Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
Segui la storia  |      
Autore: Le Streghe    23/12/2009    4 recensioni
Il 21 Dicembre è la notte più buia dell'anno, allo stesso tempo è in questo giorno che la luce torna pian piano a riemergere.
Cosa accade se Watanuki si trova a passare dal tempio, decidendo di restare in compagnia dell'arciere?
Un piccolo regalo dalle vostre streghe, nella speranza che queste feste non conoscano lotte tra i tanti credo ma solo speranze nascenti. ^_^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tradizioni
Tradizioni

Quell'anno la neve non la smetteva di scendere, imbiancando ogni dove e portando con sé un'atmosfera che, in quei giorni antecedenti le feste, sembrava a dir poco perfetta.
Fermo dinanzi ad una vetrina ricca di possibili doni, dai costi per lui inavvicinabili, Watanuki stava osservando i vari articoli con aria perplessa, sforzandosi di immaginare qualcosa che andasse bene a Doumeki così come ad Himawari.
Per Yuuko-san aveva già scelto da diverso tempo, mettendo da parte la cifra per raggiungere una buona bottiglia di sakè.
Mokona, così come Maru e Moro, non erano un problema, avrebbe preparato loro diversi dolci e sapeva già che li avrebbero apprezzati. Anche per Himawari aveva già qualche idea, seppur vaga e non ancora ben definita. Il problema, era come sempre, Doumeki.
«Dannazione. Non saprei cosa comprargli!» Borbottò saltellando da un piede all'altro nella speranza di contenere il freddo.
Continuò così per diverso tempo, fissando la vetrina con le sopracciglia aggrottate, borbottando ed inveendo a bassa voce contro l'arciere che, in un modo o nell'altro, finiva sempre per creargli problemi.
Osservò ancora un po' gli oggetti, senza riuscire a farsi venire un' idea decente. Dopotutto, si disse, alla fine non lo conosceva per niente...
Fu in quel momento che, come richiamato dai suoi pensieri, dalla superficie lucida della vetrina scorse la figura riflessa di Doumeki. Rimase per qualche secondo a fissarne la figura, aspettandosi quasi di vederla sparire, pensando fosse un'allucinazione.
Quando non fu così, si voltò di scatto, cercandolo con gli occhi ed individuandolo immediatamente.
Cosa ci faceva lì?
«E per di più con Himawari-chan, poi!» Esclamò, attirandosi gli sguardi straniti dei passanti.
Fortunatamente i due non lo notarono, proseguendo insieme sotto un unico ombrello.
"Stanno proprio bene insieme…" Pensò, un attimo prima di darsi dell'idiota, per poi farsi improvvisamente triste.
«Bene! Vorrà dire che a lui non regalerò nulla!» Esclamò, allontanandosi dalla vetrina con fare imbronciato. Dentro, uno strano senso di vuoto difficile da comprendere.
Trascorsero così alcuni giorni, durante i quali l'immagine di Himawari e Doumeki, insieme sotto la neve, continuò a tormentarlo senza tregua.
In un primo momento si era detto geloso della ragazza, e questo nonostante il suo dolore sembrasse acuirsi, per lo più, in presenza dell'arciere.
Fu solo a causa delle continue battute da parte di Yuuko e Mokona che, pian piano e solo in modo superficiale, iniziò a chiedersi se il problema non fosse proprio Doumeki.
Magari era geloso del successo che l'altro aveva tra le ragazze.
O forse una parte di lui temeva che, interessandosi ad una di loro, presto o tardi avrebbe smesso di affiancarlo, tenendo lontani gli spiriti.
Si, doveva essere così. Non avrebbe accettato altre motivazioni.
Fu con quell'umore che giunse alla sera del venti dicembre.
Il giorno dopo Himawari sarebbe partita per andare a trovare alcuni parenti e per quel motivo avevano scelto di incontrarsi al fine di scambiarsi i regali.
Dopo varie ricerche era riuscito a trovare qualcosa anche per lei, pensò, fissando i due pacchetti che, dal tavolo, sembravano scrutarlo, evidenziando una grave mancanza.
Già, alla fine non aveva preso nulla a quell'ingrato di Doumeki.
Una decisione portata avanti con convinzione estrema. Convinzione che di colpo sembrò svanire, lasciando il posto ad una serie di dubbi piuttosto allarmanti.
Forse, in effetti, qualcosa avrebbe potuto compargliela.
