Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: Anthy    22/12/2009    15 recensioni
L'istinto materno è qualcosa di forte.
L'amore per la propria famiglia lo è altrettanto.
Quella per la propria figlia? Indescrivibile.
E se sta male lei, inevitabilmente starai male anche te, che ne sei la madre.
Ma grazie all'aiuto di uno zio empatico e seguendo il proprio istinto di mamma, Bella riuscirà a scoprire cosa preoccupa Nessie...
[Piccolo sequel di "Posso dormire con te?"]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Storie di una Famiglia'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Preoccupazioni Note: dedicata a coloro che hanno recensito la shot che la precede! Grazie di cuore, quindi, a:
Lady Gray – ada90thebest – didi_coldone – LadyEl – Kumiko _Chan_ (grazie anche per quella inserita su Servizio da tè. ^^) – fogliolina – Lullaby89 – noe_princi89 – SweetCherry – mine – arte – hale1843 – Ed4e – vigife – Dreamerchan – Sinead (prometto di rispondere presto alla mail!)

Questa shot è un piccolo proseguimento di “Posso dormire con te?”, anche se non sembra. Troverete la storia nel mio profilo.
Ci sentiamo sotto. ^^


Preoccupazioni materne









Neve.
Non c’è bambino che non adori un paesaggio imbiancato.
Non c’è bambino che non si diverte a giocare, per l’appunto , con la neve.
Nessuno.
Certo, tu da piccola la odiavi, ma sai bene che eri un’umana anomala.
Tu, però.
Non Renesmee.
Osservi la tua piccola giocare, davanti alla grande casa dei Cullen, insieme agli zii, ma non ti sembra particolarmente felice.
Sì, ride.
Certo, sorride pure.
Ma...
C’è qualcosa che ti turba. Che altro non è che sapere ciò che turba lei.
Hai paura che le tue siano solo paranoie, che sei troppo apprensiva con lei.
È vero, a volte lo sei – come non esserlo, del resto: prima figlia e mezza vampira dalla crescita veloce! – ma sei quasi certa che ci sia qualcosa che non va.
È da un paio di giorni che noti una certa irrequietudine in lei.
Non sai neanche te cosa ti ha portata a notarla: forse perché il tuo occhio è sempre pronto a cercare in lei ogni piccolo cambiamento.
O, semplicemente, perché è tua figlia.
Ma il suo turbamento, da sé, non è l’unica cosa che ti preoccupa; no, hai paura che c’entri Edward e che la piccola sia a disagio quando c’è lui.
E la cosa ti fa star male.
Molto.
Ami la tua famiglia. Dio, se la ami.
Hai lottato per lei e lo faresti ancora, sempre e comunque.
E vedere che i problemi provengono dall’interno ti fa stringere un cuore che ormai da tempo non batte più.

Non ne hai parlato, con Edward. Non sapresti come affrontare la cosa.
Del resto, neppure lui che legge il pensiero ha mai accennato qualcosa che potrebbe riguardare la questione.
Ma il pensiero che c’è qualcosa che non va non ti fa star bene.
E oggi questo dolore si è intensificato, quando hai visto la piccola irrigidirsi quando il padre si è avvicinato.
Edward ama sua figlia. Tanto quanto te.
Può essere stato non felice, della tua gravidanza – non felice è un eufemismo – ma ogni incomprensione, ogni rancore è ormai dimenticato. Inesistente.
Non potrebbe mai farle del male.
Mai!
E allora cosa succede? Non riesci a capirlo.
E la cosa ti strazia dentro.

