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Autore: DreamsofMartina    23/12/2009    1 recensioni
L'amore non impone mai un numero di persone al quale donare il proprio cuore e questo Gemma lo sa bene, ma non può fare a meno di domandarsi cosa ne penserà sua madre che le ha espressamente richiesto di poter conoscere il suo fidanzato. E' Natale no? Non si può rifiutare una richiesta proprio nel periodo in cui si è tutti più buoni! Certo che no! Ed è per questo che Gemma si ritrova in auto con il suo ragazzo diretta verso casa dei suoi genitori. Ma se il tuo fidanzato fosse diverso lo presentersti lo stesso a tua madre puritana? Scopritelo con Gemma in questa storiella senza pretese! Buona Natale!!!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Photobucket Sospirò nuovamente mentre, seduta all’interno della Mustang nera, si arrotolava nervosamente tra le dita i lembi del leggero abito bianco che indossava

Salve a tutti! E’ da tanto tempo che non ci vediamo! E’ tutta colpa mia ma tra università e acquisti di Natale (che per altro non ho ancora finito =$ ) non ho proprio avuto un attimo libero!

Devo ammettere che sono stata indecisa fino all’ultimo se postare o meno questa shottina perché si è verificato qualche giorno fa una specie di “copia-copia” nei miei confronti!

In breve un passaggio di una mia precedente shot risulta simile ad uno di un capitolo di una storia che mi è capitato per sbaglio di leggere!

Ho già informato l’amministrazione e sto aspettano una loro risposta!

Per questo fino all’ultimo mi sono dibattuta suoi pro e i contro del postare una nuova storia.

Sapete non è bello quando si legge una passaggio o una battuta e viene spontaneo dire “strano sembra proprio la mia!”, ti fa passare la voglia di pubblicare i tuoi lavori!!!

Comunque siccome è Natale ho deciso di essere buona =) quindi vi lascio a questa storiella!

E’ un po’ diversa dal mio solito stile e potrebbe non piacere, per questo ho alzato il rating, ma io ho deciso comunque di tentare… spero vi piaccia!!!

 

 

 

 

I'm breakin' all my rules because of you
You can tell me it's not right    
And it tears me up inside
But the problem is I'm so in love with two

                                                                                               

 

Sospirò nuovamente mentre, seduta all’interno della Mustang nera, si arrotolava nervosamente tra le dita i lembi del leggero vestito bianco che indossava.

Una mano le sfiorò dolcemente la spalla lasciata scoperta dall’abito; sussultò all’effetto che quel contatto le provocava: una scarica elettrica precorreva ogni singola vertebra della sua schiena, infiammando di passione ogni fibra del suo corpo e risvegliando in lei il desiderio assopito, facendole raggiungere uno stato paradisiaca beatitudine.

Alla mano, che leggera le massaggiava la spalla, si sostituirono due labbra carnose che le lasciarono una maliziosa scia di baci caldi: “Avanti Gem! Smettila di uccidere quel povero vestito, non ti ha fatto nulla di male!”

La ragazza, se pur con riluttanza, obbedì voltandosi verso il suo interlocutore che occupava sorridente i sedili posteriori della vettura: “Questo lo dici tu!” rispose acida, mordicchiandosi il labbro inferiore.

Il ragazzo le accarezzò il viso: “Gem non stai andando in guerra è solo un tea!” provò a convincerla con scarsi risultati.

La ragazza si voltò riprendendo ad osservare il panorama che le sfrecciava accanto, sospirando ancora una volta.

Il ragazzo al volante, rimasto in silenzio fino a quel momento, intrecciò la mano non occupata nella guida con quella soffice della ragazza: “Baby andrà tutto bene, fidati di me!” le sorrise sincero e lei non potè fare a meno di sciogliersi davanti a tanta dolcezza, quelle stupende iridi marroni erano capaci di farla arrossire con un semplice sguardo e il suo cuore, come se impazzito, iniziava a battere talmente forte che temeva potesse squarciarle il petto da un momento all’altro.