Non che non ci avesse provato, almeno all'inizio. Quell'idiota, però, sembrava avere già tutto e le poche cose, come un nuovo arco o un set di frecce, costavano troppo per poterci anche solo pensare.
Punirlo solo perché Himawari sembrava aver scelto lui, però, era stata una scelta avventata. Senza contare che l'amica ne avrebbe potuto soffrire.
No, doveva assolutamente rimediare.
Avrebbe pensato anche a lui, giungendo al giorno dopo con la giusta quantità di regali.
Già, ma dove avrebbe trovato qualcosa, a quell'ora?
Quel pensiero improvviso lo portò ad agitarsi.
«Come ho fatto ad essere tanto stupido, come?! E adesso cosa gli faccio...?» Borbottò, misurando a grandi passi il piccolo monolocale nel quale viveva.
Gli ci vollero cinque minuti buoni prima di notare una bento box enorme.
Forse…
Dopo un rapido controllo, si rese conto di avere tutti gli ingredienti dei suoi piatti preferiti.
Si sentì improvvisamente meglio, sollevato quasi, al pensiero dell'espressione che avrebbe fatto quell'ingordo nel vedere la quantità di cibo che gli avrebbe preparato.
Beh, magari non sarebbe stata proprio un'espressione. Avrebbe mangiato con gusto, ecco. Poteva bastargli, pensò, un attimo prima di chiedersi come mai gli importasse così tanto.

xXx

La sera dopo, il ventuno dicembre, si incamminò verso casa di Himawari con in mano la busta dei regali, stringendosi nel cappotto per via del freddo, le mani fasciate in un paio di guanti ed attorno al collo una sciarpa verde, confezionata durante la notte nel tentativo di aggiungere qualcosa di duraturo al regalo per Doumeki. Un lavoro che, come risultato, aveva dato una sciarpa lunghissima, che infine aveva dovuto tagliare a metà, indossandone una parte.
Si trovò tuttavia a gioire della decisione presa quando, a pochi passi da casa di Himawari, iniziò a nevicare. Di nuovo.
Nel giro di poco, infatti, si ritrovò fradicio ed infreddolito, la neve che gli si scioglieva addosso, a suonare al campanello di casa della compagna.
Quando lo vide, Himawari gli sorrise come suo solito, salutandolo per poi guardarsi intorno, probabilmente in cerca di Doumeki. O almeno fu quanto pensò Watanuki.
«Watanuki-kun, ciao!» Esclamò la ragazza.
«C..ciao.» Fece lui. «Doumeki è già arrivato?»
«Oh… lui è passato prima si. Il club di kyudo ha organizzato una riunione improvvisa e non poteva assentarsi.»
«Capisco…» Ribatté l'altro, sforzandosi di non sentirsi… deluso? «Beh, ti ho portato il mio regalo.» Concluse, porgendole il suo dono alla svelta, mettendo così a tacere quel pensiero tutt'altro che allegro.
«Oh!» Himawari fissò il pacchetto, sorridendogli. «Grazie. Il mio però… è a casa di Doumeki-kun… Spero non sia un problema.»
Quelle parole lo gelarono per un lungo istante. «Oh…» Mormorò, reprimendo la sensazione di aver appena ricevuto un pugno in pieno stomaco. «Non importa, tanto dovevo passarci, comunque.» Spiegò.
A quello, l'amica sembrò illuminarsi. «Ottimo. Magari potrete passare del tempo insieme.» Replicò. «Lui passerà le feste da solo, sai?»
Da solo…
Era brutto passare quelle lunghe giornate invernali senza nessuno accanto.
Lui lo sapeva bene.
«Potresti fargli compagnia anche per me, no?» La sentì dire, tornando al presente.
«Cosa? Ah… si, certo.» Balbettò, salutandola.
Probabilmente i suoi amici stavano insieme.
Forse non sapevano come dirglielo, oppure avevano deciso di comunicargli la cosa proprio quel giorno. Magari sarebbe stato lo stesso Doumeki a dirglielo.
Quel pensiero lo rattristò più del dovuto, portandolo ad affrettare i passi mentre, con espressione triste, si muoveva in direzione del tempio.
Vi giunse qualche minuto dopo, oltrepassandone l'ingresso per poi avanzare con addosso un'ansia improvvisa.
Ed era strano, pensò mentre bussava alla porta, perché neppure per Himawari-chan si era sentito tanto nervoso.
