a quanto pare di Athena mezza morta lì alla Prima Casa se ne sbatte più che ampiamente le galliche e gelide palline.

 

Gli ultimi due rimasti (e io, a questo punto, immagino un Arles gongolante con un pallottoliere davanti, che ad ogni sconfitta dei bronzini sposta una pallina dicendo "fuori uno; fuori due...") si trovano davanti Aphrodite, il fioraio dello Zodiaco che ha rubato la messa in piega a Lady Oscar e il neuccio sexy sotto l'occhio a Rossella O'Hara. Bello bello BELLO in modo assurdo. E infatti Seiya e Shun, arrivatigli davanti, rimangono imbambolati come se all'ingresso della Botteguccia de' Fiori Numero 12 vi avessero trovato Charlize Theron.

In ogni caso Shun gli spampa il mazzolin di rose, raggiunge il settimo senso e lo uccide; come al solito rimettendoci la pelle anche lui. Fa in tempo a ricordarsi, però, che June ancora non gliel'ha data e che CHEPPALLE, muoio vergine. Frega rimane intrappolato nella serra privata di Aphro, ma altrettanto come al solito arriva qualcuno a salvargli il sederino, ovvero la sua maestra d'armi Marin, che gli permette anche di distruggere le jardin secret del pesciolino per arrivare semi-intatto dal Gran Sacerdote.
 

E alla fine, rullo di tamburi e squillo di trombe, arriviamo da Arles, lo schizofrenico che parla con gli specchi e che ha i capelli che da bianchi sono diventati grigi e poi blu (dipende dalla luna con cui si alza): grigi quando è cattivone, blu quando è buonino. Ventordici puntate dopo il disvelamento del quiz ad opera di Shun Arles si rivela per ciò che è: Saga di Gemini, tanto cattivo ma talmente tanto bello e nudo che si è portati a tifare per lui. Pegasus e la Giustizia e Athena che crepa. Oh, chissene. Cioè, Saga è nudo ogni due scene. A chi importa del destino del mondo?Del resto, basta un semplicissimo confronto: Saga alto un metro e 88, muscoloso, slanciato, figo, potente, spiritoso e con la graziosa abitudine di far bagnetti e di mettersi l'armatura strappandosi tutti i vestiti di dosso; Seiya alto un metro e un tarallo, piccolo, tarchiatello, goffetto e con un urgente bisogno di una ceretta ai sopracciglioni... Voi per chi tifereste?

Purtroppo, come deve sempre finire in questi casi, Seiya sconfigge Saga, la bietola viola viene salvata da una luce sprigionatasi dallo scudo della statua di Athena (ma all'inizio non avevano detto che solo Arles poteva estrargliela, la freccia?) e inizia a percorrere la strada delle Dodici Case, resuscitando i Bronzini crepati ma guardandosi bene dal resuscitare anche i Gold Saints che avevano perso la vita... E, come tocco di grazia, riesce perfino a farsi morire Saga in grembo, e, dopo tutte le sofferenze di quest'ultimo, la cui parte malvagia aveva sopraffatto la parte buona, non si pone neanche il lontano problema che magari sarebbe giusto farlo vivere e dargli un po' di pace. L'unica cosa che è capace di fare è dire "Grazie, Pegasus", come se al Santuario avesse fatto chissà cosa e soprattutto da solo (non dimentichiamo che ogni volta che è in pericolo o Athena o Marin o chiunque gli danno una mano o si sacrificano per farlo passare avanti).

Gli altri bronzini, bellamente ignorati, ringraziano tirando su il medio.

E all'orizzonte si oscura la Stella Polare.

 

  
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