<< Bella?>> la voce di Jasper ti coglie di sorpresa, ma cerchi di non darlo a vedere.
Basta un occhiata e capisci che ha letto il tuo tormento e la tua confusione.
Ti sforzi di sorridere.
<< Jasper, potrei parlarti un attimo? In privato.>>
Quando pronunci queste parole, noti accadere più cose in contemporanea.
Edward si volta, il volto confuso.
E non è l’unico.
<< Mamma, dove vai?>>
Ti avvicini alla tua bambina, inginocchiandoti davanti a lei, e le sistemi la sciarpa.
<< Ho bisogno dello zio per decidere il regalo della zia. Ma lei non deve saperlo.>> le fai l’occhiolino, complice, e le schiocchi un bacio sulla guancia.
Quando ti volti, rialzandoti, incroci lo sguardo di tuo marito.
Ti spiego dopo, mimi con le labbra.
E speri veramente di potergli spiegare.

Con Jasper al seguito ti dirigi dentro casa; con la coda dell’occhio vedi Alice annuirti, sorridente.
Forse è con lei che dovresti parlare: hai veramente bisogno di sapere come muoverti.
Ma sai anche che per essere una buona madre devi imparare dai tuoi errori.
Non ci sono scorciatoie nel mestiere della mamma.
Si impara ad esserlo.
E tu vuoi essere una buona madre per tua figlia.

<< Dimmi, di cosa hai bisogno? E non credo riguardi il regalo di Alice.>> come varcate la soglia, è lui che prende la parola.
<< No, non riguarda quello. Ti posso chiedere un favore, prima di cominciare a parlare? Desidererei che questa conversazione non venga ascoltata  da Edward.>> lo sguardo che ti lancia è confuso, ma annuisce.
Vuoi parlare direttamente a tuo marito.
Non vuoi che venga a conoscenza dei tuoi dubbi leggendo la mente.
<< Ti ringrazio. Sappi che non ho intenzione di nascondergli niente, ma prima devo schiarirmi le idee e dare forma ai miei dubbi.>>
Annuisce. << Ti ascolto.>>
Sospiri, prima di prendere la parola. << Si tratta di Renesmee. La vedo... diversa. Non è la solita, vitale Nessie. Sembra sempre sugli attenti, come se si aspettasse di venire rimproverata all’improvviso. E...>> ti inumidisci le labbra, prima di pronunciare quelle parole che ti fanno star male. << ... mi sembra che il problema sia Edward.>>
Lo guardi di sottecchi. Il suo volto sembra pensoso.
Ma non risponde.
Forse – ti vien da pensare – le cose sono peggiori di quel che sembrano.
No, te l’avrebbe detto. Ne sei sicura.

<< Bella, calmati.>> senti un senso di tranquillità farsi strada in te; ti sorride, mentre usa il suo potere. << Perdonami, non volevo farti preoccupare con il mio silenzio. Stavo pensando.>>
Ti invita a sedersi e, quando lo fai, si siede accanto.
<< Vedi, io sono esperto di emozioni, ma con quelle dei bambini non ho molta dimestichezza. Le loro sensazioni, le loro emozioni sono le più pure e le più volubili. Le riconosci per la loro intensità. Quando sono felici, lo sono con una tale forza ed innocenza che non puoi non essere felice anche te. Del resto, lo si può vedere anche ad occhio nudo: quando un bambino prova gioia o tristezza, lo puoi cogliere dal volto.>>
Annuisci quando si ferma.
E hai paura che questa sia quasi una conferma dei tuoi dubbi.
<< Sì, Nessie ha qualcosa che non va. E sì, c’entra Edward. Ho notato che quando c’è lui nelle vicinanze, le emozioni in tua figlia si fanno preoccupate e timorose. No, ascoltami fino alla fine, Bella.>>
Non è facile, ascoltare ancora.
Sai bene che se fossi umana, ora saresti scoppiata a piangere.
Perché, perché ha paura di lui?
Cos’è successo?
Ti porti le mani alla testa, scuotendola.
<< Bella, Nessie non ha paura di suo padre come si potrebbe avere paura di un nemico. Lei gli vuole bene, questo lo sento. Capito? Non è quel genere di paura.>>
Sollevi il capo di scatto, confusa. << Ma allora, cosa...>>
Ti rivolge un altro sorriso, in cui noti una piccola traccia di divertimento.
<< Tu sai già cos’ha...>> cominci ad irritarti e Jasper, sentendolo, scoppia in una breve risata gentile. << Cito le tue parole: “Sembra sempre sugli attenti, come se si aspettasse di venire rimproverata all’improvviso”.>>
<< Ma cosa dovremmo rimproverarle? Cosa Edward dovrebbe rimproverarle? Io non...>>
<< Credo di non essere la persona adatta a darti questa risposta.>>
Lo fissi, in silenzio.
No, non è lui che può dartele.
Ma almeno, è riuscito a rassicurarti.
<< Grazie Jasper. Sul serio, mi hai dato conforto con le tue parole.>>
Vi alzate e vi dirigete verso la porta.
<< Figurati, è un piacere. Fammi sapere come va a finire. Anche se credo Alice lo sappia già.>>
Ripensi al suo sorriso. << Sicuramente.>>
<< Bella, sei una buona madre. Non farti preoccupazioni inutili. Sia tu che Edward state facendo un ottimo lavoro.>>
Lo speri, lo speri sul serio.
Ma non puoi che essergli grata per quanto detto.
È bello ricevere rassicurazioni ogni tanto.
Ti senti commuovere alle sue parole.
<< Grazie.>> riesci a sussurrare con voce roca.