Sorrise, chi avrebbe mai potuto immaginare che i due ragazzi seduti accanto a lei fossero la sua unica ragione di vita.

Potrebbe sembrare estremistico ed, in un certo senso, anche autolesionistico e lei stessa più volte si era soffermata a ragionare sulla natura del loro legame, giungendo sempre ad un’unica, banale ed univoca spiegazione: lei non viveva senza di loro.

Loro erano tutto ciò di cui lei aveva bisogno, erano la sua aria, il suo cielo, le sue emozioni e le sue vittorie, la lontananza e le sconfitte, il battito frenetico del suo cuore e persino le farfalle nello stomaco; loro erano tutto il suo mondo e questo a lei bastava.

Impossibile scegliere quale dei due fosse il più importante, l’unico perché, a loro modo, entrambi lo erano, le loro vite erano intrecciate indissolubilmente le une alle altre da un legame di dipendenza assoluta.

Loro erano come lo Ying e lo Yan, l’uno aveva bisogno dell’altro per esistere e senza di esso non poteva sopravvivere e lei, dal canto suo, aveva bisogno di entrambi per far battere il suo cuore; aveva bisogno passione travolgente, di baci audaci e di osare là dove non era stata capace mai, ma aveva anche bisogno di romantiche sorprese, di emozioni intense e di baci dolci da togliere il respiro. Persa nei suoi pensieri non si accorse che la macchina aveva rallentato, fermandosi accanto al ben noto muretto lilla.

Si ridestò all’udire il rumore della portiera aprirsi dietro di lei, prese un bel respiro e fece altrettanto, uscendo dalla vettura.

Si fermò di fronte il viale d’ingresso: “Ok, bene, mi chiamo Gemma Brown ho vent’anni e sto per presentare a mia madre… ehm… puritana il mio ragazzo! Ok niente panico, respira, respira…” si voltò dalla parte opposta: “Non ce la faccio!” scosse la testa freneticamente

Il ragazzo l’abbracciò: “Non puoi tirati indietro proprio adesso e poi glielo hai promesso!”

“Mettiamo bene le cose in chiaro! Io non promesso niente a nessuno è lei semmai che mi ha obbligato a presentarle il mio fidanzato come regalo di Natale!” rispose scocciata

Fu allora il turno dell’altro ragazzo di provare a convincerla: “Andrà tutto bene vedrai, anche nostra madre ha accettato la cosa alla fine!” sorrise incoraggiante

“Sì ma voi non conoscete MIA madre! Lei è… è… è una vecchio stile, per lei la donna deve arrivare pura al matrimonio e deve vestire rigorosamente di bianco, e l’uomo deve provvedere a mantenerla! Pensa che è ancora convinta che la donna in carriera sia sinonimo di sciagura! Non capirebbe mai quindi perché perdere tempo?!” riabbatté cercando di convincere più se stessa che i due ragazzi.

“Basta scuse Gem, noi ci presenteremo a questo stramaledettissimo tea e tu farai la tua parte! E se non dovesse accettare… beh sono problemi suoi, tanto prima o dopo dovrà farsene una ragione!” disse risoluto il ragazzo

Gemma annuì: “Va bene facciamolo!”

Il ragazzo sorridente le cinse la vita con il braccio mentre l’altro, facendole l’occhiolino, intrecciò le dita con le sue; spronata da quel contatto, la ragazza raccolse il coraggio a due mani suonò il campanello di casa Brown.

Si ritrovarono nel giardino all’inglese dove aveva passato gli anni più spensierati della sua infanzia, quando ancora la madre non la costringeva a seguire corsi di portamento o la chiudeva per ore in scuole di danza classica e ballo da sala.