Si sforzò per cancellare quel pensiero, del tutto fuori luogo, attendendo che la porta si aprisse. I capelli che, intanto, andavano riempiendosi sempre più di neve, così come le spalle del cappotto.

Quando gli aprì, Doumeki parve quasi sorpreso di vederlo.
«Oi… che ci fai qui?» Domandò, scostandosi per lasciarlo entrare.
Imbarazzato dalla presenza dell'altro, il più piccolo si limitò a varcare la soglia per poi distogliere lo sguardo.
«Sai, sono passato da Himawari-chan per portarle il regalo, ci eravamo messi d’accordo, e mi ha detto di venire qui per il mio. Quindi, dato che comunque dovevo passare a darti il tuo... ecco, sono qui.» Concluse, tutto di un fiato.
«Si…» Ribattè l'arciere, osservando la busta. «È lì.» Concluse, indicandogli un pacco piuttosto grosso, posto in un angolo dell'ingresso. «Abbiamo pensato di prenderti qualcosa insieme.»
«Cos… Oh, si…» Esclamò l'altro, improvvisamente speranzoso. «Io… vi ho visti qualche giorno fa. Eravate insieme per quello?» Domandò, togliendosi scarpe e cappotto con aria forzatamente indifferente.
«Già.» Replicò l'altro, facendogli strada verso l'interno della sala. «Aspettami qui, stavo preparando del thè.»
Watanuki annuì, prendendo il proprio regalo e posando sul tatami la busta contenente quello dell'arciere. Nel notare la differenza in grandezza tra le due confezioni, si sentì improvvisamente a disagio.
Fortunatamente la sensazione durò poco, perché l'arciere rientrò quasi subito, portando con sé un vassoio.
«Himawari è già partita?» Gli chiese, sedendosi per sistemare le tazze tra loro.
«Stava partendo adesso.» Commentò Watanuki, notando solo in quel momento lo yukata pesante dell'altro. «Tu invece..? Che stavi facendo?» Domandò quindi.
«Preparavo un falò. È una vecchia tradizione di famiglia.» Spiegò il ragazzo, bevendo un sorso di tè. «Eri venuto per il tuo regalo, non lo apri?» Domandò poco dopo, fissandolo.
«S..si» Balbettò l'altro, allungando le mani per avvicinarsi il pacco.
Notò il bigliettino che vi era posato sopra, dando un'occhiata alla frase di auguri di Himawari-chan e corrucciandosi leggermente, ma con un sorriso, allo 'yo' aggiunto nella calligrafia di Doumeki.
Infine, dopo un profondo sospiro, iniziò a scartare il regalo, avendo buona cura di non rompere la carta.
Quello che vide lo lasciò di sasso.
«Ma... una macchina per i takoyaki… Ma è troppo!» Esclamò, arrossendo per l'imbarazzo.
Ad Himawari aveva comprato qualcosa di carino, per Doumeki invece...
«Almeno non ti lamenterai quando ti chiederò di farmeli» Replicò l'arciere, notandone l'imbarazzo. «Ti piace?»
Watanuki si limitò ad annuire, prendendo la busta con i propri regali per poi guardarla con aria dubbiosa.
«Io... Ecco, volevo farti qualcosa per il Kyudo, ma era tutto troppo costoso... e non ho avuto tempo per fare altro!» Esclamò, porgendogli la busta con aria afflitta. «Scusami, è poco... in confronto.»
A quelle parole, Doumeki si limitò a prendere quanto l'altro stava porgendogli, osservandone il contenuto con sguardo curioso.
Osservò prima il contenuto del bento-box, sorridendo alla presenza dei suoi piatti preferiti, poi la sciarpa fatta a mano, identica a quella che Watanuki stava ancora indossando. «Le hai fatte uguali…» Si limitò a dire, in un tono che suonò come una semplice constatazione.
Nel sentirlo, il più piccolo si imbronciò, facendosi sempre più rosso.
«Spero non ti dispiaccia.» Commentò, distogliendo lo sguardo.
«No…» Replicò l'altro, indossando la sciarpa per poi tornare a fissarlo. «Ti fermi a cena? C'è tanta roba qui dentro.» Disse, indicando il regalo appena ricevuto.
«Ma sono per te!» Protestò Watanuki, tornando finalmente a guardarlo. «Se vuoi… posso restare, però…» Asserì poi. «Beh, come ti sembra?» Continuò nel tentativo di cambiare discorso. «È calda?» Domandò, infine, indicando la sciarpa.
