Dolore
Hai tirato i capelli a quella presuntuosa di Morgana che per
l’ennesima volta ha osato chiamarti nanerottolo ed ora ti
ritrovi alla mercè di
tuo padre che, dall’alto della sua
“infallibile” giustizia, ti punisce
sculacciando il tuo posteriore.
Non piangi, nonostante il dolore,
perché vuoi dimostrare al
re che non sei un debole e perché il sorriso compiaciuto
della tua sorellastra
ti impedisce di soddisfarla fino a quel punto
Butti l’enorme spada e ti accasci a terra.
L’allenamento non
è concluso ma non riesci più a
continuare.
Il tuo insegnante ti sorride e,
comprensivo, ti concede il tuo meritato riposo.
Sorridi anche tu ma poi, alzando
lo sguardo, noti tuo padre affacciato alla finestra.
Il tuo sorriso scompare.
Nonostante la distanza sai che i suoi occhi sono puntati su di
te.
D’istinto ti
alzi e impugni l’arma affianco a te.
Continuerai nonostante la stanchezza
perché
vuoi dimostrare al re che non sei un incapace.
Hai fatto un incubo.
E’ stato terribile.
Un
cinghiale gigante ti inseguiva per ucciderti.
Hai paura, non hai il coraggio di
muovere un muscolo.
Vorresti che il tuo papà ti rassicuri, ti accarezzi il viso
e ti dica che ci sarà sempre lui a proteggerti.
Perché tu sei solo un bambino,
il suo bambino.
Forse lo farebbe sul serio se gli raccontassi del tuo incubo,
ma non lo farai perché nonostante la paura vuoi
dimostrare al re che non sei un
fifone e che un giorno sarai tu a inseguire un cinghiale per ucciderlo.
Ne segui il suono e nascosto osservi Morgana giocare con
altre bambine.
Disapprovi la loro spensieratezza anche se in realtà
vorresti
stare insieme a loro, divertirti come loro.
Sorridi e rimani immobile
nonostante l’invidia
perché sai di essere ridicolo a pensarlo e perché
vuoi
dimostrare al re che un sei un moccioso.
E’ il tuo compleanno.
Tuo padre ti ha fatto i suoi
auguri e ti ha donato una spada di ottima fattura, una delle
migliori.
Poi,
come ogni anno, si è ritirato nelle sue stanze.
Tutto il palazzo è in lutto per
la morte di tua madre che è morta dandoti alla
luce.
Ti stringi davanti al
focolare della tua stanza.
Non cercherai
conforto da qualche serva compassionevole perché, nonostante
la tristezza,
vuoi
dimostrare al re che niente può scalfire la tua corazza di
guerriero e perché,
in realtà, non lo meriti.
Sai che è colpa tua se la moglie del re è morta.