Peonie e ortensie multicolori si sostituivano qua e là alle siepi di jasmin bianco che sprigionavano un profumo intenso e dolce; sotto al gazebo di legno, incorniciato da splendidi glicini viola, la madre di Gemma, Chiara Aureli, una donna sulla cinquantina che il tempo continuava a risparmiare, si alzò dalla sdraio, poggiandovi il libro che era intenta a leggere, andando in contro alla figlia.

Indossava un prendisole di seta azzurra, un leggero cappellino di paglia le copriva il corto caschetto bruno e il viso era nascosto dietro un orribile paio occhiali neri, l’ultima moda di Londra a detta sua.

Strinse in un abbraccio forzato la figlia e sorrise ai due ragazzi: “Tesoro finalmente! Stavo per perdere le speranze! La puntualità non è mai stata il tuo forte! Ma non fa niente ora sei qui!” disse facendo segno agli ospiti di seguirla.

Gemma si sforzò di sorridere accomodandosi, insieme ai due ragazzi, sulla panchina di legno indicatale dalla madre.

La signora Aureli dispose delle tazzine cinesi di fronte ad ognuno di loro, versandoci dentro una strana miscela di tea che sembrava un mix tra arancio e rucola appena colta: “E’ una nuova miscela che mia portato un’amica dall’Egitto! Dice che era il tea preferito di Nefertiti, non è fantastico!?” disse elettrizzata alla figlia.

Gemma alzò gli occhi al cielo: “Fantastico!” disse annoiata facendo contemporaneamente segno ai due ragazzi di non assaggiarlo.

La madre sorseggiò il liquido caldo aspettando, evidentemente, una mossa dalla figlia.

Gemma iniziò a sudare freddo, strinse, anzi stritolò, le mani dei ragazzi e prese un bel respiro: “Mamma, vorrei presentarti il mio fidanzato Joseph - si voltò sorridendo verso il ragazzo con i capelli corti alla sua destra - e Nicholas suo fratello minore!” terminò indicando, invece, il ragazzo riccio seduto a sinistra.

Entrambi tesero una mano verso la donna e Joe prese la parola: “Signora è un vero piacere per noi poter fare finalmente la sua conoscenza!”

La donna non rispose, si limitò a scrutarli entrambi con occhio attento e preciso: “Cosa fate per mantenervi?” domandò infine

Gemma trattenne il respiro, spostando lo sguardo da sua madre ai ragazzi.

“Siamo dei musicisti signora, e anche abbastanza conosciuti!” rispose calmo Nick

“Artisti dunque. mmm… - spostò lo sguardo sulla figlia - Gemma artisti?” chiese quasi ne volesse la conferma.

La ragazza ispirò profondamente prima di rispondere, contando lentamente fino a dieci e cercando di frenare l’impulso di strangolare la madre che si stava facendo largo prepotentemente all’interno del suo corpo e che stava quasi per prendere il controllo delle sue azioni: “Mamma - iniziò cauta - so che la musica giovanile-contemporanea non per nulla il tuo genere, ma loro fanno parte della boy-band più famosa d’America, anzi, mi azzarderei a dire del mondo!”

“Ah capisco - si limitò a constatare - quindi guadagnate bene, suppongo?” chiese volgendo lo sguardo verso Joe.

“Non ci lamentiamo signora Aureli!” rispose quest’ultimo

“Quante case possedete?” continuò annuendo alla risposta ricevuta

“Tre, signora, se consideriamo anche quella in New Jersey!” fu Nick a dare la risposta, continuando a stringere la mano di Gemma

“Auto?”

“Quattro escluse quelle per gli show e le premiere!”

“Guardie del corpo?”

“Numerose compresa una personale!”

“Jet privato?”

“Ovviamente!” si sforzò di sorridere Nick sperando che, con quell’ultima domanda, quell’assurdo interrogatorio fosse giunto al termine.

Dal canto suo Gemma aveva smesso di respirare e continuava a chiedersi come sua madre potesse essere così materialista e come riuscisse ad incarnare alla perfezione la figura della donna dell’800.