Quando uscite, senti quasi subito due piccole braccia avvolgerti le gambe.
<< Mamma, quanto ci hai messo!>>
Sollevi tua figlia in braccio, sorridendo come se la conversazione appena avuta non esistesse.
<< Eh, tesoro. Sai bene che zia Alice ha gusti difficili.>>
<< Ehi!>> protesta la diretta interessata.
Facendo ridere tutti.
Tutti tranne uno.
Vedi Edward fissarti serio.
Sai perché.
Ti avvicini a lui, baciandogli una guancia. << Va tutto bene.>> gli sussurri, mentre ti stacchi.
La sua espressione si addolcisce lievemente.
Ti dispiace mentirgli, ma per ora è necessario.
<< Cose ne dite se torniamo a casa. Ormai è tardi... Edward, ricordati di andare a caccia.>>
Ora sai di averlo confuso.
Le sopracciglia sono arcuate.
Cerchi di trasmettergli con gli occhi ciò che con la voce non puoi dire.
Cerchi di dirgli che si fidi di te.
Non ti senti sicura a lasciare la mente aperta; potrebbe trovarci più di quanto vorresti.
Lo vedi gettare uno sguardo alle tue spalle.
Forse lo rivolge a Jasper.
O Alice.
Ma quando lo riporta su di te, annuisce, sebbene titubante.
<< Certo. Vado subito.>>

Prima di partire, salutate tutti; solo in quel momento ti accorgi di quanto sia stata silenziosa Nessie, fra le tue braccia.
Troppo.
Non puoi più aspettare.
Vi congedate e mentre tu prendi la strada per casa, Edward si dirige verso il cuore della foresta.
Mentalmente, lo ringrazi.
Sai quanto gli costi rimanere all’oscuro di ciò che accade.
E tu odi non renderlo partecipe di una cosa così importante.
Ma è una cosa momentanea.
Entrate in casa, in silenzio, e ti dirigi al piano di sopra, per cambiarla.

<< Allora, piccola, divertita oggi?>> fa di sì con la testa, un sorrisone grande dipinto sulle labbra.
<< Tantissimo! Ho fatto anche un pupazzo di neve!>>
<< Che bello!>> ti mostri entusiasta, cercando il modo giusto per iniziare l’argomento. << Magari domani potresti farne uno qua davanti, con papà.>>
Impossibile sbagliarsi, ora.
Si è irrigidita, sfuggendo al tuo sguardo.
Sospiri. << Nessie, cosa c’è che non va?>>
Sussulta. << Niente.>> troppo veloce.
<< Renesmee.>> il tono che usi ora è serio.
Vuoi che capisca che non stai scherzando, ma che sei anche preoccupata.
Non vuoi che si chiuda in sé stessa.
Se ha bisogno di parlare, deve capire che con te può farlo.
È una bambina intelligente, ma pur sempre una bambina che deve apprendere le cose, che deve essere sgridata quando serve.