«Si, lo è.» Replicò l'arciere sorridendogli, lasciandolo senza fiato.

Qualche tempo dopo, asciugatosi dalla neve ancora impressa sui vestiti, Watanuki uscì dal bagno, l'asciugamano ancora sulle spalle.
Stava tornando verso la sala, quando un bagliore luminoso, proveniente dal giardino, ne attirò lo sguardo.
«Doumeki..?» Esclamò in tono perplesso. «Perché il tuo cortile va a fuoco?»
«È un falò, idiota.» Replicò l'arciere, raggiungendolo. «E devo andare a ravvivarlo prima che si spenga.» Dichiarò, uscendo.
«Hey!» Lo chiamò l'altro, seguendolo. «Sta nevicando…» Continuò, rabbrividendo per il freddo improvviso. «E poi, mi spieghi perché ti metti ad accendere un falò con questo tempo?» Domandò, stringendosi nel tentativo di scaldarsi.
«Ti ho già detto il perché.» Spiegò l'altro, curvandosi per aggiungere nuova legna al fuoco. «È una tradizione.»
A quello, Watanuki si avvicinò, improvvisamente curioso.
«Che tradizione?» Domandò, andandogli ancora più vicino, nel tentativo di scaldarsi.
«Tradizione di famiglia.» Replicò l'arciere, facendosi appena più dolce.
«Il fuoco va tenuto acceso per tutta la notte. Per salutare il sole nascente.» Disse, fermandosi a fissare le fiamme, lo sguardo perso nei ricordi. «È una festività pagana che si festeggia il 21 Dicembre e che mio nonno amava, tanto da ricrearla ogni anno in giardino. Proprio in questo punto.» Asserì, aggiungendo altra legna. «Ora fa freddo, e le giornate sono particolarmente buie…  Eppure, anche se ad occhio nudo non possiamo percepirlo, da stanotte le ore di luce andranno aumentando sempre di più, proprio nel momento di maggior buio. È una cosa che da speranza, se ci pensi…»
Nel sentirlo parlare a quel modo, Watanuki tornò a guardarlo, catturato dalla dolcezza impressa in quelle parole, una dolcezza mostrata così di rado dall'altro che, per un attimo, non riuscì a non trovarlo semplicemente perfetto.
Con quello sguardo fisso sul fuoco, le fiamme che gli illuminavano gli occhi e quella voce infinitamente calda…
«E devi stare tutta la notte in piedi?» Domandò, improvvisamente malinconico.
Haruka doveva mancargli tanto, pensò con un tuffo al cuore.
«Posso restare a farti compagnia… se vuoi.» Dichiarò poi, i battiti improvvisamente accelerati.
In quel momento quanto provato negli ultimi giorni sembrò assumere un significato diverso, unendosi a quel dolore quasi dolce, tanto simile a ciò che normalmente avrebbe definito amore.
«Lo faresti?» Domandò l'arciere, raggiungendolo.
«S..si.» Replicò il più piccolo, deglutendo a fatica nel vederlo improvvisamente tanto vicino.
«Non sembri sopportare il freddo…» Continuò l'altro, fissandolo con espressione intensa.
A quello, il cuore di Watanuki si produsse in un lieve sobbalzo. «Se ho detto che resto, resto!» Esclamò in imbarazzo. «Dopo mangiato andrà meglio…» Continuò. «E se dobbiamo restare fuori magari… prenderò il cappotto. Anche se umido farà comunque qualcosa, no?»
A quelle parole l’arciere increspò le labbra in un lieve sorriso. Trovava quel lato buffo di Watanuki particolarmente dolce, specie in quel momento.
«Ti darò qualcosa di mio. Così starai al caldo» Rispose, il tono che, pur essendo lo stesso di sempre, era intriso di infinita dolcezza.
Fu in quel momento che, sollevando lo sguardo, notò del vischio appeso ad un ramo.
Per un attimo lo guardò perplesso, decidendo subito dopo di non curarsi del perché fosse lì, in fondo si trovava dove era giusto che fosse: proprio sopra le loro teste.
Con quel pensiero, si curvò su Watanuki, interrompendone il tentativo di ribattere, premendo le labbra contro le sue in un bacio lieve, ma carico di sentimento.
Quel gesto paralizzò il più piccolo per qualche istante, portandolo poco dopo a rispondere, seppur timidamente, a quella lieve pressione, tanto dolce da fargli tremare le gambe.