La donna spostò finalmente lo sguardo sulla figlia indicando con gli occhi Joe e facendo una smorfia incomprensibile che Gemma era indecisa se tradurre come “ottima scelta” o “è un gran fico”. A Joe e Nick che non passò inosservata espressione della signora Aureli, si voltarono verso la ragazza e Gemma intuì subito quello che avrebbero voluto dirle.

Tornò a fissare la madre: “Mamma credo ci sia stato un malinteso, Joe non è il mio fidanzato!”

La madre guardò stranita la figlia, eppure non pensava di aver capito male quando, pochi minuti prima, glielo aveva presentato: “Ah no?”

“No, o meglio, non proprio! Vedi Joe e Nick sono il mio fidanzato!” sorrise ai ragazzi che la baciarono dolcemente.

Dire che la madre rimase sorpresa è un eufemismo, si paralizzò all’istante non riuscendo a muovere nemmeno il dito mignolo della mano destra, il suo viso poco a poco si tinse di un colorito cinereo.

Gemma spaventata si alzò di colpo e corse accanto alla madre: “Mamma va tutto bene, hai bisogno di qualcosa? Un bicchiere d’acqua?”

La madre non rispose, il suo sguardo continuava a muoversi incessantemente da Gemma, a Joe, a Nick, per poi ricominciare da capo, finendo sempre col fissare quello che credeva fosse casto, puro e pieno di sani principi della figlia.

Gemma non riusciva a capacitarsi dell’accaduto e continuava a chiamare la mamma cercando inutilmente di smuoverla: “Vuoi che chiami il medico di famiglia? Sicuramente il dottor Cole saprà cosa fare!”

“Lascia perdere cara! Versale un altro po’ di quella pipì calda che le piace tanto! - disse l’uomo che aveva appena varcato la soglia del giardino poi, intuendo lo stato d’animo della ragazza, continuò -Tranquilla se ne farà una ragione, non c’è alcun motivo di preoccuparsi!”

I due ragazzi si alzarono riconoscendo la voce familiare e salutarono l’uomo con una calorosa stretta di mano: “Signor Brown non pensavamo fosse in casa, come va?” disse sorridente Joe

L’uomo era, infatti, David Brown, lo sportivo padre cinquantacinque di Gemma, presidente di una modesta stazione radio lì a Los Angeles.

L’uomo li abbracciò sorridendo: “Ragazzi quando imparerete a chiamarmi David! Altro che casa, me la stavo spassando giù a Santa Monica! Solo che nessuno mi ha avvertito del vostro arrivo altrimenti sarei tornato prima dalla lezione di surf!”

“C’erano delle belle onde?” chiese Nick ridendo, entrambi adoravano il padre di Gemma, era un tipo fuori dal comune, stravagante, estroverso e amante del brivido e degli sport estremi, senza contare che li aveva fatti apparire in uno dei sui programmi alla radio quando erano ancora un gruppo di sconosciuti e tuttora godevano dell’assoluta libertà di potersi presentare in studio a qualsiasi ora e giorno, conducendo alle volte l’intero programma radiofonico; ma soprattutto era stato lui a presentargli sua figlia Gemma proprio durante una delle trasmissioni in cui erano ospiti.

Era stato inoltre il primo a sapere della loro relazione ed aveva reagito euforico alla notizia, commentando che da fidanzati avrebbero dovuto aumentare il numero di visite alla radio.

“Puoi dirlo forte ragazzo! Erano strepitose! Voi piuttosto come va con il mio pulcino?” chiese gioviale mentre Gemma, lasciando la madre in quello stato di catalessi,  gli era corsa incontro buttandogli le braccia il collo.

“Va a gonfie vele David! Anzi stavamo pensando di passare le vacanze di Natale a Jersey, dicono che la neve è stupenda, che ne dici di unirti a noi?” ripose Joe abbracciando la sua ragazza che nel frattempo si era stretta a lui.