Ancora non ricevi risposta.
<< Vuoi sapere quello che penso? Credo che tu abbia paura di papà. E che non gli vuoi più bene.>> non è propriamente la verità, ma...
<< Non è vero!>> ... è quel che serviva per una sua reazione.
Finalmente riesci a vederla in viso, che prima teneva calato.
Ha gli occhi lucidi e le guance rosse.
<< Ah no, allora perché non vuoi più stargli vicino?>>
<< Non è vero...>> stavolta la sua voce è più flebile, il suo sguardo sfugge.
Le guance sempre rosse.
Ti ricorda tanto te, quando cercavi di mentire, inutilmente.
<< Ah no?>>
<< No.>>
<< Nessie, sai che non mi piacciono le bugie. Né mi piacciono le bambine bugiarde.  Ma a quanto sembra, la mia bambina lo è...>>
Fai per alzarti, per uscire.
Odi fare la madre cattiva, ma sai di aver fatto la mossa giusta.
Almeno speri.
Ti senti abbracciare alla vita, con forza. << Nooo! Non sono bugiarda. I-io... Non essere arrabbiata, mamma! P-per favore!>> i singhiozzi di tua figlia sono troppo.
La prendi in braccio e la stringi a te, mentre piange disperata sul tuo collo.
Non credevi di provocare una reazione del genere.
Forse, è solo lo sfogo dovuto alla tensione che ha mostrato tutta la settimana.
Forse.
<< Per favore, dimmi cosa c’è che non va con papà. Mi dispiace vedere che gli stai lontana.>>
<< I-io... Ho paura che si arrabbi con me.>> mormora, tra le lacrime.
Sei perplessa.
Perché mai dovrebbe arrabbiarsi con lei Edward?
Proprio non riesci a capirlo.
<< Perché dovrebbe arrabbiarsi?>>
<< Perché ho fatto una cosa che mi aveva detto di non fare.>>
<< E cosa sarebbe?>>
Esita un attimo, prima di rispondere. << Ho chiesto a Jacob se potevo dormire con lui.>> sussurra, tremante.
Non capisci dove stia il problema.
Non è la prima volta che accade.
Ormai vi fidate di Jacob; sai bene che non permetterebbe mai a niente e nessuno di ferire la piccola, per questo, ogni tanto, al pomeriggio lasciate che la porti alla riserva.
E succede che a volte lei si addormenti di pomeriggio.
<< E dici che papà si arrabbierà?>>
<< Sì, perché gliel’ho chiesto io a Jake! E zio Emmett ha detto che non bisogna chiederlo ad altri. E poi papà si è arrabbiato, ma... Avevo paura che lo scoprisse, nella mia testa. E io...>>
La interrompi, stringendola a te.
Hai capito.
Hai finalmente capito.
Ricordi quando Edward ti ha parlato della visita dei fratelli, delle battute di Emmett, della domanda di Nessie mentre erano a letto.
E ha frainteso tutto.
<< Oh, tesoro! Papà non si arrabbierà con te!>> scoppi a ridere, sollevata.
Felice.
Felice che dietro non ci siano problemi più gravi.
Felice che la tua bambina non abbia reale paura di stare con suo padre.
<< Ma...>>
La stacchi da te, per guardarla negli occhi.
<< Ascolta, quella di zio Emmett era una battuta. Uno scherzo. Papà si è arrabbiato perché a volte lo zio scherza quando non è necessario. Ma non si arrabbierà con te per questo. Certo, non puoi chiedere a tutti di dormire con te. Non è... buona educazione diciamo.
Se è un membro della famiglia, va bene, ma se è un estraneo non si fa. E Jake ormai fa parte della famiglia. Oltretutto non ti farebbe mai del male, se non vuole vedere la mamma e il papà tanto, tanto arrabbiati.>>
E fai una faccia fintamente seria, mentre pronunci le ultime parole, facendole il solletico sui fianchi.
E finalmente la senti, una vera risata.
Una risata che riempie la camera e il tuo cuore.
Quanto ti è mancata...
E ridi anche te con lei, felice.
Tanto felice.