Quando il bacio finì, rossissimo in volto, si ritrovò a guardare Doumeki, stranito.
«Cosa…?» fu l’unica cosa che riuscì a dire, imbarazzato.
Fingendo la sua solita indifferenza, Doumeki indicò il vischio sopra le loro teste. «Tradizione…» Si limitò a rispondere.
Senza capire, Watanuki fece lo stesso, notando la presenza del vischio.
A quella vista, il pensiero di essere stato baciato solo per quello, lo rattristò.
«Lo hai messo tu..?» Domandò poi, senza un vero motivo. Lo sguardo sul rametto di vischio che, in quel preciso istante, con un lieve "pop" mutò forma, assumendo quella di un bglietto che, lentamente, scese tra le mani dell'arciere.
«Co… cosa c'è scritto?» Domanò Watanuki, improvvisamente sospettoso.
Doumeki lo fissò per un istante, concentrandosi poi sul foglietto. «Happy Yule! Mi raccomando, fate i bravi. Da Yuuko e Mokona. E Maru e Moro.» Lesse, con il suo solito tono.
«Yule?» Ripeté il più piccolo. «Cos'è?»
«La tradizione di cui ti parlavo prima…» Replicò l'altro. «Probabilmente anche Yuuko-san la conosce.»
Watanuki sembrò rifletterci per un istante, salvo poi tornare con la mente a quanto appena accaduto. «Beh, Yule o non Yule non è così che ci si comporta!» Urlò poi, indicando l'albero sotto il quale era stato baciato dall'altro. «Far apparire del vischio così, sopra due persone…» Continuò, arrossendo per l'imbarazzo.
«A me non è dispiaciuto.» Dichiarò l'arciere, fissandolo con espressione improvvisamente intensa.
A quelle parole il cuore di Watanuki ebbe un piccolo sobbalzo. «Oh…» Mormorò, facendosi improvvisamente triste. «Quindi… ti hanno fatto tutti un bel regalo, a parte me...»
Nel sentirlo parlare a quel modo, Doumeki si sentì avvolto da un improvviso calore.
Forse, allora, non gli era del tutto indifferente, pensò, sorridendogli lievemente. «Sei qui…» Sussurrò, sfiorandogli la schiena con leggerezza. «È il regalo più bello.»
Quelle poche parole spinsero il più piccolo ad alzare lo sguardo su di lui, con aria improvvisamente speranzosa.
«Davvero…» Chiese, un po' incerto. «Mi vuoi qui?» Aggiunse.
Non riusciva a crederci.
Che si fosse sbagliato, quindi, nel trarre quelle conclusioni quando, quel giorno, aveva visto Doumeki ed Himawari insieme?
Lo sguardo che gli rivolse l’altro, colmo d’amore, sembrò dissipare improvvisamente ogni dubbio, così come la sua risposta affermativa.
Commosso, Watanuki si scoprì a sorridere, sporgendosi appena per posare le labbra sulle sue, in un bacio particolarmente dolce che Doumeki fu felice di ricambiare, stringendolo a sé come fosse la cosa più preziosa che avesse mai avuto.
E gli sarebbe davvero piaciuto averlo, pensò un attimo prima di abbracciarlo con maggior calore, staccandosi poco dopo per osservare il più piccolo. Lo sguardo che sembrava comunicare quanto stava provando.
Imbarazzato, Watanuki si mosse appena. «Ecco... questo non tel'ho dato solo per... il vischio.» Ammise, senza guardarlo.
A quello Doumeki sorrise lievemente, tornando a baciarlo, senza rispondergli, stringendolo ancora al fine di scaldarlo e di sentirlo vicino, felice di quel dono del tutto inatteso.
Rimasero così, per un po', fin quando, scostatosi leggermente dall'altro, Watanuki non abbassò il viso, arrossendo, seppur con aria felice.
«Sai, l'altro giorno… quando ti ho visto con Himawari-chan... ho scoperto di essere geloso…» Borbottò, con la fronte lievemente corrucciata, imbronciato. «Di te….»
«Idiota…» Replicò l’altro, guardandolo con una scintilla di ironia negli occhi. «Sei proprio idiota.» Ripeté, stringendolo con più forza. «Ti amo.»
«Non è colpa mia se l'ho pensato!» Si difese l'altro con fare piccato, restando poi senza parole nell'udire la dichiarazione dell'altro. «Ti amo…»Terminò infine sulle sue labbra.