Chiara Aureli, ripresasi dallo shock, puntò il dito tremante verso il marito: “Tu…tu…tu sapevi di questo?”

Il marito le si avvicinò: “Tesoro tutto il modo lo sapeva già! E mi meraviglio di te, sono Joe e Nick li conosciamo da quanto? Quattro, cinque anni, sono di famiglia! E tu con i tuoi modi antiquati gli avrai fatto anche il terzo grado!”

La donna lo fulminò con lo sguardo: “Come osi giudicarmi tu che ti sei reso complice di…di… oh non so nemmeno con me definirlo!”

“E’ amore, gioia - disse in italiano -  puro e semplice amore! Tieni - le passò la tazzina con il tea -bevi la tua pipì alla rughetta, lo sai che gli sbalzi di pressione ti fanno male!” le rispose serafico il marito, scatenando l’ilarità generale.

“E’ zafferano, papavero e kamut, k-a-m-u-t, non rughetta razza di borghesuccio ignorante!” rispose istericamente la donna ingurgitando grandi quantità di tea.

Gemma stretta tra le braccia di Joe e Nick assistette alla scena finalmente tranquilla, alzò lo sguardo verso le sue due ragioni di vita che le sorrisero di rimando e, per la prima volta in quel pomeriggio, si sentì veramente felice.

“Pensi che ne avranno ancora per molto?” Joe soffiò nel suo orecchio facendole perdere un battito

“Di solito quando cominciano così o si lanciano la porcellana o finiscono tra le lenzuola!” rispose scrollando le spalle

“In questo caso proporrei di togliere il disturbo!” commentò Nick dandole un leggero bacio a stampo.

“Proposta accolta! - rispose la ragazza sorridendo, poi si voltò verso i genitori - Mamma, papi noi andiamo!” urlò cercando di superare le grida isteriche della madre.

“D’accordo pulcino! Ti chiamo io e contatemi pure per Jersey! Sarà uno sballo!” la salutò con la mano il padre

I ragazzi ricambiarono il saluto dirigendosi verso l’uscita in tempo per sentire la porta della camera da letto dei genitori sbattere rumorosamente.

Gemma rientrò nella villa di Toluca Lake che condivideva con i ragazzi stremata ma sollevata, ora che tutti sapevano di Joe e Nick, lei si poteva definire finalmente serena.

Posò la borsetta sul divano in tempo per sentirsi sollevare da due braccia muscolose che la condussero al piano di sopra mentre Joe, che seguiva dietro, le catturò le labbra in un bacio audace e passionale.

I raggi lunari che si affacciavano birichini dalla finestra rimasta aperta, accarezzavano i corpi assopiti di tre ragazzi incorniciati dal fresco lenzuolo color neve; il primo era voltato verso la ragazza e con il braccio destro le circondava il bacino lasciato scoperto dalla corta canottiera di seta; la ragazza, a sua volta, riposava con la testa poggiata sul petto dell’altro ragazzo che la cullava dolcemente con il suono ritmico del suo respiro; quest’ultimo, supino, aveva le mani intrecciate con quelle della ragazza e il braccio avvolto sulla sua schiena.

Chiunque fosse entrato in quella stanza non avrebbe visto nulla di osceno e scandaloso, men che meno incestuoso, strano forse, diverso più facilmente, ma nulla di cui vergognarsi.

Chiunque fosse entrato quella sera non avrebbe visto un solo amore, bensì due o forse, forse erano persino tre.

 

 

All love is sweet, given or returned. Common as light is love, and its familiar voice wearies not ever.                                                                                                                                                                        

                                                                                                                           (Percy Bysshe Shelley)

      

 

Hey, hey, hey
I choose the both of you

 

 

 

 

Se siete arrivati qui giù non mi resta che augurarvi BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO!!

P.S. la canzone è “So in love with two” di Mikaila

  
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