<< Ma guarda come ridono le mie donne, senza di me.>>

Sobbalzate entrambe, nel sentire la voce di Edward; è la, sulla soglia della porta, e vi osserva a braccia incrociate. Il sorriso sulle labbra.
Renemee esita solo un attimo.
Piccolo.
E poi, come se non aspettasse altro, la vedi correre verso di lui.
<< Papà!>> Edward la prende al volo, tenendola sollevata per aria, prima di stringerla.
Cosa potresti desiderare più di questo?
Cosa?
Vederli abbracciati, vederli insieme.
I tuoi amori.
E sorridi di rimando, avvicinandoti.
Abbracciando le tue ragioni di vita.

***

<< Edward, volevo spiegarti...>>
<< Lo so.>>

Siete in camera vostra, Nessie in mezzo a voi.
Dorme.
La vedi serena e ne sei contenta. Ha mangiato in braccio ad Edward e non si è mai staccata.
E domani mattina faranno il pupazzo insieme.
Gliel’ha chiesto lei.
Come ha chiesto di dormire con voi.
Ma ora, che finalmente puoi raccontargli tutto, scopri che lo sai già.

<< Ma come...>>
<< Vi ho ascoltate, non sono andato a caccia.>> ti mostra la sua migliore faccia da finto pentito, che ti ritrovi a scuotere la testa divertita. << Mi hai fatto preoccupare! Mi sono messo abbastanza distante perché tu non mi sentissi, ma abbastanza vicino da poter sentire voi.>>
<< E cosa ne pensi?>>
<< Avevo notato anch’io che c’era qualcosa che non andava.>>
Lo interrompi. << E perché non me lo hai detto?>>
Si stringe tra le spalle. << Tu perché non l’hai fatto?>>
<< Perché... Non volevo farti preoccupare.>>
<< È lo stesso per me.>>
Ti dai della stupida: come poteva non averlo notato?
<< Siamo degli sciocchi vero?>>
<< Già. Se ci fossimo parlati subito, forse avremmo risolto prima questa situazione.>>
Annuisci.
Ha ragione.
Avete sbagliato a non parlarvi fra voi.
Siete entrambi suoi genitori: dovete confrontarvi, decidere insieme. Non agire solitariamente.
<< Scusa se non ti ho coinvolto in tutto ciò.>>
<< Non ti preoccupare.>> la sua mano si posa sulla tua. I suoi occhi, profondi, ti guardano con dolcezza. << Siamo ancora inesperti, come genitori. È normale sbagliare. Pian piano, impareremo. Insieme.>>
 
Sì, insieme.
Non esiste il singolo.
Esiste solo la famiglia.
La vostra famiglia.
E così sarà sempre.




Nota: stavolta, la protagonista è stata Isabella.
Sono contenta di averlo fatto.
Anche se è di Isabella il pov di Breaking Dawn, il rapporto madre-figlia risulta marginale.
Certo, c’è la gravidanza, in cui mostra tutto il suo amore. Ma dopo la nascita?
Accenni, qua e là.
Insomma ci tenevo.

Inoltre, come già detto sopra, questo è un regalo per le fantastiche persone che hanno commentato la scorsa one shot, “Posso dormire cont te?”, sia su Efp che privatamente.
Grazie sul serio!!!
A chi mi ha fatto i complimenti per la storia, chi al mio modo di scrivere, chi ha giudicato queste shot come esempio di Missing Moments.
Grazie!
E Grazie alle 14 persone che l’hanno inserita fra le preferite e le 4 fra le seguite.

Ne approfitto per augurare a tutti delle buone feste e un buon Natale!!!
Tanti bacioni gelati (ha nevicato!!! Ma va -.-)
Anthea


 
   
 
Leggi le 15 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Anthy