xXx

Alle prime luci, l'alba li trovò ancora insieme, seduti l'uno di fianco all'altro, avvolti in un'unica grande coperta, drappeggiata con cura sui loro corpi.
Dopo aver condiviso la cena, avevano passato l'intera notte davanti al fuoco di Yule, lasciando che il silenzio portasse loro il suono dei ceppi scoppiettanti, assaporando la reciproca compagnia, fin quando Watanuki non si trovò d appoggiare il volto sulla spalla dell'arciere, sospirando piano, intrecciando una mano con la sua.
Era stata una lunga notte, intensa e allo stesso tempo colma di pace.
Ancora avvolto in quella soffice atmosfera, anche Doumeki aveva scelto di lasciarsi cullare dalla consapevolezza dell'amore dell'altro.
Questo fin quando le fiamme, ormai deboli, non lo spinsero a preoccuparsi, portandolo a staccarsi, seppur con gentilezza, per far ritorno poco dopo con due tazze di cioccolata bollente tra le mani.
Nel vederlo, Watanuki lo salutò con un sorriso ancora timido. Aveva pensato diverse volte a quanto avvenuto quella notte ed ogni volta il suo cuore aveva preso a battere più rapidamente.
«Grazie…» Sussurrò, prendendo la tazza, per poi soffiarci sopra e berne un lungo sorso, rischiando quasi di scottarsi.
Nel vederlo, l'arciere sorrise divertito. Era sempre il solito Watanuki, dopotutto.
Bevve anche lui la sua bevanda, tornando a guardarlo con espressione improvvisamente seria.
«Le pensavi davvero quelle cose?» Domandò poi, obbligando l'altro a ricambiarne lo sguardo.
«Si…» Fu la semplice risposta, immediatamente seguita da parole cariche di imbarazzo.
«Insomma… l'ho scoperto da poco ma… penso davvero quello che ho detto.» Spiegò il più piccolo, arrossendo ancora una volta.
Quelle parole sembrarono bastare all'altro, che si limitò a fissarlo, sorridendogli.
Il sole che stava nascendo, il ragazzo che amava finalmente al suo fianco. Non aveva bisogno d'altro.
Fu questo quanto pensò, mentre tornava a posare le labbra su quelle del più piccolo che, emozionato nel veder sorgere il sole, si trovò ad esserlo ancora di più nel ricevere quel bacio che, pur senza saperlo coscientemente, aveva desiderato per tanto tempo.
«Entriamo…» Dichiarò l'arciere quando, qualche istante dopo, tornò a staccarsi da lui. «Non serve più restare, il fuoco si sta spegnendo.»
Nel notare quanto restava di quel falò, Watanuki si limitò ad annuire, alzandosi e prendendo con se la coperta.
«Si vede che segui da molto questa tradizione.» Dichiarò, volgendo lo sguardo verso il sole. «È bella…»
«Quest'anno è stato molto più bello.» Asserì l'altro, trascinandoselo in casa.
Dopo averlo seguito Watanuki si guardò intorno, notando un fouton proprio al centro della sala, circondato da diversi decori.
«Per me è stata la prima volta ma… potremmo seguirla insieme, d'ora in poi.»
«Insieme?» Domandò l'arciere, fissandolo con espressione carica di tenerezza.
«Si...» Replicò il più piccolo, adandogli vincino. «Se vuoi...»
A quello Doumeki annuì, sfiorandogli il volto con una carezza. «Buon Yule.» Sussurrò poi, premendo le labbra contro quelle dell'altro.
Quel giorno stava sorgendo un nuovo sole, portatore di luce e di speranza.
Con esso anche il loro amore stava appena nascendo, un dono che gli sembrò pervaso di un'immensa magia.



Le Streghe riemergono, con respiratore e muta da Sub, ma affascinanti come sempre, dal mare di Fluff!
Ed eccoci qua con il nostro regalino, come avevamo promesso!
Dunque, come avrete notato, beh, questa è una storia tanto, tanto, taaaanto 'fluff'.
Bene, fatevene una ragione, da qui a molto tempo sarà l'unico accenno di tale misteriosa sostanza che avrete da parte nostra!
Quindi, sperando che vi piaccia e vi basti, vi lasciamo con un augurio di Buon Yule, Natale, Hanukkah, o qualunque cosa vogliate ^.^
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC / Vai alla pagina dell'autore: Le Streghe